Il-Trafiletto
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12/11/14

Helmut Berger l'uomo più bello del mondo sottoposto ad intervento di "Micropenia"

Helmut Berger l'uomo più bello del mondo che a cinquant'anni vantava tremila amanti, uomini e donne, che visse un grande amore con Luchino Visconti di cui si definì vedovo, a settant'anni si è sentito un uomo finito.

Corre dal chirurgo estetico e gli dice:"O mi opera o mi uccido". Il noto chirurgo lo opera: blefaroplastica, tira lo zigomo, leviga la pelle toglie i solchi delle occhiaie e oggi Berger è tornato bellissimo. Lui non nasconde l'intervento estetico:"A me ha fatto bene, perché sentivo di non corrispondere alla mia faccia".

Ma Helmut Berger non si è fermato a questo, le sue ineguatezze senili ha voluto cancellarle tutte compreso "lui", e si è sottoposto ad un intervento di allungamento del pene. Helmut dice che le aveva provate tutte per tirarsi su, ma nulla contava per tirare su il suo c°°°.

Berger ha amato Visconti fino alla sua morte e giustica così un tentativo di suicidio: "un po' di whisky, un po' di pillole e zac!". Tanto che lo trovarono "a terra con la schiuma in bocca. Mi hanno rinchiuso in manicomio. Mai più provato un amore come quello per Visconti, lui era un genio".

Berger apertamente bisessuale è stato un uomo bellissimo e un attore molto richiesto. Lavorò con Visconti e con De Sica. Ottenne molti riconoscimenti e vinse un "David di Donatello" per la sua interpretazione in Ludwig. Nel 2013 interpretò la parte dell'impresario di Paganini nel film "Il violinista del diavolo" di Bernard Rose, mentre in questo anno è stato nel cast del film francese Yves Saint Laurent, del regista Bertrand Bonello, in cui ha impersonato il grande stilista nei suoi ultimi anni di vita.



21/10/14

"Er Monnezza": mio padre si sparò davanti a me

Chi non ricorda "er monnezza" personaggio romanesco interpretato dal bravissimo Tomàs Miliàn e doppiato eccellentemente dalle splendida voce di Ferruccio Amendola, ma personalmente preferisco ricordarlo come il commissario Nico Giraldi, riceve un premio alla carriera che il Festival del Film di Roma gli ha consegnato

Il Festival del Film di Roma ha un suo eroe come "Monnezza" vecchio di 35 anni interpretato magistralmente da Tomàs Miliàn, che portò al successo quel ruolo negli anni settanta. L'attore cubano che interpretò i film diretti da registi del calibro di Luchino Visconti e Mauro Bolognini ma che lo reso immortale furono Umberto Lanzi e Bruno Corbucci, e' tornato sul luogo del delitto.

Il Festival internazionale del film di Roma gli ha consegnato l'Acting Award alla carriera e ieri l'attore ha incontrato il pubblico in delirio in una masterclass all'Auditorium. Tomàs Miliàn oggi alle 11 sara' al Teatro Lido di Ostia (via delle Sirene 22) per incontrare gli studenti delle scuole superiori di Ostia e il pubblico e poi si rechera' nel quartiere Laurentino, ospite del Centro Culturale 'Elsa Morante', dove alle 19.30 si terra' un dibattito pubblico.
Tomàs Miliàn
Tomàs Miliàn davanti ai suoi ascoltatori racconta  il dramma che ha vissuto a 12 anni che ha cambiato il corso della sua vita.  "Mio padre si sparo' "davanti a me" Il padre era un generale violento del regime di Gerardo Machado, un uomo con problemi psichici, si sparo' un colpo d pistola al cuore davanti ai suoi occhi. "Quando realizzai che mio padre si era ucciso", ricorda Miliàn, "ebbi una sensazione come di liberazione, come un popolo alla morte del dittatore che li ha oppressi. La prima cosa che ho pensato e' stata: io non sento dolore". Quindi la decisione di fare l'attore, "ma di farlo alla grande".

Una scelta nata quando vide per la prima volta "La valle dell'Eden" di Elia Kazan. "James Dean divenne il mio mito, il ragazzo rifiutato dal padre che gli preferiva il fratello, proprio come me - racconta l'81enne attore cubano -. Mi identificai perfettamente in lui e decisi di seguire le sue orme". In effetti, qualche anno dopo, a New York uno dei suoi primi agenti fu Jane Deasy, gia' agente di Dean. Tornare a Roma, la citta' che lo ha adottato e che lo ha reso famoso, confessa 'er Monnezza', "e' la mia resurrezione".
 

05/09/14

La "linea" Gérard/Maginot passa dalla Puglia

L’attore francese Gérard Depardieu, in vacanza in Puglia, sembra gradire la cucina pugliese e possibile che l'abbia inghiottita tutta intera, compresa di fornelli


Gérard Depardieu, l'attore francese che interpretò Obelix tanto bene da emularlo, ha una casa vacanza a San Foca acquistata nel 2011, dove sta trascorrendo le vacanze con la fidanzata Clementine Igou, in perfetta forma.
All’inizio dell’anno Gérard Depardieu ha litigato con i leccesi per via della movida notturna che disturbavano la sua quiete durante i soggiorni a Lecce. Aveva persino minacciato di vendere la casa e dire addio alla città del Barocco.

Ora, deve aver fatto pace almeno con la Puglia e la sua cucina, che frequenta da 15 anni. E in vacanza sulle spiagge di San Foca con la sua Clementine, scrittrice e manager di un’azienda vinicola toscana (e il loro cagnolino), Gérard fa perfino fatica ad alzarsi. E quando lo fa, mostra una pancia incontenibile, manca solo il costumino a righe di Obelix.

04/07/14

un addio allo scrittore-attore-cantante Giorgio Faletti

Lo scrittore e attore Giorgio Faletti, 63 anni, piemontese di Asti, è venuto a mancare questa mattina all'ospedale Molinette di Torino. E' stato stroncato da un male incurabile mentre era ricoverato nel reparto di Radioterapia dell’Ospedale torinese e da qualche tempo aveva disdetto tutti gli impegni di lavoro perché le sue condizioni di salute non gli permettevano di continuare. Nato artisticamente negli anni settanta come cabarettista nel locale milanese Derby, periodo d'oro durante il quale nel locale facevano le loro apparizioni artisti del calibro di Paolo Rossi, Diego Abatantuono e Massimo Boldi, Faletti si sposta poi negli anni ottanta in televisione a fianco di Raffaella Carrà, prima di approdare con successo alla trasmissione "Drive in" presentata da Gianfranco D'Angelo ed Ezio Greggio. Si affaccia diverse volte al festival di Sanremo come cantante e nel 1994 ebbe successo con la canzone "Signor Tenente" inspirata alla strage di Capaci e via d’Amelio. Anche il cinema ha visto la presenza di Giorgio Faletti in diversi film come "La notte prima degli esami", "Miracolo italiano", "Cemento armato" altri ancora. Ma il boom del successo Faletti l'ha avuto come scrittore. Nel 2002 uscì il suo primo romanzo "Io uccido", con oltre quattro milioni di copie vendute, e due anni dopo, nel 2004,il secondo romanzo "niente di vero tranne gli occhi" con tre milioni e mezzo di copie vendute. I funerali dell'attore-cantante-scrittore saranno celebrati martedì 8 luglio, alle 15, presso la Collegiata di San Secondo ad Asti, la sua città natale.

26/06/14

Tuco, "il brutto" di Sergio Leone, si è spento a all'età di 98 anni.

Eli Wallach, il famoso "Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez", il brutto nell'ancor più famoso film western del 1966 diretto dal regista Sergio Leone, è morto martedì scorso a New York all'età di 98 anni.Ne ha data notizia la figlia Katherine al New York Times, senza fornire altri dettagli. Nella sua carriera cinematografica, Eli Wallach non ha mai ottenuto una nomination, ha dovuto attendere il 2010, alla soglia dei 95 anni, per ricevere l'Oscar alla carriera. Eli Wallach nacque il 7 dicembre 1915 a New York, precisamente a Brooklyn, da immigrati polacchi di origine ebraica, i primi passi di attore li mosse nel 1945 a Broadway, ma nel mondo della celluloide entrò una decina di anni dopo con il film "Baby Doll". A seguire interpreto il capobanda messicano ne "I magnifici sette" nel 1960, "Gli spostati" l'anno dopo dove impersonava l'amante di Marilyn Monroe, mentre nel 1962 era un rapinatore di treni ne "La conquista dl West". Ma il grande successo lo ebbe nel 1966 con il film spaghetti-western "Il buono, il brutto, il cattivo", diretto da Sergio Leone e interpretato oltre che da lui( Tuco, il brutto), da Clint Eastwood (biondo, il buono) e Lee Van Vleef ( Sentenza, il cattivo). Amava molto l'Italia, e ci tornò a lavorare diverse volte in altri importanti film, come " I quattro dell'Ave Maria" al fianco di Bud Spencer e Terence Hill, "Viva la muerte ... tua" di Duccio Tessari mentre Bruno Corbucci lo diresse nel film poliziesco "Squadra antimafia". Quando venne premiato con l'Oscar alla carriera durante il discorso di ringraziamento disse: " Come attore ho interpretato più banditi, ladri, killer, signori della guerra, molestatori e mafiosi di quanti voi ne possiate immaginare." Ed ancora: "Io non recito per vivere, io vivo per recitare".(immagine presa dal web)

27/02/14

La problematica dello stalking vista dalla parte del stalker | Film in DVD di Giorgio Amato

'The Stalker' un nuovo film scritto e diretto da Giorgio Amato presentato all'Anica in occasione di un incontro realizzato in collaborazione con CineCocktail e moderato dalla giornalista Claudia Catalli, è in distribuzione in dvd il film . 

Un incontro affollato per parlare insieme di cinema, di quel cinema "scomodo, che prova ad andare controcorrente e ragionare su un tema per nulla facile, come lo stalking, provando per una volta a raccontare la prospettiva non della vittima, ma del carnefice". Alle parole del regista Giorgio Amato, hanno fatto eco quelle di una platea che si e' mostrata interessata a un dibattito allargato sulle difficolta' di fare cinema oggi, al di la' di facili commedie. . La storia vede come protagonista Lucio Melillo (Victor Alfieri), una guardia giurata la cui vita ha subito un duro colpo dopo essersi separato dalla moglie Nadia (Cosetta Turco) e aver perso la cutodia di sua figlia.

Scena tratta dal film"The Stalker"
Da quel momento l'uomo comincia a perseguitare la sua ex ed il suo nuovo amante..."Sul set c'era un clima indescrivibile, oggi continuo a vivere quell'esperienza di condivisione grazie a donne che continuano a scrivermi e dalle loro parole esce fuori tutta la rabbia e insieme la paura di denunciare", chiosa l'attrice Cosetta Turco, che nel film interpreta una madre intenta a proteggere sua figlia da un padre giudiziariamente definito "pericoloso". Cosi' il regista: "Affrontare al cinema tale tematica e' stata un'operazione molto delicata, soprattutto perche' la fenomenologia dello stalking abbraccia un ampio spettro di modalita' e tipologie di sex offender talmente differenti tra loro che diventa impossibile riuscire a fare una sintesi rappresentativa del fenomeno. Piu' in generale, come autore, mi sono sempre posto la domanda di cosa spinga un uomo - ma anche una donna, beninteso - a rimanere ancorato al proprio passato, al punto da perseguitare fino alle estreme conseguenze un'altra persona. E' partendo da questa considerazione che ho cominciato a studiare la problematica dello stalking, concentrandomi esclusivamente sul punto di vista del persecutore, piuttosto che della vittima, esplorando quei meccanismi mentali, situazionali e giuridici che generano un loop talmente perverso dal quale molto spesso un uomo non riesce piu' a venirne fuori."                                                                 fonte(AGI)


12/01/14

Un caro saluto ad Arnoldo Foà morto 98 anni | Protagonista del teatro del '900

Morto Arnoldo Foà, l'ebreo che si auto-esiliò alle Seychelles. Attore, regista, doppiatore, ma anche scrittore e scultore, lavorò con Welles, Losey, Germi e negli anni del Boom divenne uno dei volti più popolari della televisione. 


Nel 1943 si rifugia a Napoli, in quanto ebreo sfuggito alla persecuzione razziale grazie a nomi falsi, dove diventa capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata PWB: spetta a lui - quasi una vendetta della storia - la comunicazione dell'armistizio con gli alleati, l'8 settembre 1943. Nel 1945, finalmente libero da persecuzioni, riprende con il teatro. Ha attraversato il Novecento da protagonista nel mondo della cultura. Aveva interpretato ruoli di primo piano a teatro, al cinema e nella televisione degli anni del Boom, divenendone uno dei volti più popolari.
 Grande protagonista della cultura del '900, attore di teatro, di cinema, tv, regista e doppiatore, ma anche scultore, pittore e poeta, era nato a Ferrara il 24 gennaio del 1916. Fra pochi giorni avrebbe compiuto 98 anni.
 «Vorrei solo dormire. Addormentarmi per sempre. Come mi sento a quasi 92 anni? Mi sento a pezzi, come mi sentivo da giovane. Niente di nuovo. Riconosco di essere vecchio solo perché me lo ricordano ossessivamente gli altri. Ma non mi lamento. Non ho mai avuto la vocazione all’infelicità». Così parlava Arnoldo Foà a La Stampa qualche anno fa.
Foà è morto nel pomeriggio all'ospedale San Filippo Neri dopo un'improvvisa crisi respiratoria. Lunedì dalle 10 sarà aperta la camera ardente nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Tra le 16 e le 17, nella stessa sala, il funerale laico.

Arnoldo Foà
 Con Foà scompare la "voce" del teatro italiano: timbro inconfondibile che ha accompagnato in una vita lunga e avventurosa (basti pensare ai suoi matrimoni e all'esilio volontario alle Seychelles) migliaia di appassionati del palcoscenico e non solo. Fra le prime reazioni, quella del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parla di "una figura esemplare di artista, di interprete della poesia e del teatro, animato da straordinaria passione civile e capace di trasmettere emozioni e ideali al pubblico più vasto. Desidero - continua il capo dello Stato - rendere omaggio alla sua lunga fatica, al suo forte senso di attaccamento ai valori democratici della nostra Repubblica, e ricordare con animo commosso le molteplici occasioni di incontro e di profonda sintonia che mi hanno legato a lui". Il ministro della Cultura, Massimo Bray, lo ricorda come "protagonista della vita culturale italiana del 900, capace di riassumere in sé molteplici doti artistiche esprimendosi sempre con grande sensibilità". Il sindaco di Roma, Ignazio Marino: "Oggi, con la scomparsa di Arnoldo Foà tutti noi siamo più poveri. Foà ha saputo interpretare la storia contemporanea del nostro paese. Un attore immenso capace di entrare nell'immaginario collettivo di tutti noi. Un uomo coerente, coraggioso e dai grandi valori, che si è schierato a fianco della libertà negli anni più bui della nostra nazione. I suoi personaggi portati in scena in teatro, alla radio e in televisione hanno arricchito culturalmente e divertito generazioni di italiani. Aveva il carisma dei grandi personaggi e l'umiltà dei semplici, a lui l'Italia e Roma saranno sempre riconoscenti".
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