Il-Trafiletto
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10/11/14

ISIS il cioccolato omonimo dello stato islamico

Penso che da oggi, potremo trovare per il Natale sugli scafali "dolci" il cioccolato Libeert. Dietro a questa cioccolata di qualità, c'è una storia che inizia nel 1023 quando Libeert decide di fondare una casa di cioccolato e chiamarla ISIS.


Il signor Libeert, vive in Belgio, ha imparato l'arte di lavorare la cioccolata dai migliori in Italia e in Svizzera. Nel 1923 fonda la sua azienda di produzione di cioccolato, e fu tanto grato all'Italia e alla Svizzera per avergli insegnato i segreti della bacca di cacao dalla quale si ricava la cioccolata ( sebra che il termine derivi dal Dio Azteco Quetzalcoàtl) che volle chiamare la sua azienda "Italo-Swisse".
L'azienda si ingrandisce e nel 2013, dopo 90 anni suonati, arriva a produrre oltre cinquemila tonnellate di cioccolato all’anno.

Si rende conto di non avere ormai più alcun legame con Italia e Svizzera, decide dunque di cambiare il nome, utilizzando l’acronimo che già campeggiava sugli incartamenti di alcuni dei loro prodotti più venduti: ISIS. (Italia-Svizzera). Ironia della sorte questa scelta si rivela un grande errore, visto che, pochi mesi dopo la stessa sigla sarebbe stata acronimo di Islamic State in Iraq and Syria, il gruppo terroristico talmente sanguinario da scalzare Al-Qaida dal numero uno degli spauracchi dell’Occidente.
Cioccolato ISIS che da ora in poi
si chiamerà Libeert

Desiree Libeert dichiara all’agenzia di stampa Reuters, che diversi clienti hanno finito per disdire ordini e interrompere rapporti commerciali, tanto che l’Isis, quella dolce, sarà costretta a cambiare nome. Dovesse capitarvi tra le mani una tavoletta di cioccolato “Libeert”, adesso sapete che storia tormentata si nasconde dietro quel nome.

13/05/14

13/5/1974 – 13/5/2014: Il referendum sul divorzio compie 40 anni.

Il divorzio compie 40 anni. Esattamente il 12 e 13 maggio 1974 il popolo italiano, chiamato ad esprimersi sul referendum abrogativo della legge Fortuna-Baslini di quattro anni prima, risponde con uno schiacciante 60% di “NO”, e la legge resta in vigore. La Democrazia Cristiana di Amintore Fanfani e il Movimento Sociale di Giorgio Almirante, assistiti dai movimenti cattolici e dal Vaticano, furono sconfitti. Gli italiani che si presentarono alle urne furono 38 milioni e fecero registrare un’affluenza altissima di oltre l’87%. Questo risultato fece registrare una svolta del popolo italiano che venne riconosciuto dagli altri Paesi europei come un popolo in piena trasformazione capace di separare l’ambito religioso da quello dei diritti civili che uno Stato può e deve garantire. Sul piano politico fu una cocente sconfitta per l’allora partito di governo, la Democrazia Cristiana e la Destra in genere, la quale faceva leva sui movimenti cattolici e soprattutto sull’aiuto del Vaticano per fronteggiare le forti convinzioni divorziste della sinistra e soprattutto dei Radicali già da una decina di anni. Anche il Partito comunista - pur appartenendo al carro vincente - all'indomani del voto dovette fare autocritica, in quanto, pur schierandosi a favore del divorzio, aveva paura di una frattura tra sinistra e credenti. Per la cronaca la legge sul divorzio venne approvata in maniera definitiva dalla Camera il 1° dicembre 1970 con 319 voti favorevoli e 286 contrari, al termine di una seduta terminata alle 5,40 del mattino con il voto dei parlamentari iniziato alle 10 del giorno precedente. Molti anni più tardi, nel 1987, tale legge venne modificata riducendo agli attuali 3 gli iniziali 5 anni di separazione richiesti prima di poter accedere al divorzio.

14/04/14

Boko: hanno ucciso 60 persone | Bonaiutiblascia FI. | M5s "Fuori la mafia dallo stato"

Kano (Nigeria)- Ennesimo massacro ad opera appartenenti al gruppo islamista Boko Haram che hanno ucciso oggi almeno 60 persone nella Nigeria nord-orientale vicino al confine con il Camerun. Il villaggio colpito e' quello di Amchaka e altri vicini: "Lanciando ordigni improvvisarti e appiccando il fuco alle case nelle prime ore del mattino, hanno compiuto un massacro", ha riferito un amministratore locale, aggiungendo che non sazi del sangue versato, "hanno iniziato a sparare indiscriminatamente sugli abitanti del villaggio in fuga". (AGI) .

Roma - Bonaiuti, lo storico portavoce di Berlusconi lascia Forza Italia: ''Decisione sofferta ma pienamente motivata. Resto nel centrodestra per dare una mano a una ricomposizione di tutte le forze di quest'area in direzione riformista e moderata''. Lunedì colloquio con Alfano, appena eletto presidente all'unanimità. (Adnkronos/Ign)

ROMA - Il blog di Beppe Grillo pubblica il testo dell'appello che gli attivisti M5s possono inviare ai senatori per chiedere loro di tornare ad inasprire le condanne per il voto di scambio mafioso. Un appello che gli organizzatori sperano diventi 'virale'. "Non disarmiamo la magistratura nella guerra alle cosche mafiose. Fuori la mafia dallo Stato!", scrivono in cinque stelle.(ANSA)

23/03/14

"Gocce" di notizie: "Sbloccare i debiti della Pa boccata di ossigeno anche per lo Stato"

Con l'eventuale pagamento di tutti i debiti accumulati in questi ultimi anni dalla Pubblica amministrazione, che secondo il premier Renzi ammontano a 68 miliardi di euro, l'Erario vedrebbe aumentare di circa 5 miliardi il gettito dell'Iva. Lo calcola la Cgia di Mestre. "In un momento in cui l'Esecutivo e' alla ricerca delle coperture necessarie per sostenere le misure per il rilancio del Paese - dichiara il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - lo sblocco totale dei debiti della Pa darebbe una preziosa boccata di ossigeno sia alle migliaia di aziende che da anni aspettano di recuperare i propri crediti sia alle casse dello Stato che beneficerebbero del gettito Iva legato a questi pagamenti". Nei rapporti commerciali tra la Pa e le imprese, sottolinea la Cgia, queste ultime, una volta terminata una manutenzione o una fornitura, emettono fattura e nella stragrande maggioranza dei casi posticipano il versamento dell'Iva al momento dell'avvenuto pagamento.
"Pertanto, e' logico attendersi che l'eventuale smaltimento dei debiti arretrati della Pa dovrebbe produrre dei grossi benefici in materia di Iva. Una prima stima prudenziale consentirebbe allo Stato di incassare 5 miliardi".                      fonte(AGI)

21/03/14

Se ne vendono 100 vecchie e se ne comprano 1300 nuove: la bufala delle auto blu

Se ne vendono 100 vecchie e se ne comprano 1300 nuove. Il taglio delle auto blu proclamato da Matteo Renzi si rivela, come ampiamente prevedibile, una bufala. E' vero che le cento auto saranno su eBay dal 26 marzo al 16 aprile, con previsioni d’incasso alquanto incerte,dal momento che non si sa quante se ne venderanno e a quale prezzo, ma è altrettanto vero che lo Stato si prepara a comprare dai concessionari 210 vetture pubbliche nuove, tutte blindate, con una possibilità di spesa fino 25 milioni di euro in due anni.

 E non è tutto. E’ addirittura in corso, pienamente operativa da tempo, un’altra convenzione per l’acquisto centralizzato di 1100 tra berline e utilitarie. Valore della convenzione, 15 milioni di euro. Il tutto per la modica spesa di 40 milioni di euro. Soldi a cui ovviamente vanno aggiunti quelli per gli stipendi degli autisti. E non si tratta certo di 1.200 euro al mese, ma molto di più, anche il triplo di un normale stipendio della Pubblica Amministrazione. se poi non è abbastanza ce n'è dell'altro. Un'altra convenzione per l'acquisto di veicoli green, autovetture elettriche e ibride, valida fino al 2016, oltre agli acquisti operati dai vari enti locali, come ad esempio la Regione Sicilia che ha pubblicato un bando per il noleggio di sette auto blu blindate. Altro che tagli, insomma. La casta non arretra di un solo centimetro. E con Renzi sembra più intoccabile che mai. A vendere bufale, il premier, si sta rivelando bravissimo.

11/03/14

"Gocce" di notizie: truffe ai danni dello Stato da 10milioni di euro

 Due truffe ai danni dell'Inps sono state scoperte in Calabria e in Puglia per un danno milionario all'Istituto di previdenza. Una frode da 10 milioni di euro e' stata scoperta dai carabinieri del Comando Provinciale di Bari e dalla Procura della Repubblica di Bari che hanno collaborato con gli ispettori della direzione provinciale pugliese dell'istituto di previdenza. Centinaia di controlli svolti in tutta la Provincia hanno permesso di accertare che alcune societa' del settore agricolo avevano assunto un totale di 831 braccianti, attraverso false attestazioni di posizioni lavorative inesistenti inducendo in errore l'Inps. che ha provveduto, nei vari anni, ad erogare prestazioni assistenziali non dovute: disoccupazione, malattia, maternita' e assegni familiari. Per un centinaio di persone e' scattata anche l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato. Si tratta, oltre che di singoli braccianti agricoli, di mediatori, imprenditori del settore agricolo e commercialisti che, a vario titolo, avevano messo in piedi il meccanismo di truffa che ha interessato, oltre la provincia di Bari, anche il sud foggiano e le province di Brindisi, Taranto e Matera. In Calabria, invece, 41 persone risultavano essere dipendenti di un'azienda zootecnica, percepivano le indennita' erogate dall'Inps per maternita', malattia, disoccupazione o assegni per il nucleo familiare, ma in realta' non lavoravano. La Guardia di Finanza del comando provinciale di Reggio Calabria le ha denunciate per truffa e falso in concorso con il titolare dell'azienda. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica della citta' calabrese dello Stretto, avrebbero permesso di accertare la sussistenza di rapporti di lavoro formalmente attivi, ma di fatto fittizi e utilizzati solo per ottenere dall'Inps elargizioni indebite. Di fatto, i lavoratori assunti, secondo gli inquirenti, esistevano.       fonte(AGI)


12/02/14

Piemonte: annullato voto Regionali 2010, Salvini "vergogna"

Alla fine le elezioni del 2010 in Piemonte sono state annullate. La quinta sezione di Stato ha respinto il ricorso. Messo la parola fine ad un governo illegittimo, con una sentenza che porterà la regione al voto.


Le elezioni regionali del 2010 in Piemonte vinte dal governatore Roberto Cota sono da annullare. Lo ha confermato la quinta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti, che ha respinto il ricorso presentato da Roberto Cota con il quale chiedeva la sospensiva dell'ordinanza del Tar del Piemonte che ha annullato le elezioni regionali del 2010. "Finalmente si mette la parola fine a un governo illegittimo".

Salvini
Sono le prime parole di Mercedes Bresso, dopo la decisione del Consiglio di Stato, che conferma la sentenza del Tar e manda il Piemonte al voto. "Ora - dice infatti - nulla puo' essere fatto per evitare il ritorno al voto: Il Piemonte ha bisogno di una legislatura legittimata e in grado di adoperarsi per risolvere i tanti problemi della regione". "Con oggi - conclude - voltiamo pagina con una maggioranza fatta di scandali ed incapacita'". "Una vergogna: in Piemonte non decidono i cittadini, ma i giudici, i giornali e la banche torinesi". Cosi' Matteo Salvini ha commentato, in una dichiarazione alle agenzie, la decisione del Consiglio di Stato di respingere il ricorso presentato da Roberto Cota e dalla maggioranza contro la sentenza del Tar che ha annullato il voto del 2010. "Arrendersi? Mai . Torneremo a vincere alla faccia dei poteri forti che non hanno digerito i 30 milioni di euro di taglio annuo ai costi della politica regionale e il ripianamento dei buchi della sanita'", prosegue il segretario federale della Lega Nord.                                                                                      fonte (AGI)

11/02/14

Le love story dei presidenti fanno moda? Obama segue la moda?

Sembra che le love story dei presidenti vadano di moda. Il modo di concepire la moralità e l'etica è cambiata e le love story dei capi di stato non mettono più a rischio il loro potere. Anche Obama sembra aver percorso la corrente modaiola e voci insistenti lo vogliono amante di Beyonce


 Prima la miccia della presunta crisi con Michelle, poi la bomba: Obama e la cantante Beyonce avrebbero una relazione. In tema di scandali presidenziali anche Obama finisce nel mirino, questa volta proprio di un gossip tutto francese. A lanciarlo il paparazzo Pacal Rostain che stamane, intervistato da Europe 1 sul suo terzo libro 'Voyeur, Memoires Indiscrets du roi de paparazzi', ha gettato l'esca: "Sapete, in questo momento negli Usa sta succedendo qualcosa di enorme. Uscira' domani nell'edizione di Washington Post e riguarda una ipotetica relazione tra Obama e Beyonce. Vi assicuro che ne parlera' tutto il mondo".

Obama e Beyonce.
Il 'rumor' lanciato pero' non ha al momento avuto alcuna eco sulla stampa americana, neanche il sito di gossip 'Tmz' ha ripreso la notizia, cosi' come l'hanno ignorata i tabloid inglesi piu' pettegoli come 'Daily Mail' o il 'Sun'. Cinque giorni fa era stato pero' il National Enquire americano a lanciare i dubbi sulla tenuta del matrimonio presidenziale facendo addirittura trapelare che i due sarebbero stati sull'orlo del divorzio.

Ma ancora nessuna conferma. D'altro canto che la cantante americana sia molto amica di Obama non fa notizia, lui stesso un anno fa lo aveva confermato aggiungendo anche che la donna era in grande familiarita' con Michelle e con le sue due figlie. Intanto Rostain, uno dei piu' famosi fotografi scandalistici d'Oltralpe, ha fatto un passo indietro e parlando con Public.fr ha precisato: "Non ho mai detto che lo scoop uscira' domani". In realta' le sue parole a Europe 1 non lasciano dubbi e la tempistica del presunto scoop fa pensare: Hollande domani sara' alla Casa Bianca da 'single', appena uscito da uno scandalo mondiale. E' certo che un altro presidente chiacchierato lo farebbe sentire piu' a suo agio.
Rostaing, 56 anni, tra i più famosi paparazzi transalpini, è l’autore di numerosi scoop pubblicati dal settimanale Paris Match come le prime foto della storia d’amore tra l’ex moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, Cecilia, e il pubblicitario Richard Attias nel 2005. Fu anche l’autore dei primi scatti nel 1994 sulla figlia "segreta" dell’allora presidente Francois Mitterrand, Mazarine, o ancora quelle della principessa Carolina di Monaco con il tennista Guillermo Vilas.

09/02/14

Le tasse degli italiani? Le divora lo Stato centrale

Il segretario delle piccole imprese artigiane Bortolussi, fa sapere che lo Stato centrale divora il 77% delle entrate fiscali. Con i dati del 2012 ( ultimi dati disponibili) prospettando la distribuzione del gettito fiscale e la ripartizione della spesa alle amministrazioni pubbliche, dimostra chi divora le tasse degli Iitaliani.

Il divora tasse

"Nonostante le riforme avviate in questi ultimi venti anni - segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - siamo ancora alla meta' del guado.
Dalla Cgia fanno notare come nei principali Paesi federali le entrate fiscali delle amministrazioni locali siano molto importanti. In Germania il volume delle tasse che finisce nelle casse dello Stato sfiora il 51%, in Spagna il gettito erariale scende addirittura al 34,5%. La situazione si capovolge se analizziamo la situazione dei principali Paesi unitari presenti in Ue. In Francia, quasi l'80% delle tasse pagate dai transalpini finisce allo Stato centrale, mentre nel Regno Unito l'incidenza raggiunge addirittura il 94%.
 Il 77% dell'ammontare complessivo delle tasse pagate dagli italiani finisce nelle casse dello Stato centrale.
Su 472,7 miliardi di euro di imposte dirette, indirette e in conto capitale versate dai contribuenti nel 2012 (ultimo dato disponibile)
  • 364,2 miliardi sono stati incassati dall'Erario
  • 78,9 miliardi sono finiti alle Regioni (pari al 16,7% del totale)
  • 23,8 miliardi ai Comuni (pari al 5% del totale)
  • 4,1 miliardi alle Province (0,9% del gettito complessivo) 
  • 1,5 miliardi alle Camere di Commercio (0,3% del totale)
 Non apparteniamo piu' al club dei Paesi unitari, ma nemmeno a quello degli Stati federali. Sul fronte fiscale la stragrande maggioranza del gettito finisce ancora nelle casse dell'Erario, mentre la spesa e' stata progressivamente trasferita alle amministrazioni locali . Al netto di quella previdenziale e degli interessi sul debito pubblico, oltre il 57% della spesa pubblica italiana e' ormai in capo alle Regioni, alle Province e ai Comuni. Insomma, la quasi totalita' delle nostre tasse finisce a Roma, ma la maggioranza dei centri di spesa e' ubicata in periferia".
A livello centrale la parte piu' consistente del gettito arriva dall'Irpef sulle persone fisiche: nel 2012, nelle casse dell'Erario sono arrivati poco piu' di 151 miliardi di euro. Significativo anche il peso dell'Iva: sempre nel 2012 lo Stato ha incassato quasi 87 miliardi di euro.
  • Alle Regioni, invece, l'imposta che garantisce il gettito piu' importante e' l'Irap: sempre nel 2012 le imprese hanno versato oltre 33 miliardi di euro. 
  • Per le Province e' l'imposta che viene applicata sulle assicurazioni Rc auto: l'importo incassato nel 2012 e' stato pari a 2,4 miliardi di euro.
  • Per i Comuni la voce piu' significativa e' l'Imu: nel 2012 questa imposta ha garantito 15,6 miliardi di gettito. 
"Auspico - conclude Bortolussi - che il governo Letta prosegua e dia un contributo importante al compimento della riforma sul federalismo fiscale avviata negli anni scorsi. Ricordo che in Europa i Paesi federali presentano un costo per il funzionamento della macchina pubblica pari alla meta' di quello sostenuto dai Paesi unitari. Per un Paese come il nostro che ha una spesa pubblica complessiva annua che quest'anno dovrebbe superare gli 815 miliardi di euro, ridurre drasticamente il costo della Pubblica amministrazione sarebbe un risultato di portata storica".                                 fonte (AGI) .

05/02/14

Progetto di Giuseppe Siano: Oltre la Destra e la Sinistra | parte prima

Questo è un saggio scritto da Giuseppe Siano, è pubblicato due volte a settimana (mercoledì e venerdì) suddiviso in capitoli. Potete comunque vederlo in sequenza di pubblicazione al link "Saggistica"

Sono adesso convinto che solo se il popolo avrà una SUA moneta come in Ungheria con Orban sarà possibile realizzare quanto scritto nel mio saggio.
Purtroppo il politico locale di cui faccio menzione nel saggio si è rivelato poco coraggioso e si è tirato indietro.
Il mio saggio verte sulla "teoria del linguaggio" del De Saussure approfondendo il discorso e chiarendo l'affinità fra realta ( significato) e la sua  verbalizzazione( significante) e il loro rapporto  ed interdipendenza indissolubili.
Arrivo alle stesse conclusioni alle quali arriva il prof. Tre-Monti nel suo libro " uscita di sicurezza".
Il Tre- Monti affronta il problema da un punto di vista economico, quindi parziale.
Io vedo più in profondità e chiarisco i motivi per cui i grandi imperi sono crollati, augurandomi che finalmente anche l'impero americano si tolga dai piedi.

Introduzione
Quando sono venuto ad abitare in questo paese, ho ritenuto mio dovere impegnarmi nel partito nel
quale avevo militato per circa trent'anni, cercando di portare un mio contributo di idee.
Mi sono accorto che ciò non era gradito ai “ personaggi” locali.
Dopo essermi reso conto che ciò era caduto in disuso non solo qui, ma ormai in tutta l'Italia e
questo mio “ritardo” era determinato dalla prolungata permanenza all'estero, siccome non me
l'aveva ordinato il medico di fare politica e ritenevo inoltre che “ ogni paese ha i politici che si
merita” ho deciso di dedicarmi ai miei libri.
Nel frattempo sono successe molte cose, perché ho conosciuto meglio gli abitanti di questo paese e
mi sono accorto di essere venuto ad abitare fra gente civilissima e disponibilissima; però una cosa
non ho capito ancora adesso: come mai tale gente affida la cosa pubblica e quindi il proprio
destino in mano a simili personaggi.
I libri che leggo s'interessano di solito dell'interpretazione dei nostri tempi, dell'attualità.
Più leggevo e più mi convincevo che, nella situazione attuale, da solo non sarei stato in grado di
risolvere nessuno dei miei problemi, perché erano problemi comuni, risolvibili solo appunto ”in
comune”.
Avevo sempre la scusa che “Non esistevano nel paese le condizioni oggettive per un impegno
personale” ma anche questa argomentazione è saltata quando, dopo una lunga discussione con un
politico locale , notavo una disponibilità inusuale non solo ad ascoltare, ma anche a fare proprie
molte delle argomentazioni che espongo in questo scritto.
Incoraggiato da questo inizio, ho deciso di mettere per iscritto queste idee, affinché diventino
patrimonio di tutti coloro, che fanno politica accettando il confronto e la discussione.
Perciò: buon divertimento!
Dopo il conseguimento della laurea ed il primo periodo di lavoro nella scuola, tenni il primo
discorso pubblico, al quale partecipavano alunni e loro genitori.
Alla conclusione del mio discorso si avvicinò l'alunna più brava che avevo e mi disse:” signor
pezzelatied, ha fatto un discorso bellissimo, peccato che non abbia capito nemmeno una parola”.
Questa ragazza mi stava aiutando.
Se non aveva capito lei che era la più brava della classe.... figuriamoci gli altri.
Quello fu uno di quei momenti topici, che incidono sui destini di una persona; mi resi conto di
trovarmi ad un bivio: continuare ad usare il linguaggio cifrato e complesso, che aveva caratterizzato
i miei studi universitari ed accettare di conseguenza di restare incompreso, oppure reimparare a
parlare in un italiano piano, semplice e comprensibile.
La prima ipotesi sarebbe servita ad impressionare e spaventare la gente e quindi a fare soldi, perché
gente impaurita, sopratutto da paroloni che non capisce, si lascia facilmente derubare; ma per un
fine simile avevo scelto la professione sbagliata: i paroloni incomprensibili vanno bene per i
medici... gli avvocati, ma chi può spaventare un insegnante anche se usa parole difficili?
Quindi mi decisi a rendere comprensibile il mio linguaggio, perché alla base della mia professione
c'era appunto la chiarezza.
Da quarant'anni non sto facendo altro che cercare di rendere semplice la mia lingua, per poter
rendere accessibili a tutti i miei concetti.
Ho raccontato questo aneddoto, perché da quando sono venuto a vivere qui ed ho cercato di
partecipare alla vita pubblica del paese una delle argomentazioni con la quale venivano accantonate
le mie proposte era quella, che i concittadini non erano in grado di capire.
Siccome nel frattempo, dopo quarant'anni di allenamento, ritengo di essere in grado di rendere
comprensibili anche i concetti più difficili, sono sicuro di venire capito anche dai “cretini” nostrani,
perché nel frattempo mi sono convinto, che non sono cretini i nostri compaesani, ma non hanno
niente da dire coloro che li denigrano, i quali, in questo modo, si ritengono esonerati dal presentare
dei programmi e delle proposte, che non hanno.
Prima però di presentare da parte mia delle proposte devo fare una serie di premesse, che sono alla
base delle proposte che farò, altrimenti queste diventerebbero incomprensibili. 
 [ Venerdi la seconda parte]                                                scritto da Giuseppe Siano

25/01/14

Perchè si dice "a caval donato non si guarda in bocca"?

Cavallo donato
Questo proverbio mi è molto caro, semplicemente perchè protagonista ne è il cavallo e dato che sono una ragazza ippomane (o meglio una che ha una pazza e insana passione per i cavalli)  non potevo non citarlo. La tradizione popolare ci insegna che l'età del cavallo  la si desume guardando lo sviluppo della sua dentatura, ma tanto vale chiedersi quale sia il significato profondo di questo modo di dire e cosa significhi.
"A caval donato non si guarda in bocca", ovvero, dei regali dobbiamo sempre essere grati, anche se di scarso valore; e si dice così perché si guarda lo stato dei denti , già 'lo stato' e non il numero dei denti. Non lo sapeva quel ragazzotto di campagna che andò al mercato ad acquistare un cavallo, e poiché il padre gli aveva raccomandato di osservare bene i denti dell'animale, si indignò nei confronti del mercante dicendogli: "Mi volete imbrogliare! Vendermi un cavallo di quarant'anni!". Tanti infatti sono i denti del cavallo adulto... e il ragazzotto li aveva contati...

17/12/13

Napolitano fa gli auguri di Natale al Quirinale e impone il suo diktat: "no al voto anticipato"

Napolitano, in occasione degli auguri di Natale al Quirinale, davanti alle alte cariche dello Stato ribadisce e rinsalda la sua determinazione al non voto per il 2014 : “ L'europa ci chiede le riforme non il voto. Il mio incarico è gravoso, renderò noti i limiti del mio mandato
Parole che arrivano al termine di un discorso in cui l'inquilino del Colle chiede al Parlamento di proseguire sulla strada delle riforme, a partire dalla legge elettorale. Ma senza andare a votare.
Il presidente della repubblica

Davanti ai ministri, al premier Letta e al segretario Pd Matteo Renzi (che se ne va prima del brindisi), ribadisce:" No al voto anticipato. Gli italiani vogliono risposte".
E ritorna sulla questione Berlusconi: "Non evochi colpi di Stato. Ma i suoi collaborino". Tanto che se il Parlamento non procederà con le riforme, lui potrebbe abbandonare. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano detta l’agenda delle riforme urgenti e ribadisce i limiti del suo mandato.“Non mancherò di rendere nota ogni mia ulteriore valutazione della sostenibilità in termini istituzionali e personali, dell’alto e gravoso incarico affidatomi”.

Ad ascoltarlo tutte le più alte cariche dello Stato, dai ministri del governo Letta fino al neoeletto segretario del Pd Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze, l’unico a violare il dress code della serata e il primo ad andarsene senza partecipare al brindisi, è reduce da un discorso di apertura dell’assemblea del Pd dove non ha mai citato il Capo dello Stato. Inesperienza e disattenzione per alcuni, strategia
per altri. Il rottamatore potrebbe essere il nuovo motivo di instabilità nel governo delle larghe intese e Napolitano davanti alla platea di ministri e politici ribadisce: “No al voto anticipato“.

E soprattutto ricorda che il regista delle larghe intese è sempre il Colle: “Nel ringraziare il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni per la fiducia, ebbi modo di indicare inequivocabilmente i limiti entro cui potevo impegnarmi a svolgere ancora il mandato di presidente. Anche di quei limiti credo abbiate memoria“. Un avvertimento che suona come una minaccia: in caso di crisi e di mancate riforme il Capo dello Stato potrebbe dimettersi, invece di sciogliere le Camere, lasciando il Paese in una situazione di stallo. “Gli italiani chiedono risposte”, ha continuato il Presidente, “non elezioni dall’esito incerto”. Tra i provvedimenti più urgenti da affrontare secondo Napolitano: la riforma della legge elettorale e della giustizia, per le quali lancia un appello anche a Forza Italia perché non resti in disparte. E il premier Letta risponde sull’attenti: “Domani il Consiglio dei ministri darà seguito ai moniti di Napolitano. Il suo è un discorso che dà speranza”.

09/11/13

Il Consiglio dei Ministri approva la norma di responsabilità dello Stato nei confronti dei cittadini

Lo Stato responsabile per le gravi violazioni dei giudici. "Il Consiglio dei Ministri ha approvato una norma di grande importanza". "Lo Stato sarà responsabile nei confronti dei cittadini per violazione manifesta del diritto dell’Unione Europea da parte dei magistrati di ultimo grado, che crea danno ai nostri concittadini", afferma in una nota il vicepremier Angelino Alfano sottolineando che l’intervento "risponde esattamente all’impegno assunto dal Governo, in Aula, il due ottobre e che adegua la nostra disciplina nazionale alla giurisprudenza comunitaria da cui origina la procedura di infrazione.
Alfano
 La norma - prosegue - rientra nel perimetro di risposta alla infrazione e lascia in campo i referendum in materia di giustizia sui quali è già stata grande la mobilitazione dell’opinione pubblica".
Il governo precisa che sulla responsabilità civile "si è scelto un perimetro minimo di intervento: non si poteva stare fermi perché pende una procedura di infrazione, così si è approvato un ddl, che ora passerà in Parlamento, che riguarda il diritto comunitario e non quello interno". Le stesse fonti di governo aggiungono: "Va sottolineato che si parla di responsabilità civile dello Stato e non dei magistrati"
                                                                                                                                                           fonte

01/11/13

Perchè si dice "Andare a monte"?

Cari lettori, arrivo in netto ritardo oggi, e mi scuso, ma sono stata chiamata a fare la zia sitter, e per il mio adorato Leonetto questo e altro. 
Detto questo, mentre cullavo il mio Leonettino, che mi guardava incantato, una domanda si è affacciata alla mia mente zingara, ma da dove ha avuto origine il detto "andare a monte"?
Andare a monte: veder fallire un progetto, concludere un'operazione con un nulla di fatto, non risolvere una situazione
Le ipotesi circa le origini di questa locuzione sono parecchie. La più probabile si rifà al gioco delle carte, in cui il mazzo da cui si "pesca", come nella briscola, tressette, scopa,  viene definito "monte", per cui, in caso di errore o di disaccordo, si rimescolano le carte e si costituisce un monte.
Un'altra versione vuole che la frase risalga all'epoca in cui con il nome di monte si indicava l'insieme di debiti che una pubblica istituzione assumeva nei confronti dei risparmiatori che le affidavano i propri capitali, in cambio di una rendita vitalizia. Chi si assumeva questi debiti fruttiferi, in genere, era lo Stato o il Comune, e allora andare a monte significava essere descritto per creditore nei Libri del Monte. Una versione più recente, piuttosto cattivella, si riferisce alla situazione di chi, avendo bisogno di un prestito, si rivolge al Monte di Pietà o a una banca, e si sente dire che non può ottenere prestiti se non offre solide garanzie, il che equivale a dire "non ne facciamo niente".
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