Il-Trafiletto
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12/11/14

Che sia divorzio tra Fiorello e Baldini?

Che sia finita l'accoppiata Fiorello Baldini? Divorzio fra i conduttori di "Fuoriprogramma" il programma trasmesso da Radio uno Rai. Baldini ha lasciato la collaborazione con Fiorello nella trasmissione che li ha visti vincenti come coppia affiatata. 


I tanti fan hanno chiesto a Fiorello perchè mai Baldini ha lasciato, ma Fiorello ha risposto evasivamente con un tweet "È la domanda che ci fanno in molti! La risposta può darla solo lui. Certo che noi avremmo voluto che restasse...". 

Ma così ha detto Baldini quando ha annunciato la sua rinuncia alla partecipazione a "fuoriprogramma" "I miei problemi personali non mi consentono più di essere affidabile. Siccome non sono più in grado di garantire un buon livello di professionalità, preferisco non danneggiare la trasmissione e lasciarla. Nessun problema con Rosario e con Radio1. Faccio un passo indietro per rispetto".

Fiorello ha poi spiegato: "Prendiamo atto della decisione di Marco, ma ci dispiace tantissimo perdere uno come lui. Io lavorerei con Baldini a vita ma ognuno è libero di fare le sue scelte. Se per lui va bene così, ok. Prima o poi ci si rincontra. Per me è importante che lui stia bene e che non si cacci nei guai. Tutto il resto - ha concluso Fiorello con amarezza - viene dopo".

Assente dalla trasmissione gia da qualche giorno, la sigla cantata da jovanotti era stata modificata nella nuova versione "Fiorello alla radio (invece di Fiorello e Baldini)'Fuori programma' su Radio1, la radio mamma". Evidente che Radio1 aveva cancellato Baldini dalla sigla.


Baldini aveva accennato in un intervista di essere caduto nuovamente dell'inferno del gioco d'azzardo. Da quel momento è iniziato per Baldini una incostante presenza nella trasmissione sopperita dalla crescente presenza come spalla di Fiorello dell'imitatrice Gabriella Germani, ospite fissa della trasmissione.

Un sodalizio storico quello tra Fiorello e Baldini. Dopo le scorribande giovanili su Radio Deejay, i tormentoni 'cult' di Viva Radio2 e mille avventure insieme tra radio, tv, teatro, spot pubblicitari e web, i due 'bad boys' del varieta' radiofonico si erano ritrovati in versione 2.0 nell'appuntamento mattutino di Fiorello con la sua Edicola, prima di irrompere nella rete ammiraglia di Radio Rai per fare il controcanto ironico alle news in Fuori programma.

29/08/14

Divorzio facile...all'italiana

 Nel 1970, con la legge Fortuna-Baslini, si introduce in Italia il divorzio. Quattro anni grazie ad un referendum, gli italiani sono chiamati a votare per abrogare la legge sul divorzio. Fu il primo referendum abrogativo della storia italiana. 


Il SI o il NO crearono non poca confusione, la campagna di informazione per chiarire agli italiani che il voto doveva essere una risposta alla domanda: " Vuoi abrogare la legge sul divorzio"?. Il Vaticano e l'episcopato, salvo eccezioni, si batterono per far vincere il SI, ma la schiacciante vittoria del 'NO', con il 59,3% dei voti, confermò la possibilità giuridica di scioglimento del vincolo matrimoniale.

La regolamentazione per ottenere il divorzio ha subito variazioni nell'arco degli anni, dai 5 anni di separazione necessari per arrivare al divorzio si è passato ai 3 anni, ma da oggi è ancora più facile: infatti, grazie a una particolare "convenzione di negoziazione" assistita da un avvocato, si potrà arrivare ad un accordo tra i coniugi, allo scopo di raggiungere una separazione consensuale che metta fine agli effetti civili del matrimonio. Questo è quelle prevede una delle nuove regole nella bozza di legge che sarà presto approvata in Parlamento.

La nuova normativa non potrà essere applicata nel caso in cui vi siano figli minori e maggiorenni disabili o portatori di handicap grave, o anche economicamente non autosufficienti. La bozza indicata nel decreto legge prevede che l’intesa raggiunta tra i coniugi "produca gli effetti tenendo fede ai provvedimenti giudiziali che definiscono i procedimenti di separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio e di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio".

L’accordo viene sancito dall’avvocato che assiste i coniugi e che ha l’obbligo di trasmettere, entro 10 giorni, quanto stabilito con una copia autenticata dell’accordo, la quale sarà spedita all’ufficiale dello stato civile del comune dove è stato trascritto il matrimonio. Se l’avvocato non mantiene l’impegno sarà costretto a pagare una sanzione amministrativa e pecuniaria che va da 5.000 euro a 50.000 euro. La pratica di separazione e il divorzio potrà essere conclusa in seguito dall’ufficiale dello stato civile, e potrà essere eseguita anche in un comune diverso da dove è avvenuto il matrimonio. Ciascuna delle due parti comunicherà all’ufficiale dello stato civile la dichiarazione di separazione, che avrà l’effetto di far decadere gli effetti civili del matrimonio o scioglierlo.

13/05/14

13/5/1974 – 13/5/2014: Il referendum sul divorzio compie 40 anni.

Il divorzio compie 40 anni. Esattamente il 12 e 13 maggio 1974 il popolo italiano, chiamato ad esprimersi sul referendum abrogativo della legge Fortuna-Baslini di quattro anni prima, risponde con uno schiacciante 60% di “NO”, e la legge resta in vigore. La Democrazia Cristiana di Amintore Fanfani e il Movimento Sociale di Giorgio Almirante, assistiti dai movimenti cattolici e dal Vaticano, furono sconfitti. Gli italiani che si presentarono alle urne furono 38 milioni e fecero registrare un’affluenza altissima di oltre l’87%. Questo risultato fece registrare una svolta del popolo italiano che venne riconosciuto dagli altri Paesi europei come un popolo in piena trasformazione capace di separare l’ambito religioso da quello dei diritti civili che uno Stato può e deve garantire. Sul piano politico fu una cocente sconfitta per l’allora partito di governo, la Democrazia Cristiana e la Destra in genere, la quale faceva leva sui movimenti cattolici e soprattutto sull’aiuto del Vaticano per fronteggiare le forti convinzioni divorziste della sinistra e soprattutto dei Radicali già da una decina di anni. Anche il Partito comunista - pur appartenendo al carro vincente - all'indomani del voto dovette fare autocritica, in quanto, pur schierandosi a favore del divorzio, aveva paura di una frattura tra sinistra e credenti. Per la cronaca la legge sul divorzio venne approvata in maniera definitiva dalla Camera il 1° dicembre 1970 con 319 voti favorevoli e 286 contrari, al termine di una seduta terminata alle 5,40 del mattino con il voto dei parlamentari iniziato alle 10 del giorno precedente. Molti anni più tardi, nel 1987, tale legge venne modificata riducendo agli attuali 3 gli iniziali 5 anni di separazione richiesti prima di poter accedere al divorzio.

28/04/14

Separazione e divorzio: presto una legge che ne accorcia i tempi e riduce la burocrazia.

La Commissione Giustizia della Camera ha dato il via libera al testo base riguardante il divorzio breve, con le novità che vanno a modificare l'Art. 3 della legge n. 898/70 sul divorzio. I tempi di approvazione saranno decisamente più brevi (basterà un anno di separazione contro gli attuali tre), e renderanno più semplice l'iter per lo scioglimento del vincolo matrimoniale. Inoltre,in caso di addio consensuale non sarà più necessario per i coniugi presentarsi davanti ad un giudice, ma sarà sufficiente un accordo coi rispettivi avvocati. Ecco le novità previste per il 2014, compresi i "paletti" posti dalla giurisprudenza sui rapporti economici post-matrimoniali. 1 - E’ SUFFICIENTE UN ANNO di separazione, rispetto agli attuali tre, per avere la possibilità di divorziare. I nuovi termini decorrono dal deposito della domanda di separazione e non, come accade ora, dalla comparizione dei coniugi di fronte al presidente del tribunale nella procedura di separazione. 2 - NIENTE PIU' GIUDICE. la coppia che sceglie di dirsi addio in modo consensuale non ha l'obbligo di presentarsi davanti a un giudice, tutto si risolverà con un accordo tra i coniugi assistiti dai rispettivi avvocati. Il tutto rientra in un necessario piano di semplificazione delle procedure: le cause pendenti che ingolfano i tribunali verranno risolte con procedure alternative o trasferite in una sede arbitrale. Vi rientrano le separazioni e i divorzi (ma non il lavoro, la previdenza e l'assistenza). 3 - L'ASSEGNO DOPO IL DIVORZIO. Spetta al coniuge malato e non idoneo al lavoro l'assegno divorzile anche in caso di oggettivo ed evidente sproporzione fra i redditi dei due ex coniugi. Inoltre l’assegno può aumentare solo ed esclusivamente se il mutamento delle condizioni dell'ex coniuge è tale da cambiarne radicalmente l'assetto patrimoniale. 4 - LA PENSIONE DI REVERSIBILITA'. Va considerata la data di separazione e la convivenza prematrimoniale della superstite con il defunto. A incidere sul calcolo, oltre alla durata dei matrimoni, è ovviamente anche la presenza di figli con la divorziata, nonchè l'eventuale assistenza fino alla morte prestata dalla seconda consorte. 5 - L'EREDITA'. Alla morte dell'ex coniuge, l'assegno a carico dell'eredità (a cui può aver diritto il divorziato) va quantificato in base a diversi fattori: misura dell'assegno di divorzio, entità del bisogno, eventuale pensione di reversibilità, sostanze ereditarie, numero e qualità degli eredi e rispettive condizioni economiche. 6 - IL TFR. Al coniuge divorziato cui viene riconosciuto l'assegno, e che non si sia risposato, spetta una quota del Tfr maturato dall'ex. Quota calcolata solo sulla somma corrisposta al lavoratore dopo la sentenza di divorzio. "Ci auguriamo - ha detto la relatrice del ddl Alessandra Moretti (Pd) - che il percorso di questa legge, per troppe volte rimandata nelle scorse legislature, possa essere rapido, anche grazie all'accordo preso dai presidenti di Camera e Senato che hanno previsto tempi stretti per la calendarizzazione del provvedimento".
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