Il-Trafiletto
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17/10/16

Offensiva ONU contro Isis: cacciarli da Mosul

Offensiva ONU contro Isis: cacciarli da Mosul, il primo ministro al-Abadi in tv: "Al via l'assalto vittorioso per liberare" la seconda città del Paese "dal terrorismo di Daesh". 


Le forze curde restano fuori e strappano ai jihadisti il controllo di nove villaggi. I miliziani impediscono ai civili di lasciare la città.

Abu Bakr al-Baghdadi sfugge a raid, È iniziata l'offensiva per riconquistare Mosul, baluardo dello Stato islamico e seconda città più grande dell'Iraq.
"Il tempo della vittoria è arrivato e le operazioni per liberare Mosul sono cominciate", ha affermato il premier iracheno Haider al-Abadi alla tv di Stato.

Quindi, rivolgendosi agli abitanti della regione: "Proclamo l'avvio dell'assalto vittorioso per liberarvi dalla violenza e dal terrorismo di Daesh".

Fonte: http://www.repubblica.it

25/03/15

Smantellata in Italia una Cellula Isis

Smantellata dalla polizia una cellula Isis che operava in Italia. Gli estremisti islamici operavano tra l’Italia e i Balcani. La cellula era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dell’Isis.


L'operazione denominata "Balkan connection" e' stata coordinata dal servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della Polizia e condotta dalla Digos di Brescia con in coordinamento con le questure di Torino, Como e Massa Carrara. La cellula, secondo le prime informazioni, era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti verso le milizie dell'Is.

Sono tre le persone arrestate, in provincia di Torino e in Albania. Due albanesi e un italiano. I primi due sono indagati del reato di reclutamento con finalita' di terrorismo, il terzo di apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall'uso di internet. L'italiano è un ventenne di origine marocchina e sarebbe l'autore del documento di propaganda dell'Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano, apparso di recente sul web. Il documento si intitola 'Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare".

Intanto sono in corso diverse perquisizioni in Lombardia, Piemonte e Toscana nei confronti di alcuni simpatizzanti del Califfato emersi nelle indagini. Infine, personale del servizio centrale antiterrorismo, della questura di Brescia e del servizio di cooperazione internazionale di Polizia sta operando in Albania, nella regione di Tirana.

10/11/14

ISIS il cioccolato omonimo dello stato islamico

Penso che da oggi, potremo trovare per il Natale sugli scafali "dolci" il cioccolato Libeert. Dietro a questa cioccolata di qualità, c'è una storia che inizia nel 1023 quando Libeert decide di fondare una casa di cioccolato e chiamarla ISIS.


Il signor Libeert, vive in Belgio, ha imparato l'arte di lavorare la cioccolata dai migliori in Italia e in Svizzera. Nel 1923 fonda la sua azienda di produzione di cioccolato, e fu tanto grato all'Italia e alla Svizzera per avergli insegnato i segreti della bacca di cacao dalla quale si ricava la cioccolata ( sebra che il termine derivi dal Dio Azteco Quetzalcoàtl) che volle chiamare la sua azienda "Italo-Swisse".
L'azienda si ingrandisce e nel 2013, dopo 90 anni suonati, arriva a produrre oltre cinquemila tonnellate di cioccolato all’anno.

Si rende conto di non avere ormai più alcun legame con Italia e Svizzera, decide dunque di cambiare il nome, utilizzando l’acronimo che già campeggiava sugli incartamenti di alcuni dei loro prodotti più venduti: ISIS. (Italia-Svizzera). Ironia della sorte questa scelta si rivela un grande errore, visto che, pochi mesi dopo la stessa sigla sarebbe stata acronimo di Islamic State in Iraq and Syria, il gruppo terroristico talmente sanguinario da scalzare Al-Qaida dal numero uno degli spauracchi dell’Occidente.
Cioccolato ISIS che da ora in poi
si chiamerà Libeert

Desiree Libeert dichiara all’agenzia di stampa Reuters, che diversi clienti hanno finito per disdire ordini e interrompere rapporti commerciali, tanto che l’Isis, quella dolce, sarà costretta a cambiare nome. Dovesse capitarvi tra le mani una tavoletta di cioccolato “Libeert”, adesso sapete che storia tormentata si nasconde dietro quel nome.

05/09/14

La Nato consolida le forze per far fronte alla crisi ucraina

La Nato cerca di consolidare le forze per far fronte alla crisi ucraina, mentre cresce la cooperazione fra i partner per tamponare la minaccia islamica sullo scenario siro-iracheno. 


Si attende il vertice di Newport che si dovrebbe chiudere in giornata. L'attenzione è puntata su Minsk la capitale bielorussa dove il presidente ucraino Petro Poroshenko dovrebbe sancire il cessate il fuoco nell'est del Paese, anticipo ad un percorso di negoziazioni con le forze indipendentiste filo russe, il tutto naturalmente con l'approvazione di Mosca.

Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, ritiene che le parole della Russia siano state falsità fino ad ora. Mezzi militari di Mosca sono in Ucraina, e per la prima volta dalla seconda guerra mondiale in Europa un Paese ha cercato di conquistarne un altro. Il ministro degli esteri italiano e prossimo Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, ha escluso che sia un "prologo a una soluzione targata Nato", precisando che «l'unica via è politico - diplomatica».

Dunque per cercare di rafforzare le sue posizioni, la Nato a Newport ha intenzione di varare cinque nuove basi in altrettanti Paesi dell'Est europeo, definirne i contingenti e, soprattutto, nuova Forza di intervento rapido di 4mila uomini che dovrà agire per i Paesi alleati, ma appare elemento di ulteriore rassicurazione anche per Kiev. Stiamo attesa di capire come finirà la partita che comincia venerdì a Minsk, è se siamo dinnanzi all'ennesimo bluff di Vladimir Putin.

Il consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, Ben Rhodes, ha confermato che gli Usa stanno studiando nuove sanzioni e che dovrebbero essere coordinate con quelle che l'Unione europea sta mettendo a punto e dovrebbe approvare già oggi. Nonostante qualche resistenza francese, la Germania è stata esplicita. «Siamo pronti - ha detto il Cancelliere Angela Merkel - a mettere tutto il peso di nuove sanzioni economiche sulle nostre domande politiche».

I leader alleati si sono anche misurati con lo spinoso capitolo ISIS, ovvero la minaccia dello Stato Islamico che si va formando in punta di cannone fra Siria e Iraq. «Se riceveremo una richiesta di assistenza dall'Iraq - ha confermato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen - la valuteremo».

In realtà cresce il consenso per azioni dei singoli stati al fianco degli Usa. Il premier inglese David Cameron ha ieri confermato l'invio di aiuti militari ai peshmerga curdi e annunciato di «non escludere» alcun intervento. Nella notte il re di Giordania Abdallah II ha illustrato ai capi di stato e di governo della Nato il piano in tre fasi che vorrebbe sviluppare per ribattere la minaccia dei terroristi sunniti che impazzano fra Siria ed Iraq.
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