Il-Trafiletto
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19/10/14

Ucciso un leader di Al-Qaeda Abul Bara Al-Kuwait

Leader di Al-Qaeda Abul Bara Al-Kuwait è stato ucciso in una operazione della Direzione nazionale della sicurezza (NDS) forze nella provincia orientale di Nangarhar in Afghanistan, sabato 18 ottobre.


L'NDS lo rivela oggi e nella dichiarazione ha sottolineato che, "Abul Bara Al-Kuwait aveva stretti rapporti con la famiglia di Ayman Al-Zawahiri, leader di Al-Qaeda", aggiungendo che Al-Kuwait è stato ucciso nel quartiere della provincia di Nazyan, in casa del comandante di Al-Qaeda, Samad Khenjeri.

Durante l'operazione, il NDS ha anche sequestrato armi e documenti importanti che riguardano l'attività di Al-Qaeda. Mentre tre giorni fa, le Afghan National Security Forces (ANSF) ha arrestato due massimi leader della rete Haqqani, Anas Haqqani e Hafiz Rashid, segnando un duro colpo per il gruppo terroristico. Anas, il fratellastro di Sarajudin Haqqani, ha avuto un ruolo sostanziale nel processo decisionale di alto livello nella rete. Rashid sarebbe considerato responsabile di aver supervisionato la preparazione di kamikaze per attentati in Afghanistan, secondo NDS.

15/09/14

In Uganda la polizia avvisa di stare nelle case

Le forze dell’ordine, in Uganda, hanno arrestato alcuni terroristi e recuperato diverso materiale esplosivo, in un'operazione per sventare un attacco terroristico "imminente" nella città di Kampala. 


Nel frattempo, l'ambasciata Usa, ha avvertito gli americani presenti in Uganda, di restare nelle proprie case fino a che la situazione non sarà tornata alla normalità e afferma che appoggeranno i soldati ugandesi in questo momento delicato d lotta al terrorismo

Infatti le forze armate del paese hanno aumentato le misure di sicurezza in tutti i luoghi pubblici, dicendo apertamente di voler sconfiggere definitivamente chi ha cercato di mettere in pericolo la vita di molte persone in Uganda

Il complotto terroristico sventato dai militare era di un gruppo armato con sede in Somalia che fa capo a Al-Shabaab, l'ambasciata statunitense a Kampala e la polizia locale hanno detto che erano e sono particolarmente preoccupati per le aree affollate e la zona aereoportuale. 

L'anno scorso, uomini armati non identificati hanno attaccato un centro commerciale in Westgate a Nairobi, procurando la morte a 67 persone, mentre nel 2010, i terroristi hanno ucciso 70 persone che stavano che guardano una partita di calcio a Kampala.
Polizia armata a  Kampala in Uganda

11/09/14

I quattro punti sulla strategia di Obama per la "nuova guerra"

Barack Obama ha parlato ieri notte agli americano a reti unificate. Con tono ufficiale ma sobrio, ha annunciato al mondo intero di aver autorizzato una nuova guerra. La sua decisione di rispondere al gruppo Isis, di matrice islamica, con una campagna aerea. "Distruggere Isis"


 «l'America sconfiggerà la minaccia terroristica posta dall'Isis. Sarà alla guida di una coalizione per portare a termine l'obbiettivo indebolire e infine distruggere Isis attraverso una strategia di azione antiterroristica ».
Quel martedì 11 settembre del 2001, l'America fu attaccata dal terrorismo islamico che cambiò il corso della storia e oggi treci anni dopo la giornata viene segnata dall'inizio di una nuova guerra, frutto di una nuova alleanza. «C'è un principio di fondo nella mia presidenza – ha detto ancora Obama - chi minaccia l'America non troverà un posto sicuro dove rifugiarsi ...perciò ecco la mia strategia».

La strategia
Obama finalmente ha presentato agli americani la sua strategia, annunciandola in un importante messaggio alle nazioni. Un presidente che non voleva la guerra e sopratutto in Medio Oriente, presenta un discorso storico e riassume la sua strategia in quattro punti:
1) Ci saranno raid aerei sull'Iraq ma anche in Sisria. Obama minacciò attacchi aerei anno scorso, alla risposta dell'uso di armi chimiche da parte della Siria, mai portati a termine per una netta opposizione del Congresso e anche dell'opinione pubblica. Dopo aver visto la decapitazione di due americani, l'opinione pubblica ha cambiato idea e appoggia la strategia del suo presidente.

2) Affiancare e aiutare le forze curde e irachene sul campo. Saranno inviati altri 475 soldati in Iraq, ma solo per addestramento. Nessun militare al fronte per questa volta.

3) Questa guerra contro il terrorismo apre nuove possibilità di attacchi terroristici nel nostro paese. Con la presenza di "nationals" di cittadini occidentali o europei fra le file dell'Isis, è necessario intervenire in modo da non lasciargli libertà di azione. Obama porterà la questione al consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tra due settimane, durante l'assemblea generale dell'Onu.

immagine presa dal web
4) Quarto e ultimo punto l'aiuto per i rifugiati e i profughi sradicati dalle loro terre e dalle loro case dai terroristi islamici. Obama ha ritenuto sottolineare che non si tratta di una guerra all'Islam, ma a coloro i quali dimostrano crudeltà religiosa. Le loro azioni non hanno nulla a che fare con la religione.

 Infine, la coalizione: «Il Segretario di Stato John Kerry si è incontrato oggi con il nuovo governo iracheno e nei prossimi giorni sarà impegnato in un viaggio in Medio Oriente e in Europa per reclutare nuovi alleati, in particolare nel mondo arabo».

07/09/14

Aerei spariti da Tripoli | incubo 11 settembre per tutto l'occidente

Un mese fa sparivano 11 aerei da un aeroporto libico. Si fa avanti il sospetto che siano in mano a un gruppo terrorista che si fa chiamare "Alba libica" riuscito ad occupare l’aeroporto di Tripoli. Stati d'America e altri cercano di rintracciare gli aerei per abbatterli.


Come si legge sul Washington Free Beacon "E' forte la paura che finiscano in mani sbagliate e che possano servire a emulare i terribili attentati che sconvolsero l'America e il mondo l'11 Settembre 2001. L'allerta è altissima. I miliziani hanno pubblicato sul web alcune immagini degli aerei sequestrati ad agosto delle due compagnie libiche, la Libyan Airlines e la Afriqiya Airways. La preoccupazione di Washington, dovrebbe a maggior ragione preoccupare l'Italia, obiettivo sensibile e vicino alle "zone calde".

Precise istruzioni sono state date ai centri radar civili e militari, sui velivoli che non si identificano estendendole anche alle navi militari che pattugliano il Mediterraneo meridionale. Il timore che i terroristi possano colpire qualche obiettivo in Africa o nell'Europa del Sud. Un altro 11 settembre, è diventato l'incubo l'incubo dell'Occidente che assiste inerme alla crescita dello Stato islamico in Medio Oriente. Mentre è allerta massima per possibili attentati dei jihadisti negli Stati Uniti con l'appoggio "esterno" dei narcotrafficanti del Messico.

In una fase così incerta ogni rischio è concreto, senza dimenticare inoltre che proprio in Libia, a Bengasi, è andato in scena un altro 11 settembre di sangue per gli Stati Uniti: nel 2012 le truppe ribelli assaltarono l'ambasciata americana e uccisero l'ambasciatore Chris Stevens. Ora la notizia della sparizione di una decina di aerei, potenziali bombe volanti come accaduto 13 anni fa a New York, quando due boeing furono dirottati da un manipolo di terroristi appartenenti ad Al Qaeda, e si schiantarono contro le Torri Gemelle. Anniversario commemorativo emozionante negli Usa ma guardato esaltante per il Medio Oriente sempre più imbevuto di follia jihadista.



05/09/14

La Nato consolida le forze per far fronte alla crisi ucraina

La Nato cerca di consolidare le forze per far fronte alla crisi ucraina, mentre cresce la cooperazione fra i partner per tamponare la minaccia islamica sullo scenario siro-iracheno. 


Si attende il vertice di Newport che si dovrebbe chiudere in giornata. L'attenzione è puntata su Minsk la capitale bielorussa dove il presidente ucraino Petro Poroshenko dovrebbe sancire il cessate il fuoco nell'est del Paese, anticipo ad un percorso di negoziazioni con le forze indipendentiste filo russe, il tutto naturalmente con l'approvazione di Mosca.

Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, ritiene che le parole della Russia siano state falsità fino ad ora. Mezzi militari di Mosca sono in Ucraina, e per la prima volta dalla seconda guerra mondiale in Europa un Paese ha cercato di conquistarne un altro. Il ministro degli esteri italiano e prossimo Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, ha escluso che sia un "prologo a una soluzione targata Nato", precisando che «l'unica via è politico - diplomatica».

Dunque per cercare di rafforzare le sue posizioni, la Nato a Newport ha intenzione di varare cinque nuove basi in altrettanti Paesi dell'Est europeo, definirne i contingenti e, soprattutto, nuova Forza di intervento rapido di 4mila uomini che dovrà agire per i Paesi alleati, ma appare elemento di ulteriore rassicurazione anche per Kiev. Stiamo attesa di capire come finirà la partita che comincia venerdì a Minsk, è se siamo dinnanzi all'ennesimo bluff di Vladimir Putin.

Il consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, Ben Rhodes, ha confermato che gli Usa stanno studiando nuove sanzioni e che dovrebbero essere coordinate con quelle che l'Unione europea sta mettendo a punto e dovrebbe approvare già oggi. Nonostante qualche resistenza francese, la Germania è stata esplicita. «Siamo pronti - ha detto il Cancelliere Angela Merkel - a mettere tutto il peso di nuove sanzioni economiche sulle nostre domande politiche».

I leader alleati si sono anche misurati con lo spinoso capitolo ISIS, ovvero la minaccia dello Stato Islamico che si va formando in punta di cannone fra Siria e Iraq. «Se riceveremo una richiesta di assistenza dall'Iraq - ha confermato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen - la valuteremo».

In realtà cresce il consenso per azioni dei singoli stati al fianco degli Usa. Il premier inglese David Cameron ha ieri confermato l'invio di aiuti militari ai peshmerga curdi e annunciato di «non escludere» alcun intervento. Nella notte il re di Giordania Abdallah II ha illustrato ai capi di stato e di governo della Nato il piano in tre fasi che vorrebbe sviluppare per ribattere la minaccia dei terroristi sunniti che impazzano fra Siria ed Iraq.
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