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21/02/14

Yanukovich: "Trovato un accordo con l'opposizione e i ministri Ue"

Trovato un accordo tra Yanukovich i leader dell'opposizione e i ministri degli Esteri dell'Ue

A mezzogiorno si firmerà l'accordo raggiunto a fatica dopo varie sospensioni.

Kiev scene di guerriglia

Kiev, 21 feb. - Dopo un negoziato andato avanti tutta la notte, i ministri degli Esteri dell'Ue, il presidente ucraino Viktor Yanukovich e i leader dell'opposizione hanno trovato un accordo sulla crisi a Kiev. Lo ha reso noto la presidenza ucraina. La presidenza ha fatto sapere in un comunicato che l'accordo sara' firmato a mezzogiorno, le 11 in Italia, ma non ha fornito altri dettagli. L'opposizione e la troika Ue non hanno per il momento confermato nulla, ma fonti diplomatiche europee poco prima avevano reso noto che le trattative erano "molto difficili" ed erano state sospese per qualche ora. Con tre ministri degli Esteri Ue (Francia, Germania e Polonia) a Kiev e gli altri riuniti in emergenza a Bruxelles per decidere il da farsi, ieri, si e' vissuta una vera e propria giornata di guerra tra le strade di Kiev che sgretolava la tregua annunciata ieri. Colpi d'arma da fuoco e lanci di molotov tra polizia e manifestanti hanno prodotto una carneficina: piu' di 100 morti e 50 feriti, secondo il capo del servizio di assistenza medica ai dimostranti. Diverse le cifre del governo, ma comunque pesantissime: 39 morti solo oggi, 67 da martedi' scorso. E allora il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino, uscendo dalla riunione di emergenza convocata a Bruxelles, ha annunciato: abbiamo deciso di introdurre "sanzioni mirate" che colpiranno "i responsabli delle violazioni dei diritti umani, della violenza e dell'uso eccessivo della forza", procederemo con l'adozione del blocco della concessione dei visti ed il congelamento dei beni di quanti sono responsabili delle violenze ucraine". E per l'Europa "il primo responsabile e' il presidente Viktor Yanukovic: e' lui, si legge nelle conclusioni dei 28, che dovra' fare i primi passi per uscire dalla crisi. Il ministro degli Esteri dell'Ue Catherine Ashton ha spiegato che l'ampiezza delle sanzioni, che prevedono anche il blocco del materiale repressivo, sara' legata all'evoluzione della crisi. In serata i primo effetti del lavoro diplomatico. Da Varsavia il premier polacco Donald Tusk ha riferito che Yanukovich ha espresso la volonta' di convocare elezioni anticipate entro l'anno. Tusk ha aggiunto che i tre delegati Ue stanno lavorando alla stesura di un documento che fornisca qualche speranza di un accordo tra il governo e l'opposizione a partire dalla fine delle violenze. L'icona della tragica giornata di ieri e' l'ultimo tweet di Olesya Zhukovskaya, infermiera di 21 anni: "Muoio": ha fatto in tempo a scrivere prima di accasciarsi a terra. Il suo laconico messaggio, unito alla foto che la ritrae col collo insanguinato, la pettorina della Croce rossa e il cellulare in mano, ha gia' fatto il giro del mondo. E il web l'ha gia' scelta come simbolo della 'rivoluzione'. .                                                                      fonteAGI) 

29/11/13

Sindaci: "Si sono stancati di essere bancomat o esattori del governo" | Scontro istituzionale?

Per la seconda rata dell'Imu i Anci alza la voce:"Sarebbe una follia. Se la copertura da parte dello Stato di solo metà dell’aumento dell’aliquota Imu"." Si deve fare immediatamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onorare gli impegni assunti con i contribuenti e con i comuni italiani".
Sindaci dell'Anci

L’abolizione della seconda rata della tassa sulla casa rischia di trasformarsi in una beffa per i cittadini dei circa 600 comuni dove nel 2013 sono aumentate le aliquote rispetto a quelle standard. Città dove, in base a quanto stabilito dal Consiglio dei ministri, l’extragettito atteso sarà ristorato solo per metà dallo Stato mentre per il restante 50% a pagare dovranno essere i cittadini. A intervenire sulla decisione di Palazzo Chigi anche il presidente dell’Anci Piero Fassino che chiede al governo di fare “rapidamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onori gli impegni assunti con i contribuenti e i comuni italiani”. Tra i circa seicento Comuni, oltre a Milano, ci sono Benevento, Bologna, Verona e Genova. Ma anche Catania, Napoli e Frosinone. Molti degli enti locali, che hanno aderito alla procedura di ‘pre-dissesto’, lo hanno fatto anche perché costretti dalle norme. L’Anci, nei giorni scorsi, aveva chiesto al governo di assicurare la piena compensazione della seconda rata Imu con la copertura delle aliquote deliberate dai Comuni nel 2013. Calcolando, dunque, che il rimborso necessario si aggirava su una cifra pari a quasi 2,9 miliardi di cui 500 milioni legati proprio all’aumento voluto quest’anno dai sindaci. “Milano non ci sta – ha aggiunto Pisapia – l’Anci non ci sta e nessun governo può permettersi di andare contro gli interessi dei cittadini e quindi di coloro che li rappresentano, ovvero i Comuni”. L’amministrazione del capoluogo lombardo ha deciso l’innalzamento per il 2013 dell’aliquota Imu prima casa dallo 0,4% allo 0,6%, per un maggior introito, rispetto all’anno precedente, di circa 110 milioni di euro. Con la decisione del governo, quindi, i milanesi dovrebbero pagare di tasca propria 55 milioni di euro. L’Anci, per voce del suo presidente Fassino, spiega che “non si può abusare della loro pazienza e tanto meno si può abusare della pazienza dei cittadini” a fronte del comportamento dei sindaci, che “hanno dimostrato ampiamente responsabilità e spirito propositivo”. Il sindaco di Torino, che ha rinnovato la richiesta di un incontro col presidente del Consiglio, ha ricordato che il governo “assunse due espliciti impegni: i contribuenti non avrebbero più pagato l’Imu nel 2013 e ai Comuni sarebbe stato garantito l’identico importo onde poter assicurare l’erogazione di essenziali servizi ai cittadini. E’ troppo chiedere che finalmente si dia corso a impegni così esplicitamente assunti?”. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, però, non si aspettava “nulla di diverso dal governo delle larghe intese che – aggiunge – ha solo avanzato false promesse sulla pelle dei cittadini“. “Mesi fa – prosegue – era stato garantito ai sindaci che all’abolizione dell’Imu sarebbe seguita una copertura integrale dello stesso importo, necessaria per continuare a erogare servizi essenziali al cittadino. Chiaro adesso, come allora, che si trattava solo propaganda elettorale”. De Magistris, però, assicura: ”L’ipotesi che il governo non dia ai Comuni le risorse promesse non è proprio da prendere in considerazione. Se così fosse, ce le andremo a prendere”.                                                                        fonte

09/11/13

Il Consiglio dei Ministri approva la norma di responsabilità dello Stato nei confronti dei cittadini

Lo Stato responsabile per le gravi violazioni dei giudici. "Il Consiglio dei Ministri ha approvato una norma di grande importanza". "Lo Stato sarà responsabile nei confronti dei cittadini per violazione manifesta del diritto dell’Unione Europea da parte dei magistrati di ultimo grado, che crea danno ai nostri concittadini", afferma in una nota il vicepremier Angelino Alfano sottolineando che l’intervento "risponde esattamente all’impegno assunto dal Governo, in Aula, il due ottobre e che adegua la nostra disciplina nazionale alla giurisprudenza comunitaria da cui origina la procedura di infrazione.
Alfano
 La norma - prosegue - rientra nel perimetro di risposta alla infrazione e lascia in campo i referendum in materia di giustizia sui quali è già stata grande la mobilitazione dell’opinione pubblica".
Il governo precisa che sulla responsabilità civile "si è scelto un perimetro minimo di intervento: non si poteva stare fermi perché pende una procedura di infrazione, così si è approvato un ddl, che ora passerà in Parlamento, che riguarda il diritto comunitario e non quello interno". Le stesse fonti di governo aggiungono: "Va sottolineato che si parla di responsabilità civile dello Stato e non dei magistrati"
                                                                                                                                                           fonte

05/11/13

Ministri e Parlamentari? Tutti pari, o meglio quasi tutti.

Il decreto legge 54 del 21 maggio 2013, redatto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, sancisce che i ministri "non possono cumulare il trattamento stipendiale". È la norma sulla trasparenza. Così Catricalà e Patroni Griffi guadagnano più dei ministri.
Funziona così: chi è ministro non può ricevere anche il compenso da parlamentare, se è stato eletto, ma deve scegliere fra i due. Poiché lo stipendio lordo da ministro è di 63 mila euro l'anno e quello di deputati e senatori di 135 mila, tutti hanno optato per quest'ultimo; invece i ministri non parlamentari hanno diritto a essere equiparati, dunque anche loro prendono 135 mila.
Catricalà-Monti-Patroni Griffi

Tutti pari dunque, o meglio quasi tutti. Perché il decreto redatto da Patroni lascia aperta un'opzione (articolo 3, comma 1 bis) che nei fatti permette a lui stesso e al viceministro dell'Economia, Antonio Catricalà, di guadagnare molto più degli altri membri del governo. Più del premier e dei ministri loro superiori per grado e responsabilità...
Le norme permettono a Patroni e Catricalà di conservare la paga dell'amministrazione pubblica dalla quale sono in aspettativa. Per l'appunto, sono entrambi presidenti di sezione del Consiglio di Stato. Catricalà è fuori ruolo da dodici anni e Patroni da due, ma ciò non impedisce loro promozioni e scatti di carriera nell'amministrazione d'origine. Risultato: Oberdan Forlenza, segretario generale della Giustizia amministrativa, comunica che il Consiglio di Stato versa sia a Patroni che a Catricalà 243.911,91 euro lordi l'anno per un lavoro che nessuno dei due svolge...
I compensi di Patroni e Catricalà appaiono però un po' meno imponenti in proporzione, se solo si dà un'occhiata alle retribuzioni dei dirigenti di prima fascia e dei capi gabinetto a Palazzo Chigi... Ventisette viaggiano sopra i 200 mila, molto sopra i ministri e il premier che sono chiamati a servire... E in media, ognuno dei circa cento dirigenti di prima fascia della presidenza del Consiglio percepisce 188 mila euro lordi l'anno...

                                                                                                                                                        fonte



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