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07/10/14

Anche a Nocera Inferiore e Qualiano iniziano i lavori di Telecom per la Fibra

Secondo i programmi previsti da Telecom Italia, le opere per la messa in posa della Fibra a Nocera Inferiore e Qualiano prevedono l'utilizzo di tecniche innovative di scavo per nulla invasive, al fine di procedere alla connessione di 140 armadi stradali alle rispettive centrali, toccando il traguardo di bacino di utenza pari a quasi 30.000 unità immobiliari.


Iniziano dunque i lavori previsti da Telecom Italia al fine di dare il via alla realizzazione nei comuni di Nocera Inferiore e Qualiano della nuova rete in fibra ottica e rendere così disponibili servizi tecnologicamente innovativi sia alla cittadinanza che alle imprese. Il progetto fa parte dell’ambito del programma per la fornitura della connettività a banda ultralarga in 119 comuni della Campania favorendo l'ottenimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea.

Infatti Telecom Italia si è aggiudicata, il Bando per la Regione Campania emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico tramite la società Infratel e successivamente approvato dalla Commissione europea, che consiste in un finanziamento pubblico di 118 milioni di euro, usufruendo dei fondi europei FESR, a cui si aggiungono 57 milioni di euro di investimento da parte di Telecom Italia per la realizzazione di nuove infrastrutture ottiche passive che abilitano le reti NGAN (Next Generation Access Network).

Sempre all'interno di questo programma, Nocera Inferiore e Qualiano sono tra i comuni della Campania dove per primi è stata data inizio alla realizzazione della rete ultrabroadband di nuova generazione.
La previsione per la posa ed il collegamento in fibra ottica di 92 armadi stradali alle rispettive centrali, sarà quello di dovere raggiungere un bacino d'utenza di quasi 20.000 unità immobiliari, per una popolazione di oltre 46.000 abitanti.

Per quanto riguarda il comune di Qualiano la previsione di posa e il collegamento in fibra ottica di 48 armadi stradali alle rispettive centrali, e quella di raggiungere quasi un bacino di circa 9.500 unità immobiliari.
Al fine di ammortizzare i disagi arrecati a causa di questi lavori di adeguamento all'utenza e rispettare la scadenza prevista per l'attività di scavo, Telecom Italia sta usufruendo di tecniche e strumentazioni rivoluzionarie a basso impatto ambientale che riducono notevolmente i tempi d’intervento, la zona occupata dal cantiere, la rottura del suolo, il materiale asportato e il consumo della pavimentazione.


04/04/14

Pd ha votato a favore con Scelta Civica, Psi, Centro democratico: Province abolite

Istituzione delle Citta' metropolitane, ridefinizione del sistema delle province e una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni. Sono i punti principali della legge Delrio approvata in via definitiva dalla Camera. 

Delrio


Via libera della Camera, con 260 si' e 158 no, al disegno di legge sulle Province, gia' approvato in prima lettura e modificato dal Senato. Il provvedimento stabilisce riforme in materia di enti locali, prevedendo l'istituzione delle citta' metropolitane, la ridefinizione del sistema delle province ed una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni. Il Pd ha votato a favore con Scelta Civica, Psi, Centro democratico, contro si sono espressi M5s, Forza Italia, e Fratelli d'Italia. "Questo e' un golpe!", ha gridato in Aula, durante la votazione finale, il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. Secondo quanto risulta dal resoconto stenografico della seduta, l'esponente di FI ha levato la sua protesta proprio mentre il presidente di turno Roberto Giachetti comunicava il risultato della votazione: 260 si', 158 no e 7 astenuti. Brunetta lancia poi un appello al Capo dello Stato: "Una legge porcata. Napolitano non la promulghi". "Non e' un golpe", replica il vicesegretario del Pd e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che risponde cosi' al presidente dei deputati di FI, Renato Brunetta. "Sono soddisfatta per l'impegno con cui il premier Renzi sta portando avanti con decisione il suo programma di riforme - ha aggiunto Serracchiani al termine della conferenza unificata - Per quanto riguarda lo specifico delle Province, come Regioni saremo pronti a presentare emendamenti che migliorino il testo e contestualmente i rapporti tra Stato e Regioni. Su questo aspetto il ministro per gli Affari regionali Lanzetta ha convenuto in pieno sul fatto che un impegno comune sara' utile per disciplinare al meglio il nuovo ordinamento degli Enti locali"  fonte (AGI)

11/03/14

"Gocce" di notizie: Clamoroso: sforare di pochi minuti le strisce blu? "Si paga solo la differenza"

Le multe date per divieto di sosta per aver sforato l'orario indicato sul ticket sono nulle perche' il ministero dei Trasporti ha comunicato con una nota che puo' essere chiesta solo la differenza tra i due importi e non i 25 euro attualmente dati come sanzione amministrativa. A renderlo noto e' il Codacons, che parla di "notizia clamorosa", considerato che "tutti i Comuni d'Italia hanno comminato queste multe per anni, anche se i consumatori ritardavano di pochi minuti". Per il Codacons ora "tutte le multe comminate negli ultimi 60 giorni vanno annullate d'ufficio dai Comuni che le hanno emesse, eventualmente inoltrando la richiesta alle prefetture competenti per territorio". Osserva il Codacons: "I Comuni non solo possono, ma devono esercitare questo potere di autotutela, revocando d'ufficio le multe comminate, altrimenti potrebbero essere ipotizzati i reati di abuso e omissioni di atti d'ufficio. Se cosi' non fosse e' evidente che gli uffici dei giudici di pace e le prefetture sarebbero intasate da migliaia di ricorsi del Codacons" che invita i consumatori a mandare una segnalazione a info@codacons.it o alle sedi locali. Per l'associazione di consumatori, inoltre, vanno restituiti tutti i soldi indebitamente percepiti dai Comuni in questi anni, quantomeno a far data dalla nota del ministero, ossia dal marzo del 2010.                                                                              fonte (AGI)

22/12/13

Mini Imu? Mai più! Parola di Saccomanni.

Difesa ad oltranza riguardo la legge di stabilità che domani avrà il via libera definito del Senato. «Dà un segno di discontinuità». C'è stata «un'azione coerente tra quello che il governo aveva impostato e i cambiamenti del parlamento - spiega il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, in un intervento a Domenica In. Si parla di una legge che non ha una strategia. Io non lo credo. L'impostazione è rimasta tale: poi nuovi interventi importanti tipo quello sugli esodati o le non autosufficienze».
Fabrizio Saccomanni

Riguardo la luce in fondo al tunnel della recessione conferma «Abbiamo avuto una lunga crisi, credo che ne stiamo uscendo. Anche l'Europa é in fase di recupero, ma credo si debba avere fiducia». Anche perché « se si reagisce sempre vedendo gli effetti negativi non se ne esce». Confindustria e sindacati «sono parti sociali importanti - aggiunge -, e il dialogo con queste forze credo che debba continuare: ma oggi l'industria italiana, che é una delle più importanti d'Europa, deve fare uno sforzo di ristrutturazione, di innovazione e di modernizzazione». Il responsabile del Tesoro sottolinea che «i proventi della lotta all'evasione sono aumentati da 2 a 12 miliardi nel 2012. E per il 2013, che è un anno di crisi, abbiamo indicazioni che l'importo sia più o meno lo stesso».
Saccomanni si esprime anche  sulla mini Imu sulla prima casa: in più di 2.300 Comuni i proprietari di abitazione principale chiamati a pagare una quota dell'Imu residua perché la loro aliquota, nel 2012 o nel 2013, si è alzata rispetto al parametro standard del 4 per mille. «Nel 2013 - ricorda il ministro - è stata completamente abolita la tassa sulla casa. A fine anno c'è un piccolo onere...». Alla domanda sul fatto che non succederà più risponde deciso: «No assolutamente». Ha avuto problemi con i Comuni e con il presidente dell'Anci Fassino? «Non c'è mai stato un vero problema. Ma abbiamo risorse limitate», risponde Saccomanni.
Per concludere una battuta sull'intervista di Diego Armando Maradona durante la trasmissione Che tempo che fa sulle tasse ed evasione fiscale. «Come ministro responsabile dell'agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza mi sono sentito personalmente offeso», afferma Saccomanni.

21/12/13

A favore 258 deputati, contro 103, 3 astenuti: la Camera approva la legge di stabilità

Approvata!. Ora i testi passeranno al Senato per il sì definitivo. A favore della legge di stabilità hanno votato 258 deputati, contro 103, 3 si sono astenuti.
Il dialogo Enti locali, Comuni e governo, dopo alle minacce di ritorsioni, ha ripreso. I Comuni da giorni minacciano infatti ritorsioni: non ce la fanno a chiudere i bilanci e sono 'investiti' da una vera e propria valanga di novità normative (dalla mini-Imu alla Tasi, passando per le società partecipate). Ma il governo tenta ancora la via del dialogo. Ad esempio il ministro per gli Affari regionali, 

Parlamento
Graziano Delrio, annuncia un'importante novità: è infatti in arrivo un decreto legge per rimpinguare i soldi previsti dalla Legge di Stabilità per le detrazioni Tasi che passerebbero dai 500 milioni attuali a 1,2-1,3 miliardi. E anche il premier Letta, tende la mano : ''questa - dice da Bruxelles - è la prima legge di stabilità che dà ai Comuni e non taglia''. Il governo farà ''attenzione'' alle questioni poste ma - aggiunge - ''invito i Comuni ad avere un atteggiamento dialogante, perché con il dialogo i problemi si risolvono''.
Il premier spera di riannodare una situazione che ieri sembrava prossima allo strappo con l'appello dei sindaci direttamente a Giorgio Napolitano (lamentavano un taglio da 1,5 miliardi) e l'accusa dritta al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, reo di avere - diceva il presidente Anci, Piero Fassino - ''un atteggiamento pregiudiziale verso i Comuni''. Se quindi in parte sul tema 'casa' si profila una soluzione, molte sono le novità che riguardano le amministrazioni locali. Ad esempio, secondo Anci e Cgil ''la necessaria riforma del sistema delle società partecipate dalle Pubbliche amministrazioni non può avvenire con interventi contraddittori e frammentari, come è avvenuto con la legge di Stabilità, le cui misure in materia, in particolare su istituzione e aziende speciali hanno l'effetto di colpire i servizi alla persona ( nidi, scuole dell'infanzia e servizi di assistenza) gestiti dai Comuni, e la preziosa risorsa lavoro impiegata''. E malumore diffuso si respira anche tra le Regioni per quanto riguarda trasporti, sanità e tagli vari. ''La spesa pubblica regionale ammonta al 22% di quella nazionale - dice ad esempio la presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini - ma con i loro tagli gli enti pubblici locali hanno contribuito a una diminuzione globale della spesa del 34% in tre anni. Si stanno chiedendo dallo Stato centrale sacrifici soprattutto a Regione e Comuni, proprio quegli enti che sono poi chiamati a garantire ai cittadini i servizi essenziali, come la sanità e il trasporto pubblico''.                                                                                                              fonte ANSA

29/11/13

Sindaci: "Si sono stancati di essere bancomat o esattori del governo" | Scontro istituzionale?

Per la seconda rata dell'Imu i Anci alza la voce:"Sarebbe una follia. Se la copertura da parte dello Stato di solo metà dell’aumento dell’aliquota Imu"." Si deve fare immediatamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onorare gli impegni assunti con i contribuenti e con i comuni italiani".
Sindaci dell'Anci

L’abolizione della seconda rata della tassa sulla casa rischia di trasformarsi in una beffa per i cittadini dei circa 600 comuni dove nel 2013 sono aumentate le aliquote rispetto a quelle standard. Città dove, in base a quanto stabilito dal Consiglio dei ministri, l’extragettito atteso sarà ristorato solo per metà dallo Stato mentre per il restante 50% a pagare dovranno essere i cittadini. A intervenire sulla decisione di Palazzo Chigi anche il presidente dell’Anci Piero Fassino che chiede al governo di fare “rapidamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onori gli impegni assunti con i contribuenti e i comuni italiani”. Tra i circa seicento Comuni, oltre a Milano, ci sono Benevento, Bologna, Verona e Genova. Ma anche Catania, Napoli e Frosinone. Molti degli enti locali, che hanno aderito alla procedura di ‘pre-dissesto’, lo hanno fatto anche perché costretti dalle norme. L’Anci, nei giorni scorsi, aveva chiesto al governo di assicurare la piena compensazione della seconda rata Imu con la copertura delle aliquote deliberate dai Comuni nel 2013. Calcolando, dunque, che il rimborso necessario si aggirava su una cifra pari a quasi 2,9 miliardi di cui 500 milioni legati proprio all’aumento voluto quest’anno dai sindaci. “Milano non ci sta – ha aggiunto Pisapia – l’Anci non ci sta e nessun governo può permettersi di andare contro gli interessi dei cittadini e quindi di coloro che li rappresentano, ovvero i Comuni”. L’amministrazione del capoluogo lombardo ha deciso l’innalzamento per il 2013 dell’aliquota Imu prima casa dallo 0,4% allo 0,6%, per un maggior introito, rispetto all’anno precedente, di circa 110 milioni di euro. Con la decisione del governo, quindi, i milanesi dovrebbero pagare di tasca propria 55 milioni di euro. L’Anci, per voce del suo presidente Fassino, spiega che “non si può abusare della loro pazienza e tanto meno si può abusare della pazienza dei cittadini” a fronte del comportamento dei sindaci, che “hanno dimostrato ampiamente responsabilità e spirito propositivo”. Il sindaco di Torino, che ha rinnovato la richiesta di un incontro col presidente del Consiglio, ha ricordato che il governo “assunse due espliciti impegni: i contribuenti non avrebbero più pagato l’Imu nel 2013 e ai Comuni sarebbe stato garantito l’identico importo onde poter assicurare l’erogazione di essenziali servizi ai cittadini. E’ troppo chiedere che finalmente si dia corso a impegni così esplicitamente assunti?”. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, però, non si aspettava “nulla di diverso dal governo delle larghe intese che – aggiunge – ha solo avanzato false promesse sulla pelle dei cittadini“. “Mesi fa – prosegue – era stato garantito ai sindaci che all’abolizione dell’Imu sarebbe seguita una copertura integrale dello stesso importo, necessaria per continuare a erogare servizi essenziali al cittadino. Chiaro adesso, come allora, che si trattava solo propaganda elettorale”. De Magistris, però, assicura: ”L’ipotesi che il governo non dia ai Comuni le risorse promesse non è proprio da prendere in considerazione. Se così fosse, ce le andremo a prendere”.                                                                        fonte

23/11/13

Un unico giorno per votare | Un emendamento del governo alla legge di stabilità

Ristrettezze sulle elezioni, election day e seggi aperti fino alle 23
Un unico giorno per votare, schede elettorali piu' piccole e meno spazi elettorali gratuiti, seggi aperti dalle 7 alle 23. Un emendamento del governo alla legge di stabilità, prevede misure restrittive per le elezioni che porterà un risparmio complessivi di 44,5 ml.
Urne

 L'emendamento prevede inoltre che in caso di annullamento di elezioni comunali, il rinnovo dellle consultazioni non avvenga piu' entro tre mesi dalla data di annullamento ma si rinvia alla prima data elettorale utile. Uno degli emendamenti del governo prevede inoltre che l'election day, oltre alle normali consultazioni elettorali, potranno accorpare anche anche i referendum. Riguardo ai risparmi attesi, una scheda tecnica allegata agli emendamenti spiega che gli oneri per le elezioni locali torneranno in capo alle amministrazioni locali con un risparmio di spesa per lo Stato di circa 2,5 milioni l'anno. Prevista una stretta al lavoro straordinario nei Comuni legato alle consultazioni con un risparmio di circa 36 milioni l'anno. Tutti gli emendamenti alla legge di Stabilita' del governo e dei relatori, compreso quelli sull'Imu e il cuneo fiscale, saranno presentati in commissione oggi entro le 13. Lo ha annunciato uno dei relatori al testo, Giorgio Santini. La Commissione riprendera' i suoi lavori oggii alle 15. (AGI)

22/11/13

L' Imu non trova chi possa...coprirla! Il giallo sulle mancate coperture finanziare continua

L'Imu non riesce a trovare chi possa...coprirla! Gia', tra promesse rassicuranti quanto vaghe ed approssimative, il governo non riesce ad oggi di trovare le coperture finanziarie per fare si di mettere in soffitta la tassa sulla casa: sono le coperture per le mancate entrate la maledizione dell'Imu, e perche no, anche del Governo che prova a «superarla»: latita sempre più la mancata chiusura dei conti ha stoppato il decreto sul saldo, e anche il tira e molla degli acconti che nonostante siano in aumento pare non siano sufficenti per superare lo scoglio creatosi soprattutto dopo che è apparso impossibile far tornare a versare finanze cassa i proprietari di immobili agricoli.

 Tale situazione rischia di avere come risultato quello della beffa: un Imu 2013 maggiore sull'abitazione principale rispetto a quella pagata nel 2012, per milioni di italiani che abitano nei Comuni dove l'aliquota è cresciuta quest'anno. Ma sara' possibile? Certo che si! Il problema, per l'appunto, è la mancata copertura finanziaria.

Il Governo è riuscito con non poca fatica a trovare le risorse a malapena per compensare i Comuni del mancato introito calcolato sulle aliquote 2012, ma di contro, 600 sindaci hanno alzato quest'anno le richieste sull'abitazione principale. Tra i Comuni in questa condizione ci sono grandi città: da Milano a Napoli, da Brescia a Bologna, da Verona a Reggio Calabria, al punto tale che gli aumenti già decisi valgono almeno mezzo miliardo di euro. Per le aliquote definitive c'è tempo poi fino al 30 novembre, e il conto potrebbe quindi salire ancora di molto.
Imu sulla prima casa
Il Governo, anche dopo aver aumentato tutti gli acconti fiscali, non ha questi 500 milioni in più per compensare i sindaci. Ma allora, chi è che dovrebbe pagare? Nella bozza di decreto esaminata dal Governo, una delle risposte è semplice, scontata direi, e dal punto di vista politico alquanto esplosiva: i contribuenti, chi pensavate? In altre parole, nei Comuni dove l'aliquota è cresciuta sarebbero i proprietari di abitazioni principali a doverci mettere la differenza fra il gettito iscritto nel bilancio dello scorso anno e quello fissato nel preventivo 2013.

La tempesta politica che si scatenerebbe con una regola del genere è sotto gli occhi di tutti ma c'è anche un paradosso aggiuntivo. Molti proprietari della casa in cui vivono si troverebbero a pagare nel 2013, anno di "abolizione" dell'Imu, una cifra superiore a quella versata nel 2012, quando l'imposta municipale era pienamente in vigore: una beffa che colpirebbe soprattutto le case di minor valore, dove in genere abitano le famiglie a reddito medio-basso. Come può essere possibile?

Semplice: il problema, ancora una volta, sono le detrazioni. Per capirlo basta fare un salto a Milano, dove l'aliquota cresciuta dal 4 al 6 per mille: un bilocale da 95mila euro di valore fiscale nel 2012 ha pagato 180 euro (cio 380 meno 200 di detrazione), mentre quest'anno si troverebbe a doverne versare 190, cio il 2 per mille lordo che serve a coprire l'aumento deciso dalla Giunta Pisapia. In questo caso l'aumento effettivo sarebbe del 5,5%, ma se la casa vale 80mila euro l'imposta passa da 120 a 160 euro (+33%), e con 60mila euro di valore catastale si passerebbe dai 40 euro pagati nel 2012 ai 120 dovuti nel 2013 (+200%).

Tutti questi calcoli si basano su una famiglia senza figli: con uno o pi figli conviventi, nel 2012 scattavano le detrazioni aggiuntive, per cui il passaggio al nuovo "regime" sarebbe ancora peggiore. Nelle case di valore pi alto, invece, la detrazione che scompare ha un effetto minore: l'anno scorso, con l'aliquota al 4 per mille, un appartamento da 200mila euro di valore catastale pagava 600 euro di Imu, e quest'anno per versare il 2 per mille mancante ne verserebbe 400. Numeri alla mano, diventa ancora pi chiara la difficile sostenibilit politica della "soluzione" ipotizzata nella bozza di decreto, soprattutto dopo che il presidente del Consiglio Enrico Letta ha ribadito ancora una volta che la seconda rata Imu non sar pagata.

In alternativa, i tecnici del Governo stanno studiando un'acrobazia contabile, che con un accertamento formale permetta ai Comuni di mantenere l'entrata iscritta a bilancio e consenta al Governo di erogare solo nel 2014 i rimborsi effettivi agli amministratori locali. Una via, questa, politicamente assai pi tranquilla, ma piuttosto accidentata dal punto di vista contabile perch occorre trovare il modo di non far pesare i 500 milioni sul deficit consolidato della Pubblica amministrazione: vero che mezzo miliardo di euro rappresenta circa lo 0,03% del Pil, ma per un Paese che balla costantemente sull'orlo del 3% di deficit/Pil richiesto dall'Europa ogni millesimo pu rivelarsi vitale.

02/11/13

Gli Italiani nel 2014 pagheranno più tasse

Gli Italiani nel 2014 pagheranno più tasse, anche se la Trise dovrebbe portarci un  vantaggio economico,  rischia di essere eroso dai Comuni che avranno un’ampia discrezionalità nell’applicazione della nuova imposta che sostituisce Tares e Imu ed è molto probabile che ne inaspriranno il prelievo per alleggerire le difficoltà economiche in cui versano.

trise

Nel 2014 gli italiani pagheranno 1,1 miliardi di euro di tasse in più. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha calcolato l’impatto economico riconducibile agli effetti di tutte le nuove voci fiscali introdotte.
Nel 2015 e nel 2016, invece, secondo la Cgia le cose dovrebbero andare molto meglio se si eviterà la riduzione delle agevolazioni fiscali grazie al taglio della spesa.
A fronte di poco più di 6 miliardi di euro di nuove entrate tributarie a cui si aggiungono 65 milioni di entrate extra tributarie e altri 135 milioni di riduzione dei crediti di imposta, nel 2014 gli italiani saranno chiamati a versare allo Stato complessivamente 6,227 miliardi di euro di nuove imposte. Per contro, `godranno´ di una riduzione delle tasse e dei contributi da versare all’Erario per un importo pari a 5,119 miliardi di euro. Pertanto, la differenza tra i 6,227 miliardi di nuove imposte e i 5,119 miliardi di minori tasse dà come risultato 1,108 miliardi di euro.
«A nostro avviso - dichiara il segretario degli Artigiani di Mestre, Giuseppe Bortolussi - il risultato è sottostimato. Corriamo il pericolo che il saldo sia più pesante. Secondo i tecnici del Governo, la Trise, vale a dire il nuovo tributo sui servizi, dovrebbe farci risparmiare un miliardo di euro rispetto a quanto pagavamo di Tares e di Imu. Un vantaggio economico che, purtroppo, rischia di essere eroso dall’azione dei Sindaci. I Comuni, infatti, avranno un’ampia discrezionalità nell’applicazione della Trise ed è molto probabile che ne inaspriranno il prelievo per lenire le difficoltà economiche in cui versano, con evidenti ripercussioni negative per i bilanci delle famiglie e delle imprese».
Analizzando le singoli voci si nota che tra le maggiori entrate spiccano i 2,6 miliardi di euro relativi alle svalutazioni dovute alle perdite dei crediti. Si tratta di maggiori entrate legate al mutamento delle regole che disciplinano il trattamento fiscale delle perdite e delle svalutazioni dei crediti delle banche e delle imprese che operano nel settore finanziario e assicurativo. Le novità normative permetteranno in futuro di ottenere dei risparmi di imposta, consentendo a queste imprese di dedurre le perdite in cinque anni. Altri 940 milioni di euro saranno incassati dall’incremento del bollo sul dossier titoli, mentre 804 milioni di euro saranno garantiti dalla rivalutazione dei beni delle imprese. Ciò vuol dire che gli imprenditori avranno la facoltà di adeguare il valore dei cespiti a quello di mercato, pagando una imposta sostitutiva. Tra le minori entrate, invece, si segnala il taglio del cuneo fiscale per un importo di 1,5 miliardi di euro, l’alleggerimento di un miliardo di euro dei premi Inail e un miliardo di euro in meno che i cittadini pagheranno sulla casa con l’introduzione della Trise. Obbiettivo, quest’ultimo che, secondo la Cgia, rischia di essere difficilmente raggiungibile.
Nel 2015 e nel 2016 le cose dovrebbero andare molto meglio. «Se eviteremo la riduzione delle agevolazioni fiscali grazie al taglio della spesa - conclude Bortolussi - nel 2015 gli italiani potranno contare su un saldo negativo pari a 2,7 e nel 2016 pari a 5,6 miliardi di euro. Se ciò non si verificherà, fra due anni ci ritroveremo con un bilancio leggermente negativo pari a 308 milioni di euro, mentre nel 2016 la situazione ritornerà a essere molto pesante, visto che il saldo sarà positivo e pari a 1,3 miliardi di euro».

                                                                                                                                                           fonte

28/10/13

Del Rio vuol dare uno stop alle provincie

Il ministro per gli Affari Regionali  Del Rio conferma il percorso per abolire le provincie.
Non sarà una catastrofe se qualche politico ritorna a lavorare
Nessun indugio, nessun ripensamento: "Subito via le Province, io dell’appello dei costituzionalisti non so che farmene. Riduciamo i posti della politica","Ci sono resistenze all'abolizione e se ce ne sono anche dentro il Pd. Ma abbiamo fatto una promessa agli elettori e adesso dobbiamo mantenerla".
Ministro Del Rio
 

Del Rio: "Entro fine anno stop a province. Tutti i poteri passeranno a comuni" 
 Nessun indugio, nessun ripensamento: "Subito via le Province, io dell’appello dei costituzionalisti non so che farmene. Riduciamo i posti della politica, non è un dramma se qualche politico torna a lavorare", ha detto poco prima lo stesso Renzi nelle conclusioni della convention. Sollevando l’applauso delle circa 7mila persone presenti in platea e anche dello stesso ex sindaco di Reggio Emilia.

Ministro Delrio, a che punto siamo con l’abolizione delle Province?
"Stiamo procedendo, stiamo per affrontare la discussione nella commissione affari costituzionali della Camera".

Ma l'idea è sempre quella di svuotarle delle funzioni per farne delle scatole vuote?
"L'idea è quella di ridurre le varie materie di competenza oggi assegnate alle Province".

Che però rimangono scritte in Costituzione.
"E per questo, parallelamente al testo in esame alla Camera, ci sarà un disegno di legge per una modifica costituzionale che verrà presentato entro l'anno".

A maggio però che succede, gli italiani saranno di nuovo chiamati a votare per le Province?
"Ma no, a maggio non si voterà più per le Province perché nel frattempo saranno diventate enti di secondo grado. Non verranno cioè eletti dai cittadini e non ci sarà bisogno di votare per le Province".

Chi farà parte allora delle Province?
"Ne faranno parte i sindaci dei Comuni del territorio, che tutti assieme formeranno un'assemblea in seno alla quale verrà scelto il nuovo presidente a costo zero. Saranno cioè i sindaci a scegliere il presidente, non più i cittadini. Si tratta di una riforma molto importante".


E le Città metropolitane?
"Arriveranno dal primo di gennaio. Nelle aree metropolitane le Provincie saranno assorbite della Città metropolitane via via che andranno a costituirsi e insediarsi".

Chi si occuperà della manutenzione delle strade e delle scuole che oggi sono in carico alle Province?
"La competenza sulle scuole passerà direttamente ai Comuni. Mentre la manutenzione delle strade, che è una tipica competenza intercomunale, resterà in carico alle Province. Solo che a quel punto le Province diventeranno di fatto una sorta di agenzia funzionale a servizio dei Comuni".

E il patrimonio immobiliare delle Province? I debiti fin qui contratti, il personale?
"Poi vedremo il patrimonio. Saranno le stesse assemblee dei sindaci a decidere di volta in volta quali competenze e quali cose affidare alle amministrazioni locali e quali invece lasciare alla nuova Provincia come agenzia intercomunale. Tutto questo richiede naturalmente una forte volontà politica".

Senta ministro, è sicuro di farcela? Non avverte resistenze all'interno dello stesso Pd?
"Resistenze? Eccome se ce ne sono, anche dentro il Pd. Ci sono molte resistenze, molte resistenze".

E come pensa di superarle?
"Non dimentichiamo che l'abolizione delle Province faceva parte anche del programma elettorale di Pierluigi Bersani. E credo sia adesso doveroso rispettare le promesse fatte agli elettori, non vedo come si possa sostenere il contrario. Non sarebbe serio non mantenere le promesse".

Ha messo in conto anche le fibrillazioni del governo?
"Credo che le fibrillazioni continue non facciano bene al governo, ma soprattutto non facciano bene agli italiani. Questo continuo stato di incertezza non fa bene a nessuno. Non fanno bene alle nostre imprese e alla legge finanziaria".

Ha voluto essere presente alla Leopolda per sostenere la candidatura di Renzi alla segreteria del Pd?
"Con Matteo c'è una comunanza di idee e di approccio alla politica e alla società. Per questo l'ho sempre sostenuto e continuerò a sostenerlo finché rimane così". 
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