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21/12/13

A favore 258 deputati, contro 103, 3 astenuti: la Camera approva la legge di stabilità

Approvata!. Ora i testi passeranno al Senato per il sì definitivo. A favore della legge di stabilità hanno votato 258 deputati, contro 103, 3 si sono astenuti.
Il dialogo Enti locali, Comuni e governo, dopo alle minacce di ritorsioni, ha ripreso. I Comuni da giorni minacciano infatti ritorsioni: non ce la fanno a chiudere i bilanci e sono 'investiti' da una vera e propria valanga di novità normative (dalla mini-Imu alla Tasi, passando per le società partecipate). Ma il governo tenta ancora la via del dialogo. Ad esempio il ministro per gli Affari regionali, 

Parlamento
Graziano Delrio, annuncia un'importante novità: è infatti in arrivo un decreto legge per rimpinguare i soldi previsti dalla Legge di Stabilità per le detrazioni Tasi che passerebbero dai 500 milioni attuali a 1,2-1,3 miliardi. E anche il premier Letta, tende la mano : ''questa - dice da Bruxelles - è la prima legge di stabilità che dà ai Comuni e non taglia''. Il governo farà ''attenzione'' alle questioni poste ma - aggiunge - ''invito i Comuni ad avere un atteggiamento dialogante, perché con il dialogo i problemi si risolvono''.
Il premier spera di riannodare una situazione che ieri sembrava prossima allo strappo con l'appello dei sindaci direttamente a Giorgio Napolitano (lamentavano un taglio da 1,5 miliardi) e l'accusa dritta al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, reo di avere - diceva il presidente Anci, Piero Fassino - ''un atteggiamento pregiudiziale verso i Comuni''. Se quindi in parte sul tema 'casa' si profila una soluzione, molte sono le novità che riguardano le amministrazioni locali. Ad esempio, secondo Anci e Cgil ''la necessaria riforma del sistema delle società partecipate dalle Pubbliche amministrazioni non può avvenire con interventi contraddittori e frammentari, come è avvenuto con la legge di Stabilità, le cui misure in materia, in particolare su istituzione e aziende speciali hanno l'effetto di colpire i servizi alla persona ( nidi, scuole dell'infanzia e servizi di assistenza) gestiti dai Comuni, e la preziosa risorsa lavoro impiegata''. E malumore diffuso si respira anche tra le Regioni per quanto riguarda trasporti, sanità e tagli vari. ''La spesa pubblica regionale ammonta al 22% di quella nazionale - dice ad esempio la presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini - ma con i loro tagli gli enti pubblici locali hanno contribuito a una diminuzione globale della spesa del 34% in tre anni. Si stanno chiedendo dallo Stato centrale sacrifici soprattutto a Regione e Comuni, proprio quegli enti che sono poi chiamati a garantire ai cittadini i servizi essenziali, come la sanità e il trasporto pubblico''.                                                                                                              fonte ANSA

28/10/13

Del Rio vuol dare uno stop alle provincie

Il ministro per gli Affari Regionali  Del Rio conferma il percorso per abolire le provincie.
Non sarà una catastrofe se qualche politico ritorna a lavorare
Nessun indugio, nessun ripensamento: "Subito via le Province, io dell’appello dei costituzionalisti non so che farmene. Riduciamo i posti della politica","Ci sono resistenze all'abolizione e se ce ne sono anche dentro il Pd. Ma abbiamo fatto una promessa agli elettori e adesso dobbiamo mantenerla".
Ministro Del Rio
 

Del Rio: "Entro fine anno stop a province. Tutti i poteri passeranno a comuni" 
 Nessun indugio, nessun ripensamento: "Subito via le Province, io dell’appello dei costituzionalisti non so che farmene. Riduciamo i posti della politica, non è un dramma se qualche politico torna a lavorare", ha detto poco prima lo stesso Renzi nelle conclusioni della convention. Sollevando l’applauso delle circa 7mila persone presenti in platea e anche dello stesso ex sindaco di Reggio Emilia.

Ministro Delrio, a che punto siamo con l’abolizione delle Province?
"Stiamo procedendo, stiamo per affrontare la discussione nella commissione affari costituzionali della Camera".

Ma l'idea è sempre quella di svuotarle delle funzioni per farne delle scatole vuote?
"L'idea è quella di ridurre le varie materie di competenza oggi assegnate alle Province".

Che però rimangono scritte in Costituzione.
"E per questo, parallelamente al testo in esame alla Camera, ci sarà un disegno di legge per una modifica costituzionale che verrà presentato entro l'anno".

A maggio però che succede, gli italiani saranno di nuovo chiamati a votare per le Province?
"Ma no, a maggio non si voterà più per le Province perché nel frattempo saranno diventate enti di secondo grado. Non verranno cioè eletti dai cittadini e non ci sarà bisogno di votare per le Province".

Chi farà parte allora delle Province?
"Ne faranno parte i sindaci dei Comuni del territorio, che tutti assieme formeranno un'assemblea in seno alla quale verrà scelto il nuovo presidente a costo zero. Saranno cioè i sindaci a scegliere il presidente, non più i cittadini. Si tratta di una riforma molto importante".


E le Città metropolitane?
"Arriveranno dal primo di gennaio. Nelle aree metropolitane le Provincie saranno assorbite della Città metropolitane via via che andranno a costituirsi e insediarsi".

Chi si occuperà della manutenzione delle strade e delle scuole che oggi sono in carico alle Province?
"La competenza sulle scuole passerà direttamente ai Comuni. Mentre la manutenzione delle strade, che è una tipica competenza intercomunale, resterà in carico alle Province. Solo che a quel punto le Province diventeranno di fatto una sorta di agenzia funzionale a servizio dei Comuni".

E il patrimonio immobiliare delle Province? I debiti fin qui contratti, il personale?
"Poi vedremo il patrimonio. Saranno le stesse assemblee dei sindaci a decidere di volta in volta quali competenze e quali cose affidare alle amministrazioni locali e quali invece lasciare alla nuova Provincia come agenzia intercomunale. Tutto questo richiede naturalmente una forte volontà politica".

Senta ministro, è sicuro di farcela? Non avverte resistenze all'interno dello stesso Pd?
"Resistenze? Eccome se ce ne sono, anche dentro il Pd. Ci sono molte resistenze, molte resistenze".

E come pensa di superarle?
"Non dimentichiamo che l'abolizione delle Province faceva parte anche del programma elettorale di Pierluigi Bersani. E credo sia adesso doveroso rispettare le promesse fatte agli elettori, non vedo come si possa sostenere il contrario. Non sarebbe serio non mantenere le promesse".

Ha messo in conto anche le fibrillazioni del governo?
"Credo che le fibrillazioni continue non facciano bene al governo, ma soprattutto non facciano bene agli italiani. Questo continuo stato di incertezza non fa bene a nessuno. Non fanno bene alle nostre imprese e alla legge finanziaria".

Ha voluto essere presente alla Leopolda per sostenere la candidatura di Renzi alla segreteria del Pd?
"Con Matteo c'è una comunanza di idee e di approccio alla politica e alla società. Per questo l'ho sempre sostenuto e continuerò a sostenerlo finché rimane così". 
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