Il dialogo Enti locali, Comuni e governo, dopo alle minacce di ritorsioni, ha ripreso. I Comuni da giorni minacciano infatti ritorsioni: non ce la fanno a chiudere i bilanci e sono 'investiti' da una vera e propria valanga di novità normative (dalla mini-Imu alla Tasi, passando per le società partecipate). Ma il governo tenta ancora la via del dialogo. Ad esempio il ministro per gli Affari regionali,
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Il premier spera di riannodare una situazione che ieri sembrava prossima allo strappo con l'appello dei sindaci direttamente a Giorgio Napolitano (lamentavano un taglio da 1,5 miliardi) e l'accusa dritta al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, reo di avere - diceva il presidente Anci, Piero Fassino - ''un atteggiamento pregiudiziale verso i Comuni''. Se quindi in parte sul tema 'casa' si profila una soluzione, molte sono le novità che riguardano le amministrazioni locali. Ad esempio, secondo Anci e Cgil ''la necessaria riforma del sistema delle società partecipate dalle Pubbliche amministrazioni non può avvenire con interventi contraddittori e frammentari, come è avvenuto con la legge di Stabilità, le cui misure in materia, in particolare su istituzione e aziende speciali hanno l'effetto di colpire i servizi alla persona ( nidi, scuole dell'infanzia e servizi di assistenza) gestiti dai Comuni, e la preziosa risorsa lavoro impiegata''. E malumore diffuso si respira anche tra le Regioni per quanto riguarda trasporti, sanità e tagli vari. ''La spesa pubblica regionale ammonta al 22% di quella nazionale - dice ad esempio la presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini - ma con i loro tagli gli enti pubblici locali hanno contribuito a una diminuzione globale della spesa del 34% in tre anni. Si stanno chiedendo dallo Stato centrale sacrifici soprattutto a Regione e Comuni, proprio quegli enti che sono poi chiamati a garantire ai cittadini i servizi essenziali, come la sanità e il trasporto pubblico''. fonte ANSA