Il-Trafiletto
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09/08/14

La Digitalis purpurea, la pianta del cuore

E' per la forma a ditale della corolla dei suoi fiori, dal colore porporino che il nome di questa pianta è appunto Digitalis Purea. E' più comunemente conosciuta come Digitale, e la  si conosce per le sue proprietà medicinali, per le quali fu molto usata un tempo: era infatti usata come cardiotonico

In Inghilterra  è chiamata foxglove, ditale pourpre in Francia, roter fingerhut in Germania e giloria o digital in Spagna. E poi guancelli, ditale della Madonna, erba aralda, cornucopio, poddiale e zocca zocca sono solo alcuni dei nomi comuni con cui viene indicata in varie zone d’Italia. Nonostante sia una pianta erbacea biennale, non è raro il caso in cui continui a vivere e a fiorire anche ben oltre i due anni.


E' presente in tutta l’Europa, anche allo stato spontaneo. Il suo ambiente ideale sono  i pascoli soleggiati e selvatici, dove il terreno sia a prevalenza, se non totalmente siliceo. Il sole le è necessario in quanto così la pianta produce una maggior quantità di principi attivi. La droga che si utilizza della digitale purpurea sono le foglie del secondo anno.

Digitalis Purpurea
immagine presa dal web
 Grande alleata degli antichi erboristi per vari scopi in medicina, per la maggior parte delle volte senza alcuna relazione alle sue vere e preziose proprietà che l’hanno resa utile ai medici moderni. Quando però fu scoperta al sua attività sul cuore, la digitale venne subito inquadrata per quello che veramente è: una eccezionale pianta cardiotonica. Già nel 1800 era impiegata nel trattamento di tutte le malattie del cuore, ma si notò come era attiva soprattutto nel curare l’angina pectoris.

Suoi componenti principali sono i  glucosidi digitatici quali la digitossina, gitossina e gitalina. Altri componenti sono  la diginina, che è inattiva, la digitonina, e la gitonina, che sono delle saponine. Numerosi anche gli acidi organici come l’acido formico, l’acido acetico, l’acido butirrico e l’acido succinico.

 L’utilizzo principale della digitale, meglio ancora quello dei suoi principi attivi, è quello di cardiotonico nella terapia dell’insufficienza cardiaca e nell’angina pectoris. Queste due patologie sono quelle sulle quali ha dato risultati migliori e sorprendenti, ma la sua azione si applica anche altri terapie come quelle per aritmie, asistolie, miocardite e tachicardia.

In commercio non si trovano prodotti contenenti foglie della digitale poiché non si possono quantificare in maniera precisa le quantità dei glucosidi digitatici, che oltre ad essere utili, rendono questa pianta anche particolarmente tossica e pericolosa.

Attenzione: non devono essere assunti farmaci digitalici in caso di aneurismi, bradicardia, embolie e uremie. Nè si deve associare l’uso dei digitalici a preparazioni oppiacee, china, iodio, morfina. Assolutamente no nassociare a preparati con belladonna, giusquiamo e tormentilla. Avvertenze La pianta può essere usata solo per l’estrazione dei principi attivi. Ogni preparazione fitoterapica non può essere considerata sicura a causa dell’incertezza delle concentrazioni. Aritmie cardiache, vomito, diarrea e vertigini sono sintomi da avvelenamento da digitale.

13/07/14

Eppur si muove

La differenza fondamentale, che salta all'occhio a noi umani, tra il mondo vegetale e quello animale è che i protagonisti del primo ci appaiono fermi, immobili, ben ancorati al terreno mentre i personaggi che animano il secondo vagabondano in ogni angolo del Pianeta. 

Ebbene, vero è che le piante non si fanno grandi passeggiate ma non sono per nulla prive di movimento. E alcune sono delle vere velociste. Per acchiappare le proprie prede, Dionaea muscipula, una pianta carnivora tropicale, chiude le sue foglie modificate in 100 millisecondi, valore che la pone ai primi posto della classifica delle più rapide piante al mondo. Ma a vincere la medaglia è Morus alba, il gelso bianco. Questo albero, portato in Europa nel XV secolo dalla Cina per nutrire con i suoi frutti i bachi da seta, è in grado di lanciare il proprio polline a meno di 25 microsecondi (un microsecondo è un milionesimo di secondo). E gli esempi di piante che si muovono sono molti; dal famoso girasole che punta la sua corolla verso i raggi del Sole a Codariocalyx motorius che chiude quasi istantaneamente le sue foglie in assenza di luce. Anche Charles Darwin notò che le piante si muovono e le sue impressioni sono pubblicate nel libro The Power of Movement in Plants, uscito nel 1880.(science)

Piante | Comunicare con l'elettricità

Mimosa pudica
Come fanno le piante a reagire a stimoli esterni e a ridare una risposta quando il problema si ripresenta?

Grazie alla abilità di archiviare delle informazioni e di richiamarle quando se ne presenti l'occasione, anche a distanza di tempo.

Grazie, insomma, alla loro capacità di ricordare. Molti studiosi sono convinti che i vegetali abbiano una memoria e che siano in grado di immagazzinare "esperienze". Uno degli esempi storici riguarda Mimosa pudica, una piantina che come forma di difesa chiude le sue foglie quando viene toccata. Però se lo stimolo esterno è ripetuto più volte e in breve tempo la reazione cessa; la mimosa impara che non è in pericolo e smette di sprecare energia per difendersi. Nel corso degli anni molti sono stati gli studi per capire se e come le piante abbiano memoria. Una delle ultime ricerche, condotta dai ricercatori dell'University of Life Science di Varsavia in Polonia e pubblicata su The Plant Celi nel 2010, ha visto che è sufficiente illuminare una sola foglia per causare una reazione in tutta la pianta e che la risposta continua anche al buio.(science)



01/07/14

Olive: lavaggio e molitura

Per lavaggio delle olive si intende un procedimento attraverso cui vengono eliminati eventuali corpi estranei solidi quali foglie, pietre, terra ecc... Per far ciò esistono diversi tipi di lavatrici,  le più usate sono le lavatrici idropneumatiche, che possono essere a lavaggio continuo o intermittente a seconda del grado di sporcizia delle olive.

Lavaggio olive
immagine presa dal web
Grazie  a questi macchinari si limita il consumo di acqua poichè essa, nella sua circolazione, deposita tutti i detriti trasportati; in questo modo  nella vasca di lavaggio c'è sempre  acqua pulita. L'allontanamento delle sostanze estranee è molto importante perchè, in caso contrario, l'olio di oliva potrebbe assumere sapori di 'amaro', dovuti alle foglie, o di 'terra' dovuto appunto al tipico odore della terra.

La molitura o frangitura è l'operazione successiva al lavaggio. Per questa operazione vengono utilizzate macchine apposite, come frantoi a macine o molazze, frangitori a cilindro o a martello. L'utilizzo delle molazze risulta il sistema migliore mentre l'uso dei frangitori può portare ad un certo riscaldamento delle paste, deteriorando in parte le caratteristiche organolettiche dell'olio di oliva. Nell'operazione di molitura molto importante è il controllo della temperatura che non deve superare i 27°C. Nei frantoi a molazza i tempi di lavorazione sono intorno ai 30 minuti, mentre con i frangitori sono nell'ordine di un minuto.

14/06/14

L'olivo

Ed eccoci alla pianta dell'olivo, una delle piante arboree del bacino Mediterraneo più coltivate e più importanti. L' Olea europea (olivo coltivato) fa parte della famiglia delle Oleaceae (Olineae) e di essa abbiamo due sottospecie: l'Olea europaea oleaster (oleastro) di taglia bassa e frutti piccoli e  l'Olea europaea sativa (olivo coltivato).

L'olivo  è molto longevo se ben coltivato in condizioni climatiche e ambientali ottimali, cioè clima mite e aree collinari, raggiunge  infatti facilmente i cento anni e anche i mille. E' sempreverde; la sua altezza, a seconda della cultivar, delle condizioni pedo-climatiche e dell'ambiente può variare da 3 a 15 metri.
Uliveta con ceppaia
immagine presa dal web

Sua caratteristica peculiare  è la capacità di rigenerarsi, infatti se il tronco subisce dei danni, la base, chiamata ceppaia (o pedale) è in grado di produrre nuovi germogli. Le foglie hanno forma lanceolata e sono coriacee, le gemme sono di tipo ascellare, i fiori sono ermafroditi e di colore bianco, il frutto è una drupa, ha forma ovale e colore dal viola al verde. L’oliva è l’unico frutto da cui si estrae un olio, infatti gli altri oli vegetali sono estratti da semi.

Le radici sono molto superficiali e sono in grado di espandersi anche in terreni rocciosi. Altra caratteristica importante è l'alternanza di produzione a cui si può ovviare intervenendo razionalmente. Bisogna stare attenti a:  scegliere la cultivar in modo accurato; razionali operazioni colturali quali: concimazione, potatura, irrigazione;  contrastare i parassiti; anticipare la raccolta il più possibile.

29/05/14

Il tè. Quali sono i vantaggi di assumere questa bevanda.

Da dove proviene il? Sembra che i cinesi lo conoscessero già 5 mila anni fa, ma alcuni testi riferiscono che in Cina fece la sua comparsa nel III secolo. Un’altra leggenda narra che la scoperta del tè venne attribuita all’imperatore Shen Nung, che nel 2.700 a. C. notò che alcune foglie cadute in acqua bollente emanavano un ottimo aroma profumato e volle assaggiarlo, scoprendone anche la bontà. Furono i monaci buddisti i primi a promuovere il consumo di tè, si espanse durante la dinastia Song e approdò in Giappone, mentre in Europa venne importato presumibilmente dai portoghesi, si espanse in Francia e Paesi Bassi mentre in Gran Bretagna crebbe moltissimo e si impose come costume nazionale. Molti studi e ricerche sono state fatte su questa foglia, derivante dalla pianta “Camellia sinensis”, scoprendone diverse proprietà, se non curative, sicuramente benefiche. Uno studio pubblicato sulla rivista Psychopharmacology il tè, specialmente quello verde, può migliorare alcune funzioni cerebrali compresa la memoria di lavoro. Infatti in questo studio 12 persone hanno ricevuto alcune una bevanda contenente 27,5 grammi di estratto di tè verde, altre la stessa bevanda senza il tè verde. Sottoposte queste persone a dei test di memoria, si è dimostrato come il tè verde ottimizzasse le prestazioni e i collegamenti tra la parte frontale del cervello e le regioni parietali. Un altro studio del 2006 pubblicato sul Journal of American Medical Association dimostra che il tè verde è riduce i casi di malattie cardiovascolari. In questo studio i volontari che hanno bevuto almeno cinque tazze di tè al giorno si sono visti ridurre significativamente il rischio di morire rispetto ai soggetti che bevevano una tazza di tè al giorno. Un altro beneficio di queste foglie è la proprietà di combattere la carie. Infatti alcuni suoi composti minimizzano la crescita di batteri che causano la carie, di conseguenza degli sciacqui con i tè riducono l’accumulo di placca sui denti. Anche il tono muscolare è sensibile ad una buona tazza di tè, riducendo questi lo stress ossidativo dovuto all'età e l'infiammazione che colpisce i muscoli e le ossa. Per dirla tutta, il tè è una bevanda che, se presa senza zucchero, ci dà un apporto calorico pari a zero, mentre se si sceglie il tè verde rispetto a quello nero si ha un’assunzione di caffeina molto minore.

01/12/13

La borragine lanuginosa e le sue eccezionali qualità

Vi sarà capitato almeno una volta nella vita di passeggiare in campagna, o di andare in qualche orto; ebbene, di sicuro avrete visto la borragine. Sembra avvolta nella bambagia, per la lanugine bianca che leggera sembra essersi posata  sulle carnose foglie e sui suoi meravigliosi fiori azzurri. Sembra quasi zucchero filato. Ma ad interessarci, non dovrebbero essere solamente le sue caratteristiche estetiche, quanto le eccezionali qualità che essa contiene al suo interno.
Borragine e olio

Il sapore della borragine ricorda vagamente quello del cetriolo. Infatti le foglie fresche sono usate nelle insalate per sostituire i cetrioli (chef avventurosi usano le foglie, appena scottate in acqua bollente, nelle insalate come sostituito anche per gli spinaci freschi), nelle minestre e zuppe a cui aggiunge un sapore caratteristico. Le foglie della borragine sono buone anche per insaporire il tè freddo e le bevande di frutta, mentre i fiori sono usati nelle torte e in altre preparazioni dolciarie come guarnizione delicata (mantengono il colore dopo la cottura al forno). Della borragine si utilizzano le foglie, che si raccolgono in primavera (da fine marzo a giugno) prima della fioritura. Ma si possono anche usare i fiori, appena dischiusi, e la porzione aerea della pianta, raccolta in giugno – luglio recidendo il fusto a 10 cm da terra. Da sempre la borragine è apprezzata per le proprietà legate alla presenza di specifici principi attivi, tra i quali sono da ricordare gli antociani (ad effetto protettivo sui capillari sanguigni), le mucillagini (che migliorano la funzionalità intestinale, al pari delle fibre), alcune resine efficaci come stimolanti delle funzioni digestive. Il nitrato di potassio, ospite sgradito, è legato alla freschezza della pianta: più è fresca, meno ne contiene. Tra le proprietà che la medicina popolare (e ora anche quella ufficiale) attribuisce alla borragine, sono da ricordare la sua capacità di agire contro alcuni disturbi dell’ apparato respiratorio (ha proprietà emollienti ed espettoranti), e la sua azione diuretica, sudorifera, depurativa, antireumatica e antinfiammatoria. Le foglie della borragine vengono anche impiegate per uso esterno nella cura di eczemi e contro le forme morbose eruttive caratteristiche dell’ infanzia (rosolia, scarlattina, ecc.). Ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi della Borago officinalis, l’olio di borragine è un olio vegetale impiegato per riequilibrare il sistema ormonale femminile, ma non solo. È un antiossidante naturale dei tessuti pelle, sia in presenza di pelle impura a causa di cisti ovariche, acne e problemi legati al ciclo femminile; sia quando il problema è la pelle secca usato come antirughe e antismagliature. L’olio di borragine è anche un rimedio naturale per eliminare il colesterolo dalle vene e dalle arterie, perché è un vero concentrato di Omega 6 necessari alla corretta funzione cardiovascolare
. Ma vediamo più da vicino le innumerevoli proprietà dell'olio di borragine. Olio di borragine: proprietà e benefici Ricchissimo in acidi grassi polinsaturi come l’alfa-acido linoleico (32-38%); acido linoleico (18-25%); acido oleico (15-19%), l’olio di borragine viene impiegato con successo per tutte le problematiche della pelle, specialmente quando sono il risultato di squilibri ormonali. Contrasta l'invecchiamento cutaneo e svolge una azione rigeneratrice della pelle secca, combatte le infiammazioni cutanee, gli eczemi, l'acne, la psoriasi. - Per uso esterno: può essere usato direttamente sull’epidermide del viso, come contorno occhi naturale e potente antirughe e per combattere le antiestetiche macchie cutanee; oppure diluito in olio di jojoba o olio di germe di grano, per potenziarne l’azione idratante del primo e nutriente del secondo. - Per uso interno: in commercio si trova in perle come integratore alimentare, per il trattamento di tutti i disturbi legati al sistema ormonale femminile. Grazie alla presenza di fitoestrogeni, che svolgono un’azione riequilibrante del sistema ormonale femminile, è utilizzato in caso di irregolarità del ciclo, dolori mestruali, amenorrea, cisti ovariche, per ridurre i sintomi della sindrome premestruale e della menopausa. Inoltre proprio per l’elevato contenuto di ormoni vegetali, viene spesso inserito nella formulazione di prodotti per rassodare il seno. Sempre per uso interno, l'utilità di introdurre supplementi dietetici a base olio di borragine deriva dalla sua capacità di favorire la produzione delle prostaglandine della serie 1 (PGE1), dotate di attività antiaggregante piastrinica, cardioprotettiva, antisclerotica, vasodilatatrice. Su questi presupposti si basano molte proprietà terapeutiche ascritte all'olio di borragine come la riduzione del rischio cardiovascolare, il controllo di colesterolo alto e ipertensione e l’azione antinfiammatoria coadiuvante nella cura dell’artrite reumatoide.

27/11/13

Seduzioni a tavola: Anguria con gocce di cioccolato


Seduzioni a tavola
So già che penserete che questo dessert è molto estivo, ed è vero, però non posso esimermi dal darvi comunque questa ricetta. Ne otterrete una coreografia splendida, quindi saranno appagati il gusto e gli occhi.
 Ingredienti
1 anguria piccola
6-7 cucchiai di zucchero
Cointreau
150-200 gr di cioccolato fondente

L'anguria è un frutto un po' grosso per due persone, quindi con un po' di pazienza cercatene una più piccola (oggi in commercio ve ne sono di piccole, adatte appunto anche a chi è single), cercatene una di un bel verde unifome perchè per ricavare un bel cestino, vi serve un frutto intero.
Tagliate una calottina all'anguria perchè stia diritta, poi tagliatene un'altra più grande opposta alla prima, due dita al di sopra del diametro. Svuotate completamente il frutto lisciando con un cucchiaio la parete interna, capovolgetelo su un piatto fondo e mettetelo in frigorifero nell'attesa che perda acqua. Tagliate la polpa a tocchetti, privatela dei semi, zuccheratela e tenetela al fresco per alcune ore. Nel frattempo grattugiate il cioccoalto amaro.
Esempio semplice

Tirate fuori l'anguria (anche seio amo comunque dire cocomero, è una parola più tonda e morbida) e dentellate la coppa ottenuta tutt'intorno al bordo; potete intagliare delle piccole cuspidi alte circa 3
 cm, o dei piccoli festoni dal bordo arrotondato. Scoalte la polpa a pezzetti e mettetela in una terrina, aggiungete il cioccolato, 2 o 3 bicchierini di Cointreau e se occorre, altro zucchero. A questo punto vestite a festa la vostra anguria ponendola su un piatto coperto di foglie di fico (potete sempre chiedere al vostro fruttivendolo per le foglie), praticate poi due fori sul bordo e fatevi passare 2 o 3 piccoli tralci d'edera intrecciati a mo' di manico (di edera se trova tanta in giro). Il vostro delizioso cestino è pronto, con il suo cuore rosso, dolce e profumato immerso nel verde cupo, come quello che colorava i boschi delle favole infantili.
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