Il-Trafiletto
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13/07/14

Piante | Comunicare con l'elettricità

Mimosa pudica
Come fanno le piante a reagire a stimoli esterni e a ridare una risposta quando il problema si ripresenta?

Grazie alla abilità di archiviare delle informazioni e di richiamarle quando se ne presenti l'occasione, anche a distanza di tempo.

Grazie, insomma, alla loro capacità di ricordare. Molti studiosi sono convinti che i vegetali abbiano una memoria e che siano in grado di immagazzinare "esperienze". Uno degli esempi storici riguarda Mimosa pudica, una piantina che come forma di difesa chiude le sue foglie quando viene toccata. Però se lo stimolo esterno è ripetuto più volte e in breve tempo la reazione cessa; la mimosa impara che non è in pericolo e smette di sprecare energia per difendersi. Nel corso degli anni molti sono stati gli studi per capire se e come le piante abbiano memoria. Una delle ultime ricerche, condotta dai ricercatori dell'University of Life Science di Varsavia in Polonia e pubblicata su The Plant Celi nel 2010, ha visto che è sufficiente illuminare una sola foglia per causare una reazione in tutta la pianta e che la risposta continua anche al buio.(science)



17/01/14

Rivoluzione nell'illuminazione: la pianta che si illumina al buio si chiama Starlight Avatar

Finalmente l'impegno degli scienziati ha prodotto qualcosa di utile e totalmente naturale, senza uso di sostanze chimiche solo con la modificazione genetica. Si tratta di un metodo alternativo per illuminare stanze e in futuro anche giardini, evitando l'uso di elettricità, evitando sprechi e permettendoci di essere buoni con la nostra benevola Terra.
La pianta che si illumina si chiama Starlight Avatar e brilla nel buio, grazie ad un progetto di Bioglow, che si basa sulla sinergia tra mondo vegetale e batteri marini. La piccola pianta è stata progettata per produrre luce senza ricorrere a lampadine.  In verità è la tecnica utilizzata per ottenere un risultato tanto sorprendente, lascia stupefatti.
Nicotania alata

Le piante auto-illuminanti non richiedono raggi UV o additivi chimici per emettere luce, ma sono frutto di modificazioni genetiche effettuate in laboratorio. L'esperimento riuscito si è svolto a partire da una pianta ornamentale, la Nicotania alata. All'interno del suo genoma sono stati introdotti degli elementi provenienti da batteri marini, che la rendono in grado di illuminarsi. L'illuminazione automatica di una pianta esposta al buio non rappresenta di certo un fenomeno naturale. Al momento, la pianta geneticamente modificata produce una luce di colore verde-azzurro. Può essere utilizzata a scopo decorativo, ma non dà vita all'illuminazione che sarebbe necessaria, ad esempio, per leggere. Non è dunque possibile paragonarla ad una comune lampada. Bioglow spera comunque di migliorare le proprie tecniche e di rafforzare la capacità delle piante di emettere luce. L'obiettivo consiste nell'utilizzare sempre di più le piante, in un futuro non troppo lontano, per l'illuminazione notturna e come luci decorative, così da ridurre le emissioni dovute al ricorso all'energia elettrica. Le stesse piante, infine, secondo Bioglow, potrebbero essere trasformate in sensori naturali per rilevare i livelli di inquinamento.
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