17/01/14

Rivoluzione nell'illuminazione: la pianta che si illumina al buio si chiama Starlight Avatar

Finalmente l'impegno degli scienziati ha prodotto qualcosa di utile e totalmente naturale, senza uso di sostanze chimiche solo con la modificazione genetica. Si tratta di un metodo alternativo per illuminare stanze e in futuro anche giardini, evitando l'uso di elettricità, evitando sprechi e permettendoci di essere buoni con la nostra benevola Terra.
La pianta che si illumina si chiama Starlight Avatar e brilla nel buio, grazie ad un progetto di Bioglow, che si basa sulla sinergia tra mondo vegetale e batteri marini. La piccola pianta è stata progettata per produrre luce senza ricorrere a lampadine.  In verità è la tecnica utilizzata per ottenere un risultato tanto sorprendente, lascia stupefatti.
Nicotania alata

Le piante auto-illuminanti non richiedono raggi UV o additivi chimici per emettere luce, ma sono frutto di modificazioni genetiche effettuate in laboratorio. L'esperimento riuscito si è svolto a partire da una pianta ornamentale, la Nicotania alata. All'interno del suo genoma sono stati introdotti degli elementi provenienti da batteri marini, che la rendono in grado di illuminarsi. L'illuminazione automatica di una pianta esposta al buio non rappresenta di certo un fenomeno naturale. Al momento, la pianta geneticamente modificata produce una luce di colore verde-azzurro. Può essere utilizzata a scopo decorativo, ma non dà vita all'illuminazione che sarebbe necessaria, ad esempio, per leggere. Non è dunque possibile paragonarla ad una comune lampada. Bioglow spera comunque di migliorare le proprie tecniche e di rafforzare la capacità delle piante di emettere luce. L'obiettivo consiste nell'utilizzare sempre di più le piante, in un futuro non troppo lontano, per l'illuminazione notturna e come luci decorative, così da ridurre le emissioni dovute al ricorso all'energia elettrica. Le stesse piante, infine, secondo Bioglow, potrebbero essere trasformate in sensori naturali per rilevare i livelli di inquinamento.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.