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13/07/14

Piante | Comunicare con l'elettricità

Mimosa pudica
Come fanno le piante a reagire a stimoli esterni e a ridare una risposta quando il problema si ripresenta?

Grazie alla abilità di archiviare delle informazioni e di richiamarle quando se ne presenti l'occasione, anche a distanza di tempo.

Grazie, insomma, alla loro capacità di ricordare. Molti studiosi sono convinti che i vegetali abbiano una memoria e che siano in grado di immagazzinare "esperienze". Uno degli esempi storici riguarda Mimosa pudica, una piantina che come forma di difesa chiude le sue foglie quando viene toccata. Però se lo stimolo esterno è ripetuto più volte e in breve tempo la reazione cessa; la mimosa impara che non è in pericolo e smette di sprecare energia per difendersi. Nel corso degli anni molti sono stati gli studi per capire se e come le piante abbiano memoria. Una delle ultime ricerche, condotta dai ricercatori dell'University of Life Science di Varsavia in Polonia e pubblicata su The Plant Celi nel 2010, ha visto che è sufficiente illuminare una sola foglia per causare una reazione in tutta la pianta e che la risposta continua anche al buio.(science)



17/01/14

Piante| quale ricordo suscita in noi esseri umani?

Piante: quale ricordo suscita in noi esseri umani? Possibile che siano soltanto gli animali fare tesoro delle loro esperienze? A quanto pare sembra di no, per fortuna. Sembrerebbe che le piante siano in grado di imparare e tenere in memoria alcune informazioni, e di conseguenza modificare i loro comportamenti
A dimostrazione di tutto ciò, uno studio del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (Linv) dell’Università di Firenze, realizzato in collaborazione con la University of Western Australia, e pubblicato sulla rivista Oecologia.

Nel loro esperimento, i ricercatori hanno utilizzato alcune piante di Mimosa pudica, un arbusto che ha la curiosa caratteristica di chiudere le sue foglie quando viene disturbato. “La Mimosa pudica è una piccola pianta di origine tropicale, ormai abbastanza comune anche alle nostre latitudini, che è stata a lungo studiata per la sua reazione a stimoli che la disturbano”, racconta Stefano Mancuso, professore di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell'Università di Firenze, e coordinatore dello studio. “La sua reazione immediata e visibile ci ha permesso di studiare le risposte a vari tipi di sollecitazioni, sia pericolose, come il contatto con un insetto, che inoffensive”.
Mimosa pudica

I ricercatori hanno addestrato le piante a ignorare uno stimolo non pericoloso, ovvero la caduta del vaso che le conteneva da un'altezza di 15 centimetri. Già dopo poche cadute, le piante hanno imparato a non chiudere le foglie, risparmiando in questo modo l'energia necessaria per muoverle. Gli arbusti hanno mantenuto memoria dell'esperienza per oltre 40 giorni, dimostrando inoltre la capacità di modificare il loro comportamento non solo in base all'esperienza, ma anche alle risorse disponibili.

“Allevando le piante in due gruppi separati con disponibilità di luce diverse, è stato possibile dimostrare infatti che quelle coltivate a livelli luminosi inferiori, e quindi con meno energia, apprendono più in fretta di quelle che ne hanno di più – continua Mancuso – come se non volessero sprecare risorse. Dobbiamo ancora capire come e dove i vegetali conservino queste informazioni e come facciano a richiamarle quando è necessario. Per farlo applicheremo ad altri tipi di piante, in particolare quelle carnivore, le tecniche utilizzate per studiare il comportamento degli animali.”
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