Il-Trafiletto
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25/09/14

Hitchbot ha attraversato il Canada in autostop

Hitchbot, un robot che può muovere solo un braccio, oltre a postare sui social le foto che scatta, confidando negli automobilisti ha fatto l'autostop ed è giunto a destinazione attraversando il Canada.


Gli utomobilisti, negli ultimi anni si fidano poco di chi fa l'autostop, ma in Canada gli automobilisti hanno fatto un'eccezione, trasportando Hitchbot, un robot che ha attraversato il Canada da costa a costa in autostop. Grande più o meno come un bambino di sei anni, Hitchbot è dotato di GPS, connettività 3G, telecamere e fotocamere, e di un braccio mobile con cui può fare il segno dell’autostop.  A chi gli offre un passaggio, regala una conversazione grazie ad un sistema di riconoscimento vocale e un sintetizzatore di voce che gli permette di chiacchierare.

Il robot e l'idea dell'autostp è più una via di mezzop tra arte e scienza, un esperimento che ha concretizzato David Harris Smith, assistente alla McMaster University.
|"Si è molto discusso sui robot, che stanno avendo sempre più spazio nella nostra società: possiamo fidarci di loro? Prenderanno il controllo della società? E questo esperimento inverte i termini del discorso: i robot possono fidarsi delle persone?”, spiega. "Hitchbot può muovere solo il braccio, e per tutto il resto invece doveva affidarsi a chi gli offre un passaggio. Tutto quello che poteva fare era postare le foto del suo viaggio sui social network, e chiedere come voleva essere trattato.

Hitchbot attraversa il Canada
in autostop

Alla fine il viaggio si è concluso e  Hitchbot è arrivato a destinazione dopo 21 giorni di viaggio, e vivendo diverse avventure con gli automobilisti che gli hanno offerto un passaggio: tra le altre cose, ha anche partecipato ad un matrimonio.

15/04/14

Testa da robot aria da folletto | Kismet ovvero sia il tocco umano in un robot.

Di certo una decina d'anni fa, avrebbe avuto un'approccio più d'impatto! Kismet, quando fu fatto apparire con quella testolina da robot e l'aspetto di un dolce folletto...

Usava espressioni infantili oltremodo esagerate per esercitare una specie di ricatto emotivo nei confronti dell'essere umano alfine di indurlo ad interagire con lui. Ad esempio: si mostrava triste se qualcuno smetteva di giocare con lui, annoita se si continuava a fare sempre la stessa attività. Kismet fu creato da Chynthia Breazeal del MIT, ed era la dimostrazione non soltanto che non sappiamo dire di no ad un viso carino, ma anche che era possibile per addestrare un robot, sfruttare le nostre reazioni innate ai bisogni di un neonato.
Nexi

Oggi Kismet si è evoluto in un robot più rifinito, più simile a un essere umano acquistando più mobilità, adesso si chiama Nexi, ed è dotato anche di braccia per interagire con ciò che lo circonda. E' cosi possibile insegnare a Nexi a svolgere complesse situazioni interpersonali, come l'attenzione condivisa in cui due o più persone (o robot) fanno uso di gesti oppure utlizzano lo sguardo per indicare a che cosa si stanno riferendo.

Queste abilità sono alla base di ogni interazione umana e dovrebbero quindi fare in modo che per esempio i robot non si limitino a guardarci il dito quando indichiamo qualcosa, come tendono a fare alcuni di cani. E' come una scuola per robot nella quale si insegnano le buone maniere che li renderanno un pò più simili a noi.

14/04/14

Immagina un robot | Immaginare quanto un robot possa essere realistico ed identico ad un essere umano...IMMAGINA PUOI!

IMMAGINA, PUOI! Già proprio come recita George Clooney nel suo spot pubblicitario, bisogna andare oltre ogni limite per poi dare luogo all'immaginazione. In fin dei conti, il livello di realismo dei robot creati da Hiroshi Ishiguro i Germonoid come lui stesso li chiama, per quanto sicuramente impressionante, non è forse necessario e magari neppure desiderabile.

Nelle sue ricerche più recenti Ishiguro è andato oltre ogni limite d'immaginazione per convicere di quanto i robot possano essere realistici e simili agli esseri umani. Creare robot che abbiano solo il minimo indispensabile dei tratti umani e lasciare che siamo noi a fare il resto del lavoro.
"La mia ricerca si concentra su Telenoid che è progettato per apparire e comportarsi come un essere umano minimalistico. A prima vista, si riconosce con facilità che Telenoid è umanoide, ma appare allo stesso tempo maschio e femmina, giovane e vecchio".
Telenoid nuova forma di comunicazione

L'aspetto di Telenoid è quello di una testa e un torso pallidissimi, con piccoli accenni di braccia e un viso umano semplice, quasi spettrale, con poco più che occhi, naso, e bocca. Questi robot sono pensati per comunicare in telepresenza con motorini interni che formano espressioni basilari permettendoci di conversare e interagire tramite il robot con una perona lontana, Ishiguro è dell'opinione che perfino con questo aspetto stilizzato e le sue espressioni limitate si possa con facilità comprendere se si parla con un uomo oppure con una donna, con una persona giovane oppure con una anziana.

In altre parole, Telenoid fa da schermo vuoto a cui sono le nostre menti a fornire i dettagli. In Danimarca uno studio sperimentale su un campione di persone anziane per vedere come se la cava questa nuova forma di comunicazione, spiega Ishiguro. Nel prossimo post vedremo dunque di dare un tocco di umanità ai robot

13/04/14

Società e robot | Come rendere i robot parte della società umana.

Interagire con la società degli esseri umani, non è un traguardo da poco (come se camminare, toccare, correre ed esperimersi sia più semplice) per un robot. C'è un problema di base: per quanto un robot possa essere intelligente, agile o perfino grazioso, se le persone non capiscono facilmente come fare ad usarlo perde con rapidità interesse.

Il modo migliore per per ovviare al problema quindi, è lasciare perdere la programmazione e i manuali di istruzioni, e progettare invece robot in modo che possano interagire intuitivamente con gli esseri umani, come se anche loro lo fossero. Questo è un ostacolo non da poco per i loro creatori, la comunicazione umana è molto complessa, ricca di sfumature, pregna di sottili componenti non verbali, allusioni ed espressività del viso, tutti carichi di significato.
Hiroshi Ishiguro ed il suo sosia robot

Se c'è qualcuno al mondo che lo sa molto bene è Hiroshi Ishiguro, ingegnere ed esperto di robotica all'Università di Osaka, in Giappone, famoso per avere creato alcuni sosia robotici cosi realistici che è difficile distinguerli dai loro originali:

"La mia ricerca non intende solo sviluppare robot, ma anche svelare la natura degli esseri umani, dato che molti aspetti di che cosa significhi essere un uomo sono ancora avvolti dal mistero. Per questo stiamo spendendo una quantità enorme di fondi per sviluppare veri androidi, per quanto possano essere lontani dall'avere un'utilità concreta".
Prossimamente vedremo come possano essere realistici in ogni loro dettaglio.

12/04/14

Unità d'intenti | Similitudini di menti per un'approccio neuromorfo e celebrale tra robot ed essere umano!

Per arrivare dunque ad emulare la mente umana per un robot, sarà necessario un'approccio neuromorfo e celebrale tra robot ed essere umano.

NeuroGrid, il computer da un milione di dollari, realizzato da Kwabena Boahen, un bioingegnere dell'Università di Standford, in California, fa uso dello stesso approccio neuromorfo per emulare l'attività celebrale in un computer, e lo fa facendo uso di tecnologie con caratteristiche analogiche, cioè, non digitali, dei transistor e di altri componenti dei circuiti. Questo metodo gli consente di simulare un milione di neuroni e sei miliardi di sinapsi che li connettono, facendo uso di pochissima energia, esattamente come avviene nel cervello umano.
NeuroGrid

"La motivazione principale di questo approccio è che il cervello non si limita a svolgere calcoli", speiga Boahen. "Una buona parte della sua attrattiva sta nella poca energia che utilizza. Che cos'è che lo rende cosi efficente? Questo è il segreto del cervello".

Ma il mistero più grande di tutti gli altri è la questione dell'intelligenza. L'approccio neuromorfo non si limita soltanto a ipotizzare che si possono creare robot tanto intelligenti da avere una capacità di elaborazione simile a quella degli esseri umani: porta con se anche la prospettiva di aumentarne la scala fino a ottenere qualcosa di ancor più complesso del cervello umano e quindi, più intelligente.

Nel prossimo post, vedremo come potranno interagire le due realtà cerebrali, quella robotica e quella umana.

11/04/14

Pensare per un robot | Un robot per essere intelligente dovrà raggiungere l'efficenza del cervello umano!

Dopo averli visti in piedi su due zampe, camminare e toccare, nonchè manovrare perchè mai non dovrebbero pensare? Un robot infatti per definirsi intelligente, dovrà per forza raggiungere il livello di efficenza e potenza del cervello umano!

Forse uno dei motivi principali per cercare di emulare gli esseri umani quando si crea un robot è la speranza di renderlo più intelligente. In fin dei conti, ha senso ispirarsi al computer più sofisticato che ci sia: il cervello umano. Va benissio sapere calcolare il pi greco con un miliardo di cifre decimali, ma quando si hanno dinanzi impegni che richiedono di elaborare contemporaneamente innumerevoli dati i computer tradizionali sono il più delle volte in difficoltà denunciando limitazioni non indifferenti.

Lo si nota particolarmente durante il riconoscimento di immagini, laddove gli esseri umani sono capaci di distinguere un volto anche se il suo aspetto è mutato negli anni. Una soluzione potrebbe essere quella proposta da Henry Markram, direttore del Centro per le neuroscienze e la tecnologia dell'E'cole polytechnique fèdèrale di Losanna. Markram dirige il progetto Human Brain, un audace tentativo di realizzare con un supercomputer una simulazione di tutta l'architettura, le funzioni e i collegamenti dell'intero cervello umano, con i suoi 86 miliardi di neuroni e i 100mila miliardi di connessioni che li uniscono.
Progetto Human Brain

I più dotati supercomputer di oggi sono capaci di svolgere processi computazionali nell'ordine dei petaflop, ovvero sia, un milione di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo.

Secondo l'opinione di Markram il progetto di simulare il cervello umano necessiterà di un computer mille volte più potente e parecchia energia, almeno quanta ne consuma una piccola cittadina. Appare evidente che nonè affatto comodo e proficuo tutto ciò per un solo cervello robotico, visto che un cervello umano funziona con un dispendio di energia davvero esiguo. Ma allora che cos'è che rende il cervello umano cosi efficente? Proveremo a vedere di giungere ad una risposta nel prossimo post.

10/04/14

Oltre il camminare | Oltre a camminare per un robot c'è molto di più!

Oltre a camminare per un robot esiste ben altro! Dopo averli visti dunque camminare e barcamenarsi in terreni più o meno stabili e sconnessi, i robot possono andare ben oltre tutto ciò, in quanto si sa, con le gambe non si risce a fare tutto.

Per essere utile un robot ha la necessità di avere la padronanza anche delle braccia e delle mani. Decenni di robotica industriale ci hanno fornito moltissima esperienza su come controllare e manipolare gli oggetti con un braccio robotico. Adesso esistono anche mani robotiche molto realistiche, dotate di 5 dita, come quelle del robot SAR-401, un robot umanoide per la telepresenza, sviluppato in Russia, che quest'anno andrà con gli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale per assisterli nelle operazioni più pericolose nello spazio.
SAR-401

SAR-401 è capace di sollevare 10kg nella gravità terrestre dimostrandosi forte ed abile, potendolo telecomandare con un'apposito guanto. Qualunque movimento si compia con le mani, quelle di SAR-401 lo imiteranno! Ma nonostante tutta l'agilità, queste mani robotiche sono prive di sensori che permetterebbero agli astronauti di provare le stesse sensazioni delle dita artificiali.

Tuttavia, c'è sempre spazio per migliorare perfino la deambulazione, come spiega Raibert: "ci servono fonti di energia migliori, attuatori migliori e sistemi di controllo migliori. Tutte queste cose devono collaborare per consentire ai robot di percorrere distanze utili, portare carichi significativi e lavorare in ambienti complessi
Nel prossimo post proveremo a vedere come pensa un robot!

09/04/14

Eppur...cammina | La Boston Dynamics realizza un'applicazione per far camminare su due zampe il suo robot Atlas!

Eppur...cammina! La Boston Dynamics è stata in grado di realizzare tra le tante idee che circolavano nei meandri delle sale di progettazione, un'applicazione capace di fare camminare e non solo il suo robot Atlas.

Atlas è un robot con due zampe, capace di compiere innumerevoli movimenti simili a quelli che compiono gli esseri umani, incluso camminare su superfici sconnesse ed effettuare molteplici esercizi ginnici. Non pare essere nulla di che, dopo quello che fin'ora abbiamo visto nei post precedenti, ma quello che lo distingue da macchine come Asimo e QRIO è il semplice fatto che Atlas non ha alcun bisogno di "conoscere" anticipatamente l'ambiente per pianificare movimenti prefissati.

E' invece in grado di percepirlo man mano che si muove, usando congiuntamente una coppia di telecamere e un LIDAR, l'equivalente laser del radar. Inoltre i suoi movimenti sono dinamici, cioè riesce a rispondere alle modifiche nell'ambiente. Visto inoltre che si muove in un modo dinamico, contantemente sotto l'ipotesi di essere sbilanciato e regolando conseguentemente i suoi attuatori, è in grado di compensare rimanendo in piedi perfino se viene urtato a metà di un passo, per quanto proviamo a sbilanciarlo.
Robot Atlas

In termini di evoluzione dei robot è un passo gigantesco, probabilmente addirittura corrispondente a quando i primi ominidi passarono dall'andatura quadrupede a quella bipede. Raibert si mostra modesto a proposito dei suoi risultati: "Non faccio distinzioni tra due e quattro zampe", afferma.
"Quasi tutti i problemi sono fondamentalmente analoghi e lo stesso vale per quasi tutte le soluzioni, almeno quelle veramente efficaci". Secondo Raibert non serve altro, che mettere insieme potenza di calcolo, sensori, un sofisticato sistema meccanico e una chiara comprensione degli aspetti fisici del problema.

Tuttavia aggiunge che il robot non è ancora perfetto: "Atlas è in grado di camminare in certe situazioni e mostra numerosi risultati promettenti. Ma se  paragoniamo le sue capacità a quelle di un essere umano sano, esiste ancora un largo mrgine di miglioramenti". La NASA è rimasta cosi colpita da Atlas che ne ha acquistato uno per usarlo come punto di partenza del proprio concorrente alle prove DARPA. Il loro robot, di nome Valkyrie, è composto da un esoscheletro di Atlas rivestito di un elegante involucro esterno protettivo bianco. Il risultato è stato imbarazzante per la NASA: Valkyrie non ha dato buona prova di se ed è arrivato penultimo. Prossimamente vedremo come questi robot si destreggeranno con mani e braccia

08/04/14

Via di corsa | Robot...come corrono su due zampe!

Via di corsa: robot...come corrono su due piedi! Riconoscendo la difficoltà del problema, una decina d'anni fa potenti aziende del settore tecnologico come Honda e Sony, hanno raccolto il "guanto" di sfida e hanno sviluppato determinati robot a due gambe, tra cui Asimo (che abbiamo già avuto modo di osservare nei post precedenti) e QRIO (si pronuncia "curio").

L'obiettivo di questi prototipi, per i quali sono stati spesi milioni di dollari, era di mettere in mostra la capacità tecnologica dei loro creatori, raggiungendo l'agognata meta e di fatto trovando la soluzione al problema della loro locomozione su due gambe. In una certa misura possimo affermare che hanno avuto successo, in quanto che hanno avuto l'abilità di creare robot in grado di salire e scendere le scale, percorrere superfici instabili, correre, ballare e perfino praticare il tai chi.

Nonostante tutto però, per quanto queste dimostrazioni siano sbalorditive, vanno prese con una certa quanto dovuta riserva. Questi robot erano fondamentalmente progettati per restare sempre stabili, il che voleva dire che se venivano fermati in qualsiasi instante, teoricamente dovevano rimanere in piedi. A questo fine sia Asimo che il suo coetaneo QRIO erano progettati per camminare in posizione rannicchiata, ovvero sia con le ginocchia piegate, per mantenere basso il loro baricentro, il che conferiva loro un aspetto bizzarro. Ma di recente sono giunte nuove fonti di ispirazione con un approccio più vicino a quello biologico!
Cheetah della Boston Dynamics

Gruppi di ricerca e aziende come la Boston Dynamics hanno fatto ottimi progressi nell'emulare la maniera dinamica con cui si muovono gli animali. Gli esseri umani, per esempio si trovano raramente in una posizione verticale davvero stabile, perfino quando stanno fermi in piedi: quasi del continuo ci si muove leggermente per mantenerci in posizione eretta, per non parlare di quando camminiamo oppure corriamo, ci si ritrova quasi costantemente nella condizione di cadere in avanti e riprenderci subito dopo.
In parte ciò si può riprodurre introducendo innumerevoli sensori per consentire a un robot di applicare le correzioni e gli spostamenti necessari in tempo reale.

Ma la Boston Dynamics ha scoperto altri vantaggi derivanti da un'osservazione attenta del modo dinamico in cui si muovono gli esseri viventi. Nel 2012 il suo robot quadrupede Cheetah ha tenuto fede al proprio nome che vuol dire "ghepardo", stabilendo il primato mondiale di velocità per un robot munito di zampe. Correndo a una velocità di 28 km/h, stabilito nel 1989. Questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione con esperti alfine di indentificare le caratteristiche che consentono ai veri ghepardi di raggiungere velocità elevate in particolare grazie a una spina dorsale flessibile che permette all'animale di aumentare la falcata senza bisogno di zampe più lunghe.

07/04/14

Robot | Come si muovono e come padroneggiano qualcosa che noi diamo già per scontanto: le gambe!

Bene abbiamo visto come l'evoluzione dei robot al giorno d'oggi sia stata davvero radicale, tanto radicale che adesso più che robot possiamo definirli umanoidi. Proviamo dunque a vedere come e cosa li rende sempre più simili a noi, iniziando da qualcosa che noi diamo per scontato: l'uso delle gambe!

Per avvertire i vantaggi forniti dalle gambe rispetto alle obsolete rotelle, basta dare uno sguardo alla polvere che si accumula sui gradini delle case in cui a fare le pulizie ci pensa un aspirapolvere robotico Roomba. Il nostro mondo è ricco di superfici irregolari, elastiche, cedevoli e perfino in movimento di tutti i tipi, che pongono conseguentemente enormi difficoltà alle limitate quanto umili ruote.
"Le gambe sono ottime perchè permettono la locomozione su terreni irregolari", spiega Marc Raibert, fondatore della Boston Dynamics. "Le persone e gli animali usano le zampe per arrivare in qualsiasi punto della Terra, mentre i veicoli a ruote o cingoli sono limitati alle superfici relativamente lisce e piatte, come le strade".
Robot cammina su due zampe

Di fatto, perfino i robot a ruote progettati specificatamente per fare fronte a terreni difficili hanno a volte problemi, come il rover marziano Spirit della NASA che è rimasto vergognosamente intrappolato in un banco di sabbia nel 2009 e a quel che ne sappiamo, si trova ancora li. Non è sorprendente che i progettisti di robot cerchino da tempo di emulare la nostra abilità di camminare con diversi gradi di successo.

Infatti, tra gli altri, ci sono robot agilissimi a forma di insetto con sei zampe e di mammifero con quattro zampe, ma quando s ne sono usate due la postura eretta si è rivelata molto più difficile. Il motivo è semplicemente che quando si hanno più di due zampe, è possibile rimenere in piedi anche in assenza di energia, mentre ci voleva poco per fare cadere i primi robot bipedi quando erano in piedi immobili per non parlare poi di quando procedevano su una superficie irregolare.

Nel prossimo post vedremo come dopo aver camminato su due zampe i robot correranno sempre su due zampe.

Addio robot bidoni | I robot attuali sempre più androidi uman...oidi !

Addio robot bidoni! I robot attuali si evolvono in androidi dalle somiglianze più umanoidi.

Ancorchè somigliare a bidoni ambulanti, con rotelle per piedi, come avveniva per la maggior parte delle creazioni robotiche di un tempo, i robot che gareggiano alla DARPA, hanno un somigliaza umanoide più marcata.

Stanno in piedi su due zampe, hanno delle braccia con articolazioni all'altezza delle spalle e perfino mani che si muovono con estrema agilità, proprio come avviene con quelle umane. Tale rivoluzione non è affatto frutto del caso, infatti i creatori di tali robot si sono resi conto, guardandosi attorno, che il nostro mondo e tutto ciò che ci circonda è ideatoe pensato in funzione della sola forma umana, quindi non ha senso dovere adeguare tutto ciò che ci circonda ai robot, è molto più semplice adeguare i robot all'ambiente.
Asimo by Honda

Invece dunque di ristrutturare il mondo intero in maniera tale da adattarsi al robot a rotelle, bassi e tozzi, il cui utilizzo richiedeva una laurea in informatica, ecco apparire innovazioni radicali, atte a rendere più antropomorfi i robot in maniera tale da farli muovere, agire con noi ed addirittura pensare come noi stessi facciamo.

Nel prossimo post vederemo di analizzare la loro evoluzione riguardo al camminare su due zampe.

05/04/14

Robot come noi | Presto guideranno veicoli e svolgeranno mansioni domestiche!

Inizieranno presto, più di quanto non si possa immaginare, ad aprire porte, pilotare veicoli e a svolgere le mansioni domestiche più comuni. Queste le nostro controparti meccaniche, questi Robot!

Chi fosse capitato a dicembre scorso all'autodromo di Homestead, in Florida, avrebbe potuto pensare di essere finito sul set di un film di George Lucas. In mezzo alla pista si era radunata un'immensa folla per osservare robot dall'aspetto futuristico, mentre affrontavano una serie di prove sotto i riflettori delle telecamere che ne riprendevano ogni movenza.

I robot erano riuniti li per competere nei DARPA Robotic Challenge Trials. Le squadre di istituzioni prestigiose e blasonate come la NASA e il MIT si affrontavano in una serie di gare pensate specificatamente per mettere alla prova le capacità dei loro robot: salire su una scala, collegare un tubo a una bocchetta e aprire il rubinetto, guidare un veicolo, usare un utensile per praticare un foro in un murodi cemento e classico tra i classici, aprire una porta per entrare in un edificio.
DARPA Robotic Challenge Trials

Anche se forse per noi sono banali, prove come quelle delle gare DARPA (l'agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzata per la difesa) presentano enormi difficoltà per i robot e per i loro progettisti. L'obiettivo di competizioni come queste è di riuscire un giorno a mandare i robot in ambienti pericolosi, per svolgere i compiti che metterebbero a repentaglio le vite umane.
Ma non solo: l'altro scopo è quello di renderli capaci di ortarci in auto a fare shopping, stiraci il bucato o riposndere la telefono.

E' per tal motivo che la DARPA ha dato vita alla competizione, prospettando un premio di due milioni di dollari alla 8 squadre giunte alle finali, che si disputeranno quest'anno. Ed è per lo stesso motivo che partecipano aziende tecnologiche innovative come Google, che di recente ha acquisito la Boston Dynamics, una start-up con sede nel Massachusetts che ha sviluppato alcuni robot più sofisticati del mondo, tra i quali BigDog e Atlas.

08/01/14

In "Home Chat": la gestione della casa da remoto!

In "Home Chat": gestire casa propria da remoto è quello che il produttore coreano Lg propone al Ces di Las Vegas! Mandare un ordine, una disposizione via chat al frigorifero o qualunque altro elettrodomestico per informare che si sta per andare in vacanza, oppure si starà fuori per lavoro per una o due settimane e che quindi, sarà necessario in automatico, di impostare la modalità a risparmio energetico, pare essere uno scenario che visto in questo preciso momento, bizzarro ma poco ci manca.

Il produttore coreano Lg ha messo in mostra dunque la tecnologia al riguardo al Ces di Las Vegas, la più grande kermesse al mondo dedicata alla tecnologia che da qualche tempo ha volto la propria attenzione verso la casa.

"Home Chat" di LG
La piattaforma i cui sopradetto si chiama "Home Chat" e funziona per capirci meglio come servizio di instant messaging utilizzata dal software giapponese Line, molto simile a WhatsApp, che conta circa 300 milioni di utenti nel mondo.

L'idea è utilizzare il linguaggio naturale e una piattaforma di uso comune per fare della gestione intelligente della casa una cosa semplice. Si possono mandare messaggi al robot aspirapolvere, magari impostando la pulizia di alcuni angoli dell'abitazione in determinati orari. Oppure con la lavastoviglie, il condizionatore, la lavastoviglie. Il Ces ha dedicato un padiglione alla "connected home" dove start up e protagonisti più consolidati mettono i tasselli per la nuova generazione delle nostre abitazioni. Aziende come Arrayent, invece, si occupano della connettività necessaria per sviluppare le applicazioni, la sicurezza e l'adozione degli standard.

Gli annunci più rilevanti arrivano dai coreani, oltre a Lg c'è Samsung. Quest'ultima ha lanciato "Smart Home", una unica applicazione che consente di mettere in comunicazione diversi oggetti: smartphone, tablet, smart tv, smartwatch e fotocamere per gestire gli elettrodomestici di casa. Il vantaggio competitivo dei due colossi è che producono essi stessi lavatrici, frigoriferi e così via. A offrire il controllo da remoto di quello che abbiamo ci sono però da tempo anche i protagonisti tradizionali, come Whirpool. Nella casa intelligente ci sono anche alcune funzioni di intrattenimento. Ad esempio nell'offerta di Lg è possibile cercare sullo smartphone le foto delle vacanze e uplodare le migliori direttamente sullo schermo lcd del frigorifero.

Sempre dai display si possono ottenere informazioni sullo stato di conservazione degli alimenti. Oltre ai messaggini con il cellulare, per comunicare con gli elettrodomestici di casa si può usare anche la voce. Con un semplice comando come "esco", la casa può spegnere la televisione, impostare la temperatura su qualche grado in meno e molto altro. A proposito di televisioni, le dimensioni che l'industria cerca di imporre sono sempre maggiori.

Quest'anno sono arrivati schermi fino a 110 pollici, praticamente un cinema nel salotto di casa. La tecnologia di punta ora è il 4k, chiamato anche Ultra Hd. Questi schermi hanno una definizione 4 volte maggiore rispetto al Full Hd. Quanto ai display, l'antica opposizione tra plasma e lcd è stata vinta dal secondo e dal led, sua evoluzione. Intanto, anche se è ancora molto costoso, avanza l'oled. I produttori cercano inoltre di farsi attraenti con nuove forme: i nuovi modelli sono curvi.

La ragione sta, secondo chi vende le tv, nella possibilità di mettere al centro della scena l'utente, anche se nel caso dei nuovi schermi oled pare che ci siano anche ragioni produttive. Visto che uno degli ambienti più connessi è destinata a diventare la cucina, Samsung ha presentato la Chef Collection, una gamma di elettrodomestici per la cucina che combina le tecnologie dell'azienda con l'esperienza di alcuni chef stellati. La nuova linea comprende un frigorifero capace di mantenere temperature diverse per ogni alimento, conservando in contenitori che possono essere direttamente messi sui fornelli per la cottura. Ci sono inoltre un piano cottura, un forno, un microonde e una lavastoviglie dotata della nuova tecnologia WaterWall che promette una migliore pulizia.

29/12/13

Isaac Asimov: scrittore biochimico e…veggente! Predisse tutto quanto sarebbe accaduto nel 2014 o quasi

Era l’ormai lontano1964, quando lo scrittore e biochimico russo Isaac Asimov, naturalizzato negli Stati Uniti d’America, si accinse a rivelare delle profezie riguardo l’anno che sta per arrivare: il 2014! A quanto pare sembra averle indovinate tutte…o quasi tutte, come viene riportato dal noto quotidiano americano New York Times! Ve le ho raccolte in 10 punti, per l’ennesima classifica riguardo il nostro, se mai ce ne sarà, futuro! Buona visione.
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Elettroluminescenza in città
Per elettroluminescenza si intende per chi non lo sapesse la base degli LCD, dunque dei cristalli liquidi: ebbene Isaac Asimov, come riporta un interessantissimo articolo del New York Times, aveva previsto che nel 2014 il mondo sarebbe stato già pieno di tali schermi, che sarebbero serviti sia per comunicare che per portare informazioni. In effetti, così è: tra smartphone, tablet, computer, televisioni e schermi giganti sparsi per le città, è sempre possibile accedere alle informazioni che ci potrebbero interessare!

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Videochiamate
Ci aveva visto bene davvero, Asimov: come tutti voi ben saprete, oggi è possibile effettuare o ricevere videochiamate tramite il proprio smartphone o tablet, o chiamarsi tramite un computer utilizzando la propria webcam. Eppure ai tempi in cui questo scrittore statunitense fece le sue profezie al riguardo, la televisione era nata da pochi anni, ma nonostante tutto egli è riuscito a proiettarsi nel futuro e a ritenere possibile la realizzazione di una tale tecnologia!
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Personal Computer
Nell’era dei computer e di internet, è possibile accedere a qualsiasi tipo di informazione tramite un monitor: che si tratti di documenti, di libri (che si possono leggere in formato e-book), di foto o di video. Si possono caricare, guardare, condividere, e tanto altro ancora: Isaac Asimov, questo, l’aveva già compreso e…visto!

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Cibi in scatola
Le popolazioni meno fortunate delle nostre, come ad esempio quelle del terzo mondo, riescono a sopravvivere anche grazie ai cibi preconfezionati e precucinati. La Rivoluzione Industriale portò allo sviluppo dei cibi in scatola, che al giorno d’oggi si sono diffusi sempre più, rendendo la vita quotidiana in cucina totalmente differente rispetto a quella di una volta!

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Robot Kiva
Esistono già dei robot, come ben saprete: quello per pulire, che si è diffuso in larga scala nell’ultimo decennio, e molti altri tipi di macchina, come il robot sulla sinistra, che si chiama Kiva ed è un noto sistema di automazione per l’e-commerce, che permette di consegnare i prodotti a chi confeziona la merce, e dunque accelera di gran lunga il lavoro. Questi robot si spostano in continuazione!

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Elettrodomestici
In questo caso, Asimov non ha avuto ragione,almeno non ancora: le batterie, come molti di voi sapranno, sono fatte principalmente di sali di litio, dunque ad isotopi radioattivi. Gli elettrodomestici, al giorno d’oggi, hanno ancora i cavi, ma nonostante ciò entro una decina d’anni anche questa predizione potrebbe rivelarsi azzeccata, dobbiamo solo rimanere in attesa a guardare!

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Catene di montaggio
Asimov ha praticamente decifrato ciò che accade all’interno delle industrie al giorno d’oggi: i macchinari, realizzati dall’uomo, vengono fatti funzionare dagli operai! E’ proprio così che funzionano le catene di montaggio, e tantissimi altri tipi di azienda in tutti i settori!
 
 
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Trasporto a levitazione magnetica
Gli aerei sono effettivamente uno dei mezzi più utilizzati: centinaia di migliaia di persone ogni giorno prende l’aereo, sia per fare viaggi brevi all’interno della propria nazione che viaggi lunghi da una parte all’altra del mondo. Inoltre, i treni di ultima generazione viaggiano effettivamente sospesi, grazie alla levitazione magnetica!
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Controllo delle nascite
Questo signore si è sbagliato di poco, di appena 500 milioni di persone circa: ci è andato vicino, e in effetti aveva ragione sul controllo delle nascite. Come molti di voi già sapranno, in Cina vi è uno stretto controllo, che impedisce alla maggior parte delle coppie di avere più di un figlio. D’altronde, la loro popolazione è pari a  1.341.900.000 abitanti!

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Noia
Chiudiamo questa affascinante classifica con un punto/inchiesta che vi vorrei proporre: Asimov era certo che nel 2014, dunque al giorno d’oggi, sarebbe divenuto particolarmente influente sulla quotidianità delle persone il peso della noia. Egli ne parlava riferendosi ad un malessere diffuso che si sarebbe divulgato con velocità: pensate di potere essere d’accordo con lui?

02/11/13

Un robot rimuove per la prima volta un tumore dallo stomaco di una donna!

Un robot rimuove per la prima volta un tumore dallo stomaco di una donna!
Per la prima volta nella storia della medicina alcuni chirurghi del Centro Sanitario dell'Università di California-San Diego hanno praticato una gastrectomia robotica, per rimuovere con la minore invasività possibile un tumore dallo stomaco di una donna. La rimozione è stata effettuata attraverso l'uso di arti robotici, hanno provveduto a rimuovere il tessuto malato, ed eseguito una delicata ricostruzione dell'organo, dopo di che hanno anche prelevato dei linfonodi alfine di poterli esaminare.
intervento di
Robot "Da Vinci"
«Per trattare il cancro gastrico rimuoviamo lo stomaco completamente o in parte con cinque piccole incisioni», ha provveduto a spiegare Kaitlyn Kelly, oncologa. «L'obiettivo dell'approccio robotico è di eliminare il tumore e di estrarre i linfonodi vicini con la massima precisione, per poter valutare in modo più accurato lo stadio di diffusione del cancro».
Meglio noto anche come adenocarcinoma, il cancro gastrico ha la sua genesi nelle cellule della mucosa che riveste lo stomaco. Una immediata intercettazione coadiuvata da un'accurata valutazione dello stadio di diffusione sono fondamentali per il destino del paziente. I suoi sintomi possono inizialmente essere facilmente scambiati con quelli dell'indigestione. In Europa rappresenta circa il 23% di tutte le neoplasie. La diffusione è ancora più elevata in alcuni Paesi orientali, come la Corea.

Il robot usato per l'operazione è un Da Vinci, il primo e più diffuso sistema chirurgico robotico, realizzato da Intuitive Surgical. Messo in commercio agli inizi del 2000, è stato venduto in centinaia di esemplari e usato per oltre un milione e mezzo di interventi. «La particolarità dell'approccio robotico è la capacità di rimuovere con precisione i linfonodi intorno a grandi vasi sanguigni senza danneggiare i vasi o i nodi stessi, offrendo ai patologi materiale migliore da esaminare», ha aggiunto il dottor Santiago Horgan, direttore del centro. Le tecniche a invasività minima, sia robotiche, sia laparoscopiche, fanno sì che il paziente possa rimettersi più in fretta dall'operazione, cosa importante per chi soffre di cancro e spesso ha bisogno di un successivo trattamento chemioterapico per completare la cura. La chirurgia dello stomaco non è però priva di rischi, tra cui emorragie, ernia addominale e perdita di acidi gastrici nell'addome, e va perciò eseguita con la massima cautela.

30/10/13

Ci vediamo da RoDyMan 'o pizzaiuolo!

Ci vediamo da RoDyMan 'o pizzaiuolo! No, non sto scherzando, è esattamente questa l'idea di Bruno Siciliano, esattamente creare un robot capace di fare la pizza! Ma non solo capace di farla, intendo dire che sia in grado di realizzarla sin dalle prime fasi: stendere l'impasto, di condirlo e di cuocerlo facendolo ruotare. Tale idea da chi secondo voi poteva partire se non da Napoli, la patria, la genesi, l'icona della pizza, e il futuro di RoDyMan, questo il nome del robot pizzaiolo, che si presenta con tanto fascino e simpatia, dal momento che potrebbe anche essere utilizzato per assistere gli anziani e alla riparazione di arti umani.
L'idea appartiene a Bruno Siciliano, facente parte dell'università Federico II di Napoli, esperto di robotica e responsabile del laboratorio di robotica 'Prisma Lab', conosciuto in tutto il mondo.
''RoDyMan, acronimo di Robotic Dynamic Manipulation, manipolazione robotica dinamica, è un robot di servizio che sarà capace di replicare attività umane con un livello di destrezza e mobilità mai visto prima", ha detto Siciliano durante la Giornata informativa del Consiglio Europeo della Ricerca organizzata a Napoli dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
RoDyMan sarà un robot con un torso, due braccia leggere e mani con dita multiple. Non sono previste gambe, in quanto sarà montato su una piattaforma omnidirezionale su ruote. La sua testa avrà una videocamera stereoscopica e un sistema strutturato di luci.
RoDyMan

Avrà inoltre sensori di prossimità, di campo oltre che sensori tattili. ''L'interazione con gli umani è al centro del progetto. Per questo, afferma Siciliano, la sicurezza è un aspetto fondamentale del nuovo sistema. Questo robot autonomo deve essere in grado di controllare il flusso degli eventi in una data attività, reagire e imparare dall'ambiente circostante. Sarà in grado di affrontare rapidamente situazioni inaspettate, come la presenza di umani o di ostacoli".
Nei cinque anni che seguiranno la sfida di RoDyMan è fare pizze, parola di... Siciliano.
Ma quando gli si pone la domanda se le pizze fatte da RoDyMan saranno gustose come quelle dei pizzaioli napoletani risponde: "È quasi impossibile! Però coinvolgeremo uno dei migliori pizzaioli della città per imparare direttamente da lui l'arte di questi abilissimi movimenti. Come? Gli faremo indossare una tuta biocinetica dotata di sensori e di un sistema di cattura del movimento 3D". Buon appetito!
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