12/04/14

Unità d'intenti | Similitudini di menti per un'approccio neuromorfo e celebrale tra robot ed essere umano!

Per arrivare dunque ad emulare la mente umana per un robot, sarà necessario un'approccio neuromorfo e celebrale tra robot ed essere umano.

NeuroGrid, il computer da un milione di dollari, realizzato da Kwabena Boahen, un bioingegnere dell'Università di Standford, in California, fa uso dello stesso approccio neuromorfo per emulare l'attività celebrale in un computer, e lo fa facendo uso di tecnologie con caratteristiche analogiche, cioè, non digitali, dei transistor e di altri componenti dei circuiti. Questo metodo gli consente di simulare un milione di neuroni e sei miliardi di sinapsi che li connettono, facendo uso di pochissima energia, esattamente come avviene nel cervello umano.
NeuroGrid

"La motivazione principale di questo approccio è che il cervello non si limita a svolgere calcoli", speiga Boahen. "Una buona parte della sua attrattiva sta nella poca energia che utilizza. Che cos'è che lo rende cosi efficente? Questo è il segreto del cervello".

Ma il mistero più grande di tutti gli altri è la questione dell'intelligenza. L'approccio neuromorfo non si limita soltanto a ipotizzare che si possono creare robot tanto intelligenti da avere una capacità di elaborazione simile a quella degli esseri umani: porta con se anche la prospettiva di aumentarne la scala fino a ottenere qualcosa di ancor più complesso del cervello umano e quindi, più intelligente.

Nel prossimo post, vedremo come potranno interagire le due realtà cerebrali, quella robotica e quella umana.
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