NeuroGrid, il computer da un milione di dollari, realizzato da Kwabena Boahen, un bioingegnere dell'Università di Standford, in California, fa uso dello stesso approccio neuromorfo per emulare l'attività celebrale in un computer, e lo fa facendo uso di tecnologie con caratteristiche analogiche, cioè, non digitali, dei transistor e di altri componenti dei circuiti. Questo metodo gli consente di simulare un milione di neuroni e sei miliardi di sinapsi che li connettono, facendo uso di pochissima energia, esattamente come avviene nel cervello umano.
NeuroGrid |
"La motivazione principale di questo approccio è che il cervello non si limita a svolgere calcoli", speiga Boahen. "Una buona parte della sua attrattiva sta nella poca energia che utilizza. Che cos'è che lo rende cosi efficente? Questo è il segreto del cervello".
Ma il mistero più grande di tutti gli altri è la questione dell'intelligenza. L'approccio neuromorfo non si limita soltanto a ipotizzare che si possono creare robot tanto intelligenti da avere una capacità di elaborazione simile a quella degli esseri umani: porta con se anche la prospettiva di aumentarne la scala fino a ottenere qualcosa di ancor più complesso del cervello umano e quindi, più intelligente.
Nel prossimo post, vedremo come potranno interagire le due realtà cerebrali, quella robotica e quella umana.