Il-Trafiletto
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07/11/14

Evoluti e intelligenti | Gli extraterrestri ci assomigliano?

Non è un segreto che a Hollywood amino gli alieni dall'aspetto umanoide. Truccare gli attori e applicare protesi, è sicuramente più semplice che ideare e animare personaggi inumani.


Nel romanzo di H.G.Wells del 1901, i primi uomini sulla Luna, appaiono dei piccolissimi seleniti, che indossano abiti, utilizzano utensili e non vedono di buon occhio le visite dei terrestri.

Però, considerando ciò che abbiamo appreso dalla nostra stessa evoluzione, gli alieni dei film potrebbero non essere così tanto distanti dalla realtà. Secondo Stuart Sumida, biologo della California State University di San Bernardino, che ha fatto da consulente per il film Guardiani della Galassia, un alieno abbastanza evoluto da viaggiare nello spazio, dovrebbe avere un grande cervello.

"E un grande cervello deve essere protetto adeguatamente", dice Sumida. Ciò significa avere una scatola cranica, il che esclude la morfologia di vermi, lumache e tutti gli altri invertebrati. E, poiché l'esoscheletro sarebbe insostenibile con l'aumentare delle dimensioni, salvo condizioni di bassissima gravità, anche gli insetti vanno esclusi. Se si pensa, poi, alla capacità di maneggiare utensili, i nostri compagni extraterrestri cominciano a diventare abbastanza familiari. Ma anche con cervelli prominenti, ossa e appendici abili, non vi è alcuna ragione per supporre che specie distanti da noi possano essere simili all'uomo.
I Wookiee e Klingon
I Wookiee e Klingon

"ll fatto che abbiamo quattro appendici è solo un caso dell'evoluzione", dice Sedi Shostak, astronomo senior presso il SETI Institute di Mountain View, in California. "La maggior parte delle creature sul nostro pianeta ne ha sei". La selezione naturale potrebbe produrre alieni con una struttura fisiologica più efficiente: ad esempio, invece di camminare su due gambe e avere due braccia, gli extraterrestri potrebbero essere più veloci e stabili su quattro o più arti inferiori.

E potrebbero avere anche più braccia per maneggiare oggetti, una postura raso terra per nascondersi meglio dai predatori e avere qualsiasi altra caratteristica che non ha nulla a che fare con i Wookiee, i Klingon e le altre creature quasi umane che compongono la varietà di specie della fantascienza.

01/05/14

Intelligenza | Quella degli elefanti è eccezionale!

Elefanti
Gli elefanti sono davvero animali eccezionali sotto ogni punto di vista! Vivono in gruppi affiatati, aiutano i loro simili feriti, portando cibo ed acqua. Avvertono dolore quando un loro membro della famiglia muore e a volte provvvedono anche alla sua sepoltura, coprendolo con delle foglie. Sono davvero intelligenti!

Hanno una memoria eccezionale (da qui il detto: che memoria di elefante!) e mappe mentali complesse, sanno venire a capo di problemi usando rami e pietre come utensili: ad esempio impilano blocchi per poi usarli per raggiungere il cibo! Appare eccezionale e straordinario la loro capacità di comprendere il significato di un gesto che indichi qualcosa, cosa che per noi potrebbe apparire scontato vista l'esperienza con i cani nostri fedeli amici, ma per altre specie, inclusi gli scimpanzè, non è affatto possibile riuscirci.

Ancora più sbalorditiva è la capacità di imitare i suoni di altri elefanti e anche certe parole umane. Possono perfino riconoscersi allo specchio, il che sta ad indicare un livello di coscienza di sè che è riscontrabile soltanto nelle grandi scimmie, nei corvi e nei delfini dal naso a bottiglia.

12/04/14

Unità d'intenti | Similitudini di menti per un'approccio neuromorfo e celebrale tra robot ed essere umano!

Per arrivare dunque ad emulare la mente umana per un robot, sarà necessario un'approccio neuromorfo e celebrale tra robot ed essere umano.

NeuroGrid, il computer da un milione di dollari, realizzato da Kwabena Boahen, un bioingegnere dell'Università di Standford, in California, fa uso dello stesso approccio neuromorfo per emulare l'attività celebrale in un computer, e lo fa facendo uso di tecnologie con caratteristiche analogiche, cioè, non digitali, dei transistor e di altri componenti dei circuiti. Questo metodo gli consente di simulare un milione di neuroni e sei miliardi di sinapsi che li connettono, facendo uso di pochissima energia, esattamente come avviene nel cervello umano.
NeuroGrid

"La motivazione principale di questo approccio è che il cervello non si limita a svolgere calcoli", speiga Boahen. "Una buona parte della sua attrattiva sta nella poca energia che utilizza. Che cos'è che lo rende cosi efficente? Questo è il segreto del cervello".

Ma il mistero più grande di tutti gli altri è la questione dell'intelligenza. L'approccio neuromorfo non si limita soltanto a ipotizzare che si possono creare robot tanto intelligenti da avere una capacità di elaborazione simile a quella degli esseri umani: porta con se anche la prospettiva di aumentarne la scala fino a ottenere qualcosa di ancor più complesso del cervello umano e quindi, più intelligente.

Nel prossimo post, vedremo come potranno interagire le due realtà cerebrali, quella robotica e quella umana.

31/03/14

Questione di esercizio o di predisposizione?

Esercitarsi in maniera intensa sarà sufficente per diventare un grande concertista oppure un campione di scacchi?

Meglio non farsi troppe illusioni: servono intelligenza e predisposizione naturale! Dopo avere analizzato 14 studi prestazionali eseguiti in precedenza su musicisti e scacchisti, i ricercatori della Michigan States University hanno scoperto he in entrambi i casi, la pratica spiega solo un terzo del divario delle competenze.
Esercizio o predisposizione?

"Fare esercizio è importante per arrivare a livelli di eccellenza, ma la ricerca dimostra che oltre ogni ragionevole dubbio che da sola la pratica non basta", ha affermato Zach Hambrick, principale autore dello studio. "I risultati parlano da soli: alcuni individui sono capaci di prestazioni eccellenti anche senza troppa pratica, mentre altri, pur esercitandosi moltissimo, non raggiungono gli obiettivi".

Che cosa, dunque, distingue un principiante da un maestro?
Molteplici fattori, tra i quali l'intelligenza, l'abilità innata e l'età alla quale si è intrapresa la disciplina, hanno un effetto significativo sulle prestazioni, indipendentemente dal tempo dedicato a studiare. (science)

07/03/14

L'anti Bridget Jones cinica e geniale

Ve l'hanno mai detto che l'amore è come fare marketing? Agli inizi almeno è come se stesse piazzando un prodotto ad un cliente, e il prodotto da vendere siete proprio voi. Così si finisce per raccontare qualche bugia, dicendo a voi stessi che non sono proprio bugie, sono studiate omissioni. E' una questione di marketing, di sapersi vendere. Così si cambia il numero di fidanzati passati, si cambia di posto gli scheletri nell'armadio perché non vengano trovati, ci si appassiona per argomenti che non si sono mai piaciuti e magari, chissà, ci si finge più stupide (o stupidi), per non far sfigurare il nostro potenziale cliente.

No, non mi sono ammattita del tutto, è semplicemente l'effetto del libro In verità è meglio mentire di Kerstin Gier.
In verità è meglio
mentire

La scrittrice tedesca che sta riscuotendo tanto successo ci racconta la storia di Carolin, una plurilaureata con 158 di quoziente intellettivo che, abbandonato il fidanzato Leo si sposa con il padre di lui, Karl. Carolin ha sempre trovato la sua vita complicata soprattutto a causa della sua intelligenza, con Karl però era tutto diverso, tutto perfetto finché, 5 anni dopo il loro matrimonio, lui muore e Carolin deve ricostruirsi una vita e fare i conti con la famiglia del marito: un esercito di parenti inferociti che vogliono una parte dell'ingente patrimonio di cui Carolin non sapeva neppure l'esistenza.

Sii semplicemente te stessa è stato il principio-guida della mia infanzia. Mia madre me lo ripeteva sempre quando mi lamentavo di non avere amici. Sii te stessa e tutti ti ameranno per quello che sei. Non è affatto vero. Chiaramente non si dovrebbe fingere, ci si dovrebbe mostrare per quel che si è, ma è sbagliato aspettarsi che basti questo. Solo se sei molto fortunato trovi persone che ti amano così come sei. E’ seccante quando la persona trovata muore.”

Comincio subito col mettervi in guardia. Se pensate di leggere questo libro sperando in un romanzo introspettivo e dalla lacrime facile, lasciate perdere, perché In verità è meglio mentire non è affatto così. Il romanzo della Gier è un libro leggero, da ombrellone, ironico e pungente, superficiale, ma non in senso negativo, superficiale nel senso l'idea della Gier non era quella di sviscerare la situazione, ma di passarci sopra cercando di coglierne l'ironia.

Nessun avvenimento eclatante, nessun particolare colpo di scena, insomma l'unico reale motivo per leggere questo libro è proprio la protagonista Carolin. Il suo sarcasmo pungente è talmente spassoso da farti scordare che il libro di per se è niente di particolare.
Kerstin Gier

Le citazioni poste all'inizio di ogni capitolo ne sono la prova, perché dopo ogni saggia citazione c'è l'interpretazione dell'autrice/Carolin, che le dissacra e le demolisce come solo un'adorabile cinica donna può fare.

In quanto vedova addolorata, puoi decidere se essere riluttante o perfida, o se tenere lo sguardo fisso davanti a te tutto il giorno, puoi dimenticarti di farti uno shampoo, e puoi anche non pettinarti o truccarti.”

Insomma, se state cercando qualche libro da portarvi sotto l'ombrellone questa estate In verità è meglio mentire fa proprio al caso vostro. Giunti alla fine del romanzo però, non perdete tempo a cercare il seguito del libro, non c'è, dovrete restare con un libro senza finale e senza storia, ma con una fantastica protagonista.
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