15/04/14

Testa da robot aria da folletto | Kismet ovvero sia il tocco umano in un robot.

Di certo una decina d'anni fa, avrebbe avuto un'approccio più d'impatto! Kismet, quando fu fatto apparire con quella testolina da robot e l'aspetto di un dolce folletto...

Usava espressioni infantili oltremodo esagerate per esercitare una specie di ricatto emotivo nei confronti dell'essere umano alfine di indurlo ad interagire con lui. Ad esempio: si mostrava triste se qualcuno smetteva di giocare con lui, annoita se si continuava a fare sempre la stessa attività. Kismet fu creato da Chynthia Breazeal del MIT, ed era la dimostrazione non soltanto che non sappiamo dire di no ad un viso carino, ma anche che era possibile per addestrare un robot, sfruttare le nostre reazioni innate ai bisogni di un neonato.
Nexi

Oggi Kismet si è evoluto in un robot più rifinito, più simile a un essere umano acquistando più mobilità, adesso si chiama Nexi, ed è dotato anche di braccia per interagire con ciò che lo circonda. E' cosi possibile insegnare a Nexi a svolgere complesse situazioni interpersonali, come l'attenzione condivisa in cui due o più persone (o robot) fanno uso di gesti oppure utlizzano lo sguardo per indicare a che cosa si stanno riferendo.

Queste abilità sono alla base di ogni interazione umana e dovrebbero quindi fare in modo che per esempio i robot non si limitino a guardarci il dito quando indichiamo qualcosa, come tendono a fare alcuni di cani. E' come una scuola per robot nella quale si insegnano le buone maniere che li renderanno un pò più simili a noi.
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