Il-Trafiletto
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12/09/14

Sopraelevate di Monza: una proposta per rilanciarle

Durante la conferenza stampa avvenuta in occasione della presentazione dell’ ormai storico Gran Premio d’Italia, l' 85° per la precisione, le riviste Quattroruote e Domus si sono fatte promotrici di una proposta al fine di soccorrere le Sopraelevate di Monza e rilanciarle nell’anello di elevata velocità realizzato nel 1922, abbattuto nel 1938 e ricostruito nel 1955. 

Un vero e proprio pezzo di storia del mondo delle corse, un mondo che più volte è stato minacciato di essere demolito. Una realizzazione che si colloca nelle opere di alta ingegneria dal valore inestimabile, le Sopraelevate proponevano un inusuale modello di guard-rail metallico, un sistema d’illuminazione a bordo della pista e una struttura in acciaio nella quale fu versato del calcestruzzo additivato, per conferire maggiore omogeneità al manto stradale.

Un pò di storia. 
Il nuovo circuito venne inaugurato il 4 settembre 1955 con una gara di moto; la settimana che seguì, l’11 settembre, il circuito riveduto fu lo scenario del Gran Premio d’Italia, sul cui podio salì Fangio con la sua Mercedes. La struttura ha ospitato quattro edizioni del Gran Premio d’Italia, due della 500 Miglia di Monza (nel 1957 e 1958), che vide scendere in lizza le vetture costruite per correre a Indianapolis, numerose 1.000 Km valide per il Mondiale Sport Prototipi e 4 Ore riservate alle Turismo. Negli anni 60, le Sopraelevate assursero a gloria cinematografica quando fecero da set al film “Grand Prix” di John Frankenheimer. Saltuariamente utilizzate nelle gare negli anni 70, di fatto furono in seguito abbandonate, rischiando addirittura l’abbattimento.
Anello ad alta velocità di Monza

“Call for ideas”. 
La proposta, di cui si è fatto promotore il direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini, sarà un semplice chiamare a raccolta tutti gli appassionati e studiosi di architettura da ogni parte del mondo affinché possano realizzare e proporre delle idee su come rivalutare l’infrastruttura, della quale già quest’estate la società di gestione dell’autodromo ha provveduto a risanare le parti di cemento più ammalorate. Le proposte, i progetti e le idee, espresse sotto forma di elaborati grafici o render, saranno poi sottoposte al giudizio di una giuria di esperti e presentate al pubblico nel corso del 2015, anche al fine di valutarne la fattibilità.


21/08/14

Lucertola preistorica | Perfettamente preservata


E’ stato rinvenuto lo scheletro di una minuscola lucertola messicana, fossilizzato in un frammento di ambra.

Se è relativamente comune ritrovare campioni di piante e animali imprigionati in questa resina, è però raro imbattersi in esemplari così ben conservati.

Il piccolo rettile, dell'età stimata di 23 milioni di anni, è antecedente all'evoluzione degli umani e di molti nostri predecessori. La lucertola, di dimensioni pari ad appena 1 x 4 centimetri, è stata riportata alla luce a Simojovel, nel sud del Messico, e benché piccola, è perfettamente conformata: ha mantenuto tutte le strutture scheletriche e perfino parte dei tessuti molli e dell'epidermide. Scienziati dell'Università Nazionale Autonoma del Messico, che hanno calcolato l'età del rettile datandone l'involucro di resina, ritengono che appartenga al genere anolide, ancora oggi comune in Florida.

I suoi discendenti moderni si distinguono per la tendenza al mimetismo, vengono talvolta venduti come animali da compagnia e possono raggiungere dimensioni anche cinque volte superiori. Il fossile è ora esposto nel vicino museo dell'ambra di San Cristóbal de las Casas.(science)

06/03/14

Il dolore | Dopo decenni di studi scoperta la molecola che fa...male!

Il dolore: dopo decenni di studi scoperta la molecola che fa...male!
Se sessant’anni fa Aldous Huxley, desiderava dare via libera “alla percezione”, oggi la scienza potrebbe essere sul punto di compiere l’esatto contrario.

Proprio cosi: finalmente, dopo decenni trascorsi a compiere ricerche e studi, gli scienziati della University of California di San Francisco sono riusciti nell'impresa di immortalare un’immagine ad altissima risoluzione della Trpv1, ovvero sia la proteina ritenuta responsabile della trasmissione delle sensazioni dolorose dalla pelle al sistema nervoso! Venendo così a conoscenza che la molecola è un vero e proprio portale capace di modificare la sua struttura, cioè dare via libera per l’appunto a reazione a stimoli, come bruciature o contatto con sostanze urticanti.

Molecola del dolore
Lo scorso dicembre, gli scienziati hanno pubblicato su Nature i dettagli della loro scoperta. La ricerca in realtà, era iniziata nei primi anni '90, quando il biologo David Julius si interessò alla capsaicina, la molecola che conferisce al peperoncino il tipico gusto piccante.

All’epoca non se ne sapeva granché: non era chiaro quale recettore vi si legasse e trasmettesse la sensazione al sistema nervoso. Il colpaccio arrivò nel 1997, quando l’équipe di Julius individuò un membro “piuttosto misterioso” di una famiglia di recettori i canali ionici Trp.
Nel corpo dei mammiferi sono disseminati circa 30 diversi canali di questo tipo: i ricercatori scelsero di concentrarsi sulla Trpv1, localizzata nelle fibre nervose sotto la pelle e la lingua e ne scoprirono le caratteristiche fondamentali. “Quando si morde un peperoncino, per esempio”, spiega Quanta Magazine, “la capsaicina si lega al canale Trpv1 e ne modifica la struttura, aprendo le porte per l’interno del neurone. A questo punto, gli ioni entrano nella cellula e innescano l’attività elettrica che invia segnali di dolore al cervello”.

Accade lo stesso quando si sorseggia una tazzina di caffè bollente, ma in quel caso è il calore ad aprire la strada verso il neurone. Da allora a oggi, gli scienziati hanno compreso molte altre caratteristiche del recettore, soprattutto grazie allo sviluppo di nuove tecniche di imaging (in particolare la microscopia crioelettronica) che hanno permesso di fotografarlo con estremo livello di dettaglio.
La Trpv1 a quanto pare, non è un semplice sensore, ma un vero e proprio computer in grado di raccogliere informazioni sul mondo circostante ed elaborarle per proteggerci da danni ulteriori. Funziona più o meno come una manopola del volume che regola l’intensità del dolore: quando è a contatto con la capsaicina per esempio, abbassa la soglia della tolleranza al calore (ecco perché un cibo bollente sembra ancora più caldo dopo aver morso un peperoncino).

Allo stesso modo, rende i neuroni più sensibili a bruciature e sostanze urticanti dopo una scottatura solare. Ma c’è di più. La struttura della Trpv1, secondo gli scienziati, è simile all’airlock delle navicelle spaziali. Sono presenti in realtà due porte – una che dà all’esterno e una che affaccia sul neurone – ed entrambe devono essere aperte perché gli ioni possano fluire e innescare l’attività elettrica. E non tutte le sostanze agiscono allo stesso modo: la capsaicina fa sì che le porte si aprano più frequentemente (dando luogo all’effetto che descrivevamo in precedenza), mentre il veleno del ragno, per esempio, è una specie di fermaporta e luogo a sensazioni di dolore più costanti e prolungate nel tempo. La scoperta, sostengono gli scienziati, aiuterà a mettere a punto nuovi antidolorifici, possibilmente più efficaci con meno effetti collaterali rispetto agli oppiacei attualmente utilizzati: “Più si agisce a livello periferico”, dice Julius, “meglio si può intercettare il dolore senza interferire con in sistema nervoso centrale”. Diamo il benvenuto al dolore nell’era molecolare.

08/02/14

Amore a prima vista? | Solo questione di memorie e ricordi passati!

Amore a prima vista? Solo questione di memorie e ricordi passati, con ogni probabilità un ricordo sbiadito della nostra memoria!

Il colpo di fulmine, l'amore a prima vista per l'appunto, pare che sia il risultato ultimo di un determinato momento accaduto in un tempo che fu, degno della trama di un Hollywoodiano film. Almeno cosi pare essere secondo quanto venuto alla luce da uno studio eseguito alla Feinberg School of Medicine della Northwestern University e pubblicato sul Journal of Neuroscience. In base alla ricerca, infatti, la nostra memoria si muoverebbe come un sapiente viaggiatore nel tempo che con dovizia e competenza, raccoglie frammenti del presente inserendoli in ciò che ricordiamo del passato.

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La memoria presente frutto del nostro passato
“Quando ripensiamo al primo incontro con il nostro partner attuale, ci sembra di ricordare questo sentimento di amore ed euforia” ha spiegato l’autrice dello studio Donna Jo Bridge, “Ma di fatto potremmo semplicemente star proiettando i nostri attuali sentimenti indietro nel tempo, al primo incontro con questa persona.”

E il processo non si limita a questo: i nostri ricordi si adattano a un ambiente in continuo cambiamento per aiutarci a sopravvivere, e ci aiutano ad occuparci di quello che è importante. Per fare questo, la nostra memoria cambia struttura e modifica gli eventi per creare una storia che stia bene con il nostro mondo attuale.

Secondo lo studio, questo continuo processo di editing avviene nell’ippocampo, una parte del cervello situata nel lobo temporale, che svolge un ruolo molto importante per la memoria a lungo termine e la navigazione spaziale. Nell’esperimento, 17 soggetti di ambo i sessi hanno studiato 168 immagini in cui potevano osservare alcuni oggetti con diversi sfondi, come ad esempio una foto scattata sott’acqua o una vista aerea di una zona rurale. Successivamente, quando è stato chiesto ai partecipanti di collocare gli oggetti nella posizione originale, ma su uno sfondo diverso, essi li hanno sempre inseriti nel posto sbagliato. Nella seconda parte dello studio, ai soggetti sono stati mostrati gli oggetti in tre diverse posizioni sullo sfondo originale, ed è stato chiesto loro di scegliere quale fosse la posizione corretta.

“I partecipanti hanno sempre scelto la posizione che avevano scelto nella prima parte dello studio” ha spiegato Bridge, “Questo mostra che il loro ricordo della posizione dell’oggetto era stato modificato per riflettere la posizione che ricordavano sul nuovo sfondo. La loro memoria ha aggiornato l’informazione presente nel vecchio ricordo.” L’intero esperimento è stato effettuato in uno scanner per la risonanza magnetica, in modo che gli scienziati potessero analizzare l’attività del cervello, oltre che tracciare i movimenti degli occhi dei partecipanti.

“A tutti noi piace pensare che la memoria sia questa cosa che ci permette di ricordare chiaramente la nostra infanzia e quello che abbiamo fatto la scorsa settimana” ha commentato Joel Voss, co-autore dello studio “Ma lo scopo della memoria è quello di aiutarci a prendere buone decisioni nel presente e di conseguenza, essa deve essere perennemente aggiornata. Le informazioni che sono rilevanti ora possono sovrascrivere quello che c’era in principio.”




08/11/13

Luna asimmetrica? La Nasa fornisce i dati di una sonda lunare in orbita

Pare che la luna sia asimmetrica, ce lo dicono gli scienziati della Nasa che hanno elaborato i dati di una sonda lunare in orbita.
Stanno mettendo insieme nuovi indizi su come si sia evoluta la sua struttura e se possibili impatti siano stati le cause che ne hanno determinato tale asimmetria.
Nasa
Luna
Il Gravity Recovery e l'Interior Laboratory Mission hanno fornito preziosi indizi per la distribuzione asimmetrica dei bacini da impatto lunare. Lo sappiamo dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa di Pasadena, in California. Maria Zuber, principal investigator del Massachusetts Institute of Technology ha detto: "Da tempo immemorabile, l'umanità l'ha osservata e mi chiedevo che cosa ha fatto l'uomo sulla Luna". "Sappiamo che le macchie scure sono grandi, coperte di lava, bacini da impatto che sono stati creati da collisioni con asteroidi circa 4 miliardi di anni fa. I dati GRAIL indicano che sia il lato vicino sia quello lontano della Luna sono stati bombardati da corpi simili a grandi martelli, ma hanno reagito in modo molto diverso".
GRAIL ha messo in luce grandi bacini da impatto nell'emisfero visibile del satellite rispetto a quello sul lato lontano. Una scoperta sconcertante in quanto gli scienziati hanno finora sostenuto che entrambi gli emisferi, essendo sullo stesso lato, acquisirono lo stesso numero di collisioni.

Tuttavia, gli scienziati hanno da tempo notato che le temperature dell'emisfero a noi più vicino sono superiori a quelle registrate sul lato lontano. Ciò sembrerebbe causato da un'abbondanza di elementi ad alto calore, come uranio e torio. Di conseguenza, la stragrande maggioranza delle eruzioni vulcaniche è avvenuta proprio nell'emisfero del lato più vicino della Luna.

28/10/13

iPhone 5S tanta attesa con qualche difetto

iPhone 5S, tanta attesa con qualche difetto! Il nuovo nato di casa Apple, l'iPhone 5S è da poco giunto nei nostri mercati nazionali disponibile per la vendita, e come sempre capita per i prodotti Apple sono state annotate delle vendite record da ogni parte del mondo! L'attesa dei fan di Apple era particolarmente elevata per questo prodotto, l'ennesimo gioiello dei laboratori di Cupertino.
Ma come la regola non scritta vuole che ogni nuovo dispositivo elettronico, anche la new generation del famoso melafonino porta con se alcuni difetti congeniti. Niente di grave, sia chiaro, ma sarà bene sapere che esistono tali difetti, prima di procedere con l'acquisto.
Per fortuna i problemi di calibrazione dei sensori di movimento (bussola digitale, accelerometro e giroscopio) pare siano stati risolti con l'ultimo aggiornamento del firmware del sistema operativo iOS 7.0.3, ma non è stato fatto nulla riguardo l'autonomia della batteria che continua ad essere insufficente.
A causa infatti del cambio hardware, non c'è stato un vero e proprio salto di qualità in termini di autonomia della batteria, nonostante ciò si ha motivo di credere che tale situazione possa migliorare in futuro tramite alcuni specifici aggiornamenti del firmware.
iPhone 5S

Altro difetto che balza agli occhi è l'assenza nell'App Store di applicazioni di terze parti ottimizzate per la struttura a 64 bit. Ma anche per questa inconvenienza ho ragione di credere che nei prossimi mesi giungeranno le più importanti modifiche, ma ad oggi la maggiore potenza del terminale viene sfruttata soltanto dai programmi sviluppati dalla stessa casa di Cupertino.
Il tasto Home è stato leggermente rimpicciolito rispetto al passato, per via della presenza del lettore di impronte digitali Touch ID, e per tal motivo le applicazioni si bloccano più spesso rispetto all'iPhone 5, sempre per via dell'hardware completamente rinnovato.
Delle dimensioni di 123.8 x 58.6 x 7.6 millimetri per un peso complessivo di 112 grammi, il telefono ha un display multi-touch capacitivo da 4 pollici con risoluzione di 1136 x 640 pixel, trattamento protettivo Gorilla Glass e tecnologia IPS. La memoria flash interna è disponibile nei tagli da 16/32/64 GB, la memoria RAM ammonta a 1 GB, il processore è l'Apple A7 a 64 bit e sono presenti due fotocamere, una frontale da 1.2 Megapixel e una posteriore da 8 Megapixel con autofocus e doppio flash LED.

19/10/13

Il cervello umano imitato da un chip! IBM fa sul serio.

Il cervello umano imitato da un chip! IBM fa sul serio. I ricercatori di Ibm sono impegnati nell'elaborare un chip che sia in grado di imitare le attività cerebrali dell'essere umano. Il progetto chiamato SyNAPSE che riproduce per l'appunto la struttura e l'architettura del cervello umano, alfine di eguagliare l'efficienza, la compattezza e l'economicità nell'utilizzo delle risorse.
SyNAPSE l'acronimo che che vuol dire: "sistemi di elettronica neuromorfa, adattativa, plastica e scalabile", è già allo studio dal 2008. Nei giorni scorsi, durante la conferenza sulle reti neurali IJCNN a Dallas, IMB ha reso noto di aver ricevuto dal DARPA (l'ente di ricerca del Ministero della Difesa statunitense) altri 12 milioni di dollari di finanziamenti proprio per continuare le ricerche, in collaborazione con la Cornell University e iniLabs.
I computer attuali sono strutturati in base ad una architettura ideata da Von Neumann, e lavorano in maniera sequenziale, procedendo alla risoluzione dei problemi uno alla volta. Tale metodologia ha portato ai risultati noti a tutti, ma sta per giungere al fine mostrando i suoi limiti. Costretti dalle esigenze sempre più pressanti dello sviluppo, la necessità di aumentare la potenza di calcolo, porta a difficoltà e oneri che diventano insostenibili, richiedendo un dispendio di energia è sempre più alto, e non è comunque sufficiente per gestire in tempo reale le enormi quantità di dati necessarie per comprendere a fondo la realtà.
Chip IBM emulatore del cervello

In tal modo il nostro cervello è molto più capace di un computer, nonostante sia più lento, approssimativo e consumi solo l'equivalente di una lampadina da 20 Watt.
Lo scopo di IBM è quindi quello di imitare le capacità del cervello umano, attraverso un modello di calcolo cognitivo che imiti il funzionamento dei neuroni, delle sinapsi, e funzioni in maniera asincrona e parallela. La programmazione avverrà tramite i cosiddetti corelet, reti neurosinaptiche specializzate nello svolgere compiti di base, che potranno essere combinati e interconnessi per svolgere funzioni più complesse. IBM è al lavoro di un ecosistema software per programmare in questo modo nuovo, in cui architetture e programmi sono strettamente intrecciati.
L'obiettivo a lungo termine è quello di costruire l'equivalente di un cervello umano: un sistema di dieci miliardi di neuroni e centomila miliardi di sinapsi, che consumi un solo Kilowatt e occupi meno di due litri di volume, che dovrebbe essere in grado di interpretare in tempo reale dati sensoriali continuamente variabili. Potrebbe essere la via verso la tanto cercata intelligenza artificiale.
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