SyNAPSE l'acronimo che che vuol dire: "sistemi di elettronica neuromorfa, adattativa, plastica e scalabile", è già allo studio dal 2008. Nei giorni scorsi, durante la conferenza sulle reti neurali IJCNN a Dallas, IMB ha reso noto di aver ricevuto dal DARPA (l'ente di ricerca del Ministero della Difesa statunitense) altri 12 milioni di dollari di finanziamenti proprio per continuare le ricerche, in collaborazione con la Cornell University e iniLabs.
I computer attuali sono strutturati in base ad una architettura ideata da Von Neumann, e lavorano in maniera sequenziale, procedendo alla risoluzione dei problemi uno alla volta. Tale metodologia ha portato ai risultati noti a tutti, ma sta per giungere al fine mostrando i suoi limiti. Costretti dalle esigenze sempre più pressanti dello sviluppo, la necessità di aumentare la potenza di calcolo, porta a difficoltà e oneri che diventano insostenibili, richiedendo un dispendio di energia è sempre più alto, e non è comunque sufficiente per gestire in tempo reale le enormi quantità di dati necessarie per comprendere a fondo la realtà.
Chip IBM emulatore del cervello |
In tal modo il nostro cervello è molto più capace di un computer, nonostante sia più lento, approssimativo e consumi solo l'equivalente di una lampadina da 20 Watt.
Lo scopo di IBM è quindi quello di imitare le capacità del cervello umano, attraverso un modello di calcolo cognitivo che imiti il funzionamento dei neuroni, delle sinapsi, e funzioni in maniera asincrona e parallela. La programmazione avverrà tramite i cosiddetti corelet, reti neurosinaptiche specializzate nello svolgere compiti di base, che potranno essere combinati e interconnessi per svolgere funzioni più complesse. IBM è al lavoro di un ecosistema software per programmare in questo modo nuovo, in cui architetture e programmi sono strettamente intrecciati.
L'obiettivo a lungo termine è quello di costruire l'equivalente di un cervello umano: un sistema di dieci miliardi di neuroni e centomila miliardi di sinapsi, che consumi un solo Kilowatt e occupi meno di due litri di volume, che dovrebbe essere in grado di interpretare in tempo reale dati sensoriali continuamente variabili. Potrebbe essere la via verso la tanto cercata intelligenza artificiale.