Il-Trafiletto
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06/10/14

Aperto a Milano il locale del "lusso del palato" | Sua maestà il tartufo

Godiamoci un po' di sano lusso all'insegna del tartufo, prodotto principe dell'autunno, dal primo al dolce tutto rigorosamente con scaglie di tartufo, nel primo locale dedicato al lusso del palato, aperto dalla famiglia Sermoneta, nella moda da 40anni.


La famiglia di Alberto e Angelo Sermoneta - nata nel mondo romano del commercio di tessuti e da 40anni emblema dei guanti di alto profilo- da qualche anno ha deciso di investire anche nel food, con un articolo altrettanto lussuoso: il tartufo, la «patata meravigliosa» per George Sand, «il sancta santorum» per Alexandre Dumas, solo per citare le lodi di scrittori famosi. Il tartufo ha in Piemonte, nelle Langhe (ma non solo), il suo territorio d’elezione .

Aperto da qualche settimana a Milano in corso Venezia al 18, dopo aver aperto per primo a Roma Alberto Sermoneta replica il format all’interno di Palazzo Serbelloni. Duecentocinquanta metri quadrati, ben arredati da Laura Franco, interamente dedicati al tartufo (di esclusiva provenienza italiana) abbinati a prodotti ricchi di «italian factor». Il tartufo si può comprare puro e crudo, o trasformato nei vari prodotti del brand (ottimo l’olio); ma la degustazione avviene anche attraverso proposte di piccoli spuntini creati da Marco Fossati.

Ma la novità è che si beve, in un cocktail nella sala bar con rigoglioso giardino verticale, sotto la regia di Paola Coppini. Composto da quattro sale, la più chic è la Sala Esploratore, ricca di trofei di viaggio del patron e di stampe tratte dall’Artusi, arredata per diciotto coperti con servizio al tavolo.


La cucina espime esperienza e sicurezza, e lo si vede (e sente) nel tagliolino, nel risotto dalla perfetta mantecatura, fino ai dessert contraddistinto da un divino sapore, il gelato di crema con pinoli e miele al tartufo. Sublime la carta-caffè che, inizia con il leggendario Kopi Luwak (26,50 euro la tazza) e il Bird Yacu (29,50 euro la tazza), uno dei più pregiati al mondo. «Giusto che il tartufo abbia un buon riconoscimento anche all’estero», dice Alberto Sermoneta, «infatti apriremo un punto vendita da Harrod’s a Londra e uno a Dubai». «Dove nascono i tartufi nasce il buon vino», diceva Bruno Ceretto, produttore di un Barolo solenne: e la cantina di Sermoneta in corso Venezia lo conferma.

07/08/14

Todi città medioevale

Todi (m 400 s.m.; ab. 17.078) Si trova in Umbria, in provincia di Perugia da cui dista 45 km. È situata nella media valle del Tevere, alla sinistra del fiume su di una collina a forma triangolare, quasi al centro di un anfiteatro di monti, in posizione dominante la confluenza del torrente Naia col Tevere.
Todi città medioevale -.
Todi è uno dei più integri e solenni centri medioevali italiani. Indipendentemente dagli edifici monumentali, l' ambiente urbano è uno dei più caratteristici: vie anguste e tortuose, brune case, archi, piccoli pozzi medioevali nelle strade, i dislivelli creano prospettive varie, con improvvisi scorci panoramici sui colli circostanti.
Storia
Todi sorge in epoca assai remota, roccaforte degli Umbri e soggetta agli influssi e alla penetrazione degli Etruschi, che a poco a poco ne fanno uno dei loro centri maggiori. In seguito è una delle prime città umbre ad essere conquistata da Roma, intorno al 340 a.C., che la fortifica e la consacra al dio Marte. In seguito la città viene eretta a municipio ottenendo poi, col primo triumvirato, il privilegio di battere moneta. Per la sua alta posizione e per il suo forte sistema difensivo, Todi è in gran parte risparmiata dalle invasioni barbariche. Costituitasi in libero Comune nel secolo XII, è travagliata, come tutti i comuni umbri, da violente lotte interne fra le fazioni guelfe e ghibelline e da guerre esterne contro i comuni limitrofi. Nel 1237 entra a far parte della lega dei comuni guelfi e nel 1240, grazie ad un efficiente organismo militare, può sconfiggere le truppe di Federico II.

Il secolo XIII è quello del massimo splendore ma quello seguente segna l'inizio della decadenza. Todi è soggetta a varie signorie tra le quali prevale la famiglia Atti. Nel XIV secolo la città è assoggettata definitivamente alla Chiesa e gli Atti ne divengono vicari pontifici. Da allora segue le vicende dello Stato della Chiesa fino all'annessione al Regno d'Italia. Arte e monumenti

Le cinte murarie testimoniano le tre età e le tre civiltà che sono fiorite in Todi: l'etrusca, la romana e la medioevale. Quest'ultima è la più ampia e ancor oggi in gran parte delimita l'abitato. Vi si aprono tre porte: la Marzia, la porta della Catena, ad arco ogivale, e la porta Perugina. Dell'età romana, oltre a parte delle mura, restano quattro nicchioni sormontati da trabeazione dorica, resti di una grandiosa costruzione di età augustea, un arco della porta Libera e pochi ruderi dell' anfiteatro.
L'autentica atmosfera della città è però medioevale e si esprime particolarmente nella lunga e rettangolare piazza del Popolo, che un tempo era il foro, su cui prospettano il palazzo dei Priori, il palazzo del Popolo, il palazzo del Capitano e il Duomo, iniziato al principio del secolo XII a opera dei maestri Comacini e ampliato e rinnovato nei secoli XIII e XIV. La chiesa di S. Fortunato, a cui si accede dalla scenografica piazza per un'ampia scalinata, risale al 1292, eretta in forme gotiche e continuata fino alla seconda metà del '400. Altre chiese sono S. Ilario, sormontata da campanile a vela, S. Prassede, dalla incompiuta facciata a strisce bianche e rosse, S. Maria in Camuccia, romanica, S. Nicolò de Cryptis, chiesetta del 1093, costruita entro l'arco dell'anfiteatro romano, di cui resta parte della facciata con tre portali.
Nel palazzo del Capitano hanno sede la Biblioteca ed il Museo-Pinacoteca Civici, che comprende materiale archeologico etrusco e romano, una collezione di monete, dipinti di 'scuola umbra e toscana, oreficerie e ceramiche medioevali. Manifestazioni
Festa patronale di S. Fortunato (14 ottobre); il 30 ottobre festa al santuario di Collevalenza; nella settimana santa rappresentazione de "Il pianto della Madonna" di Jacopone da Todi. Rassegna antiquaria d'Italia (aprile); mostra nazionale dell' artigianato (fine agosto-settembre).
Prodotti enogastronomici Tra i formaggi è degno di nota il pecorino, mentre in campo dolciario troviamo il pane nociato.
In campo enologico, la vicina Orvieto produce l'omonimo vino bianco, famoso in tutto il mondo.

Spaghetti ai tartartufi neri
Valori nutrizionali Protidi 13 Lipidi 25 Glucidi 83 Kcal 609
Il tartufo nero pregiato umbro matura da novembre a marzo lungo le verdi vallate della regione fino ai mille metri di altezza. Questo tubero tipicamente umbro, per caratteri botanici e pregi intrinseci del tutto simile a quello francese di Périgord, per esprimersi al meglio ha bisogno di una scaldatina. È proprio per questo che eccelle sugli spaghetti fumanti.

Ingredienti per 4 persone: *400 g di spaghetti
*120 g di tartufi neri
*1 dl d'olio d'oliva *sale
Fate cuocere gli spaghetti in abbondante acqua bollente e leggermente salata, sgocciolateli al dente e metteteli in un piatto di servizio concavo e riscaldato. Nel medesimo tempo versate in un tegame l'olio e fatelo fumare. Gettatevi i tartufi precedentemente ben nettati e pestati a poltiglia nel mortaio. Ritirate immediatamente dal fuoco, mescolate e versate sugli spaghetti. Portate in tavola, date un'ultima rimescolata e servite immediatamente.

01/11/13

Il primo per il dio Pan.

"Tra i cespugliosi boschi
ai piedi delle ombrose querce,
tra nodose radici del faggio,
dentro a terreni umidi e freddi,
il fedele amico scarta il regalo
il frutto del dio Pan: il Tartufo."




Tagliatelle al tartufo
iltrafiletto.blogspot.it



Non potevo esimermi dal mostrarvi il piatto più appetibile della Romagna: Tagliatelle al tartufo! Vorrei anche potervi insegnare come farle, ma la manualità a sfogliare la pasta all'uovo romagnola, è una vera arte. In Romagna ci sono scuole di sfogline e gare di di sfoglia. Vince la più tonda, più trasparente e dev'essere intera, nessun buchetto. Non è facile. Ma vediamo se posso farvene fare una tipo questa che vedete. Ci servono uova fresche e buone, farina tipo 0 e impastiamo un mezzo kilo di farina con circa 5 uova. Iniziamo con quattro e poi se è necessario ne mettiamo un'altra. Impastiamo bene con forza, dobbiamo ottenere una pasta "lissia" "lissia". La lasciamo riposare. Prendiamo una cipolla piccola la tagliamo fine fine e poi la mettiamo in una tegame basso e largo con un bel fondo di olio d'oliva mi raccomando. Appena dorata mettiamo 1/2 kilo di carne tritata di maiale, quella che serve per fare la salsiccia. Cuociamola benino a fiamma alta sfumiamo con un bicchiere di vino bianco e lasciamo evaporare. Sale e tanto pepe appena macinato, una bella rigirata e sempre a fiamma alta mettiamo cucchiaiate di passata di pomodoro, se è fresca è meglio. Appena il pomodoro cambia colore, da rosso ad arancio (tipico colore del pomodoro cotto) ne mettiamo altre cucchiaiate e rifacciamo la stessa procedura finch'è non abbiamo finito il mezzo kilo di passata. Lasciamo sobbollire per una ventina di minuti ed appena l'olio d'oliva arriva a galleggiare fra la ciccia....è pronto. Ora fate voi, stendete la pasta in sfoglia con il matterello, fatelo con la macchinetta ....comprate le tagliatelle all'uovo in scatola, ma almeno prendiamole fresche! Cotte, condite in padella sul fuoco, una bella manciata di Parmigiano Reggiano e dulcis in fundo...Il TARTUFO! E buona sniffata!

31/10/13

Metamorfosi da uovo a "farfalla" per il piatto del Re

Prendiamo due uova, agitiamole vicino all'orecchio: non devono fare nessun rumore, nè flop flop, nè ciak ciak, nè pio pio naturalmente.
uova con Tartufo
Il Trafiletto
Un uovo fresco, anzi freschissimo vi dico come fare per testarlo: immergerlo in un bicchiere d’acqua con una manciata di sale: se galleggia non va consumato, se resta a metà vuol dire che non ha una tale freschezza per essere fatto alla coque ma in qualunque altra maniera può andare bene. L’ideale? Se va a fondo è perfetto.
Tartufo
Bene ora  rompiamo le uova in una piccola fondina in ceramica da forno, grattugiamo a scaglie un po' di parmiggiano reggiano 36 mesi...e si che un uovo costa talmente poco che se volete trasformarlo in un boccone da Re, almeno il parmigiano sia il più costoso, pochi grammi basteranno. Mettiamoci sopra un cucchiaio di olio buono d'oliva, torchiato a freddo da olive raccolte in una giornata asciutta, dal raccoglitore in camicia e cravatta.....un olio d'oliva va bene due cucchiai ancora meglio. Mettiamolo al forno (un fornetto va benissimo) alla massima temperatura per 5 minuti, togliamo dal forno e grattugiamo sopra all'uovo una bella "sgranfignata" di tartufo, che ora è la sua stagione.  Inforniamo per altri due minuti e serviamo con fettine di pane tostato ed imburrato. Mettiamolo in tavola e..lunga vita al Re.

28/10/13

Il "tubero" più pregiato al mondo: grazie ai nostri fedeli amici pelosoni

Grazie ai nostri fedeli amici, possiamo goderci il tartufo. Il signor Benito Ranieri, che lo cerca da quarant'anni, la mattina del 14 ottobre si è alzato molto presto, ha caricato in macchina il pointer Luna, sua  fedele compagna ed ha raggiunto il suo luogo segreto. Un tartufaio non dirà mai dove cerca i suoi tartufi, svierà sempre gli altri dall'invadere il suo "bosco segreto".

Qui Luna ha trovato un tartufo dalle dimensioni extra: mezzo kilo! " Non credevo ai miei occhi".
"Ho provato davvero una grande emozione. Li cerco da quarant'anni ma uno così grande non l'avevo mai trovato, ma è tutto merito di Luna". Questo quanto afferma Benito che è di Alfonsine della provincia di Ravenna e per quanti cani potrà avere in futuro, sono sicura che li chiamerà sempre Luna!

Mio padre era un tartufaio figlio di un tartufaio e in casa mia si mangiavano tartufi come fossero belle mele da addentare (cosa che facevo spesso da piccola). Un piatto prelibato che preparavano gli amici di mio padre, quando facevano bisboccia insieme e mi invitavano per la soddisfazione che davo a loro nel mangiare tartufo, era costituito da bistecche fiorentine messe a strati con scaglie di parmigiano spesse un dito e scaglie di tartufi anche quelle molto spesse, chiuso il tutto da un coperchio di alluminio, legato con il fil di ferro al tegame e messo fra le braci di un glorioso fuoco. Ve lo assicuro che una fragranza così non si scorda e io, che avevo 6 anni, mi è rimasto impresso nella memoria dell'olfatto.
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