Il-Trafiletto
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19/12/13

Il metodo "Stamina" poptrebbe trasmettere l'Hiv e la Bse | Il rapporto dei NAS

Non è facile trattare questo argomento quando non si hanno le competenze. Ma quando cè la sofferenza di bambini, diventa ancor più difficile anche per chi, le competenze le possiede.
Una mia riflessione, però posso farla. Ho letto molto su questo scottante tema, e ho ascoltato tanti pareri sul metodo di cura. Sono stati intervistati tanti "papaveroni" della medicina della ricerca e della farmacologia, non ho letto di una intervista ad un ammalato che si sia sottoposto a questa "cura". Certo che i "topo sicret" dei verbali, oltre che i pareri dei tribunali mai resi pubblici, non aiutano a farsi un parere obbiettivo. Per quanto mi riguarda non ho un parere, ed è per questo che riporto in forma integrale l'articolo di La Stampa.it.

Il rapporto choc su Stamina “Non ci sono cellule staminali” Dai verbali dei Nas e dai pareri del comitato ministeriale di esperti emerge anche il rischio di contrarre il morbo della mucca pazza Un metodo che non dovrebbe nemmeno chiamarsi «Stamina» perché di cellule staminali nelle misteriose infusioni ce ne sarebbero sì e no tracce. Nessun accenno a come le cellule mesenchimali del midollo si trasformerebbero in cellule cerebrali e dei tessuti nervosi, in grado di riparare i danni all’origine di molte malattie neuro degenerative, come Sla o Sma1. 

Un momento della mobilitazione per la libertà di cura
con il metodo Stamina organizzata
dal «Civico 117 a» in piazza del Pantheon
a Roma, due giorni fa
E persino lo spettro di contaminazioni da morbo di «mucca pazza». A gettare nuove ombre intorno al contrastato «metodo Vannoni» sono le carte sin qui “top secret” dei verbali dei Nas e degli organismi scientifici istituzionali, oltre che il parere, mai reso pubblico integralmente, con il quale il Comitato di esperti, poi giudicato «non imparziale» dal Tar Lazio, ha bloccato sul nascere la sperimentazione. Documenti che da un lato confermano quanto già trapelato, come il rischio di trasmissione di malattie infettive, Hiv in testa, per assenza di controlli delle cellule dal donatore. Ma dall’altro rivelano altri rischi per i pazienti. Come quello della Bse, meglio nota come sindrome da mucca pazza. Verbale del 16 ottobre 2012, dopo la chiusura dei laboratori degli Ospedali civili di Brescia, dove si coltivavano le cellule per Stamina. Secondo l’Aifa in assenza di sicurezza.


Presenti gli stati maggiori dei Nas, della stessa Agenzia del farmaco, dell’Istituto superiore di sanità e del centro nazionale trapianti. Luca Pani, presidente dell’Aifa, afferma che l’analisi condotta «farebbe supporre l’uso di siero fetale bovino nei terreni di coltura». Dubbio fugato dagli esperti del comitato, che nel parere svelano come sia la stessa documentazione presentata da Stamina a confermare l’uso di siero bovino per la coltura delle cellule. 

Cosa che in sé non sarebbe vietata anche se sconsigliata. Purché – ricorda il comitato – «per ridurre i rischi di natura infettiva… il siero fetale bovino provenga da animali allevati e sacrificati in Paesi privi di Bse», il tutto mediante certificazione europea. «Nessuna di queste informazioni è presente nei documenti pervenuti», si legge però nel parere. Ma i pericoli non finiscono qui. «Il terreno di coltura contiene antibiotici», rivela sempre il comitato, che considera questa pratica «non giustificata» e a rischio di tossicità. E poi la presenza di detriti dei tessuti potrebbe provocare micro embolie polmonari e cerebrali. Del resto un altro verbale rivela che in un campione prelevato a Brescia il 30% delle cellule sarebbe stato contaminato. In un altro campione la contaminazione sarebbe invece «bassissima», ma in entrambi si rileva l’assenza di un marcatore che generalmente rileva la presenza di cellule staminali mesenchimali. Sorge allora il dubbio su cosa venga realmente somministrato ai pazienti. 

Tanto che il generale Cosimo Piccinno, capo dei Nas, avanza il sospetto che il metodo Stamina sia nella realtà cosa diversa da quello descritto nella domanda di brevetto presentata a suo tempo da Vannoni e poi respinta negli Usa. Nel consenso informato fatto firmare ai pazienti, rivela un altro verbale, «sorprendentemente si dichiara che le cellule somministrate possono essere leucociti del sangue, di solito mescolati ad altre componenti minori… oppure cellule più purificate quali le cellule mesenchimali estratte dal midollo osseo». Insomma, un frullato indefinibile. E infatti per gli scienziati del comitato che hanno potuto leggere per esteso le carte di Vannoni dal metodo Stamina di coltura «la popolazione (cellulare) che si ottiene non è purificata, non è omogenea, non è una popolazione di cellule staminali». 

Qualunque cosa sia però per il comitato non c’è nulla che dimostri la trasformazione di cellule del midollo in cellule neuronali in grado di riparare i danni delle malattie neuro degenerative. Secondo le sequenze descritte nella domanda di brevetto la trasformazione avverrebbe dopo solo un’ora di coltura in acido retinoico. All’Iss, rivela un verbale, ci hanno provato per 2 ore e poi per 24. Ma del miracolo della trasformazione cellulare nessuna traccia. «Su Stamina serve chiarezza perché non ci siano più dubbi», ha ribadito la Lorenzin preannunciando a breve la nomina del nuovo comitato. A meno che prima degli scienziati a sollevare nuovi dubbi arrivi la magistratura.    fonte

08/12/13

Scoperta una miracolosa pillola che sconfigge l'epatiteC | Ma a che prezzo?

 Per quattro settimane di cura servono 28mila dollari, che diventano 84mila per il ciclo consigliato di 12 settimane. E si arriva a quota 168mila per le 24 che sono necessarie per battere le infezioni più resistenti.
L'Italia il Paese europeo più colpito con due milioni di contagiati. Per gli esperti: "È una rivoluzione, una grande notizia per tutti quelli che soffrono di epatite C". I medici americani non hanno dubbi: il farmaco, approvato ora dalla Food and Drug Administration, è destinato ad aprire una nuova frontiera nella lotta ad una delle malattie più pericolose e diffuse.

Epatite C
La medicina miracolosa è una pillola da prendere una sola volta al giorno, si chiama Sovaldi e il principio attivo che combatte il virus è il sofosvubir, una molecola in grado di sconfiggere anche i ceppi più resistenti. In questo modo diventano inutili le punture di interferone, sino ad oggi l'unico rimedio efficace, ma che porta con sé pesanti effetti collaterali: insonnia, nausea, depressione, sintomi influenzali. E oltre ad essere molto meno invasiva la cura promette percentuali di successo altissime: attorno all'80% secondo gli ultimi test, che però necessitano di altre conferme. "È un passo avanti eccezionale nella lotta all'epatite, riusciremo a sconfiggere con molta più facilità il virus soprattutto nei pazienti cronici": dice al New York Times, Edward Cox uno dei membri della commissione Fda. C'è però una controindicazione destinata a riaccendere le polemiche sull'accesso ai farmaci, ovvero il costo della pillola. Per quattro settimane di cura servono 28mila dollari, che diventano 84mila per il ciclo consigliato di 12 settimane. E si arriva a quota 168mila per le 24 che sono necessarie per battere le infezioni più resistenti. "È inaccettabile e vergognoso: non c'è alcuna logica che giustifichi questi prezzi. Una follia sulla pelle dei pazienti di tutto il mondo": attacca Michael Weinstein presidente di una delle maggiori organizzazioni che aiutano i malati di Aids, protagonista in passato di altri scontri durissimi con Big Pharma sul prezzo dei medicinali. La Gilead Science, la società che produce la pillola reagisce con la consueta tranquillità: "Il prezzo è in linea con il mercato, anzi se confrontato con altri concorrenti che sono meno efficaci e innovativi è persino basso. Cercheremo poi di attuare dei programmi per aiutare i malati che non hanno i mezzi". Per la società è un successo annunciato, secondo gli analisti di Wall Street, il farmaco è destinato a superare tutti i record di vendita e ricompenserà ampiamente gli 11 miliardi di dollari investiti nel progetto. La Gilead batte tutte le altre grandi compagnie farmaceutiche che stanno lavorando nella ricerca di cure simili. "Nei prossimi 18 mesi arriveranno altre medicine che semplificheranno di molto la cura dell'epatite, saranno meno invasive e soprattutto porteranno il tasso di guarigione oltre il 90%", dice ancora Cox. Novità che arriva proprio in uno dei picchi più alti di ammalati: nel mondo sono 180 milioni, quasi quattro negli Stati Uniti, quasi due in Italia, anche se sono pochissimi quelli che si curano. "Si sta manifestando il virus in quei pazienti che l'hanno contratto anche molti anni fa, quando ancora non si conoscevano tutti i pericoli di comportamenti a rischio: come i rapporti sessuali non protetti o lo scambio di siringhe", spiegano gli esperti. Numeri che adesso sembrano destinati a diminuire con le nuove cure, anche se prima di venire importate in Italia e in Europa ci vorranno ancora un paio di mesi. L'epatite C inizia a far meno paura, a patto di aver qualche migliaio di dollari in tasca.                                                                                fonte

21/10/13

Oligoelementi: le diatesi e loro classificazioni


La diatesi è la predisposizione, indicante la speciale capacità reattiva dell'organismo a determinati stimoli, sufficienti a determinare reazioni abnormi e malattie.
Le prime due diatesi sono dette “giovani”, o “di nascita”, essendo il risultato del patrimonio genetico fornito dai genitori esprimono capacità di difesa e di adattamento mentre le ultime due sono “di involuzione” o “vecchie”, essendo diatesi verso le quali si evolve come risultato del passaggio degli anni, a seguito del progressivo calo di forza vitale.
Condizioni anormali di vita e patologiche possono accelerare il passaggio verso le diatesi vecchie, di involuzione, rappresentando cosi il progressivo decadimento organico e vitale. Con l’utilizzo degli oligoelementi si possono ripristinare le condizioni favorevoli al mantenimento o al ritorno verso la diatesi “giovane”. C’è da ricordare che una carenza di vitamine e di oligoelementi può creare delle alterazioni strutturali e fisiologiche fino a rendere favorevole il “terreno” alle malattie.
La carenza di oligoelementi può avvenire da situazioni di stress, da inquinamento ambientale, da abuso di farmaci, da assunzione di cibi poveri di elementi minerali, dall’impiego massiccio di pesticidi e prodotti chimici in agricoltura, l’AMETALLOSI è una carenza di atomi metallici, che comporta uno squilibrio generale e provoca malattie funzionali.
Se si corregge quindi questa carenza si riequilibra il metabolismo, si guarisce la malattia funzionale, e si ripristina lo stato armonico di salute Ci sono varie tipi di Medicina oligoterapica, quella qui trattata  è quella a dosi infinitesimali, tutte le altre sono di appannaggio di specialisti medici e vanno seguite sotto stretto controllo clinico.
DIATESI ALLERGICA Mn, iperattiva
E’ detta anche del MANGANESE, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO, energico, volitivo, impetuoso, ottimista, fiducioso di sé, nervoso, irascibile, amante delle novità, memoria selettiva, emotivo, passionale.
Il comportamento fisico è caratterizzato da astenia, stanchezza, che scompare durante l’attività, è iperattivo la sera, ha un sonno irregolare.
La predisposizione è alle emicranie periodiche, a allergie agli agenti esterni, alle riniti, alle algie, ai disturbi digestivi o intestinali di tipo nervoso, alla gotta, disturbi mestruali.
DIATESI IPOSTENICA Mn-Cu, iporeattiva, ipostenica
E’ detta anche del MANGANESE-RAME, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO calmo, ponderato, indifferente, scarsa memoria, metodico, autocontrollato, non passionale.
Il comportamento fisico è caratterizzato dalla stanchezza di sera e allo sforzo, con mancanza di resistenza, bisogno di riposo, sonno abbastanza buono.
Come predisposizione alle malattie: fragilità delle vie respiratorie, infezioni, reazioni linfatiche e digestive, artrosi, cefalea, diabete, obesità, artrite.
DIATESI DISTONICA, Mn-Co, distonica
E’ detta anche del MANGANESE-COBALTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO ansioso, nervoso, malinconico, depresso, affaticabile, con cattiva memoria, cattiva concentrazione, invecchiamento organico.
Il comportamento fisico è caratterizzato da stanchezza progressiva agli arti inferiori, disturbi neurovegetativi, circolatori, digestivi, articolari, il sonno è mediocre, soffre di risvegli notturni.
La predisposizione alle malattie si evidenzia nei disturbi neurovegetativi, circolari, cardiovascolari, nella ipertensione, nelle ulcere, negli spasmi, nella colite nei calcoli, nell’artrosi, nella cefalea.
DIATESI ANERGICA, Cu-Au-Ag, astenica
E’ detta del RAME-ORO-ARGENTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono mancanza di vitalità, depressione, obnubilazione, indecisione, volubilità, mancanza di memoria e di concentrazione, grande rilassatezza.
Come comportamento fisico si ha stanchezza continua, nessuna autodifesa né fisica né morale, lassitudine generale, insonnia, incubi notturni , angoscia.
La predisposizione alle malattie spesso di tipo degenerativo, come la scoliosi, la febbre, il reumatismo grave, la poliartrite, il blocco linfatico, infezioni acute e recidivanti, degenerazioni tessutali, senilità globale.

18/10/13

La pillola che ti rammenta le medicine!

La pillola che ti rammenta le medicine! Avete capito bene, si tratta di una pillola che appena ingerita, dallo stomaco, viene inviato un messaggio, diretto a voi oppure al vostro medico, per informare che il medicinale è giunto a destinazione ed sopratutto sia proprio quello giusto. Pensarete che sia fantascienza...niente affatto! Si tratta di una tecnologia già usata in via del tutto sperimentale e che dovrebbe essere messa in commercio entro il prossimo anno.
Potrebbe apparire assurdo, ma quello di assumere dei medicinali sbagliati è un problema molto ricorrente. In base a quanto afferma l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le somministrazioni errate di medicine arrivano al 50% dei casi. Ad aggiungersi agli errori dei pazienti, particolarmente quelli anziani, nel fare fede alle dosi e i tempi, ci sono quelli dei medici e farmacisti nel prescrivere la cura. Oltretutto può capitare che i pazienti scordino di informare il medico di medicinali di cui stanno già facendo uso, e che possono generare effetti indesiderati se mischiati con altri. Appare chiaro che un sistema che permettesse di verificare con premura e precisione ciò che il paziente ha ingerito, renderebbe migliore di molto la qualità delle cure.
Esattamente questo lo scopo di un sistema concepito dall'azienda californiana Proteus Digital Health, che ha realizzato un sensore ingeribile e grande come un granello di sabbia. Costruito interamente con materiali assorbibili senza danni dal corpo umano (rame, magnesio, cloruro di sodio), non necessita di batterie, in quanto alimentato dalla reazione con gli acidi gastrici. Il sensore viene introdotto in ogni pillola, e dopo averlo ingerito, si attiva trasmettendo un debole segnale radio di identificazione, che permette di riconoscere con esattezza di che medicina si tratta.
Sensore in pillola

Affinchè il sistema funzioni, il paziente deve indossare uno speciale cerotto contenente un chip, che è in grado di intercettare il segnale trasmesso dal sensore ingeribile e di raccogliere altri dati riguardo alle funzioni vitali del paziente, che permettono di comprendere se la medicina sta facendo effetto. Il cerotto, che è usa e getta e va cambiato ogni settimana, comunica via Bluetooth le informazioni a uno smartphone che le salverà i dati trasmessi nella cloud. In tal modo il medico può avere a disposizione la cronologia di tutti i medicinali assunti e del loro effetto.
Al momento la tecnologia è in prova presso una catena di farmacie britanniche, che confezionano set di pillole che includono il sensore. Sono già state ottenute le autorizzazioni per commercializzare i sensori in Europa e negli USA.
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