Il-Trafiletto
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24/09/14

The Dark Hedges, un posto da favola

Nelle novelle si favoleggia di posti meravigliosi, di foreste annose, di alberi secolari, di luoghi intrisi di misticismo e magia che stuzzicano la nostra  fantasia e danno spazio al sogno, all'avventura e a quel nostro spirito fanciullesco che spesso giace latente in un angolo recondito della nostra anima. Ma in taluni casi non si tratta solo si luoghi di fantasia, ma di reali angoli di paradiso che possono palesarsi ai nostri occhi.

Vicino al tranquillo villaggio di Armory, nell’Irlanda del nord, c’è una strada di campagna che sembra uscita dalla mente di uno scrittore: il nome con cui è conosciuta è The Dark Hedges (letteralmente “Le siepi scure”), e quello che la rende unica sono i densi filari di faggi che costeggiano la strada.

The Dark Hedges
immagine presa dal web
Gli alberi furono piantati intorno nel 1750 dalla famiglia che al tempo possedeva il terreno, con l’idea di creare un ingresso d’impatto per la loro villa, ed hanno decisamente raggiunto e probabilmente superato l’obiettivo. Nel corso degli anni, gli alberi sono cresciuti e i loro rami, quasi braccia, si incrociano l’uno con l’altro creando un ambientazione che suggestiva, trasportandoci in un mondo quasi irreale, anche grazie ai giochi di luce che si creano tra i rami.

Fino ad una quindicina di anni fa, The Dark Hedges era conosciuta solamente dagli abitanti della zona, ma nel 1998 l’ente per il turismo nord-irlandese ha iniziato a promuovere la località, rendendosi conto delle potenzialità. Oggi The Dark Hedges è anche un classico degli sfondi per il desktop ma anche una location cinematografica importante: lì sono state girate, ad esempio, alcune scene de Il Trono di Spade.

20/09/14

Un sogno: gente di pace

Pensa ogni giorno alle cose belle e vivile, non farti sopraffare dai problemi e dalle preoccupazioni, ma vola nel tuo mondo, nella tua storia e fai in modo che ogni sogno sia il punto di partenza della tua realtà quotidiana. 


Mentre ero coricato e contemplavo il cielo aperto, all’ombra di una palma, un pensiero mi è venuto: sognavo di poter volare allegramente e questo pensiero è diventato un sogno, un sogno così puro, che a questo punto mi sembrava che la vita che avevo realmente era un'illusione, il sogno mi rendeva insicuro non sapevo se continuare a volare o risvegliarmi e vivere la mia giornata.

Il mondo era diventato un viaggio tra la gente del pianeta che mi accoglieva festosamente e il mio cuore si riempiva, sempre più, di volti, di persone che mi rendevano veramente felice e mi davano tanta pace.

Tutto ad un tratto, questa gente, si trasformò in forzieri traboccanti di pietre preziose, un tesoro di inestimabile valore e a quel punto i miei occhi si sono riaperti e mi sono ritrovato nel mio mondo, tra la mia gente.

Ho guardato negli occhi il primo bambino che passava vicino a me, gli ho dato una carezza e gli ho detto:

Voi siete il mio tesoro.
Gente di pace

04/06/14

Il culto del sogno

IL LIMBO
 di Carlo Fallani
Di dove viene questo racconto? Sarà vero o è solo fantasia? Chi l'avrà scritto? lo forse? O probabilmente qualcun'altro? Un racconto postumo? Anche questo è possibile. Non siamo noi i morti del passato? Mi chiamo Ugo. Giunto ai quarant'anni con un divorzio alle spalle e sfortunatamente senza figli, la mia vita scorreva come un fiume in piena che raccoglieva al suo passaggio i detriti dell'esistenza. Un bagaglio di esperienze indescrivibile, qualche volta anche extrasensoriali. Sono stato felice e lo sono ancora talvolta, ma anche nei momenti più lieti, nel mio intimo, sono sempre stato triste. Ho sempre cercato di scoprire le radici più profonde del mio stato d'animo ma senza risultato. Ho sempre amato il mio prossimo e mai ne sono stato contraccambiato; la delusione che ne ho sempre provato è forse il motivo vero della mia intima tristezza.

Dicevo che ho amato il mio prossimo, ma sopra ogni cosa al mondo ho amato i bambini e solo loro hanno sinceramente ricambiato il mio amore e forse per questo li ho amati di più. I bambini sono in grado di dare moltissimo in cambio dell' amore. Ho sempre cercato di essere un loro amico, sincero e affettuoso, perché sono convinto che un bambino non diventa un adulto felice, senza amore. Molte persone, molti genitori, sono convinti di amare i bambini, ma li amano in modo sbagliato, cercando di farne una copia di se stessi, trasmettendo loro i propri egoismi e le proprie paure, impedendo al bambino di diventare ciò che le sue potenzialità autonomamente gli consentono. Se le idee di un genitore o di un educatore sono errate, come spesso accade, il bambino crescerà male e avrà una vita sbagliata e infelice. Il segreto sta nell'amarli "semplicemente", lasciando che abbiano le proprie esperienze senza repressioni e gelosie e senza cercare di "comprarli" con regali e giocattoli. Aiutare il bambino su questa via verso la felicità, lo aiuterà moltissimo nella vita e nelle sue vite future. Pensavo a tutto questo quel freddo giorno di febbraio mentre percorrevo in automobile una strada in mezzo alle campagne innevate nei dintorni di Milano. Ero talmente assorto nei miei pensieri che, come spesso accade, il mio corpo divenne indipendente dalla mia mente e l'auto era guidata come se avessi innestato il "pilota automatico".

Il culto del sogno
Affrontai una curva a velocità eccessiva, l'auto sbandò ed uscì di strada andando ad urtare con violenza un grosso albero. Penso che l'urto mi abbia fatto perdere i sensi perché, quando tornai cosciente, mi accorsi che l'auto era molto danneggiata e che dovevo essere leggermente ferito perché mi colava del sangue lungo il viso. Stranamente non sentivo alcun male. "Che fortuna" pensai "con tutto questo sconquasso non mi sono fatto quasi niente". Uscii senza fatica dall'auto; mi sentivo benissimo, anzi non ero mai stato meglio. Mi guardai attorno, il luogo era cupo, gelido e completamente deserto. Decisi di allontanarmi per cercare soccorso e, prima di farlo, mi volsi a guardare la macchina fracassata. Con mia grande sorpresa vidi che al posto di guida c'era un corpo esanime. La sorpresa divenne stupore quando mi accorsi che quel corpo insanguinato e contorto era il mio. Senza angoscia e senza nessuna paura, mi resi conto che ero morto e che ero uno spirito, un'anima, che stava osservando il proprio involucro.

Avevo letto di recente il libro "La Vita oltre la Vita" e quindi la cosa non mi meravigliò affatto. Ora, pensai, mi sentirò risucchiare in un lungo tunnel; alla sua fine vedrò una luce meravigliosa, irreale e qualcuno mi accoglierà, per farmi varcare la soglia che porta all'altra vita, alle "Strade Alte". Ero lieto e sereno e attendevo. Attesi, attesi a lungo, o forse non attesi affatto, forse ero in una dimensione senza tempo. Pensavo anche che era molto facile essere un'anima, anzi era meraviglioso. Dopo un tempo che mi parve lunghissimo senza che nulla accadesse, conclusi deluso che forse non era vero niente, che non esisteva un'altra vita. Ma allora dove si trovava la mia anima? Non c'era dubbio che io fossi morto dato che riuscivo a vedere" dall'esterno" il mio corpo, allora perché non succedeva nulla? Decisi di allontanarmi, "qualcosa dovrà pur accadere" pensai e mi diressi verso la strada per riprendere a piedi (o "sospeso"?) la via del ritorno.

Stranamente non riconoscevo più i luoghi; era come se non fossero più quelli. Tutto era diverso, irreale; non c'erano più case, più fabbriche, non c'erano più auto, non c'era più gente, non c'era più nulla. Il paesaggio era un deserto livido e gelido. Ma allora dov'ero? Cosa mi stava succedendo? Fu in quel momento che scorsi in fondo alla strada una piccola, vecchia chiesa di stile romanico. Strano, pensai, non pensavo che ce ne fosse una da queste parti. Affrettai il passo per raggiungerla. Avvicinandomi, mi accorsi che la neve si stava sciogliendo trasformandosi in fango, quindi il fango divenne morbida terra che si coprì rapidamente della più verde erba che avessi mai visto. Il clima si stava mitigando velocemente e quando raggiunsi la chiesa, l'aria era tiepida e profumata di violetta, il cielo era azzurro e terso e un'infinità di fiori multicolori erano sbocciati come per incanto. Entrai nella chiesa e mi incamminai silenziosamente sotto le arcate deserte verso l'altare. Ero calmo, divinamente calmo. Trasalii all'improvviso nel sentire una voce, una voce infantile, dolcissima: "Ciao caro amico, ti aspettavo da molto tempo".

Mi volsi e mi vidi accanto un'adorabile, deliziosa bimbetta esile, con i lunghi capelli color miele e con grandi occhi ridenti color cristallo. La sua piccola mano calda prese la mia e la strinse, sorrideva felice. Mi meravigliò il fatto che io potessi sentirne il "contatto". "Chi sei?", chiesi, "e dove sono?" "Mi chiamo Elisa", rispose, "ci troviamo in quel luogo che viene chiamato Limbo; è una non-dimensione. Quì ci sono tutti i bambini che sono morti alla loro prima vita senza aver potuto viverla. lo sono morta quando avevo 6 anni insieme al mio fratellino Marcello che ne aveva 11, ma non ricordo né come, né quando, né dove. Naturalmente non possiamo passare alla nostra seconda vita senza aver avuto l'esperienza della prima. Allora veniamo "parcheggiati" in questo luogo in attesa che arrivi l'anima di una persona come te, che sia buona, che ami molto e nel modo giusto i bambini, che abbia una grande esperienza di molte vite terrene. Tu sei stato scelto per noi, io e Marcello ti siamo stati affidati; tu dovrai farci vivere una vita intera vicino a te. Dovrai amarci e trasmetterci tutto quello che hai appreso in tutte le tue esistenze.

Quando la nostra esperienza sarà stata completata, potremo finalmente entrare nel "mondo di mezzo" dove saremo poi assegnati ad un nuovo nato sulla terra per avere la nostra seconda vita". "Ed io che farò poi?" chiesi "Tu verrai con noi" rispose "Potrai anche tu entrare nel 'Mondo di mezzo' ed avere in seguito la tua prossima vita". "Ma io ho già quarant' anni" obiettai "e tu solo 6 e Marcello 11; diverrò vecchio presto, non avrò il tempo per vivere una vita intera insieme a voi". Mi sorrise indulgente e parlandomi come si parla ad un bambino al primo giorno di scuola, mi disse: "Non dimenticare che siamo morti, noi non potremo mai invecchiare". Il suo sorriso divenne ancor più luminoso e dolce. "Andiamo" disse "Marcello ti aspetta ansiosamente". "Dove andiamo?" chiesi, "Nel luogo dove dovremo vivere. Vedrai, è bellissimo, saremo molto felici insieme". Mi guardò un momento in silenzio, poi, tenendomi per mano, si incamminò verso l'uscita; dopo qualche passo si volse e cinguettò: "Sai, siamo stati molto fortunati io e Marcello, sono certa che ci vorrai molto bene, lo sento, io te ne voglio già". Improvvisamente cadde la notte e si accesero le luci dell'infinito, il profumo di violetta era diventato intensissimo; ascoltai il mio cuore ringraziare il Grande Dio Onnipotente.

07/05/14

Sogno | Quale la parte del cervello genera i nostri sogni.

Il cervello che genera sogni (immagine dal web)
Sogno: quale la parte del cervello genera i nostri sogni. Il cervello durante i nostri sogni è attivo tutto per intero, dal tronco encefalico alla corteccia. La maggior parte dei sogni si manifesta durante la fase REM (rapid eye movement, la fase di movimento rapido degli occhi).

Questa è una parte del ciclo sonno-veglia controllata dal sistema reticolare attivatore i cui circuiti si estendono dal tronco, tramite il talamo, fino alla corteccia. Il sistema limbico nel mesencefalo gestisce le emozioni durante la veglia e sonno includendo l'amigdala che è associata prevalentemente alla paura, ed è in maniera particolare attiva durante i sogni.

La corteccia è dunque responsabile del contenuto dei sogni, compresi i mostri dai quali fuggiamo, la persone che incontriamoo l'esperienza del volo. Dal momento che siamo animali che si basano prevalentemente sulla sulla vista, la corteccia visiva (esattamente nella parte posteriore del cervello) è specialmente attiva, cosi come molte altre parti della corteccia. Le parti meno attive sono quelle dei lobi frontali, questo spiegherebbe perchè siamo cosi poco critici durante i sogni e accettiamo anche gli eventi più bizzarri come fossero reali. Perlomeno, fino al nostro risveglio. (science)

14/04/14

Il sogno Ferrari | Continua a stupire il sogno Ferrari aprendo le porte a quello per antonomasia: quello Americano!

Continua a stupire il sogno Ferrari aprendo le porte a quello per antonomasia: quello Americano! Non ha ancora esaurito il flusso di energia il sogno Ferrari, quel sogno che ha permesso a distanza di decenni di portare il marchio del cavallino sulle vette di tutte le classifiche e il primato di vittorie segnando un predonominio unico a se stesso più di qualunque altro marchio.

Lo slogan "Live the dream" che fa da invito ai visitatori nello spazio museale di Maranello rimesso a nuovo è solo l'ultima delle conferme. Il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, accompagnato dall'ad di Fiat Sergio Marchionne, fa da cicerone lungo la lunga striscia rossa che percorre il piazzale e porta al nuovo enorme ed imponente edificio con l'ufficio informazioni e l'area divertimento open air. Lui ci crede ancora al rilancio della Rossa e gioca di anticipo prendendo quasi alla sprovvista i giornalisti, riguardo le recenti delusioni in Formula 1: "Non lasceremo nulla d'intentato per essere dove dobbiamo essere. Lavoreremo giorno e notte per migliorarci e prenderemo le decisioni che dobbiamo prendere. Abbiate fede come dobbiamo averne noi e intanto, per tenerci su di morale, godiamoci la visita di questo bellissimo museo che per visitatori, con oltre 320mila accessi nel 2013, è diventato il quinto d'Italia. Ma anche qui vogliamo e dobbiamo fare meglio".
Museo Ferrari

Una frase che risuona come un grido di riscossa, lasciando intendere futuri probabili cambi al vertice della gestione sportiva che Montezemolo tuona all'inaugurazione della nuova ala del Museo Ferrari dedicata al "California Dreaming", in occasione del lancio della nuova California T appena presentata al Salone di Ginevra, che combacia con l'anniversario dei 60 anni sul mercato Americano della mitica Rossa.
"Parliamo di un milione di euro di investimento cofinanziato da Comune e fondi europei, spiega a margine dell'inaugurazione Antonio Ghini, artefice del museo e del suo ampliamento, neodirettore anche del Mef (Museo Casa Ferrari) di Modena, tra il nuovo ufficio Iat, che cogestiremo assieme all'amministrazione locale, e l'area esterna con autentiche Formula 1 che abbiamo reinventato in simulatori per bambini e ragazzini con la possibilità di cimentarsi nel cambio gomme".

All'interno del museo, invece, da oggi e fino a fine gennaio il sogno rivive nelle cinque sale, ognuna ispirata a una località californiana, che ospitano i miti Ferrari oltreoceano. La prima, al pian terreno, è dedicata alle corse con una particolare citazione della pista di Laguna Seca e della sua vertiginosa curva detta "cavatappi", con Valentino Rossi e Casey Stoner in piedi vicino alle loro autentiche moto Ducati e Yamaha, con le quali furono protagonisti del sorpasso rimasto nella storia motoristica. Si possono poi ammirare la monoposto 312 dell'idolo americano Mario Andretti, la 156 che diede il titolo mondiale all'altro statunitense Phil Hill, la T4 del canadese Gilles Villeneuve e, novità assoluta, la 375 trasformata per la partecipazione di Alberto Ascari alla 500 Miglia di Indianapolis del 1952.

L'ultima sala della mostra proietta i visitatori nel mondo della tecnologia di Silicon Valley creata da Ferrari, dai volanti-computer dell'era Schumacher al cambio F1 al volante, dai freni carboceramici ai motori turbo di nuova generazione fino alla supercar LaFerrari con il motore smontato per carpirne tutti i segreti.

25/02/14

Un'applicazione smartphone e ricorderemo i sogni

Quante volte ci svegliamo con le vaghe reminescenze di un sogno ma non lo ricordiamo? Oppure non ricordiamo affatto i sogni notturni? Eppure sogniamo tutte le notti, il nostro cervello rielabora continuamente ciò che ci è accaduto, facendo affiorare il nostro inconscio e subconscio
Aurora

Siete stanchi di rimuginare su ciò che avete sognato? Ora si può ovviare a questo inconveniente, chiedendo aiuto alla tecnologia. Si può infatti controllare ciò che si è sognato usando un semplice dispositivo elettronico. Si chiama "Aurora", ed è prodotto da una ditta americana, la iWinks, che sta ora raccogliendo i fondi per la produzione di serie, in quanto per ora sono stati realizzati solamente i primi prototipi. Aurora è formato da una fascia indossabile sulla fronte con dei sensori, e di una app che la collega allo smartphone. Il dispositivo non pre-imposta il sogno da fare, bensì favorisce un sogno lucido, dove il dormiente è consapevole di stare sognando e trasformarlo a piacimento. Per raggiungere l'obiettivo, si dovrà analizzare i movimenti del soggetto per poter identificare la fase R.E.M., cioè lo specifico momento in cui si sogna. Grazie ad alcuni stimoli audio-visivi, sufficienti per essere incorporati nel sogno, si individua la specifica fase, anche individuando il movimento del corpo e degli occhi.
Inizierà l'era della consapevolezza?

22/02/14

Francia | Non sarà più un sogno dormire a Versailles o Fontainebleau.

Il sogno che potrebbe trasformarsi in realtà. la Francia sta pensando di tramutare le sue residenze reali in alberghi di lusso per porre rimedio alla crisi così da sfruttare il potenziale economico degli edifici protetti per assicurarsi il loro restauro senza gravare sulla spesa pubblica. Potremmo quindi ben presto trascorrere una notte da sogno alla reggia di Versailles, tra i saloni del Re Sole e i giardini disegnati da Le Notre. Recentemente Il celebre castello reale di Chambord, patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, ha fatto da apripista: due dependance di questa prestigiosa residenza della Valle della Loira che ha ospitato tra gli altri Francesco I e Luigi XIV, sono state riconvertite in "gites de charme", appartamenti di lusso indipendenti affittati tra i 1.000 e i 1.800 euro a settimana. Collocate a pochi metri dal castello offrono un paesaggio mozzafiato da cui si può spesso osservare anche il passaggio dei cervi. Il prossimo castello a seguire le sue orme potrebbe essere quello di Fontainebleau, alla periferia di Parigi, che fu dimora dei sovrani di Francia da Francesco I a Napoleone III. Il palazzo, detto Les Heronnieres, costruito tra il XVIII e il XIX secolo e destinato ad accogliere le scuderie di re Luigi XV, ha una superficie di 12.000 metri quadrati ed è attualmente abbandonato. Vanno sempre più allungandosi i tempi riguardanti il progetto di trasformare una delle dependance secondarie della reggia di Versailles in hotel di lusso. "Abbiamo un accordo con un investitore ma per ora non è riuscito a realizzare il progetto", ha spiegato la presidente della reggia di Versailles, Catherine Pegard, che sta studiando nuove soluzioni. Anche l'apertura di un albergo a cinque stelle nei 1.700 metri quadrati dell'Hotel du Grand Control, una dimora patrizia del XVII secolo in pessime condizioni, ceduta a una società privata belga che a sue spese doveva farla diventare una residenza de charme con 23 camere, alcune delle quali con vista sull'Orangerie, prevista per il 2011, è stata rimandata. Altri potenziali 'castelli-hotel' figurano nella lista stilata dal Centro dei monumenti nazionali di Francia. Per molti il progetto si è bloccato o perché troppo isolati e in zone poco turistiche, o al contrario perché in località dove l'offerta alberghiera è già sufficiente. Tra gli altri espedienti redditizi dei castelli per fare fronte alla riduzione delle sovvenzioni e agli elevati costi di manutenzione e restauro, ci sono, oltre alle visite a pagamento, l'affitto dei saloni o dei giardini per set cinematografici o film pubblicitari, feste e matrimoni, e il merchandising. In tempi di crisi persino il Forte di Bregancon, sulla Costa Azzurra, una delle più belle residenze estive dei presidenti della Repubblica francesi, potrebbe presto essere trasformato in museo e aperto al pubblico: anche perché in disuso la maggior parte dell'anno. Recentemente Francois Hollande, la scorsa estate, l'ha snobbato per soggiornare alla Lanterne, a Versailles. (ANSA).

07/01/14

Dormire ci rende più creativi!

Dormire ci rende più creativi! Pare che da alcuni studi, sia venuto alla luce il fatto che dormire favorirebbe la nostra mente a diventare più creativa. A dire il vero si tratta di una tecnica che è già stata usata da molti artisti, come poeti e scrittori, ma anche inventori che, grazie al loro sognare, sono divenuti dei geni.
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Dormire rende più creativi
Se per caso ( e non ho ragione di credere il contrario…) siete oggetto di critiche e lamentele da parte dei vostri genitori o dei vostri partner perchè siete degli incorreggibili dormiglioni, rispondete pure tranquillamente che dormite, non tanto per pigrizia, ma per diventare più creativi!

Perchè, secondo alcuni studi, il sonno renderebbe la mente più elaborata e ricca di idea. Questa, è una tecnica già provata da tanti poeti, scrittori, musicisti e perfino inventori, che meraviglia delle meraviglie al loro risveglio, immediatamente afferravano in mano carta e penna per “immortalare” il sogno appena vissuto. Oltretutto, hanno dato prova che per avere coscienza e ricordare bene, o almeno in parte, il “vissuto notturno” bisogna scriverlo entro 5/10 minuti massimo, oppure il ricordo del sogno svanirà con il risveglio completo.

Spesso ci si preoccupa del risveglio notturno, ma a quanto pare, questo potrebbe essere un bene perchè dovrebbe permettere di avere la possibilità di scrivere sul foglio di carta, più sogni e quindi, potrebbero essere più idee da realizzare e da portare al vostro titolare, oppure insegnante, oppure vi potrebbero tornare utili per svolgere al meglio la vostra attività. Ascoltare ad un sogno di qualcun altro, a noi potrebbe apparire noioso, ma all’interlocutore no, perchè ogni dettaglio potrebbe significare qualcosa, come un treno, un pranzo, una dimora… Cose semplici, ma connesse tra loro e che possono inviare dei segnali chiave al sognatore, ma che solo lui può essere in grado di saper cogliere.

Un esempio semplice? James Cameron , da bambino, aveva sognato degli esseri dal colore blu e che vivevano in un mondo particolare. Bene, sappiamo tutti cosa realizzò diventando grande: quel sogno non lo ha mai dimenticato e alla fine, questi ricordi li ha trasformati in un film: Avatar, il film che ha guadagnato di più nella storia del cinema.

03/01/14

La fortuna “bacia” un anziano pensionato: ma lui non ne vuol sapere!

La fortuna, conosciuta anche come dea bendata, decide di…”baciare” un anziano pensionato tedesco, ma lui non ne vuol sapere! Pare che l’anziano abbia vinto 2 milioni di euro alla lotteria ma li abbia rifiutati tutti quanti in quanto dice che non saprebbe che farsene, dal momento che per lui erano troppi e che non aveva nessun familiare con cui dividerli. I responsabili dell’associazione, che avevano in gestione la lotteria, hanno cercato in tutti i modi di convincerlo a prendere i soldi anche solo per donarli in beneficienza ma non c’è stato nulla da fare.

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€ 2.000.000
Hameln (Germania)-Il sogno universale di tutti ovvero quello di vincere alla lotteria per dare vita ai propri sogni e perché no, togliersi anche qualche sfizio come: comprarsi il negozio del proprio titolare, comprarsi un’isola o comprare tante belle auto da fare magari dal nulla un parco auto di lusso da fare venire l’invidia alla Ferrari!

Bando alle ciance, tutti noi che tiriamo il fiato per arrivar a fine mese ed anche chi sta peggio di noi sognano di avere quel fatidico “bacio” della fortuna che gli potrebbe cambiare la vita, con cui si assicurerebbero una vita tranquilla, senza la preoccupazione di non riuscire ad fare fronte a tutti gli impegni e i costi che ormai la vita sociale ci propone. Proprio questo tipo di opportunità è capitata ad un settantenne pensionato tedesco che si è ritrovato a vincere 2 milioni di euro grazie ad un biglietto della lotteria. Beh che c’è di strano vi chiederete voi: nulla a parte che il bizzarro vecchietto dopo essersi accorto della vincita ha rifiutato i soldi!

Il pensionato si è recato successivamente agli uffici centrali dell’associazione che gestiva la lotteria spiegando che della vincita non gliene importava assolutamente niente. L’anziano sfortunatamente non aveva più parenti (sua moglie era morta, non aveva figli e nemmeno altri parenti) quindi, visto che non aveva intenzione di spendere tutti quei soldi per lui, non aveva nemmeno la possibilità di lasciarli in eredità a qualcuno. L’anziano ha aggiunto anche di aver giocato solamente per abitudine, perchè la moglie era appassionata di lotterie e non per propria passione.

I dipendenti hanno cercato di convincerlo ad accettare il compenso in denaro, cercando di fargli capire che se proprio non avesse voluto tenere i soldi, li avrebbe potuti donare in beneficienza, però l’uomo alla fine ha rifiutato con decisione la vincita. C’è chi al posto suo sarebbe stato al settimo cielo ed invece ha deciso di rifiutare: questo atto da alcuni potrebbe essere definito ammirevole, da altri invece molto stupido. Avessi saputo come mettermi in contatto con l’anziano teutonico mi sarei fatto adottare volentieri!

28/12/13

Il cervello…diviso a metà tra “poesia” ed “ingegno”! Siete poeti o ingegneri?

Eravate a conoscenza che il cervello, la nostra banca dati, il nostro centro universale, il fulcro di ogni nostro ragionamento, è diviso a metà? Bene, sappiate che il nostro cervello è suddiviso in due emisferi, uno “poeta” e uno “ingegnere”! A questo punto vi chiederete, come è giusto che sia, se siete in possesso della consapevolezza di quale delle due parti sia dominante in voi? Allora basta solo che lo scopriate voi stessi senza influenze alcune, grazie a questa fantastica classifica!

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Fig.1
Non solo prima di dormire, ma anche quando siete da soli in casa, o quando siete distratti: se vi capita di pensare a situazioni che mai si sono verificate e probabilmente mai si verificheranno, allora significa che probabilmente l’emisfero destro è dominante in voi!



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Fig.2
Lo scarabocchio è comunque una forma d’arte, e le persone che si ritrovano a scarabocchiare qualsiasi foglio gli si presenti davanti potrebbero essere dominate dall’emisfero destro, quello del poeta, dell’artista!



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Fig.3
Quante volte durante il giorno vi accorgete di aver fatti dei collegamenti assolutamente insensati ed illogici? Questo potrebbe essere un altro sintomo della dominanza dell’emisfero destro!



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Fig.4
Il vostro lato artistico esce fuori dopo aver letto un libro, quando siete pieni d’ispirazione e provate a buttare giù i vostri pensieri. Ma… le regole grammaticali, per voi, sono solo d’impiccio!



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Fig.5
Quante lingue avete provato ad imparare, nel corso della vostra vita? E quante effettivamente siete riusciti ad assimilare? Non fate confusione, o potreste non uscirne più!



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Fig.6
Quante volte vi siete ritrovati ad ascoltare continuamente la stessa canzone mentre studiate o lavorate? Nonostante questa vi faccia anche distrarre, il più delle volte, voi l’ascoltate lo stesso, perché vi da la forza per andare avanti durante la giornata!


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Fig.7
Scuola, università o lavoro: questi tre ambiti ci mettono spesso di fronte a compiti, test, esami e quant’altro. Se vi sentite più sicuri scrivendo un saggio o comunque un testo letterario, rispetto all’affrontare un esame a scelta multipla, significa che l’emisfero destro può essere dominante!



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Fig.8
Non dovete nascondere il vostro lato più sensibile: è normale, ognuno di noi ce l’ha, chi più nascosto e chi meno, ma la sensibilità e la fragilità sono sinonimi di umanità, e dunque non bisogna vergognarsi di tali caratteristiche!


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Fig.9
Guardando un film o leggendo un libro, vi eccitate anche con il più insignificante dei particolari, mentre nelle conversazioni quotidiane con le persone che avete intorno morite di noia! Questa può essere un’altra caratteristica dell’emisfero destro dominante!



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Fig.10
E non c’è niente di cui vergognarsi, anzi: è una cosa bellissima, avere un proprio mondo al quale solo noi stessi abbiamo libero accesso! Tra le caratteristiche elencate, quante sentite che facciano parte del vostro modo di vivere?
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