Il-Trafiletto
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02/08/14

Lodi città medioevale

Lodi (m 87 s.m.; ab. 42.949) Si trova in Lombardia e, fino al 1992, era in provincia di Milano da cui dista 31 km. Da quell'anno capoluogo dell'omonima provincia. E' situata nella pianura a sud di Milano, sulla riva destra de   ll'Adda, ed è il principale centro della subregione che da essa prende il nome.
Lodi città medioevale Medioevale è la fondazione della città, voluta da Federico Barbarossa nel 1158 in seguito alla distruzione di Lodi Vecchio da parte dei Milanesi. Medioevale è anche la pianta di Lodi, a strade incrociantesi più o meno perpendicolarmente, con il centro nella piazza della Vittoria, cinta da portici e dominata dal Duomo.
Storia Quattro anni dopo la sua fondazione, nel 1162, Lodi collabora alla distruzione di Milano e il Barbarossa, ricevuta in città la resa dei Milanesi, vi pone per qualche tempo la propria residenza colmando Lodi di privilegi, confermati dai suoi successori. Alla morte dell'imperatore Federico II, fa ritorno in città il vescovo e a capo del Comune viene posto Sozzo-Vistarini. Nel 1259, poiché la città ha dato asilo a profughi milanesi, Martino della Torre se ne impadronisce facendosi proclamare podestà e dandone la signoria per cinque anni a Filippo della Torre. In seguito si ha un ritorno del Vistarini, poi, alla sua morte, si ha un predominio dei Sommariva e quindi degli Overgnaghi.

Nel 1300 signore della città è Antonio Fissiraga, che a capo di una lega guelfa scaccia i Visconti da Milano insediandovi i Torriani. In seguito ad alterne vicende, la città torna ai Vistarini, poi passa a Pietro Temacoldo, ad Azzone Visconti e a Giovanni Vignati. Quest'ultimo, nel 1416, deve cedere la città nuovamente ai Visconti e si uccide in carcere. Morto, nel 1447, Filippo Maria, la città si dà a Venezia, ma col trattato di Brescia torna a Milano seguendone definitivamente le sorti. Durante il periodo napoleonico Lodi è capoluogo di dipartimento.
Arte e monumenti Notevoli testimonianze artistiche di epoche diverse rivelano l'importanza e lo sviluppo di Lodi dal Medioevo ad oggi. Costruzioni romaniche sono la chiesa di S. Lorenzo, della fine del secolo XII, e il Duomo, iniziato nel 1160, alterato nei secoli successivi e ora riportato alle forme originarie. Quest'ultimo ha un portale originario medioevale con sculture del secolo XII, rosone e finestre rinascimentali. L'edificio, fiancheggiato da un imponente campanile, ha nell'mterno, barocco, dipinti dei secoli XVI e XVII di pittori lombardi. Sul lato sinistro del Duomo è il Broletto, di origine duecentesca con facciata rifatta nel secolo XVIII.

Esempi di architettura gotico-lombarda sono il palazzo Vistarini con portico ogivale e finestre in cotto, e la chiesa di S. Francesco, con interessanti affreschi nell'interno. Ultimo avanzo del castello costruito da Bernabò Visconti, ridotto in caserma da Giuseppe II, è il torrione circolare del secolo XIV. Dei numerosi edifici quattrocenteschi restano il bel palazzo Varesi, già Mozzanica, attribuito al Battagio, con grandioso portale marmoreo, il chiostro dell' antico ospedale di S. Spirito ed il santuario dell' Incoronata, esempio insigne di architettura rinascimentale. L'interno, a pianta ottagonale, ricco di decorazioni policrome, contiene dipinti dei fratelli Piazza e Della Chiesa ed un polittico in quattro tavole del Bergognone, una delle migliori opere dell'artista. Nei sotterranei ha sede il Museo dell' Incoronata con codici miniati, oreficerie sacre e oggetti liturgici. Ricostruzione cinquecentesca di un preesistente edificio è la chiesa di S. Cristoforo, progettata e affrescata, nell'interno, dal Tibaldi.
 Barocchi sono il palazzo Barni, il palazzo Modigliani-Pitoletti, disegnato dai fratelli Sirtori, il palazzo del Vescovado, progettato da G.A. Veroni, e la chiesa di S. Filippo con il palazzo attiguo. Quest'ultimo, elegante costruzione di D. Sirtori, ospita la Biblioteca Laudense, dotata di circa 100.000 volumi fra cui rare edizioni, ed il Civico Museo, che raccoglie materiale archeologico, ceramiche, armi e dipinti lombardi dei secoli XV-XVII notevole anche il Museo Diocesano d'Arte Sacra che espone dipinti, sculture e paramenti sacri.
Manifestazioni Festa patronale di S. Bassiano (19 gennaio).
Prodotti enogastronomici Lodi va giustamente famosa per i suoi formaggi, fra cui l'ormai quasi introvabile grana lodigiano e il pannerone. Ottimi il burro e il mascarpone. Fra gli insaccati notevole è la salsiccia alla milanese "antica" mentre in campo dolciario tipico dolce lodigiano è la tortionata.
I vini del Lodigiano vengono prodotti sulla collina che sovrasta S. Colombano al Lambro: troviamo il Verdea, bianco, e i rossi S. Colombano e Bonarda.

Zuppa di porri con raspadura 
Valori nutrizionali Protidi 23 Lipidi 20 Glucidi 51 Kcal 476
Ingredienti per 4 persone:
1 kg di porri
30 g di burro olio d'oliva farina bianca
4 fette di pane casereccio, brodo vegetale, raspadura, sale pepe.
Pulite bene i porri mantenendo la parte più tenera e affettandoli sottilissimi. Mettete a scaldare il burro in una casseruola assieme a un cucchiaio d'olio d'oliva. Aggiungete i porri passati in precedenza in pochissima farina. Rigirate a lungo con un cucchiaio di legno salate e pepate. Ricoprite di brodo vegetale e cuocete a fuoco lento per 40 minuti circa. Tostate le fette di pane casereccio, disponetele sul fondo di una ciotola da forno, versate la zuppa e ricoprite la superficie di raspadura, gratinate in forno per 5 minuti e servite immediatamente. La raspadura si trova solo nel Lodigiano e si tratta di fiocchi di grana padano giovane che vengono ricavati dalle forme mediante uno speciale attrezzo. La raspadura è anche ottima come stuzzichino da accompagnare agli aperitivi. Se nella vostra zona la raspadura non è reperibile, sostituite
la con del grana padano non troppo stagionato e grattugiato.

22/02/14

Francia | Non sarà più un sogno dormire a Versailles o Fontainebleau.

Il sogno che potrebbe trasformarsi in realtà. la Francia sta pensando di tramutare le sue residenze reali in alberghi di lusso per porre rimedio alla crisi così da sfruttare il potenziale economico degli edifici protetti per assicurarsi il loro restauro senza gravare sulla spesa pubblica. Potremmo quindi ben presto trascorrere una notte da sogno alla reggia di Versailles, tra i saloni del Re Sole e i giardini disegnati da Le Notre. Recentemente Il celebre castello reale di Chambord, patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, ha fatto da apripista: due dependance di questa prestigiosa residenza della Valle della Loira che ha ospitato tra gli altri Francesco I e Luigi XIV, sono state riconvertite in "gites de charme", appartamenti di lusso indipendenti affittati tra i 1.000 e i 1.800 euro a settimana. Collocate a pochi metri dal castello offrono un paesaggio mozzafiato da cui si può spesso osservare anche il passaggio dei cervi. Il prossimo castello a seguire le sue orme potrebbe essere quello di Fontainebleau, alla periferia di Parigi, che fu dimora dei sovrani di Francia da Francesco I a Napoleone III. Il palazzo, detto Les Heronnieres, costruito tra il XVIII e il XIX secolo e destinato ad accogliere le scuderie di re Luigi XV, ha una superficie di 12.000 metri quadrati ed è attualmente abbandonato. Vanno sempre più allungandosi i tempi riguardanti il progetto di trasformare una delle dependance secondarie della reggia di Versailles in hotel di lusso. "Abbiamo un accordo con un investitore ma per ora non è riuscito a realizzare il progetto", ha spiegato la presidente della reggia di Versailles, Catherine Pegard, che sta studiando nuove soluzioni. Anche l'apertura di un albergo a cinque stelle nei 1.700 metri quadrati dell'Hotel du Grand Control, una dimora patrizia del XVII secolo in pessime condizioni, ceduta a una società privata belga che a sue spese doveva farla diventare una residenza de charme con 23 camere, alcune delle quali con vista sull'Orangerie, prevista per il 2011, è stata rimandata. Altri potenziali 'castelli-hotel' figurano nella lista stilata dal Centro dei monumenti nazionali di Francia. Per molti il progetto si è bloccato o perché troppo isolati e in zone poco turistiche, o al contrario perché in località dove l'offerta alberghiera è già sufficiente. Tra gli altri espedienti redditizi dei castelli per fare fronte alla riduzione delle sovvenzioni e agli elevati costi di manutenzione e restauro, ci sono, oltre alle visite a pagamento, l'affitto dei saloni o dei giardini per set cinematografici o film pubblicitari, feste e matrimoni, e il merchandising. In tempi di crisi persino il Forte di Bregancon, sulla Costa Azzurra, una delle più belle residenze estive dei presidenti della Repubblica francesi, potrebbe presto essere trasformato in museo e aperto al pubblico: anche perché in disuso la maggior parte dell'anno. Recentemente Francois Hollande, la scorsa estate, l'ha snobbato per soggiornare alla Lanterne, a Versailles. (ANSA).
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