Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta città medioevale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta città medioevale. Mostra tutti i post

26/08/14

Pescolanciano città medioevale

Pescolanciano (m 819 s.m.; ab. 1183) Si trova nel Molise, in provincia di Isernia da cui dista 15 km. È situata su un colle, all'altezza del fiume Trigno.
Pescolanciano città medioevale L'abitato è costituito, oltre che da una parte moderna, da un borgo medioevale cinto da mura. Questo borgo, tuttora ben conservato, ha due opposte porte d'ingresso ad arco e rustiche case con portali pure ogivali.
Storia La prima menzione del borgo risale all'epoca normanna quando, citato come Pesclum Lanzanum e già munito di castello, risulta feudo dei de Calvellis. Sotto gli Svevi ha signori propri che prendono il nome dal feudo, e quindi è dei d'Evoli, dei Carafa e dei d'Alessandro, che sono gli ultimi titolari del feudo e che hanno Pescolanciano a titolo ducale. Nella seconda metà del secolo XVI passa alla Capitanata, a cui resta unita sino al 1807 quando, come tutta la regione, è parte della provincia autonoma con capoluogo Campobasso.
Arte e monumenti Il castello, eretto su uno sperone roccioso e collegato al borgo medioevale mediante un ponte levatoio, è una maestosa costruzione di origine altomedioevale, poi ripresa e ampliata fino a darle l'aspetto attuale. Caratterizzato da una pianta a forma di esagono irregolare, esso presenta sottogronda verso l'abitato un lungo loggiato ricavato da un camminamento di ronda; all'interno è una cappella seicentesca con un dipinto di scuola di F. Solimena. La chiesa di S. Antonio ha un portale a sesto acuto, con esili colonnine e capitelli dei secoli XV-XVI. Su un'altura dei dintorni sono i resti di una torre di vedetta dominante la vallata del Briccioso.
Manifestazioni Festa patronale di S. Anna (26 luglio).
Prodotti enogastronomici Pescolanciano, come tutto il Molise, possiede vaste estensioni di pascoli ed è terra di formaggi, Troviamo così il caciocavallo, la scamorza, il fior di latte, la mozzarella, il burrino e il pecorino, alcuni prodotti tuttora in maniera artigianale. Fra i salumi, ottime le salsicce di fegato, il sanguinaccio e la soppressata.
Dal punto di vista enologico, in zona non vi è apprezzabile produzione vinicola.

Ragù misto alla molisana 
Si tratta di uno dei sughi più importanti della gastronomia molisana; con esso di solito viene condita la pasta casalinga delle grandi occasioni. Prepararlo è un rito, sia per la ricerca delle carni più adatte, sia per la cura con la quale viene intrapresa la cottura. Inoltre bisogna disporre di una tiella di terracotta all' altezza della situazione. Il sugo serve per condire la pasta mentre la carne viene presentata come secondo piatto
Valori nutrizionali Protidi 66 Lipidi 38 Glucidi 9 Kcal 642
Ingredienti per 4 persone:
*4 fettine di carne d'agnello
*4 fettine di carne di maiale
*4 fettine di carne di vitello
*120 g di salsiccia fresca
*80 g di lardo
*1 bicchiere di vino rosso
*800 g di pomodori pelati e tritati
*cipolla *aglio *peperoncino rosso tritato
*prezzemolo *olio d'oliva *sale *pepe 

Adagiate su un tagliere le fettine delle varie carni, poi al centro di ognuna disponete foglioline di prezzemolo, aglio tritato, sale e pepe. Avvolgetele a forma di involtini legandole strettamente con un filo incolore. Preparate un battuto con lardo, cipolla, aglio e prezzemolo, e mettetela a soffriggere dolcemente, in un po' d'olio, in un tegame di terracotta, fino a quando i pezzettini di lardo cominceranno a sfrigolare. A questo punto mettete gli involtini e, non appena saranno leggermente coloriti, bagnateli con il vino lasciandolo evaporare. Aggiungete la polpa di pomodoro e cuocete, coperto, a fuoco dolcissimo per due ore o più; verso fine cottura aggiustate eventualmente di sale e insaporite con una buona presa di peperoncino tritato.

25/08/14

Ceriana città medioevale

Ceriana (m 369 s.m.; ab. 1371) Si trova in Liguria, in provincia di Imperia da cui dista 33 km. E situata in una conca boscosa dominata dalle cime dei monti Bignone e Alpicella. L'abitato si adagia alla destra del torrente Armea risalendo le prime pendici del versante vallivo.
Ceriana città medioevale Ceriana ha il tipico aspetto dei centri medioevali liguri. Un dedalo di viuzze in una cascata di case che occupa le ripide pendici di un colle: qui, nell'isolato entroterra è rimasta sospesa l'atmosfera del Medioevo in una sua versione tipica e popolare.
Storia Ceriana viene fondata nel 979. Compresa nei feudi dei conti di Ventimiglia, viene acquistata dai vescovi di Genova nel 1405 che sul finire del secolo XIII, la vendono ai Doria e ai Mari. Nel 1353 passata alla Repubblica di Genova, viene inclusa nella Giurisdizione delle Palme. Da allora segue le sorti genovesi.
Arte e monumenti Già al primo incontro Ceriana rivela il suo fascino: la porta detta Oppidum e forse un ingresso della parte più antica, una porta ad arco, che immette m una strada coperta, una specie di galleria col soffitto a volte, che corre sotto l'oratorio della Visitazione. Le case sono in pietra a vista, alte e strette, tutte diverse e irregolari, una attaccata all'altra e così fitte e omogenee da costituire un complesso unitario di grande vigore, integrato al paesaggio. Imboccando una delle stradine potrà sembrare di entrare in uno spontaneo labirinto: continui saliscendi, sdoppiamenti improvvisi, strani incroci. Molte stradine. di Ciriana sono scalinate dal passo lungo e dall'alzata ridotta, lastricate in pietra locale. Spesso c'è continuità fra le scalinate esterne e quelle interne delle case. Ogni tanto s'incontra qualche slargo: minuscole piazze con l'aspetto di un cortile familiare. Non mancano edifici monumentali di valore: la seicentesca parrocchiale di S. Pietro, che ha m sagrestia un altare ligneo del XVI secolo, si presenta con alta facciata barocca sormontata da due campaniletti; l'oratorio della Visitazione, in stile barocco ligure, possiede un altare del 1760 e due affreschi del 1748; la chiesa di S. Pietro detta dello Spirito Santo, di origine romanica, è un ampio edificio con tre navate della fme del secolo XVI, con aggiunte successive; la cappella di S. Salvatore, forse la più antica di Ceriana, che sorge in alto. In basso sorgono, invece, al termine di un ripido vicolo la chiesa di S. Spirito, in stile romanico, rielaborato, con un campanile alto e sottile, e l'oratono barocco di S. Caterina, che custodisce una tavola attribuita a F. Brea.
Manifestazioni Festa patronale dei Ss. Pietro e Paolo (29 giugno).
Prodotti enogastronomici In zona vi è una buona produzione d'olio d'oliva.
Vini Ceriana confina con il territori in cui si produce il Rossese, celebre vino rosso i cui vigneti sono collocati nei comuni di Dolceacqua Soldano e Perinaldo.

Branda cujun 
Questo piatto dal nome così insolito è la versione ligure del veneto baccalà mantecato. Non dimentichiamo che ciò che viene chiamato baccalà in Veneto e stoccafisso in Liguria è esattamente la stessa cosa: merluzzo privato dei visceri e poi seccato intero.
Valori nutrizionali Protidi 33 Lipidi 5 Glucidi 18 Kcal 249
Ingredienti per 4 persone:
*600 g di stoccafisso già ammollato
*400 g di patate
*aglio
*prezzemolo tritato
*olio d'oliva
*sale *pepe
Mettete lo stoccafisso in una casseruola e copritelo con acqua fredda. Fate prendere l'ebollizione e cuocete per una decina di minuti, quindi spegnete il fuoco e lasciate a bagno il pesce per circa 20 minuti. Toglietelo dall'acqua, spellatelo, spinatelo e mettetelo in una casseruola di terracotta con abbondante olio d'oliva, aglio e prezzemolo tritati. Salate, pepate e fate cuocere a fuoco lentissimo per almeno un' ora, continuando a mescolare e riducendo il tutto in una poltiglia. Aggiungete le patate tagliate a piccoli pezzi e continuate la cottura, aggiungendo ogni tanto un filo d'olio, fino a che non si otterrà una specie di purea. Al momento di servire aggiungete dell'altro prezzemolo appena tritato.

24/08/14

Valvasone città medioevale

Valvasone (m 58 s.m.; ab. 2019) Si trova in Friuli-Venezia Giulia, in provincia di Pordenone, da cui dista 20 km. È situata nella pianura friulana, alla destra del Tagliamento.
Valvasone città medioevale Un castello austero che si protende a sorvegliare il guado del fiume e, all'estremità opposta, la parrocchiale, con una piazza deliziosa che presenta un pittoresco portico ricavato nella cortina continua di piccole case disposte a semicerchio. Tra il castello e la parrocchiale, vie strette e semplici, quartieri con difici intonacati oppure ricoperti di mattoni a vista o di ciottoli. Questo Valvasone, piccolo borgo medioevale molto ben conservato.
Storia Già nel X secolo esiste a Valvasone un ospizio eretto dai Benedettini dell'abbazia di Sesto. Il castello è ricordato nel 1257, come possesso di un ramo della famiglia Auersperch, che in seguito  trae il nome dal paese. Incendiato nel 1363 da Rodolfo IV d'Austria, il castello viene ben presto riedificato e nel 1499 sostiene validamente l'assalto dei Turchi. Valvasone rimane feudo di signori locali fino al XVIII secolo seguendo poi le sorti della regione.

Arte e monumenti L'origine di Valvasone è molto probabilmente difensiva. Il castello è costituito da un insieme di edifici disposti a ferro di cavallo intorno a un piccolo cortile con un pozzo. Dall'esterno il complesso si presenta severo, anche se alleggento da molte finestre. L'interno è invece ingentilito da trifore e da un balconcino rinascimentale: si tratta di modifiche successive per trasformare la fortezza militare in dimora signorile, quando l'esigenza della difesa cominciò a farsi meno pressante. Vicino al castello c'è l'ampio portale turrito che immette nel paese. Subito s'incontra la piazza, che fiancheggia il retro del castello: si notano edifici molto sobri, con un solo palazzo che si distingue per una certa ricercatezza e signorilità. Architravi e davanzali incorniciano le finestre, mentre un porticato corre continuo lungo il piano terreno. Davanti a questo palazzo sta un vero gioiellino rinascimentale: un magnifico pozzo di pietra con un arco di ferro battuto riccamente decorato: Sulla piazza della chiesa, domina la parrocchiale con la facciata in posizione centrale. Dentro la parrocchiale è conservato un organo di fattura veneziana del 1532, unico strumento superstite della scuola veneta del '500. Un capolavoro architettonico è l'insieme della piazza: gli edifici disposti a semicerchio formano una cortina continua che sembra abbracciare e conchiudere lo spazio attorno alla chiesa, impressione sottolineata anche dallo svolgersi ininterrotto dei porticì. Manifestazioni Festa patronale di S. Pietro (29 giugno).
Prodotti enogastronomici La produzione casearia locale offre ottimi formaggi artigianali, mentre tra gli ortofrutticoli sono notevoli gli asparagi e il radicchio.
I vini prodotti nel circondario portano la denominazione Grave: troviamo i bianchi Pinot Bianco, Tocai Friulano, Chardonnay e Sauvignon nonché i rossi Cabernet Sauvignon, Pinot Nero e Merlot.

Cròstui 
Il dolce non ha una parte rilevante nella frugale cucina friulana. Di composizione abbastanza semplice, era riservato per lo più a festività e ricorrenze particolari. Questi sono i dolci tipici del giovedì grasso, giorno nel quale le donne si liberavano del solito ritmo di lavoro e si davano con passione alla cucina.
Valori nutrizionali Protidi 8 Lipidi 14 Glucidi 49 Kcal 354
Ingredienti per 8 persone:
*500 g di farina bianca
*100 g di burro
*1 uovo
*1 tuorlo d'uovo
*la buccia grattugiata di un limone
*due cucchiai d'acquavite
*sale
*strutto
*zucchero a velo
Sbattete l'uovo intero e il tuorlo con il burro, la buccia grattugiata di limone, l'acquavite e una presa di sale sciolta in un po' d'acqua tiepida. Aggiungete la farina un pizzico alla volta, fino ad ottenere un impasto tenero. Lavorate energicamente la pasta e stendete una sfoglia sottile. Ricavate da questa dei rettangoli di circa 8 x12 cm facendo, nel mezzo di ogni rettangolo, tre tagli e lasciando le estremità unite. Gettate i triangoli, pochi alla volta, nello strutto bollente e fateli dorare da entrambe le parti. Fateli sgocciolare su carta assorbente e serviteli spolverizzati di zucchero a velo.

23/08/14

Gerace città medioevale

Gerace (m 500 s.m.; ab. 3069) Si trova in Calabria, in provincia di Reggio Calabria da cui dista 91 km. È situata sul versante nord-orientale dell' Aspromonte, alle falde del contrafforte che forma il crinale appenninico, su un colle dalla sommità spianata compreso tra le valli delle fiumare Gerace e Novito.
Gerace città medioevale Narra la leggenda che fu uno sparviero a guidare, nel secolo IX, i fondatori di Gerace, profughi di Locri, fino ai piedi dell'altura dove oggi sorge la cittadina. La leggenda illustra un nome e un destino: Gerace deriva dal bizantino hiérax, che significa appunto. sparviero, e la sua storia sembra un intreccio continuo di interventi umani e di eventi naturali. Tipicamente medioevale è la configurazione di Gerace, con vie irregolari fiancheggiate da case piuttosto basse. Da un lato l'abitato è sovrastato da una rupe isolata con ruderi di un antico castello. Storia Importante centro nonnanno, Gerace viene ripetutamente attaccata dai Saraceni, che le infliggono danni e saccheggi. Pare che qui, nel 1062, il conte Ruggero e il duca Roberto, due fratelli che si contendevano il possesso della regione tolta ai Bizantini, abbiano stretto quella pace da cui nascerà il Regno di Napoli e Sicilia. Infeudata nel 1.348 al gran camerlengo del regno, Enrico Caracciolo, passa successivamente al gran siniscalco Niccolò Acciaiuoli, poi ad Antonio Caracciolo. cui viene confiscata, al gran connestabile del regno, Alberto da Barbiano, che la rivende al suo predecessore. Passata in demanio regio, dal 1473 al 1502 è della casa d'Aragona. Carlo III la infeuda come marchesato ad Eberardo Stuart d'Ambigny e, mutate le sorti francesi del regno, perviene al gran capitano Consalvo da Cordova. Passa successivamente a Tommaso de Marinis e viene quindi ceduta ai Grimaldi di Genova, che la tengono dal 1574 al 1806. Come tutta la regione, conosce il dominio borbonico spezzato infine da Garibaldi nel 1860.

Arte e monumenti Del. complesso sistema di fortificazioni medioevali, sussistono ampi retsi: In particolare i ruderi di una cìttadella, di una torre e del grandioso castello. Delle mura e porte interne, che dividevano l'abitato in Borghetto, Borgo Maggiore e Castello, sono traccia ben visibile benché rifatti nel XVI-XVII secolo, l'arco del Borghetto, l' arco delle Bombarde e l'arco delle Tribune. Numerose le chiese di fondazione bizantina: la grandiosa Cattedrale la chiesetta di S. Giovannello, la chiesina diruta dell' Annunziatella e quelle largamente rimaneggiate di S. Maria del Mastro e di S. Maria di Monserrato. Fra tutte, la Cattedrale, la più grandiosa chiesa antica della Calabria, è di gran lunga la più interessante. Si presenta con una vasta e lunga struttura a croce latina a tre navate, divise armonicamente da venti colonne antiche e da quattro pilastri. Notevoli la cappella della Madonna d' Ogiditria, di struttura bizantina, quella di S. Giuseppe, gotica, quella del Sacramento e le tombe Caracciolo Palizzi e Pasqua.  Al periodo barocco appartengono varie chiese in parte rimaneggiate: Il Sacro. Cuore di Gesù, con semplice, elegante facciata ad angoli smussati e cupoletta, S. Anna, dei Cappuccini e del Borghetto.
Manifestazioni Festa patronale di S. Antonio del Castello (23 agosto); il 30 agosto festa al santuario della Madonna della Montagna, sul Montalto di Aspromonte.
Prodotti enogastronomici è giustamente famosa la dolcissima uva da tavola locale. Fra gli insaccati si possono trovare ottime soppressate.
In campo enologico. I vinidella zona sono i bianchi Greco di Gerace e il Mantonico.

Morseddu
È uno dei piatti più tipici di tutta la cucina calabrese. Il curioso nome ha un'origine singolare: viene infatti dallo spagnolo almuerzo, che significa colazione, ed è in realtà anche la robusta colazione che si consuma di prima mattina all'osteria, con un bicchiere di vino altrettanto robusto, prima di affrontare il lavoro.
Valori nutrizionali Protidi 32
Lipidi 9 Glucidi 56 Kcal 433
Ingredienti per 4 persone:
*350 g di pasta di pane già pronta
*150 g di fegato di vitello
*150 g di fegato di maiale
*200 g di foiolo già lessato a
*glio *peperoncino piccante tritato
*vino rosso *concentrato di pomodoro
*olio d'oliva *sale *pepe
Tagliate a fettine il fegato di vitello e quello di maiale; lavate a lungo il foiolo sotto l'acqua corrente e tagliatelo a listerelle. Ponete in una casseruola, possibilmente di coccio, 5 cucchiai d'olio d'oliva e mettetevi a soffriggere uno spicchio d'aglio schiacciato, poi unitevi il fegato e la trippa e fateli rosolare. Salate, pepate, aggiungete un cucchiaio di concentrato di pomodoro diluito in un po' d'acqua calda; insaporite con un pizzico di peperoncino, bagnate con un bicchiere di vino rosso e lasciatelo evaporare. Abbassate la fiamma e lasciate cuocere, mescolando ogni tanto, per un'ora o più, fin quando la trippa si sarà intenerita. Dividete la pasta da pane in due pezzi, uno grande il doppio rispetto all'altro. Stendete il pezzo più grosso e, lavorando con il matterello, ricavatene un disco sufficiente per rivestire il fondo e i bordi di una teglia. Quando la pasta sarà pronta, ungete d'olio la teglia e foderatela. Versate sul fondo il composto, livellatelo e poi ricopritelo con il disco di pasta ricavato dal pezzo più piccolo. Unite i due dischi di pasta, saldandoli accuratamente, poi bucate la superficie con una forchetta per fare uscire il vapore. Infornate a 180° per 40 minuti circa. Quando la superficie sarà ben dorata e croccante, togliete dal forno e aspettate un quarto d'ora prima di servire.

22/08/14

Acerenza città medioevale

Acerenza (m 833 s.m.; ab. 3425) Si trova in Basilicata, in provincia di Potenza da cui dista 41 km. L'abitato è raccolto sul vertice di un rilievo, sullo spartiacque tra il fiume Bradano e il fiume Fiumarella.
Acerenza città medioevale Acerenza è un'acropoli medioevale che aveva fama di essere inespugnabile: le mura e le costruzioni che la radicano alle falde della collina le danno ancora oggi questo aspetto, accentuandone l'effetto di altitudine e isolamento. Il centro raccoglie il valore di lunghe stratificazioni storiche, di un vissuto antico, povero e popolare che riporta al Medioevo.
Storia Centro abitato sin dall' età del ferro e roccaforte lucana, l'antica Acheruntia viene conquistata nel 318 a.C. dai Romani che, in seguito, ne fanno il centro amministrativo della regione; occupata da Totila, è una delle più munite roccaforti gotiche dell'Italia meridionale. Sede vescovile dal V secolo, fa parte del Ducato di Benevento. Contea contesa alla fine del secolo X dai duchi di Benevento e dai principi di Salerno, viene conquistata nel 1061 da Roberto il Guiscardo e assegnata ad Unfredo di Altavilla e poi a Tancredi di Conversano. Schieratasi in favore degli Angioini durante la rivolta ghibellina del 1268, diviene feudo dei Sanseverino, cui viene assegnata da Carlo d'Angiò. Successivamente passa ai Ruffo, ai Bamota e ai Morra. Venduta nel 1479 ai Ferrillo, passa poi agli Orsini di Gravina che la vendono nel 1563 ai Pirelli. Da questi passa ai Pignatelli di Belmonte.

Arte e monumenti Nella parte più alta è situata la Cattedrale, uno dei monumenti più pregevoli della Basilicata, fondata nel secolo XI e ricostruita dopo il 1281 in grandiose forme romanico-gotiche. Due campanili fiancheggiano la costruzione: quello di destra è stato ripreso, senza esserne alterato, nel 1554 da Maestro Pietro di Muro Lucano, quello di sinistra conserva solo la base. Nell'interno, a tre navate su pilastri, corre intorno al presbiterio un deambulatorio con cappelle a raggiera; agli, altari del transetto, grandi tavole cinquecentesche. Nella casa vescovile sono custoditi un trittico, opera d'arte toscana del '400, un reliquiario della Croce in cristallo di Boemia decorato con smalti, preziosi paramenti sacri e fine argenteria del '500-' 600 e '700.
La Biblioteca Arcivescovile è dotata di interessanti manoscritti, di molte pergamene, bolle papali ed arcivescovili.
Manifestazioni Festa patronale' di S. Canio (10 settembre).
Prodotti enogastronomici In campo caseario troviamo ottimi burrini, scamorze e caciocavallo. Fra gli insaccati si distinguono le soppressate.
Fra i vini abbiamo il bianco Malvasia del Vulture e il rosso Aglianico del Vulture.

Beccacce insalmì
La beccaccia è uno dei più apprezzati e ormai rari selvatici da penna, reperibile in poche zone d'Italia fra cui la Basilicata. Sono di gran lunga migliori i volatili cacciati nel periodo autunnale, che hanno una carne grassa, soda e profumata grazie all'abbondante pastura da cui sono reduci. Al secondo passaggio, invece, la beccaccia ha già perduto gran parte dei suoi pregi. La cottura in salmì richiede una frollatura media di circa 3/4 giorni.

Valori nutrizionali Protidi 27
Lipidi 40 Glucidi 31 Kcal 592
Ingredienti per 4 persone:
*2 beccacce già frollate e spiumate
*4 fette di prosciutto crudo
*4 filetti d'acciuga
*vino bianco secco Marsala
*4 fette di pane casereccio raffermo
*capperi
*olio d'oliva
 *sale
Aprite le beccacce, asportate le interiora e tenetele da parte. Fiammeggiate i volatili e puliteli con un telo asciutto senza lavarli. Salateli internamente, avvolgeteli con le fette di prosciutto e legateli con un filo sottile. Ponete in un tegame le beccacce e fatele rosolare con 5 cucchiai d'olio. Quando saranno ben colorite da ogni lato, bagnatele con un bicchiere di vino bianco secco e fate proseguire la cottura a fuoco moderato. Lavate bene le interiora, tritatele finemente, unitevi i filetti d'acciuga e i capperi, ambedue gli ingredienti anch'essi tritati. Mettete a soffriggere il composto in 3 cucchiai d'olio, in un tegamino a parte. Quando sarà ben rosolato, bagnatelo con un bicchierino di Marsala e fate proseguire la cottura per altri 5 minuti. Ponete a tostare in forno le fette di pane e, appena pronte, spalmatevi sopra il composto di interiora ben caldo. Accertatevi della completa cottura delle beccacce infilando un grosso ago nel petto. Mettetele al centro di un piatto di portata caldo, contornatele con le fette di pane spalmate e presentate subito in tavola.

21/08/14

Castell' Arquato città medioevale

Castell'Arquato (m 225 s.m.; ab. 4408) Si trova in Emilia-Romagna, in provincia di Piacenza, da cui dista 32 km. E situata nella bassa Val d'Arda, sulla riva sinistra del torrente al suo sbocco in pianura.
Castell' Arquato città medioevale In nessun'altra località dell'Emilia-Romagna si respira l'atmosfera medioevale come a Castell'Arquato, detta "l'Assisi dell 'Emilia". Il nucleo più antico, situato su un colle e dominato da un turrito castello determina una scenografia urbana unica, ed è una preziosa testimonianza della cultura e dello spirito medioevali.
Storia Nel Medioevo, Castell'Arquato appare ricordato sin dal 566 e, nel 772, viene donato al vescovo di Piacenza. Rimasto possesso dei vescovi sino al XIII secolo, nel 1220 si erge a liberò Comune. Nel 1290 se ne impadronisce Alberto Scotti, che ne tiene la signoria sino al 1317, quando il borgo viene preso da Gian Galeazzo Visconti. Nell'ambito dei domini milanesi viene successivamente sottomesso al Comune di Piacenza (1343), a Bartolomeo Borromei (1403), a Ottone Terzi, a Niccolò Piccinino (1438), a Bartolomeo Colleoni, a Tiberio Brandolini (1455) e infine agli Sforza di Santa Flora (1466).
Arte e monumenti Castell' Arquato si percorre lungo un'unica strada, dopo aver attraversato una porta seicentesca. La via sale a tornanti sulla collina: il nucleo medioevale occupa infatti la sommità del rilievo. A sinistra s'incontra subito il nucleo detto Piazzola, primo insediamento altomedioevale. Più avanti si oltrepassa il castello Stradivari, un imponente e suggestivo edificio in stile neogotico, ricco di elementi decorativi eclettici. Sulla sommità del colle, appare lo straordinario complesso degli edifici che hanno consacrato la fama del borgo. Intorno alla piazza stanno raccolti la collegiata, il palazzo municipale e la rocca: tutti in mattoni, secondo l'uso del luogo. Sul ciglio del colle, a presidio della valle, sta la rocca, circondata e difesa da due cinte di mura. Dell' edificio originario inserito restano alcune torri tutte merlate, parte delle mura e il grandioso mastio.


Lo slancio delle torri denota 1'antica impronta gotica, essendo la rocca del 1343. La collegiata risale al 1122 ed è uno stupendo esempio di basilica romanica rivestita all'esterno di masselli di arenaria marina, dal caratteristico colorito giallo-verdastro punteggiato di conchiglie fossili. È a tre navate, con una semplice facciata rivolta verso una piazzetta, mentre il retro, cioè il gruppo delle absidi e del battistero, si affaccia su piazza Municipio. Si tratta di un insieme architettonico molto ricco e articolato, integrato dalla linea rigorosa del campanile. Il lato settentrionale della piazza è chiuso dal gotico palazzo municipale, che risale al 1293. La costruzione è merlata, articolata con avancorpi e con uno scalone esterno aggiunti verso la metà del '400. A lato della collegiata sta nascosto un piccolo gioiello architettonico: si tratta di un minuscolo chiostro romanico, fatto erigere nel 1300, con pilastri di cotto, capitelli di legno e parapetti di mattoni a spina di pesce.
Musei: Museo della Collegiata, costituito da arredi e oggetti sacri, materiale romano, resti architettonici romanici, sculture, frammenti di affreschi e dipinti; il Museo Geologico contiene ricche collezioni di faune fossili del Pleocene e una piccola raccolta di materiale preistorico con reperti dell'Eneolitico, dell'età del bronzo e del ferro.
Manifestazioni Festa patronaledi S. Giuseppe (19 marzo); sagra di S. Croce (ultima domenica di settembre).
Prodotti enogastronomici In campo caseario troviamo giuncata, primo sale, caprini e ricotta di capra. La valle dell' Arda è inoltre la zona tipica, depositaria della tradizione, per la produzione della coppa piacentina.
Il territorio. produce un ottimo vino bianco: il Monterosso Val d'Arda.

Burtleina
È un piatto tipico della cucina povera e che in origine era solo composto di farina e acqua. Per lo più la cottura avveniva sul fuoco a legna usando le apposite cottole. La burtleina è l'accompagnamento ideale per la coppa piacentina. 
Valori nutrizionali Protidi 12 Lipidi 9 Glucidi 62 Kcal 377
Ingredienti per 4 persone: *300 g di farina bianca *1 uovo latte *lardo *sale
In una zuppiera mettete la farina e preparate una pastella piuttosto liquida con l'uovo, il latte ed il sale. Mettete sul fuoco una padella antiaderente di circa 20 cm di diametro, ungetela leggermente con del lardo e, quando è ben calda, versateci una cucchiaiata di liquido. Spargete bene su tutta la superficie in modo da ottenere un velo sottilissimo. Appena cotta da un lato, girate la burtleina e cuocetela dall' altra parte. Servite immediatamente.

20/08/14

Cherasco città medioevale

Cherasco (m 288 s.m.; ab. 6466) Si trova in Piemonte, in provincia di Cuneo, da cui dista 45 km. È situata su un altopiano, lambito dalle acque della Stura di Demonte, nel punto di affluenza nel Tanaro. A sud, il terrazzo prealpino si collega digradando alle colline delle Langhe, mentre gli altri tre lati strapiombano scoscesi nelle vallate.
Cherasco città medioevale Cherasco sorge su un vero e proprio baluardo naturale, determinante, nel 1243, per la fondazione della città. Forse il luogo era già abitato precedentemente, tuttavia Cherasco resta un modello esemplare di borgo di fondazione medioevale: lo dimostra la maglia regolare di strade ortogonali chiusa da una cortina muraria interrotta da quattro porte alle estremità delle due strade principali. All'incrocio di queste strade si apre la piazza principale, cuore della città.

Storia Cherasco viene fondata a difesa contro le incursioni di Saluzzo e del Monferrato e le scorrerie di Alba e Asti. Nel 1259 ha propri statuti e l'anno successivo viene occupata dagli Angioini che la tengono fino al 1347, anno in cui la città si dà spontaneamente ad Amedeo VI di Savoia. Occupata dai Visconti nel 1348, Cherasco fa parte del beni dotali di Violante, figlia di Gian Galeazzo, sposa di Lionello d'Inghilterra e, alla morte di questi, dell'altra figlia Valentina, sposa di Luigi d'Orléans. Con la pace di Cambrai, nel 1529, passa a Carlo V che la da a Beatrice di Portogallo, moglie di Carlo III di Savoia. Dopo essere stata al centro delle lotte tra Francesi e Spagnoli, ritorna al Savoia con il trattato di Cateau-Cambrésis nel 1559. Da allora segue le vicende dello Stato Sabaudo.
Arte e monumenti Il più antico monumento della città è la chiesa di S. Pietro, costruita nella metà del secolo XII e restaurata nel 1744: ha una facciata romanica, un campanile a monofore, bifore e trifore mentre nell'interno, a tre navate vi sono affreschi di L. Morgari. . Nei secoli' XIII e XIV vengono costruiti la chiesa di S. Martino e Il campanile romanico e gotico della chiesa .di San.Gregorio. La chiesa di S. Agostino, del 1672, conserva decorazioni di Sebastiano Taricco e Giovanni Carlo Aliberti, nonché statue lignee del Clemente e del Plura. Cherasco conserva costruzioni medioevali civili: il castello del Visconti, con torri e merlatura ghibellina, alcune case e la torre del Comune. Numerosi i palazzi: il Brizio, con facciata.in cotto, del 1400, Il Salmatoris, il seicentesco palazzo d'Ormea e Il palazzo Gotti di Salerano. Museo Civico G.B. Adriani contiene materiale archeologico ed artistico e soprattutto una notevole raccolta numismatica e un ricco medagliere.
Manifestazioni Festa patronale del Cristo Risorto (terzo lunedì dopo Pasqua); festa dell'uva (seconda e terza domenica di settembre).
Prodotti enogastronomici. In zona si produce dell'ottima salsiccia, mentre in campo caseario troviamo delle robiole e il Bra, nelle Versione duro e tenero.
I vini prodotti nel comprensorio portano la dicitura d'Alba, e sono essenzialmente due, entrambi rossi: Il Dolcetto e la Barbera.

Filetti con fonduta e tartufi
Cherasco, il cui territorio è molto esteso, è terra di tartufi e di bestiame da carne. Logico quindi che la cucina della zona offra questo abbinamento fra il profumato tubero e le pregiate carni piemontesi. Valori nutrizionali Protidi 57 Lipidi 52 Glucidi 3 Kcal 708
Ingredienti per 4 persone:
*4 filetti di manzo tagliati a spessore alto
*300 g di fontina
*50 g di prosciutto crudo
*1 piccolo tartufo
*70 g di burro
*1 bicchiere di latte
*2 tuorli d'uovo
*sale* pepe
Tagliate, per la fonduta, 200 g di fontina a dadini e mettetela a bagno nel latte per due ore. Con un coltello appuntito, praticate un taglio profondo al centro di ciascun filetto, ricavandone delle tasche. In ogni tasca inserite un ripieno compo~to. da fontina tagliata a bastoncini, prosciutto a.stnscIo~me e lamelle di tartufo. Fate sciogliere 50 g di burro m un tegame e mettetevi a rosolare i filetti 3 minuti d~ un lato e altrettanto dall'altro, salandoli e pepandoli al momento di girarli. Una volta pronti, teneteli da parte al caldo. Preparate a parte la fonduta: fate sciogliere, in una casseruola, 20 g di burro a fiamma dolce, aggiungendo i dadini di fontina sgocciolati. Fate liquefare il formaggio mescolando in continuazione. Quando la fontina comincerà a filare, alzate leggermente la fiamma poi unite i tuorli d'uovo uno alla volta. Mescolate sempre più rapidamente con il cucchiaio di legno fino a raggiungere un amalgama perfetto. Adagiate i filetti rosolati in precedenza sul fondo di una pirofila e ricopriteli con la fonduta. Scaldate il forno a 1700 e mettetevi a gratinare la preparazione. Quando la superficie della fonduta assumerà un bel colore dorato, togliete la pirofila dal forno e presentatela in tavola.

18/08/14

San Gimignano città medioevale

San Gimignano (m 324 s.m.; ab. 7371) Si trova in Toscana, in provincia di Siena da cui dista 38 km. È situata in una piccola valle tributaria della Val d'Elsa, sulla sommità di un colle in posizione dominante.
San Gimignano città medioevale L'aspetto tipicamente medioevale della città è perfettamente conservato dal punto di vista urbanistico ed architettonico:delle originarie 72 torri, 13 si possono considerare pressoche integre e si slanciano verso il cielo segnando in maniera inconfondibile la veduta di San Gimignano, in particolare al tramonto quando le luci calde esaltano le sagome.
Storia La città è ricordata per la prima volta in una donazione del.991 alla cattedrale di Volterra. Verso la fine del secolo XII San Gimignano si reggeva già a libero Comune, scontrandosi con Volterra che rivendicava il precedente dominio vescovile. Datasi nel 1268 propn statuti, la città conferma nel 1297 la propria appartenenza alla lega guelfa, parteggiando poi per Firenze e accettandone il definitivo dominio nel 1349. Da allora segue, nel bene e nel male, le vicende fiorentine.
Arte e monumenti Le più notevoli torri sono quelle gemelle degli Ardinghelli e dei Salvucci, e le due più alte la Rognosa, di 51 m (palazzo del Podestà) e la torre grossa di 54 m (palazzo del Popolo). Questi due palazzi sono a loro volta insigni esempi di architettura due-trecentesca, il primo caratterizzato dall'inconsueto grandioso arcone mediano e il secondo interessante per gli interni, decorati con pregevoli affreschi dell' epoca. Le due costruzioni prospettano sulla piazza del Duomo, che con la vicina piazza della Cisterna, a pianta triangolare con palazzetti romanico-gotici, costituisce il fulcro della città medioevale. Schiettamente trecentesche sono le due vie principali, S.Giovanni e S. Matteo, e la maggior parte dei vicoli secondari, dove gli edifici civili, tra i quali spiccano il palazzo della Cancelleria e quelli Tinacci, Pesciolini, Cugnanesi-Semplici e Monti-Ciotta, segnano il passaggio dal romanico alle più slanciate forme del gotico. L'architettura religiosa ha nel Duomo, del secolo xn, un edificio di primaria importanza: l'armonioso interno, a tre navate divise da colonne, conserva mirabili affreschi del '300 ed altri completati un secolo dopo, opera di insigni artisti. Numerose sono le altre chiese della città, alcune molto notevoli: S. Agostino, romanico-gotica duecentesca; S. Lorenzo, romanica; S. Jacopo, di semplice ma elegantissima struttura romanico-ogivale, e S. Pietro. Degne di nota sono pure la rocca trecentesca in rovina e le fonti con archi romanici e gotici, raro esempio di fontanile pubblico dell' epoca. Il palazzo del Popolo ospita i Musei e la Pinacoteca Civica, che raccoglie pregevoli dipinti di scuola senese e fiorentina dal XIll al XV secolo. Il Museo d'Arte Sacra comprende interessanti sculture, oreficerie e corali miniati senesi.
Manifestazioni Feste patronali di S. Gimignano (31 gennaio) e di S. Fina (12 marzo). Estate Sangimignanese con rappresentazioni di opere liriche in piazza, cicli di concerti a carattere nionografico e mostre di pittura.
Prodotti enogastronomici Tra i formaggi si distingue il pecorino, mentre fra i salumi la palma va al prosciutto di cinghiale, tipico della zona. Notevole la produzione d'olio d'oliva.
In campo enologico, la Vernaccia di San Gimignano è un vino bianco fra i più famosi d'Italia mentre il Chianti prodotto in zona, pur di ottima qualità, non può fregiarsi dell' appellativo "Classico".

Pollo al dragoncello
Nella cucina del Senese è caratteristico l'impiego delle erbe aromatiche: rosmarino, salvia, timo, nepitella e dragoncello. Quest' erba, dal profumo molto raffinato, è largamente usata nella cucina francese ed è l'ingrediente essenziale di alcune famose salse. Il sapore lega soprattutto bene con quello del pollo.
Valori nutrizionali Protidi 46 Llipi 60 Glucidi 23 Kcal 816
Ingredienti per 4 persone:
*1 pollo di 1,200 kg già pulito
*30 g di burro
*olio d'oliva
*farina bianca
*aglio cipolla
*dragoncello fresco tritato
*l tuorlo d'uovo
*1 bicchiere di panna liquida
*vino bianco secco *brodo *sale *pepe
 Fiammeggiate, lavate e asciugate il pollo; tagliatelo a pezzetti, infarinateli, poi metteteli a rosolare nel burro unito a un po' d'olio. Appena il pollo comincerà. a prendere colore, unite un cucchiaio di dragoncello tritato con 1/2 cipolla e uno spicchio d'aglio, pure tritati. Mescolate, salate e pepate. Dopo qualche minuto, aggiungete un bicchiere di vino bianco, ; lasciatelo evaporare quindi fate proseguire la cottura a fuoco moderato, allungando la salsa, quando occorre, con un po' di brodo. Diluite il tuorlo d'uovo, in una ciotolina, con la panna, e uniteli alla salsa assieme a un altro zcucchiaio di dragoncello tritato. Mescolate, aspettate che la salsa sia addensata al punto giusto e il pollo ben cotto, infine servite

17/08/14

Brisighella città medioevale

Brisighella (m 115 s.m.; ab. 7813) Si trova in Emilia-Romagna in provincia di Ravenna, da cui dista 44 km. È situata nella bassa valle del Lamone, alla sinistra del fiume, di fianco alla strada che segue il fondovalle e all'altezza della Vena del Gesso, ai piedi di tre spuntoni di selenite coronati da caratteristiche torri isolate.
Brisighella città medioevale Il polo medioevale è concentrato attorno a piazza Marconi, su cui si affaccia una fitta cortina di case a quattro piani vivacemente tinteggiate, al cui interno si snoda la singolarissima via degli Asini, che occupa il primo piano degli edifici e si apre all'esterno grazie a una serie continua di finestroni ad arco. La strada è interamente acciottolata e il soffitto è costituito da travi di legno. Ancor oggi vi si affaccia una serie di piccoli negozi. La via degli Asini è sicuramente l'elemento più caratteristico della Brisighella medioevale.
Storia Le vicende storiche di Brassichella, antica denominazione della città, sono legate a quella della sua rocca fatta edificare, con ogni probabilità, dal capitano di ventura Maghinardo Pagano da Susinana nella seconda metà del secolo Xli. Eretta a contea nel 1410 dal pontefice Gregorio Xll, è dei Manfredi, vicari pontifici di Faenza, che ampliano le mura cittadine e riedificano la rocca. Questa resiste agli assalti del duca d'Urbino sul finire del secolo XV, ma cede, nel primo decennio del secolo successivo, a Cesare Borgia e quindi ai Veneziani, sotto il cui dominio rimane sino al 1509, anno in cui viene incorporata allo Stato Pontificio, seguendone le sorti fino al 1589, anno dell'annessione al Regno d'Italia.

Arte e monumenti Sui tre colli che dominano l'abitato sono situati il seicentesco santuarietto di Monticino, poi manomesso, la cinquecentesca torre dell' Orologio e la rocca. Quest'ultima è una severa costruzione di aspetto quattro-cinquecentesco, con avanzi di epoche precedenti, formata da due torri cilindriche e da una cinta merlata. La chiesa dell'Osservanza, con portico, è del 1518 e conserva nell'interno una tavola di M. Palmezzano e un dipinto attribuito a G. Cotignola. La collegiata dei Santi Michele e Giovanni Battista racchiude opere d'arte quattro-cinquecentesche, l'oratorio di S. Croce diverse opere del '500 e la chiesa di S. Francesco un ciborio rinascimentale di pietra in sacrestia. La rocca è sede del Museo del lavoro contadino delle vallate del Lamone, Marzeno e Senio, mentre la torre dell'Orologio ospita un'interessante collezione di orologi antichi.
Manifestazioni Festa patronale della Madonna del Monticino (seconda domenica di settembre). Festa medioevale (giugno-luglio); Sua Maestà Tartufo di Brisighella (ultima domenica di novembre), sagra dell' olivo (prima domenica di dicembre); mercatino del venerdì sera di antiquariato (giugno-settembre).
Prodotti enogastronomici Tra i formaggi abbiamo il ravaggiolo, la caciotta di Montemauro e la robiola. In zona viene prodotto anche un ottimo olio d'oliva extra-vergine, denominato il Brisighello.
In campo enologico si producono i bianchi Albana, nei tipi secco, dolce e passito, nonché il Sangiovese, rosso.
Nocino di Brisighella
Per fare questo liquore ci vogliono le noci colte a fine giugno (è tradizione raccogliere le noci la notte di S. Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno). In questo periodo, infatti, la noce è al punto giusto di maturazione. La prova è piuttosto semplice: se passate con uno spillone da parte a parte la noce, questo deve entrare senza incontrare la minima resistenza.
Valori nutrizionali complessivi Alcol 500 Glucidi 150 Kcal 4100
Ingredienti per circa I litro di prodotto: *15 noci fresche con il mallo
*1/2 l di alcol puro a 95°
*150 g di zucchero
*250 g di acqua purissima
*3 chiodi di garofano
*una stecca di cannella di 3 cm *limone 
Lavate, asciugate e tagliate in 4 spicchi le noci. Mettetele in un vaso da l kg con tenuta ermetica. Unite i chiodi di garofano, la cannella e una strisciolina di scorza di limone senza niente del bianco. Ricoprite tutto con l'alcol e chiudete il vaso. Lasciate macerare per 30 giorni, mettendo il recipiente possibilmente al sole e ritirandolo la sera. Durante questo periodo rimuovete e scuotete frequentemente il vaso. In una bottiglia da un litro, sciogliete lo zucchero in un quarto di litro d'acqua a freddo e, quando sarà completamente sciolto, unite l'infuso di noci facendolo passare da un batuffolo di cotone idrofilo messo in un imbuto. Tappate accuratamente la bottiglia e lasciate riposare a lungo. Il nocino sarà pronto per l'inverno o, meglio ancora, l'anno successivo.

16/08/14

Bosa città medioevale

Bosa (m 2 s.m.; ab. 8602) Si trova in Sardegna, in provincia di Nuoro da cui dista 87 krn. È situata sulla sponda destra del fiume Temo, 3 krn a monte della foce, ai piedi di un colle sulla sommità del quale sorgeva un antico castello feudale.
Bosa città medioevale Il nucleo medioevale, detto Sa Costa, è assai caratteristico: ha una forma ad arco, con strade strette, in piano, e brevi vicoli a gradini di collegamento. Le case sono organizzate in lunghe, strette schiere, formate da tante piccole unità verticali, variopinte, con due o tre piani a valle e uno solo a monte. Molte facciate hanno il timpano e formano un caratteristico quanto raro profilo a dente di sega.
Storia Scalo fenicio, poi colonia cartaginese, non è mai stata identificata l'ubicazione della città originaria, ricordata da Tolomeo e negli itinerari romani. Il nuovo centro, formatosi nel secolo XI, diviene capoluogo della Curatoria della Planargia nel Giudicato di Torres e si sviluppa rapidamente alle falde del colle sul quale i Malaspina avevano costruito Il potente castello di Serravalle, tanto che agli inizi del secolo XIII viene eretta a sede vescovile. Possesso dei Malaspina che concedono le libertà comunali, nel 1308 passa ai Giudici d'Arborea, che nel 1323 la cedono in pegno agli Aragonesi. Tornata ad Arborea nel 1328, il castello costituisce uno dei più validi baluardi nella guerra di Mariano IV contro gli Aragonesi. Feudo dei Moncada per investitura di Martino il Giovane, re di Sicilia, dopo la sconfitta di Brancaleone Doria e Guglielmo di Narbona (1409), nel 1464 viene ceduta, con tutta la Planargia, a Giovanni Villamarina. Nel 1556 viene affrancata dalla servitù feudale e assoggettata alla corona. Da allora segue le vicende dell'isola, assegnata ai Savoia nel 1718 e rimanendovi fino alla formazione del Regno d'Italia.

Arte e monumenti I monumenti più importanti risalgono al Medioevo. Il castello di Serravalle, nonostante il suo stato di rovina, è uno dei più interessanti e grandiosi dell'isola, con mura di cinta e alte torri dov'è notevole l'effetto ottenuto con la giustapposizione della pietra chiara e della trachite rossa; la torre più alta è aperta verso l'interno e suddivisa in vari piani. Nell'interno è la chiesetta di Nostra Signora e di S. Giovanni del Castello, di origine antica ma rifatta nel secolo XV. Monumento di pari importanza è la chiesa di S. Pietro Extra Muros, che permette mirabilmente di seguire le varie fasi dell' arte medioevale sarda: ad una prima struttura romanico-lombarda si aggiunge sul davanti una sezione di chiesa di forme più tipicamente romanico-sarde, con il tipico campanile a torre di estrema semplicità; infine, ancora sul davanti, si aggiunge agli inizi del secolo xm un nuovo corpo di fabbrica decisamente gotico e di derivazione franco-borgognona con elementi cistercensi.
Manifestazioni Festa patronale dei Ss. Emilio e Priamo (28 maggio); sagra di S. Maria del Mare (seconda domenica di agosto) .
Prodotti enogastronomici In zona vi è una buona produzione d'olio d'oliva, mentre fra gli ortaggi eccellono i carciofi. Tra i formaggi notevole il fresa.
In campo enologico, il circondario, pur non vantando vini DOC, ne produce di piuttosto gradevoli.

Tonno sott'olio Bosa
Bosa è nota in tutta la Sardegna per la lavorazione del tonno. Logico che da lì ci giunga questa ricetta per la preparazione casalinga del tonno sott' olio.
Valori nutrizionali complessivi Protidi 430 Lipidi 260 Glucidi 1 Kcal 4064
Ingredienti per circa 2 kg di prodotto:
*2 kg di ventresca di tonno fresco
*1 bicchiere di vino bianco
*1 limone 4 foglie di alloro olio d'oliva sale
Tagliate il tonno a fette alte circa due dita e. nella misura dei vostri vasi di vetro; lasciatelo quindi a bagno in acqua fredda: cambiandola spesso, per mezza giornata. Asciugate i pezzi e accomodateli in una pirofila che abbia il suo coperchio, salate bene e unite Il vino, il succo del limone, l'alloro e aggiungete olio fino a coprirli. . Mettete il coperchio e cuocete in forno a calore minimo per circa mezz'ora. Lasciate raffreddare e sistemate i pezzi di tonno con cura nei vasi, versateci sopra l'olio di cottura filtrato, quindi altro olio fresco fino a ricoprirli badando che non restino bolle d aria. Sterilizzate i vasi immergendoli in acqua bollente per circa un'ora. Conservate in luogo fresco.

15/08/14

Montagnana città medioevale

Montagnana (m 16 s.m.; ab. 10.067) Si trova nel Veneto, in provincia di Padova, da cui dista 47 km. È situata nella pianura compresa fra I'Adige e i Colli Euganei, a sud del fiume Frassine. . Montagnana città medioevale . La grandiosa cinta muraria, tuttora ben conservata, fa di Montagnana uno dei migliori esempi in tutta Europa di borgo medioevale fortificato: ha un perimetro di due chilometri, intervallato da 24 piccole torri poligonali e circondato una volta da un vasto fossato, oggi trasformato in prato. Le mura, fatte costruire nel 1300 da Ubertino da Carrara, signore di Padova, sono ancor oggi l'elemento urbanistico distintivo della città.
Storia Montagnana è ritenuta l'antico Pons Aenianus, perché sorta sulla via Annia a difesa della linea dell' Adige. In epoca longobarda diviene sede di governatorato con una vasta giurisdizione. Nel X secolo fa parte della contea di Monselice ed è citata nel 996 come feudo di Ugo, marchese di Toscana. Passata ai marchesi d'Este nel secolo XI e confermata loro da Enrico IV nel l 077, dopo la pace di Costanza si oppone alle pretese di Padova uccidendone i consoli inviati. Nel 1242 viene conquistata e incendiata da Ezzelino III da Romano, che la riedifica e fortifica il castello. Tornata ai marchesi d'Este dopo la sconfitta di Ezzelino nel 1256, nel 1260 passa ai Carraresi e nel 1312 viene assediata da Cangrande della Scala che la occupa nel 1317. Nel 1337 passa nuovamente ai Carraresi che la tengono, salvo una breve parentesi viscontea, fino al 1405, quando si dà spontaneamente a Venezia seguendone le sorti.

Arte e monumenti Il Duomo è un imponente edificio in laterizio, di slanciate linee gotiche all'esterno e con caratteristiche rinascimentali nell'ampio interno. Vi si conservano una tavola del '300, una Pietà lignea del '400, numerosi affreschi del '500, fra cui vari di G. Buonconsiglio, un coro ligneo del 1555 e altre opere del '600 e del '700. Di aspetto gotico è pure la chiesa di S. Francesco, fiancheggiata da un elegante campanile del 1468. La chiesa di S. Benedetto, seicentesca, possiede una pala di Palma il Giovane. Il più importante esempio di architettura civile è il palazzo Pisani, ora Placco, opera di A. Palladio, con facciata ravvivata al centro da due ordini di colonne. Al XV-XVI secolo risalgono il palazzo Foratti e l'ex Ospizio dei Pellegrini, attribuiti ad A. Lamberti.
Manifestazioni Feste patronali di Maria SS. Assunta (15 agosto) e della Presentazione di B.V. Maria (21 novembre). In agosto mostra dell' artigianato.
Prodotti enogastronomici Vi si trovano ottimi prosciutti, fra cui quello verzellato, variegato di dolci vene di grasso; notevole anche il salame d'asino.
In campo enologico, i vicini Colli Euganei danno vini che portano l'omonima dicitura: Rosso, Cabernet e Merlot fra i rossi, Bianco, Pinot Bianco e Chardonnay fra i bianchi.

Oca in onto 
Ancor oggi, in molti paesi del Padovano, le oche cotte nell'autunno formano una riserva di carne per tutto l'inverno, sino a primavera, e il grasso è un ottimo condimento per le tagliatelle.
Valori nutrizionali Protidi 5 Lipidi 18 Glucidi O Kcal 182
Ingredienti per 12 persone:
*un' oca grossa di circa 5 kg 1
*dl d'olio d'oliva
*rosmarino
*salvia
*alloro
*sale 
Togliete all'oca le zampe, le ali e tutte le interiora. Mondatela bene, tagliatela a pezzi, mettetela in una pentola profonda, con l'olio, un bicchiere d'acqua, sale, rosmarino, salvia e ponetela a stufare in forno, coperta, a fuoco molto basso per circa tre ore. Raccogliete tutto il grasso. Disossate i pezzi d oca e sistemateli in una pignatta con foglie d'alloro, coprendoli con il loro grasso di cottura. Componte la pignatta con del pergamino e legate l'imboccatura. Conservate in luogo fresco.

14/08/14

Sant' Agata de' Goti città medioevale

Sant' Agata de' Goti (m 159 s.m.; ab. 11.350) Si trova in Campania, in provincia di Benevento da cui dista 35 km. L'abitato occupa la parte sommitale . di un dosso delimitato da due brevi affluenti del fiume Isclero.
Sant' Agata de' Goti città medioevale La massa compatta e articolata degli edifici di Sant' Agata de' Goti si eleva da un isolato banco roccioso fortemente eroso dall'opera dei fiumi che lo circondano. Il paesaggio è aspro. L'impenetrabile muraglia medioevale delle case, nettamente separata dalle moderne espansioni, determina un grande effetto scenografico. L'impianto urbano è tipicamente medioevale. Si configura secondo la struttura "a fuso": un'unica via longitudinale, che ricalca il crinale dell'altura, è innestata da brevi e irregolari vicoli trasversali.
Storia L'abitato, la cui origine pare risalga al secolo VI, viene edificato, secondo alcuni storici, sull'area del centro sannitico di Saticola, ricordata al tempo delle guerre puniche. Sant' Agata de' Goti fa parte del Ducato beneventano e nel secolo X viene elevata a sede vescovile. Munita di castello in età normanna, viene concessa nel 1267 da Carlo I d'Angiò alla famiglia Artois, cui succede nel dominio il casato dei Della Ratta. Nel 1528 appartiene agli Acquaviva, quindi viene concessa da re Ladislao ai Cosso, cui rimane sino al 1674. Per acquisto, la città appartiene, dal 1696, ai Carafa di Maddaloni, che vi mantengono il proprio dominio sino alle leggi eversive della feudalità (1806); in seguito segue le sorti della regione sino al 1860, anno dell'unione al Regno d'Italia.

Arte e monumenti Avanzi di età romana si incontrano nell'abitato. Del castello medioevale si conservano ruderi, tra cui un cortile con entrata ogivale; delle mura resta un torrione cilindrico isolato e una porta. Al 1114 risale la chiesa di S. Menna, fatta costruire da Roberto di Capua; un portico a tre archi precede la facciata assai restaurata in cui si conserva il portale originario. L'interno conserva resti del pavimento musivo e, alle pareti, affreschi dei secoli XIV e XV. Il Duomo, che prospetta su una piazza abbellita da una fontana ba- , rocca, risale al 970 ma è stato rifatto e restaurato nei secoli seguenti; l'interno presenta un coro ligneo intagliato del secolo XVII nonché affreschi trecenteschi. La chiesa dell' Annunziata, del 1354, conserva in parte le originarie fonne gotiche. La chiesetta di S. Angelo dell'Addolorata ha un breve campanile romanico-gotico con bifore. Il Museo Diocesano conserva paramenti, argenti, sculture e dipinti.
Manifestazioni Feste patronali di S. Agata (15 febbraio) e S. Alfonso (10 agosto).
Prodotti enogastronomici Sant' Agata de' Goti è uno dei principali centri della provincia per la produzione e il commercio di ortofrutticoli.
In campo enologico troviamo i bianchi Greco, Falanghina e Regina Sofia, i rossi Aglianico e Piedirosso e il Fileno, vino passito.

Sanguinaccio dolce di Sant'Agata
Il sanguinaccio è una preparazione che si trova un po' in tutta Italia. Nell' Italia settentrionale è generalmente un tipo di salsiccia variamente speziata; in quella meridionale diventa un dolce soffice e cremoso. Quello che vi proponiamo va gustato accompagnato da biscotti savoiardi.
Valori nutrizionali Protidi 21 Lipidi 6 Glucidi 99 Kcal 534
Ingredienti per 8 persone: *6 dI di sangue di maiale appena colato
*600 g di zucchero fine
*110 g di cacao in polvere
*6 dl di latte
*60 g di farina bianca
*80 g di cedro candito cannella in polvere
*vanillina 
Mescolate il sangue di maiale con un poco di latte per non farlo coagulare. Passate al setaccio la farina, lo zucchero e il cacao e metteteli in una casseruola versatevi, poco alla volta e mescolando il latte ' e il sangue di maiale. Quando I'insieme si presenta come una crema vellutata e senza grumi, passate la casseruola a calore molto moderato e, mescolando, fate prendere l'ebollizione; da questo momento date quattro alzate di bollore. Ritirate dal fuoco, versate il sanguinaccio in una terrina e fatelo raffreddare. Completate con un pizzico di cannella, il cedro tagliato a dadini e una presa di vanillina. Al momento di servire, versate il sanguinaccio in coppe di vetro.

13/08/14

Penne città medioevale

Penne (m 438 s.m.; ab. 11.670) Si trova in Abruzzo, in provincia di Pescara da cui dista 31 km. Il nucleo originario sorge su un'altura rocciosa dominante le valli del Tavo e del Baricello.
Penne città medioevale Il nucleo storico ha un impianto fitto e irregolare, tipico del Medioevo. L'uso quasi esclusivo del cotto, che modella case, strade, edifici civili e religiosi, fa dell'abitato un unico corpo che amalgama diversi stili edilizi. Spazi medioevali, di austera solidità romanica, si avvicendano infatti a linee architettoniche ricercate e complesse.
Storia Penne, importante centro dei Vestini, ricordata da Plinio e da Tolomeo, fedele alleata di  Roma nelle guerre puniche e in quella sociale, ottiene la cittadinanza nell'89 a.c., divenendo municipio ascritto alla tribù Quirina. Antica sede vescovile accertata già alla fine del secolo V. Penne diviene contea, ricordata per la prima volta nell'853. Nel 1140 viene conquistata da Ruggero I e dichiarata città regia. Divenuta, con gli Angioini, capoluogo di un vasto territorio, viene assalita e saccheggiata nel 1436 da milizie aquilane comandate da Jacopo Caldora. Nel 1552 viene data da Carlo V a Margherita d'Austria, sposa di Ottavio Farnese, quindi passa ai Borboni. La città prende viva parte agli avvenimenti risorgimentali e nel 1837 vi scoppia un moto rivoluzionano, conclusosi con l'arresto e la fucilazione dei suoi maggiori promotori.

Arte e monumenti Fra gli esmpi di architettura medioevale si distinguono il palazzo De Caesaris, con cortile a doppia loggia, la casa Vestini, in parte nfatta, la casa delle suore della Sacra Famiglia, un cortile con archi a tutto sesto in via delle Rimesse, una casa con portale a sesto acuto in via Mario dei Fiori e un altro edificio con portale e monofora ogivale posto in corso dei Vestini. L'edificio più antico della città è però la Cattedrale, d'origine paleocristiana, rifatta in forme romaniche, poi gotiche e ricostruita dopo i gravi danni subiti durante l'ultima guerra, con un massiccio campamle. All'interno, nel presbiterio, notevole altare del vescovo Oderisio e interessante cripta, forse del secolo X. Nei locali adiacenti è ordinato il Museo Civico-Diocesano, che conserva fra l'altro un crocifisso ligneo trecentesco e una croce processionale di Nicola da Guardiagrele. Altre chiese: S. Giovanni che conserva, della costruzione trecentesca, l'abside poligonale e il
massiccio campamle; S. Agostino, che presenta tracce del '300 ed ha un pittoresco campanile del secolo XV.
Manifestazioni Festa patronale di S. Massimo (7 maggio); tradizionale processione del Venerdì Santo.
Prodotti enogastronomici Buona la produzione d'olio d'oliva. Fra i salumi notevole il prosciutto di montagna.
Tipico vino della zona è il Montepulciano d'Abruzzo, rosso.
Agnello brodettato
Valori nutrizionali Protidi 53 Lipidi 30 Glucidi 12 Kcal 530
L'Abruzzo ha tenuto in auge per secoli un grande paiolo di rame, chiamato cotturo, usato principalmente dai pastori per cucinare all'aperto le carni ovine durante gli spostamenti stagionali delle greggi. Dal cotturo discende la predilezione degli abruzzesi per tipici piatti della cucina silvo- pastorale, come questa preparazione del periodo pasquale.
Ingredienti per 4 persone:
*1 kg di cosciotto e spalla d'agnello con tutto l'osso
*50 g di prosciutto crudo grasso e magro
*cipolla prezzemolo
*aglio
*olio d'oliva
*vino bianco secco
*brodo farina
*3 tuorli d'uovo
*1/2 limone
*noce moscata
*sale *pepe 
Mettete in un tegame l'olio, l'agnello tagliato a pezzi di circa 25 g l'uno, il prosciutto e la cipolla tritati, condite con sale, pepe e un pizzico di noce moscata e fate cuocere a calore moderato, mescolando spesso. Appena l'agnello tende ad imbiondire bagnate con 2 dl di vino bianco secco e fatelo ridurre quasi completamente; aggiungete tre cucchiai di farina, mescolate bene, versate del brodo a filo della carne, coprite il tegame e continuate la cottura a fuoco moderato. Durante la cottura, se necessario, aggiungete dell'altro brodo, tenendo presente che la salsa deve risultare, a fine cottura, piuttosto abbondante ma non troppo liquida. Qualche minuto prima di ritirare dal fuoco, mescolatevi un trito di aglio e prezzemolo, passate il tegame sull'angolo del fornello e amalgamatevi i tuorli d'uovo diluiti con il succo di 1/2 limone. Rimettete il tegame sul fuoco e, non appena accenna l'ebollizione e l'uovo prende corpo, versate la preparazione in un piatto di servizio concavo e servite immediatamente.

12/08/14

Certaldo città medioevale

Certaldo (m 67 s.m.; ab. 15.913) Si trova in Toscana, in provincia di Firenze da cui dista 45 km. La parte antica della città sorge sulla sommità di un colle, a breve distanza dalla riva destra dell'Eisa. Il nucleo moderno, sorto quasi interamente nei secoli XIX e XX, si sviluppa nel fondovalle, dalle pendici del colle verso la sponda dell'EIsa.
Certaldo città medioevale  Esempio tipico di castello medioevale, l'antico nucleo di Certaldo conserva intatta la struttura originaria carattenzzata, Sia negli edifici che nella pavimentazione delle strade, dal colore rosso del cotto. Qui la vita sembra essersi fermata al tempo del Boccaccio,che in questo luogo si ritirò a trascorrere in miseria gli ultimi anni della sua vita.
Storia Nel Medioevo Certaldo è castello degli Alberti di Prato. Nel 1184 il conte Alberto, dopo la sconfitta subita dai Fiorentini a Pogne, è costretto a diroccarne le torri. Nel corso del secolo XIII passa sotto il dominio fiorentino. Più volte assalita e devastata nel corso delle guerre che insanguinano la Toscana nel XIV secolo, Certaldo diviene nel 1415 sede di uno dei vicariati nei quali era diviso lo stato fiorentino. Nel 1479 viene saccheggiata e incendiata dalle milizie senesi e napoletane in guerra contro Firenze, di cui segue le sorti fino all'unità d'Italia.

Arte e monumenti La Certaldo medioevale è costituita dalle case poste lungo una sola strada: via Boccaccio. Questa via funge da collegamento, da piazza e da cortile, spazio pubblico e privato, ove interno ed esterno sembrano coincidere. Il termine prospettico della via nella parte più alta è il palazzo Pretorio, sul luogo del castello, con un portico e una scalinata che chiudono con forte chiaroscuro la prospettiva per chi sale. La facciata merlata è simile ad altre, ma è resa pittoresca dai numerosi stemmi gentilizi che la costellano, mentre nel cortiletto si possono ammirare gli affreschi cinquecenteschi. Accanto al palazzo poi sorgono i resti della chiesa di S. Tommaso, con gli splendidi affreschi di Benozzo Gozzoli. Lungo la strada sono il palazzo Stiozzi, con porticato del XIII secolo, la casa del Boccaccio, romanica e tre case-torri: la Machiavelli, la Masini e il Torrino. Accanto a palazzo Stiozzi sono i grandi arconi, ora murati, sotto i quali si svolgeva il mercato. Sempre in via Boccaccio si presenta la canonica della chiesa dei Ss. Michele e Jacopo, del XIII secolo, con delizioso chiostro romanico, che conserva la tomba del Boccaccio. Il borgo è tuttora quasi interamente murato e dotato di tre porte: alle spalle del palazzo Pretorio, le fortificazioni comprendono i resti del castello.
Manifestazioni Festa patronale di S. Tommaso (3 luglio); sagra della Beata Giuliana (prima domenica di ottobre).
Prodotti enogastronomici In zona vi è una discreta produzione di tartufi bianchi mentre fra i formaggi si distingue il pecorino.
In campo enologico vi è una buona produzione di Chianti Putto.

Ginestrata
Questo brodo in tazza che prende poeticamente il nome dal giallo delle ginestre, è un primo piatto ormai quasi completamente scomparso. E una preparazione antichissima, e certi ingredienti, con il loro accostamento dolce-salato, denunciano la sua origine rinascimentale
Valori nutrizionali Protidi 8 Lipidi 21 Glucidi 30 Kcal 341
Ingredienti per 4 persone:
*1/2 l di brodo di pollo
*4 tuorli d'uovo
*50 g di burro
*1/2 bicchiere di Madera
*cannella in polvere
*noce moscata
*zucchero a velo
*sale 
In una zuppiera, mescolate bene a freddo i rossi d'uovo, il brodo sgrassato, il Madera e un cucchiaino raso di cannella. Filtrate il tutto e mettete in un tegame il ricavato; aggiungete il burro, aggiustate di sale e cuocete a fuoco bassissimo, sempre rimestando, finché il liquido si sarà addensato. Servite la ginestrata in tazze da brodo e cospargete la superficie con pochissimo zucchero a velo e un odore di noce moscata.

11/08/14

Chiari città medioevale

Chiari (m 148 s.m.; ab. 16.476) Si trova in Lombardia, in provincia di Brescia, da cui dista 25 km. È situata nella pianura bresciana, alla sinistra del fiume Oglio.
Chiari città medioevale La città conserva nella pianta circolare, ancor oggi delimitata da fossati di difesa, una chiara impronta topo grafica medioevale con strette vie convergenti verso la piazza centrale.
Storia Già conosciuta in epoca romana, Chiari figura per la prima volta in un documento ufficiale nel 1148, quando in una bolla papale è ricordato l'omonimo castello. Coinvolta nelle lotte fra guelfi e ghibellini, la città viene occupata nel 1259 da Ezzelino da Romano e distrutta nel 1272 dai guelfi. Entrata nel dominio dei Visconti, ottiene diversi privilegi e la separazione da Brescia. All'inizio del XIV secolo fa spontanea dedizione alla Repubblica Veneta e diviene capoluogo di una Quadra.
In seguito è feudo dei Carmagnola e, nel 1429, si dà statuti propri. Nel 1438 viene occupata dalle truppe milanesi di Niccolò Piccinino, ma torna ben presto a Venezia.

Nel 1701 vi si svolge un episodio importante della guerra di successione d'Austria: le truppe imperiali, comandate da Eugenio di Savoia, riportano una brillante vittoria sugli alleati Francesi, Spagnoli e Piemontesi. Annoverata fra le 40 città della Repubblica Italiana nel 1803, le viene riconosciuto il titolo nel 1862, quando entra a far parte del Regno d'Italia.

Arte e monumenti Il centro di Chiari è occupato da piazza Zanardelli, un ampio spazio dominato dal Duomo e collegato attraverso i portici del medioevale Broletto all'attigua piazza delle Erbe, antica sede del mercato cittadino. Il resto è formato da semplici case dalle caratteristiche rurali. Al XV secolo risalgono la chiesa di S. Maria Maggiore, rifatta in facciata nel XVIII secolo, e i chiostri di S. Bernardino. Anche il Duomo, dedicato ai Ss. Faustino e Giovita viene costruito nel XV secolo: viene poi rimaneggiato nel XVIII e decorato nel secolo scorso da affreschi di Giacomo Trecourt. Ha un altare ligneo settecentesco, statue di Antonio Callegari, Gaetano Monti e Abbondio Sangiorgio, dipinti di G.B. Gignaroli, Pompeo Batoni e Francesco Podestio Numerosi dipinti (Caravaggio, Perin del Vago, Daniele Crespi, Parmigianino) sono conservati nella Pinacoteca Civica, fondata nel 1854. La Biblioteca Marcelliana, aperta dal 1817, conta 40.000 volumi, incunaboli e codici, tra cui gli statuti di Chiari del 1429.
Manifestazioni Festa patronale dei Ss. Faustino e Giovita con omonima fiera (15 febbraio). Prodotti enogastronomici Buona la produzione casearia: taleggio, crescenza, pressato e gorgonzola bresciano.
Giustamente famosi sono i vini della vicina Franciacorta, nelle versioni bianco, rosso e spumante.

Riso alla pitocca
Valori nutrizionali Protidi 44 Lipidi 34 Glucidi 84 Kcal 818
Questo antico e rinomato piatto del Bresciano rammenta il pittore Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, che ne era ghiotto.
Ingredienti per 4 persone:
*350 g di riso
*un pollo novello di l kg circa
*60 g di burro
*2 cipolle
*2 carote
*2 costole di sedano *vino bianco secco *formaggio grana grattugiato *sale *pepe
Fiammeggiate il pollo, lavatelo, asciugatelo e tagliatelo a pezzetti regolari, disossandolo e togliendo lo stomaco, il cuore, le ali e il fegato. Mettete una carota, una cipolla e una costola di sedano in una pentola con un litro e mezzo d'acqua salata. Aggiungete i resti della carcassa del pollo, lo stomaco, Il cuore e le ali; portate ad ebollizione, abbassate la fiamma e lasciate cuocere per un'ora, fino ad ottenere un buon brodo che filtrerete e terrete in caldo.

Tritate finemente le verdure rimaste e mettetele in una capace casseruola con 40 g di burro. Mettete sul fuoco e fate appassire le verdure a calore non troppo vivace. Aggiungete quindi i pezzetti di pollo e fateli rosolare da ogni lato. Bagnate con un bicchiere di vino bianco secco, lasciatelo evaporare, salate e pepate. Proseguite la cottura aggiungendo, se necessario, un po' di brodo.

A metà cottura del pollo, aggiungete il riso e fatelo tostare, mescolando con un cucchiaio di legno e unendo un mestolo di brodo bollente. Sempre mescolando, portate a termine la cottura allungando di tanto in tanto con del brodo bollente man mano che il riso assorbe il liquido. Quando sia il pollo che il riso saranno ben cotti, togliete il recipiente dal fuoco, incorporate il burro rimasto e il formaggio grattugiato, infine servite.

09/08/14

Bressanone città medioevale

Bressanone 
 (m 559 s.m.; ab. 17.010) Si trova in Trentino-Alto Adige, in provincia di Bolzano da cui dista 41 km. E situata alla confluenza di due fiumi di acque alpestri, l'Isarco e la Rienza, in un paesaggio aperto, di colli coltivati tra profili di monti e il verde dei boschi e dei prati.
Bressanone città medioevale Medioevale è la fondazione della città, che risale al 901 come sede del vescovo di Sabiona, Albuino. La nuova capitale diocesana viene realizzata planimetricamente in forma quadrata, delimitata da una cinta muraria. All'interno, la città viene singolarmente articolata secondo due poli ben distinti: quello religioso-amministrativo e quello laico. Il nucleo medioevale è molto ben conservato ma, nel complesso, in tutto l'abitato si fondono insieme elementi architettonici diversi a formare una gradevole varietà di stili.
Storia Detto già della fondazione, nel 1027 Corrado II il Salico crea i principati vescovili di Trento e di Bressanone, cedendo a quest'ultimo la contea di Nori sull'Isarco e sull'Inno Durante la lotta per le investiture, l'imperatore Enrico IV indice nel 1080 a Bressanone il sinodo durante il quale viene deposto il papa Gregorio VII ed eletto l' antipapa Clemente III. A compenso dell' appoggio offerto all'imperatore, i vescovi ottengono altri territori nonché il privilegio di battere moneta. 
L'amministrazione del patrimonio e della giustizia vengono affidati ai conti di Tirolo, quindi, nel 1363, subentrano gli Asburgo. Lotte interne contro i vassalli riducono l'autorità dei vescovi a piccole giurisdizioni temporali e nel 1523 i contadini si ribellano reclamando alcune riforme sociali. Tra il 1542 e il 1613 vengono elaborate riforme civili e si emana uno statuto cittadino. Nel 1703 la città subisce l'invasione bavarese e, nel 1803, a seguito dell'invasione napoleonica, il principato viene unito al Tirolo, passando due anni dopo alla Baviera. Ritornata all'Austria nel 1813, la città fa parte della provincia di Innsbruck e viene infine riunita all'Italia alla conclusione della prima guerra mondiale.
Arte e monumenti L'antica cinta muraria, benché in parte distrutta e in parte inglobata nei muri perimetrali delle case, è identificabile soprattutto in corrispondenza delle tre porte-torri che anticamente immettevano entro il perimetro urbano: porta Sole, porta Sabiona e porta S. Michele. Il Duomo, di origine romanica ma profondamente rimaneggiato nella seconda metà del '700, ha due alti campanili che si elevano dalla facciata, secondo lo stile del barocco austriaco. Pareti e volte sono coperte di affreschi, eseguiti fra il '300 e il '400 da vari pittori, fra cui Leonardo da Bressanone, Jacob Sunter e Ruprecht Potsch. Vicino al Duomo c'è la pieve di S. Michele, risalente al 1503, che utilizza come campanile l'antica torre Bianca, che faceva parte delle fortificazioni.
Il palazzo dei Principi Vescovi è un'imponente costruzione che risente, nelle forme e nella planimetria, del precedente edificio fortificato su cui sorge. Le facciate interne, che prospettano su un vasto cortile, sono porticate al piano terra e si aprono con due loggiati al primo e secondo piano. All'interno è ospitato il Museo Diocesano, raccolta d'arte fra le più vaste della provincia di Bolzano, disposta in 70 sale, comprendente sculture, pitture, pezzi d'artigianato artistico medioevale e arredi originali della residenza vescovile.

 L'antico Municipio è ornato da una falsa torre e reca nel cortile un dipinto raffigurante il Giudizio di Salomone. Interessante è pure casa Pfaundler, costruita nel 1581, uno degli esempi più eleganti e significativi di combinazione tra elementi rinascimentali ed elementi della tradizionale architettura trentina, dalla facciata scura, ricca di decorazioni.
Manifestazioni Processione di S. Cassiano (seconda domenica dopo Pasqua);
festa patronale di S. Michele Arcangelo (29 settembre); festa del centro storico (ogni due anni ad agosto).
Prodotti enogastronomici Si possono trovare speck, salumi e formaggi di produzione locale.
I vini della zona portano la denominazione Valle Isarco: degni di nota fra i bianchi il Gewùrztraminer, il Mùller Thurgau, il Sylvaner e il Ventliner, fra i rossi il Lagrein e il Pinot Nero.

Kopfkohl mit Bratwurst  (Salsiccia e cavolo cappuccio)
Valori nutrizionali Protidi 25 Lipidi 38 Glucidi 4 Kcal 458
l cavoli cappucci, da cui, per salatura e fermentazione, si ottengono i crauti, sono una verdura fondamentale nella cucina altoatesina.. Il loro accostamento con carni e insaccati di maiale è quasi d'obbligo.
Ingredienti per 4 persone: *400 g di luganega o salsiccia lunga fresca *l cavolo cappuccio di circa 600 g *70 g di speck *1/2 l di brodo di carne *olio d'oliva *sale e pepe
Lavate, sgocciolate e tagliate a listerelle il cavolo cappuccio. Fatelo scottare in acqua bollente per 5 minuti, poi scolatelo bene. Mettete in una casseruola lo speck tagliato a dadini e fatelo rosolare con un cucchiaio d'olio; quando sarà dorato unite il cavolo, salate e pepate leggermente, quindi lasciatelo cuocere per una ventina di minuti, aggiungendo, di tanto in tanto, un po' di brodo caldo e rigirando frequentemente. Unite la luganega tagliata a pezzetti e lasciate cuocere ancora tutto assieme per circa mezz'ora più, se necessario, allungando con il brodo se necessario. Servite caldissimo accompagnato da fette di pane nero.

08/08/14

Tolentino città medioevale

Tolentino (m 228 s.m.; ab. 18.053) Si trova nelle Marche, in provincia di Macerata da cui dista 20 km. È situata nella media valle del Chienti, distesa in lieve pendio presso la riva destra del fiume. Tolentino città medioevale L'abitato presenta una pianta compatta tipicamente medioevale, il cui perimetro è ancora delineato per lunghi tratti dalle poderose mura, scarpate nella parte infenore. Il fitto reticolo di vicoli e strettoie sormontati da piccoli archi, propone squarci di Medioevo altamente suggestivi.
Storia Tolentino nasce come colonia greca, quindi colonia e municipio romani. Diocesi dal IV secolo, partecipa al sinodo romano del 487 con il vescovo Basilio. Libero Comune nel 1099, raggiunge nel corso dei secoli successivi una posizione di rilievo per potenza e floridezza economica. Occupata da Percivalle Doria nel 1262, circa un secolo dopo entra a far parte della lega ghibellina promossa dai Visconti. Riportata alla chiesa dal cardinale Albornoz nel 1355, viene da questi concessa ai Varano, il cui governo viene però a lungo osteggiato dai Tolentinesi. In seguito appartiene agli Sforza ma successivamente torna sotto il dominio della Santa Sede, seguendone quindi le sorti. Nel 1797, a palazzo Bezzi, già Parisani, viene firmato il trattato, che dalla città prende il nome, fra Napoleone e la Chiesa.

Arte e monumenti La città conserva una certa unità urbanistica nel nucleo centrale con parte delle mura, la porta della Marina e la porta dei Cappuccini, belle case gotiche e palazzi rinascimentalì, quali palazzo Parisani, attribuito ad Antonio da Sangallo, palazzo Silveri e palazzo già Maurizi. La basilica di S. Nicola da Tolentino, uno dei più celebri santuari marchigiani, risale al secolo Xlll ma è stata quasi completamente rifatta successivamente e possiede un campanile romanico-gotico. La cattedrale di S. Catervo ricostruita nel secolo XnI, è stata quasi completamente rifatta verso il 1830; la chiesa di S. Francesco, originariamente romanica, è stata successivamente rifatta in forme barocche; la chiesa di S. Maria conserva della originaria costruzione del secolo Xlll tracce sulla facciata. Il ponte detto del Diavolo, a.cinque arcate, è stato costruito nel 1268; il castello della Rancia conserva la grossa torre maestra del secolo XII. Nella basilica di S. Nicola si trovano il  
Museo delle Ceramiche, il Museo dell' Opera del Santuario e il Museo Civico. Nel palazzo Parisani-Bezzi si trova il Museo Internazionale della Caricatura.
Manifestazioni Festa patronale di S. Catervo (17 ottobre); Biennale internazionale dell'umorismo nell' arte, in varie sedi (settembre, anni dispari). Nel complesso di S. Nicola, Festival organistico tolentinate (giugno) ed Esposizione dell' editoria marchigiana (settembre).
Prodotti enogastronomici Tra i formaggi si distingue il pecorino.
Il settore enologico comprende il Bianco dei Colli Maceratesi e il Rosso Piceno.

Frustenga
Valori nutrizionali Protidi 13 Lipidi 16 Glucidi 79 Kcal 512
Questo dolce, di impronta campagnola, è tuttora destinato ad accompagnare gli assaggi di vino novello prodotto nelle colline dell' interno marchigiano.

Ingredienti per 6 persone:
*350 g di farina di granoturco
*l litro di latte
*100 g di uva passa
*8 fichi secchi
* l0 noci
*2 bicchieri di vino cotto
*pangrattato *olio d'oliva *sale

Lasciate i fichi e l'uvetta all'ammollo per circa un'ora. Sgusciate le noci, scottate i gherigli in acqua bollente, poi pelateli e tritateli. Preparate una polenta con il latte e un litro e mezzo d'acqua, aggiungendo un po' di sale. A cottura ultimata, rovesciate la polenta in una capace terrina. Strizzate l'uvetta e i fichi, tagliate questi ultimi a pezzetti e uniteli alla polenta. Aggiungete il vino cotto e i gherigli di noce tritati. Mescolate con cura e versate questo composto in una tortiera unta d'olio e spolverizzata di pangrattato. Irrorate la superficie con un filo d'olio, coprite la tortiera con un foglio di carta stagnola e infomate per circa 30 minuti a 180°. Sformate il dolce su un piatto di portata e servitelo tiepido o freddo.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.