Il-Trafiletto
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29/07/14

Il Sole ci fa bene | Quattro ragioni per stare al Sole

Ogni giorno leggiamo consigli di salute contraddittori. Ma allora crogiolarsi al Sole è una buona o una cattiva idea? 

Dipende da tanti fattori... Gli antichi Egizi adoravano Ra, il Dio Sole, e noi tutti salutiamo il suo arrivo dopo l'inverno con fervore quasi religioso. Del resto, come iniziare meglio la giornata se non aprendo le tende salutati da questa sfera gigantesca di idrogeno infuocato? Ma la luce del Sole influenza anche il corpo oltre che la mente: troppo Sole, e rischiamo un tumore alla pelle; troppo poco, ed è in agguato il rachitismo osseo. Allora quest'estate, quando sarete sulla spiaggia per garantirvi una tintarella invidiabile, ricordatevi che ci sono buoni motivi per adorare il Sole, ma altrettanti per evitarlo.

Quattro ragioni per fare bagni di Sole.

PANACEA CONTRO IL RACHITISMO
Mezz'ora di Sole produce più vitamina D di quella assunta con sei cucchiai di olio di fegato di merluzzo o con 200 uova. Anche pochi minuti alla settimana sono sufficienti come profilassi del rachitismo, un grave indebolimento delle ossa causato dalla carenza di vitamina D. Secondo il British Medicai Journal, un recente aumento del rachitismo nel Nord Europa dipenderebbe dalla lunga permanenza in casa dei bambini attratti dai videogiochi. Ma forse le cause sono più sottili. Per esempio, la pelle più scura aumenta la predisposizione al rachitismo. Perciò la crescente mescolanza tra persone di pelle differente potrebbe essere implicata nell'aumento di questo disturbo.
Il Sole ci fa bene

"UMORE" SOLARE
C'è un legame tra la luce solare e il livello di serotonina, un neurotrasmettitore che influenza l'umore ed è importante contro i disturbi d'ansia. I ricercatori della Clinica Universitaria di Vienna hanno eseguito scansioni del cervello di persone esposte a differenti quantità di luce solare: il gruppo che aveva ricevuto meno Sole aveva il 20-30 per cento in meno di recettori della serotonina. D'inverno, in effetti, il tasso di serotonina si abbassa e possono insorgere più frequentemente alterazioni dell'umore. Ma ciò dipenderebbe anche dalla vitamina D. In uno studio del 2013, i soldati con livelli molto bassi di questa molecola correvano un rischio maggiore di suicidio.

CUOR CONTENTO 
Se è appurato che la radiazione ultravioletta B (UVB) della luce solare stimola l'organismo a produrre vitamina D, uno studio effettuato recentemente da un team dell'Università di Edimburgo ha dimostrato che la luce ultravioletta A (UVA) abbassa la pressione. I ricercatori, infatti, hanno verificato che le sedute sotto una lampada UVA causano il rilascio nella pelle di una sostanza, l'ossido nitrico, che rilassa i vasi sanguigni, e hanno registrato una sensibile diminuzione della pressione sanguigna di una quarantina di minuti. Queste rapide ondate di ossido nitrico forse non saranno un'assicurazione contro la morte per infarto. Ma vale comunque la pena considerare gli UVA solari come un aiuto per la salute del cuore.

ALLERGIA ADDIO! 
Vi capita di diventare come come un pallone se ingerite involontariamente un'acaro? Se la risposta è affermata potrebbe voler dire che vivete in aree geografiche con bassi livelli di luce solare. In Australia i bambini che abitano a sud, la zona meno soleggiata sono soggetti ad allergia da uova e da arachidi più dei bambini del nord, che vivono quasi 4800 chilometri più vicini all'Equatore, e hanno quasi il doppio di possibilità di sviluppare un eczema. I ricercatori del Peninsula Collage of Medicine and Dentistry stanno studiando anche il legame con la vitamina D o con altri fattori tra cui, per esempio la temperatura.(science)

06/06/14

Facciamo "ginnastica fai da te"

ESTENSIONI Migliorando postura, migliora l'umore
La ginnastica aiuta a migliorare il buon umore. E anche ad affrontare alcune forme di depressione. L'esercizio fisico infatti favorisce la produzione di ormoni come la serotonina che agiscono positivamente sull'umore.
Quando si è depressi esprimiamo questo stato d'animo assumendo alcune posizioni tipiche: il torace incurvato in dentro, le spalle cascanti e la testa china.
Questa postura evidenzia l'atteggiamento di chi non vuole guardare in alto e affrontare il mondo. Le estensioni che vi proponiamo contrastano questa tendenza e danno un certo sollievo negli stati depressivi temporanei e anche in quelli più duraturi.
Per chi vive una situazione più cronica è consigliabile ripetere gli esercizi una volta al giorno.



*In piedi, estendendovi verso l'alto. Aprite le braccia e allargatele in direzione opposta all'asse mediano del corpo (fig. 1).

*Poi, piegate il gomito destro in modo che la mano appoggi lungo la colonna vertebrale. Inspirando, portate il braccio sinistro sopra la testa; espirando, piegate all'indietro il gomito e afferrate l'altra mano. Ripetete a braccia invertite (fig. 2).

*Intrecciate le dita e girate in fuori le palme delle mani. Portate le braccia in alto, sopra la testa, e allungatevi più che potete. Mantenete la posizione per alcuni secondi; poi ripetete l'esercizio con le dita intrecciate al contrario (fig. 3).

*Estendete la colonna vertebrale, cominciando dalla posizione eretta. Divaricate quindi i piedi di circa un metro. Ruotate leggermente in dentro il piede sinistro e girate verso destra la gamba destra. Espirando, appoggiate la mano destra sulla gamba ed estendetevi verso destra senza piegarvi in avanti. Dopo alcuni secondi espirate e risollevatevi. Ripetete dall'altro lato. In questo esercizio, fate molta attenzione a non flettervi in avanti. Mentre vi estendete lateralmente, espandete il torace per inspirare profondamente (fig. 4).
 

PSICHE E CORPO Un peso sullo stomaco 
Un programma per allentare le tensioni interiori
Alcuni esercizi di stretching per alleggerire i pesi dell'animo che la vita a volte ci riserva di portare. Se vi capita di sentirvi oppressi dall'ansia, avete il magone e vorreste ritrovare la calma, provate a seguire questo programma adatto in particolar modo a chi è già a un livello più avanzato di preparazione.

*1. Sdraiatevi sulla schiena con il corpo sollevato dal pavimento, steso, per esempio, sopra una lunga panca. Appoggiate la testa e le spalle su un cuscino posto sul pavimento. Il respiro è lento e profondo, gli occhi aperti e lo sguardo fisso. Rimanete così per 5-10 minuti. Per uscire dalla posizione, piegate le ginocchia e riposatevi alcuni secondi. Infine fate scivolare lentamente il corpo dalla panca.

*2a. Sdraiatevi con una coperta sotto le spalle e appoggiate le gambe sopra una sedia. Tenendo la sedia per le gambe, tiratela verso di voi e, nello stesso tempo, espirando, portate le vostre gambe dietro la testa, sollevando il più possibile il dorso (2b). Tenete i piedi sul pavimento senza entrare in tensione. Avvicinate ancor più la sedia a voi, fino ad afferrarla per le gambe posteriori. Il sedile deve sorreggere la regione sacrale della schiena mentre stendete le gambe in alto (2e). Per facilitare meglio quest'ultima posizione mettete in pratica i seguenti accorgimenti: a. Spingete in avanti la parte alta della schiena ed estendetela verso l'alto. b. Tendete le dita orizzontalmente. c. Allineate il corpo dalle caviglie alle spalle. d. Rilassate la gola e il volto e non tendete il collo. Mantenete la posizione per 5 minuti; poi abbassatevi.

*3. Alla fine di questi esercizi, non eseguite il rilassamento finale a occhi chiusi. Se volete riposarvi, ripetete la prima posizione con il corpo sollevato dal pavimento, espandendo il torace e tenendo gli occhi aperti. Rimanete in questa posizione per 5- 1O minuti; poi piegate le ginocchia, rimanendo alcuni secondi con i piedi vicino al bacino. Per concludere, fate scivolare lentamente la schiena dalla panca.

27/02/14

Cacao: sfruttiamone i benefici

L'uso del cacao appartiene alle civiltà precolombiane, le prime che ne hanno riconosciuto le indubbie qualità per la salute e per il palato. Più puro è il cacao più i suoi principi rimangono intatti.  Di studi se ne sono fatti tanti,   miti  sono sfatati, e finalmente, come nelle novelle si è giutni ad un lieto fine. Il cacao fa bene. Perchè? Non è solo una questione di gusto.
Migliora prima di tutto l'umore perché contiene molecole che agiscono direttamente sul cervello, modulandone l'attività. In molti avranno già sentito nominare la serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore. Meno note sono la feniletilammina e la teobromina; la prima, in particolare, promuove il rilascio di endorfine, molecole che oltre a favorire il buonumore riducono la sensibilità al dolore.
Cacao

Se a tutto ciò si aggiunge anche una certa dose di caffeina – che comunque è limitata a concentrazioni 10 volte inferiori rispetto a quelle presenti nel caffè – la sferzata di energia positiva è assicurata. I benefici del cacao non finiscono però qui. Grazie alla sua azione vasodilatatrice riduce la pressione sanguigna e favorisce la circolazione del sangue anche a livello dell'epidermide. Non solo, grazie ai suoi antiossidanti aiuta a ridurre i valori della glicemia a digiuno, riduce i livelli di colesterolo totale e di quello “cattivo” e aiuta a difendere la pelle dall'azione nociva delle radiazioni ultraviolette presenti nei raggi del sole. Il cacao, insomma, è un vero toccasana per la salute.
Questo no nsignifica che siamo autorizzati a mangiarne quantità industriali, la moderazione è una regola che vale per tutto. Evitiamo quindi tavolette e praline che contengono troppi zuccheri e prediligiamo le varianti fondenti, senza esagerare nel consumo. 
Un'altra strategia è non pensare solo ai dolci: il cacao può essere utilizzato in cucina anche in altro modo. Qualche esempio? Le tagliatelle nel cui impasto viene aggiunto anche il cacao, ma anche l'abbinamento con le carni. Salse cioccolatose si sposano bene sia con il pollo che con tacchino e coniglio. Qualcuno le utilizza anche per accompagnare i frutti di mare. Cosa dire, poi, della fonduta? Abbinata alla frutta è un modo alternativo per godersi i benefici del cacao unendoli a quelli di fragole, agrumi, kiwi e chi più ne ha, più ne metta.

16/02/14

Addio cara dolce "bottiglia!" | In caso di cuore "spezzato" scordatevi della cara e fedele "bottiglia" da oggi arriva suo fratello! Il "flacone"!

Addio cara e dolce "bottiglia!" In caso di cuore "spezzato" scordatevi della cara e fedele "bottiglia" da oggi arriva in soccorso dei cuori infranti suo fratello. Il "flacone"!
San Valentino è passato ormai, è certamente tra tanti cuori innamorati c'è ne sarà qualcuno spezzato che fino ad oggi per dimenticare, sarebbe stato sufficente attaccarsi alla cara e semper fidelis bottiglia per dimenticare dolori e disperazione. Ma da "domani" in poi troveremo ad aspettarci suo fratello: il flacone.

Da ogni parte del mondo ieri si è festeggiato San Valentino, la festa degli innamorati per antonomasia, il giorno in cui si ribadisce, si risalda il prorpio amore l'uno per l'altra, oppure si prende la decisione di dividersi, andando ognuno per la propria strada, anche se ammetto che questa azione poco si addice all'evento ma comunque sia qualcuno liberamente può decidere di andare in controtendenza.
Cuori spezzati

A tal proposito mi piacerebbe raccontarvi le ultime novità in fatto di farmaci anti-amore in quanto che grazie alle nuove scoperte riguardo alla base neurale dell’amore, la scienza sta mettendo a punto una serie di rimedi farmacologici per curare i cuori spezzati. Prima di tutto, racconta il New Scientist, c’è da definire cosa sia, dal punto di vista neurochimico, il famoso apostrofo rosa tra le parole t’amo. Poco poeticamente, gli scienziati lo descrivono come un fenomeno neurobiologico che si divide in tre sottocategorie:
  • innamoramento
  • attrazione 
  • attaccamento
Alla base di tutte e tre c’è l’aumento del successo riproduttivo e quindi la continuazione della specie. Ognuno di questi aspetti, racconta Helen Fisher, della Rutgers University nel New Jersey, è legato all’interazione di diversi meccanismi chimici cerebrali. L’innamoramento delle prime ore per esempio, ha diverse caratteristiche in comune con i disturbi ossessivi-compulsivi (Ocd).
Donatella Marazziti, scienziata dell’Università di Pisa, ha comparato il cervello di venti persone alle prese con le prime pene d’amore con quello di altrettante affette da Ocd, scoprendo in entrambi i gruppi livelli insolitamente bassi di una proteina che trasporta la serotonina, l’ormone responsabile della regolazione dell’umore.

Ricontrollando gli amanti l’anno successivo, quando erano scemate le attenzioni compulsive nei confronti del partner, la ricercatrice ha scoperto che i livelli di serotonina erano tornati ai valori normali. È quindi ragionevole pensare che i farmaci regolatori della serotonina possano smorzare le pene d’amore del primo periodo di una relazione. Si tratta di molecole già usate per il trattamento degli Ocd, tra le quali gli inibitori della ricaptazione della serotonina, che smussano le emozioni estreme e rendono più difficile la formazione di legami romantici. Reazioni che di solito sono considerati effetti collaterali, ma che potrebbero risultare utili per chi vuole interrompere l’ossessione per il partner.

Lo studio dei comportamenti animali può insegnare qualcosa per quel che riguarda, invece, i legami più duraturi. L’arvicola della prateria, per esempio, è notoriamente monogama. Larry Young, della Emory University, ha somministrato all’animale un farmaco che bloccava dopamina e ossitocina con il risultato di farlo diventare poligamo.
“Pensiamo quindi”, spiega il ricercatore al NewScientist, “che il blocco di queste sostanze possa servire per recidere attaccamenti a lungo termine”. Attenzione, però, agli effetti collaterali: l’ossitocina è importante per tutte le relazioni, non solo per l’amore romantico e quindi intaccherebbe tutti i rapporti umani.

Allo stesso modo, il blocco del fattore di rilascio della corticotropina (Crf), un ormone coinvolto nella risposta allo stress, allevia la depressione dell’arvicola dopo la morte dell’unico partner. E forse potrebbe servire per casi analoghi anche nell’essere umano. Un altro possibile approccio potrebbe essere simile a quello usato per curare i disturbi da stress post-traumatico: si cerca di sostituire il ricordo che genera sofferenza con una memoria emotivamente meno negativa.

Le persone che provano dolore dopo un amore finito male, infatti, hanno mostrato una maggiore attività cerebrale nel pallidum ventrale, la zona legata all’attaccamento, rispetto alle persone che vivono una relazione felice: un giorno, secondo Fisher, potrebbe essere possibile usare la stimolazione cerebrale per diminuire l’attività in quest’area del cervello e velocizzare l’effetto curatore del tempo. Naturalmente, ci sono molti scettici. Il neuro-eticista Brian Darp, per esempio, consiglia di provare prima i rimedi tradizionali: “Esistono strategie provate per secoli. Creare una distanza fisica e non passare più tempo con la persona che ci fa soffrire è un buon inizio. Un trucco moderno potrebbe essere quello di smetterla di guardare il suo profilo Facebook. Se tutto fallisce e se si prova che i farmaci anti-amore possono davvero aiutare le persone a superare la crisi e andare avanti, potrebbero esserci buone ragioni per usarli”.
Romeo dunque, passa in farmacia!
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