Il-Trafiletto
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13/04/14

Caro "Centesimo" quanto mi costi | Renzi esorta il Pd a non litigare | Padoan: la ripresa è iniziata a metà 2013

ROMA - "Lunedì a Montecitorio finalmente inizia la discussione sulla mozione per la sospensione in Italia del conio delle monetine da 1 e 2 centesimi, il cui costo di produzione ha prezzi altissimi, e sulla quale l'Aula si esprimerà con un voto prima di Pasqua". Lo annuncia Sergio Boccadutri, di Sinistra Ecologia Libertà, primo firmatario della mozione e promotore dell'iniziativa che ha raccolto un vasto arco di forze parlamentari. "Dal 2002 ad oggi - prosegue l'esponente di Sel - sono state emesse oltre 5,1 miliardi di monete da 1 e 2 cent. Oggi, quasi una moneta su due di quelle messe in circolazione è da 1 o 2 cent, e solo nel 2013 sono costate alle casse dello Stato ben 21 milioni di euro. Di fatto un signoraggio negativo, ed è un costo perché queste monete non circolano se non esclusivamente come resto nella grande distribuzione e in pochi altri esercizi commerciali. Non sono accettate da distributori automatici, dai parcometri, dai caselli automatici delle autostrade, i consumatori che le ricevono come resto le perdono e quasi mai le riusano. Chi non ha in casa un vasetto pieno di ramini? Gestire un rotolo di 50 monete da 1 cent costa 40 centesimi di euro, costi che si ribaltano sui consumatori". (Adnkronos)

ROMA - Matteo Renzi si rivolge al Pd. "Non perda tempo a litigare", dice il premier aprendo la campagna elettorale del partito a Torino. "Il Pd non perda tempo a litigare al proprio interno". "Nei prossimi 45 giorni al lavoro sulle cose che abbiamo deciso, - ha concluso Renzi a Torino - andiamo a vincere per i nostri comuni e dopo insieme discuteremo di che futuro ci aspetta". "Siamo pronti a cambiare noi stessi, ma le regole che aumentano la disoccupazione non funzionano. Non e' la ricetta che salva l'economia". Lo ha affermato il premier e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi nel suo intervento dal palco del PalaOlimpico di Torino. "E' inutile essere il partito del lavoro - ha aggiunto - se non diamo occupazione". (AGI) .

WASHINGTON-"Il nuovo governo in Italia sta rafforzando il processo di riforme per far si' che la ripresa sia piu' robusta e sostenibile nel medio termine": lo ha detto parlando all'Fmi il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sottolineando come le prospettive per l'economia del nostro Paese siano migliorate dalla seconda meta' del 2013. "le condizioni del mercato del lavoro restano difficili, col tasso di disoccupazione a livelli molto elevati, soprattutto tra i giovani" ha detto il ministro  sottolineando l'enorme importanza di "assicurare che la ripresa sia abbastanza robusta da assorbire la disoccupazione". (ANSA)

09/04/14

Renzi: "Tassate anche le banche"| notizie in "Gocce"

Il Def. è approvato, lo ha annunciato Matteo Renzi al termine della riunione. "Il Def - dice Renzi - è un documento molto serio e rigoroso. Stimiamo la crescita allo 0,8%" per il 2014. Se ci sarà una smentita spero siano in positivo", ha aggiunto il premier. "Le riforme - ha sottolineato il presidente del Consiglio - non sono semplicemente un punto d'orgoglio del governo, sono la pre-condizione della ripresa economica. 

Senza, ha aggiunto, "non c'e' credibilita' con i nostri concittadini. Sono un assoluto impegno morale da parte nostra". "Confermo tutti gli impegni presi - ha ribadito il premier - Dalla riforma della pubblica amministrazione ad aprile, al tema del fisco a maggio, a quello della giustizia a giugno". Andiamo avanti mantenendo gli impegni". "La spending review - ha spiegato - non e' solo un taglio. E' la rimodulazione del processo di spesa ed e' un elemento che sta cambiando la pubblica amministrazione". "Confermo l'impegno sullo 'sforbicia Italia': ridurre il numero dei dirigenti nelle varie strutture" dell'amministrazione pubblica e' possibile "solo se tu puoi dire che anche la politica ha stretto la cinghia. Solo allora hai l'autorevolezza di dire adesso tocca alla pubblica amministrazione". Venerdi' 18 aprile il consiglio dei ministri varera' il decreto che prevede le coperture per il taglio dell'Irpef, ha detto il premier, che sara' reperita anche attraverso l'aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia. Lo dice il premier Matteo Renzi durante la conferenza stampa seguita al Cdm. Renzi ha premesso che si tratta di una copertura che "riguarda due terzi del 2014, perche' va da maggio a dicembre e sara' inserita nel decreto che sara' varato venerdi' 18". La copertura per il taglio dell'Irpef e gli 80 euro in busta paga dunque, sara' cosi' formata: "4,5 miliardi verranno dalla spending review, che e' una rimodulazione della spesa, non solo un taglio, 2,2 miliardi verranno dall'aumento del gettito Iva e dall'aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia".            fonte(AGI)

06/03/14

"Gocce" di notizie: Renzi "Il Jobs act e' pronto"

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da Siracusa, dove ha incontrato i sindaci della zona, gli alunni di una elementare e un gruppo di imprenditori, annuncia che mercoledi' prossimo illustrera' a palazzo Chigi i provvedimenti che intende adottare. Il Jobs act e' pronto, cosi' come il piano casa e quello per l'edilizia scolastica. "Mi prendono in giro se dico che faccio una riforma al mese, ma non c'e' alternativa", replica ai detrattori. "Non si puo' cambiare un Paese se non si inizia dalla politica e dalla Pubblica amministrazione". Per le scuole, ricorda, "ci sono 2 miliardi di euro. Non sono sufficienti per tutti i Comuni, ma vanno spesi anche per dare un segnale. Faremo della scuola un luogo di grande bellezza". Sulle riforme, e principalmente su quella del Senato, "ci si gioca la vittoria della scommessa. Se non ci riusciremo avremo perso anche se l'economia riparte", scandisce prima di assicurare ai sindaci del Siracusano che "l'Italia non ha finito il proprio tempo. Trovo rassegnazione tra molti di voi, ma dobbiamo dire che attraverso il sacrificio di tutti non ce la fara' solo il governo Renzi, ce la fa l'Italia. Non e' il governo sul filo. Sul filo - aggiunge - ci siamo tutti". Agli insegnanti dell'istituto comprensivo 'Raiti' rivolge un ringraziamento: "Con il vostro lavoro salvate il Paese. Guadagnate poco, ma siete il cardine dell'Italia". Poi rassicura i bambini: "Ci confermate che dobbiamo tenere in vita i vostri sogni. Tanti dei vostri genitori - afferma - forse hanno difficolta' per il lavoro. E' un momento molto difficile, il piu' difficile da 30 anni. Ma adesso c'e' la possibilita' di investire per nuovi posti di lavoro". Le visite nelle scuole che il premier ha intenzione di fare ogni settimana sono state al centro di un botta e risposta con Beppe Grillo. Al leader di M5s che le ha paragonate a quelle di Benito Mussolini con i figli della lupa, Renzi risponde con un post su Facebook: "Beppe Grillo e' nervoso. Non vuole che io vada nelle scuole, mi vorrebbe rinchiuso nel palazzo. Ma io sto con gli studenti, le insegnanti, le famiglie e i sindaci. Mentre i suoi stanno fuori ad urlare con Forza Nuova. Dimmi con chi vai e ti diro' chi sei!". Prima di ripartire per Roma, durante un incontro con gli imprenditori siracusani, il capo del governo interviene infine nel dibattito sulla riforma della legge elettorale. "Ho visto che qualcuno dice che voglio fare la legge elettorale 'solo per la Camera'. E' quello che abbiamo sempre detto perche' la scommessa e' cambiare il Senato cosi' com'e'. Questa - conclude - e' la riforma chiave dell'azione di governo".                                                                       fonte (AGI)

10/02/14

Per ora si conoscono due tasselli del programma Letta | Renzi: "Purchè non sia una operazione finta"

I due punti del programma di Letta: legalità e ripresa economica. Si puntera' soprattutto su sgravi fiscali e sul lavoro, sulla necessita' di agganciare la ripresa attraverso la creazione di nuovi posti, facilitando l'ingresso all'occupazione ai giovani, incentivando le aziende ad assumerli. L'altro punto la "legalità": lotta alle mafie e alla corruzione.


Renzi Letta



Poco altro trapela per quanto riguarda le misure che il presidente del Consiglio ha intenzione di varare, a partire dal piano fiscale che servira' per aiutare le famiglie e le classi meno abbienti. Il capo dell'esecutivo, dunque, e' concentrato sul 'contratto' di coalizione, poi pensera' alla questione degli assetti del governo. Ma il segretario del Pd, pur avendo sbarrato la strada - per il momento almeno - all'opzione della 'staffetta' (considerata come 'extrema ratio') si aspetta una svolta vera e non una semplice operazione di 'maquillage'.

Qualora il premier decidesse di optare solo per dei piccoli innesti, magari cercando di coinvolgere anche i renziani, il sindaco di Firenze - riferiscono i suoi - continuerebbe' "a porre il problema". Tradotto, continuerebbe a tenersi le 'mani libere'. Altra strada, invece, - sottolineano le stesse fonti parlamentari vicine a Renzi - e' quella di un atto di discontinuita' che passi, non attraverso una crisi 'lampo' o, per dirla con le parole di un fedelissimo del segretario Pd, attraverso una "operazione finta".
Necessario, quindi, un 'passaggio politico', con una sorta di azzeramento e di confronto aperto con il Pd che e' l'azionista dell'esecutivo. Una via esclusa dai lettiani, che respingono l'ipotesi di una crisi al buio. C'e' la preoccupazione che aprendo una crisi formale possano saltare tutti gli euqilibri, ma c'e' la convinzione che il Presidente della Repubblica non modifichera' la sua posizione. Giorgio Napolitano e' ancora fermo sulla volonta' di difendere l'esecutivo Letta e il premier parlera' dei futuri scenari proprio con il Capo dello Stato.
I parlamentari vicini al premier ribadiscono che la prima carica dello Stato sara' "il garante" dell'accordo tra il premier e il segretario del Pd, ma al momento sul tavolo c'e' l'idea di non apportare significative modifiche alla struttura dell'esecutivo, considerato poi che Renzi continua a stoppare qualsiasi 'avance' da parte degli alleati di metterci la 'faccia'. Il sindaco di Firenze non fa nomi, ma nel mirino dei renziani c'e', per esempio, anche il ministro Fabrizio Saccomanni, la cui sostituzione sarebbe gradita anche al Nuovo centrodestra.
Angelino Alfano continua a ripetere che dovranno essere Renzi e Letta a trovare un accordo, ma Ncd non sembra disponibile a partecipare ad un esecutivo di scopo targato dal sindaco di Firenze. Sullo sfondo resta sempre l'ipotesi del voto anticipato anche se Giorgio Napolitano ha sempre detto di essere contrario proprio perche' l'Italia ha bisogno di stabilita' e continuita'. Per capire le sorti della legislatura sara' decisiva questa settimana. Martedi' arriva in Aula la riforma della legge elettorale. Dall'esito del voto, sottolineano i renziani, si capira' se c'e' la possibilta' di andare alle urne. "La finestra per andare alle elezioni in primavera - ripetono le stesse fonti - e' ancora aperta".  fonte(AGI)

08/01/14

La Spagna rimonta e batte l'Italia

Era messa molto peggio dell'Italia, un anno fa la Spagna. Tecnicamente era in default. Lo spread con il Bund tedesco, lo «spauracchio» che misura il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato, era ancora a quota 510 punti. Il tasso di disoccupazione aveva raggiunto il record storico del 27,2% e il sistema bancario locale versava ancora in condizioni difficili tanto da ricorrere a un'iniezione di capitali da 40 miliardi di euro dal Fondo salva-stati dell'Ue, l'Esm. In un anno hanno raggiunto una notevole ripresa, dopo 9 cali trimestrali consecutivi, il Pil spagnolo è tornato a crescere segnando nel periodo luglio-settembre 2013  un incoraggiante +0,1 per cento. La disoccupazione è calata di oltre un punto percentuale e si attesta ora al 26% grazie alla creazione di 135mila posti di lavoro, soprattutto nella parte più «ricca» e turistica del Paese (Catalogna, Baleari e Valencia). Lo spread è sceso a 201 punti, superando quello italiano (ieri a quota 203) e le banche non sono più nel mirino.
Nello stesso anno all'Italia succede che la disoccupazione è salita al 12,5%, quella giovanile è ai massimi storici oltre il 40%. Abbiamo perso altri 400mila posti di lavoro.
Italia Spagna

Il Pil, soprattutto non è ancora tornato a crescere: il nostro Paese è formalmente ancora in recessione. La spiegazione del disastro è tutta nel dato macroeconomico «principe»: l'andamento dell'occupazione. In Spagna si creano opportunità lavorative, qui da noi no. Il governo di centrodestra guidato da Mariano Rajoy, appena entrato in carica nel 2012, ha subito riformato il mercato del lavoro rendendo meno onerosi per le imprese i licenziamenti (in Spagna non esiste l'articolo 18, in caso di crisi basta solo pagare un indennizzo). Più facili sono diventate le assunzioni per le aziende con meno di 250 dipendenti sgravandole di gran parte del carico contributivo, quel «cuneo fiscale» che il governo Letta non riesce minimamente a limare. Inoltre è stato dato più spazio alla flessibilità anche a livello aziendale: i contratti di apprendistato valgono fino a 30 anni, mentre per i nuovi assunti c'è una finestra di licenziabilità di 3 anni (idea che Matteo Renzi ha copiato da Rajoy). Una dimostrazione dell'efficacia? In Spagna si producono 2 milioni di autovetture all'anno contro le 600mila italiane pur non essendoci un solo costruttore nazionale. Eppure, anche in Italia esistono variegati sgravi per chi assume e si parla sempre di tagliare le tasse e di sburocratizzare (anche Saccomanni s'è convinto di averlo fatto). Ma in Italia esiste pure la «riforma Fornero» che irrigidisce l'apprendistato, limita l'uso dei contratti atipici e di fatto perpetua l'articolo 18 (dimostrare a un giudice la sussistenza dei motivi economici è un'impresa). Il ministro Enrico Giovannini in 9 mesi non ha cambiato una virgola e i dati parlano chiaro. La Spagna, va detto, ha fatto i «compiti a casa» richiesti dall'Ue. Zapatero, prima di lasciare, ha tagliato del 10% gli stipendi pubblici e la contrattazione aziendale porta con sé la moderazione salariale tanto che l'inflazione nel 2013 s'è fermata allo 0,2% (+1,2% quella italiana). Il compito dell'Italia, invece, è stato tutto «pasticciato» e non s'è nemmeno trovato un accordo con la «maestrina» Merkel per evitare il solito 4 in pagella.
fonte Il Giornale.it

13/11/13

Fiumi di parole

Faccio una gran differenza tra il parlare di politica o parlare dei politici.
Letta ha detto "Nel 2014 la ripresa è a portata di mano, ci sono segnali che possono consentirci di invertire la tendenza" (fonte: qui)
Cosa significa?
Niente: fiumi di parole inutili.
Possiamo entrare in qualunque gioielleria e dire che l'oro è a portata di mano e che cosa sarebbero i "segnali che possono consentire..." è roba da cartomanti, cosa ci facciamo con i segnali?
In ogni caso il 2014 è ancora lontano e piuttosto lungo.
Sembrava una caratteristica dei governi precedenti quella di promettere la luna e non mostrarci neanche il chiarore, ma dalla sera alla mattina la no tax area a dodicimila euro è evaporata, 12.000 euro lordi all'anno sono meno di 800 al mese!
Abbiamo tre semplici domande: COSA, QUANTO E QUANDO?
Tre semplici e oneste risposte non si trovano negli inutili fiumi di parole.
Non servono tanti ambigui e pomposi discorsi per esprimere qualcosa come: "non combiniamo niente". 
Questa non è politica, ma un vago tentativo di salvaguardare almeno la lingua italiana.

Letta esorta ad avere fiducia:"L'Olimpiade è un obiettivo alla nostra portata, come la ripresa economica"

In un intervento al Coni, Letta esorta ad avere fiducia:"Ripresa a portata di mano, anche se i segnali ancora non si vedono" ammette il presidente del Consigio dei ministri Enrico Letta intervendo al Coni,e promette una nuova legge sugli impianti sportivi entro gennaio con cui lanciare la corsa ai Giochi estivi dopo il ritiro di Roma dalla gara per il 2020
Enrico Letta Presidente del Consiglio
"Per far ripartire l'economia e i consumi l'elemento di fiducia è fondamentale - ha continuato Letta -. Ci sono segnali macroeconomici che non si vedono nè si toccano, ma i dati ci dicono che la ripresa nel 2014 è a portata di mano". Tuttavia il presidente del Consiglio non ha potuto nascondere la difficoltà nel far quadrare i conti pubblici nel 2013.

Letta ha ribadito la necessità di un "intervento del pubblico, senza il quale tutto sarà più difficile e complicato" ricordando quanto fatto dall'esecutivo, nonostante le difficoltà a rispettare i paletti peri i conti pubblici, sul fronte "dell'edilizia scolastica e l'impiantistica sportiva".

E proprio per questo "il governo presenterà alla legge di stabilità un emendamento che risolva il problema dell'impiantistica sportiva che in Italia è complessivamente deficitario". Un provvedimento che, di fatto, supererebbe la legge sugli stadi già bloccata in Parlamento: "Nei prossimi giorni ci sarà la presentazione dell'emendamento e l'appello che faccio al parlamento è di approvarlo per avere da gennaio 2014 un quadro normativo coerente. Abbiamo bisogno di impianti sportivi moderni, che possano essere usati sempre durante tutta la settimana". Impianti nuovi e moderni che potrebbero essere il volano per la candidatura dell'Italia a ospitare le Olimpiadi del 2024: "E' una partita che dobbiamo giocare". Una presa di posizione che sembra chiudere il cerchio sulla crisi che ha travolto l'Italia. Così come a febbraio del 2012 l'ex premier Mario Monti ritirò la candidatura di Roma per il 2020 per "una scelta di responsabilità di fronte alla crisi", oggi Letta rilancia: "L'Olimpiade è un obiettivo alla nostra portata, come la ripresa economica".
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