Il-Trafiletto
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03/11/17

Fuori servizio WhatsApp impossibile inviare e ricevere messaggi

Fonte - Il Corriere della Sera - Whatsapp oggi è stato fuori servizio, di nuovo. 


L’app di messaggistica più utilizzata al mondo non consente di inviare messaggi di testo, video e foto.


Diversi utenti segnalano la classica «rotellina» che gira quando l’applicazione tenta di collegarsi al server senza successo. 

L’hashtag #whatsappdown è tra le più usate su Twitter. Secondo il sito DownDetector, il blackout si concentra soprattutto in Europa nel sud-est asiatico.

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01/11/17

Cancellare messaggi da WhatsApp inviati per errore

Ora è possibile cancella definitivamente massaggi spediti per errore su WhatsApp


Sta avvenendo in questi giorni la distribuzione della funzione "elimina per tutti" di WhatsApp e alcuni non l'avranno ancora ricevuta.
Finalmente WhatsApp si è decisa ad implementare ufficialmente la possibilità di cancellare i messaggi inviati per errore.

La funzione infatti era stata più volte avvistata nelle versioni beta ma poi a ogni aggiornamento ufficiale dell'app era assente. Ora invece una delle funzioni più attese dagli utenti sta facendo capolino sugli smartphone di tutte le piattaforme, iOS, Android e persino l'obsoleto Windows Mobile.

Chi però dovesse pensare che si tratti della panacea di tutti i mali si sbaglia, perché ci sono diverse limitazioni al suo utilizzo. La prima limitazione, ovviamente temporanea, riguarda la versione di WhatsApp: se chi invia e chi riceve il messaggio non hanno l'ultima versione di WhatsApp, addio possibilità di cancellare il messaggio. Più importante invece è quella che riguarda i tempi: il messaggio sarà cancellabile solo per 7 minuti, poi non si potrà fare più niente.

Ma non è tutto, perché a meno che non cancelliate quasi all'istante il messaggio, nessuno potrà garantirvi che il destinatario non abbia comunque avuto il tempo di leggerlo. WhatsApp infine non invierà alcuna notifica nel caso in cui l'eliminazione non dovesse essere andata a buon fine.

Fonte: https://www.tomshw.it/whatsapp-consente-finalmente-cancellare-messaggi-89320

20/07/17

Non funziona WhatsApp in Cina: sospetto sabotaggio

Non funziona WhatsApp in Cina si sospetta sabotaggio da parte del governo cinese. Da ieri, non funziona o malfunziona.

Come dimostrano alcuni video pubblicati online, molti utenti non riescono a inviare foto e video, mentre per altri le difficoltà sono anche sui messaggi di testo. L'unica soluzione sembra essere l'uso di Vpn, cioè reti virtuali private, usate per bypassare il sistema di censura.

Nella mattinata di oggi, riporta il South China Morning Post, il problema pare rientrato per alcuni utenti, ma l'ipotesi che il malfunzionamento sia dovuto a ragioni di natura tecnica sarebbe da escludere. Esperti di sicurezza informatica che hanno analizzato l'infrastruttura di WhatsApp, infatti, hanno attribuito le difficoltà d'utilizzo al "Great Firewall", cioè alla censura di internet vigente nel Paese. Anche una fonte anonima citata dal New York Times ha indicato il governo cinese come origine del problema.
fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/software_app/2017/07/19/whatsapp-non-va-in-cina-si-teme-censura_73f0d9d2-c998-45c1-b2ad-0f7d49a8a7c5.html

28/06/14

Messaggi | Gratis con WhatsApp

E' l'app che ha rivoluzionato la messaggistica istantanea: ecco dunque come iniziare a usarla. WhatsApp è un gioco di parole, intraducibile nella nostra lingua, che unisce l'inglese "What's up?", che significa "cosa c'è", "che succede?" con l'ormai ben noto termine "app", che sta per applicazione per smartphone o tablet.

Dietro questo nome c'è una delle app di maggiore successo degli ultimi due anni, ed è facile capire perchè. WhatsApp, infatti, si sostituisce ai tradizionali sistemi di invio di messaggi SMS, quelli che paghiamo al nostro gestore di telefonia, consentendo di inviarli in modo del tutto gratuito a due condizioni: la presenza di una connessione Internet e il fatto che la persona a cui inviamo il messaggio abbia installato WhatsApp nel proprio smartphone.
WhatsApp

L'app, in pratica, funzione come la posta elettronica o qualunque altra applicazione che sfrutta il Web per inviare e ricevere messaggi, quindi non è soggetta a costi extra. I numeri sono impressionanti: duecento milioni di utenti e oltre 27 miliardi di messaggi scambiati. La vera carata vincente di WhatsApp è al sua natura multipiattaforma. Questo significa che funziona su tutti i principali sistemi operativi mobili: iOS, Android, Windows Phone e anche BlackBerry. Fatta eccezione per alcune differenze tra i comandi e le opzioni e nell'aspetto grafico, il funzionamento è lo stesso, e questo è molto importante. La vera forza di un programma di messaggistica, infatti, sta nel numero di persone che lo usano. Il fatto di funzionare indifferentemente su tutti i tipi di smartphone facilita enormemente la sua diffusione e possiamo stare certi che una volta iscritti al servizio, non avremo problemi a trovare i contatti e le persone che conosciamo.

Ci sono molti motivi per preferire WhatsApp ai normali SMS o MMS. Prima di tutto non esistono limiti all'invio di messaggi, che inoltre possono anche contenere allegati come immagini e filmati, L'app consente un elevato livello di condivisione, che comprende la posizione, ma anche i contatti, gli sfondi, e una serie di simpatiche emoticon che rendono più allegra qualsiasi conversazione. Infine, croce e delizia di molti utenti, WhatsApp da al mittente sia la notifica di ricezione sia quella di lettura del messaggio. E' possibile organizzare della conversazioni di gruppo, con diverse opzioni utili proprio per le chiacchierate a più partecipanti. WhatsApp si integra alla rubrica dello smartphone, quindi non richiede password, PIN o nome utente aggiuntivi oltre a quelli già in uso sul telefono. Insomma, se già usiamo WhatsApp non abbiamo bisogno di sapere altro:basta iniziare a usarlo, anche con l'aiuto della nostra guida. Del resto chi direbbe no a messaggi gratis?(computeridea)




10/04/14

Siamo nell'era dele malattie da eccessivo uso di App | News

Più mi guardo intorno e più mi rendo conto che le persone non hanno il senso del limite quando prendono di petto una cosa. Per usare un verbo gergale che va tanto di moda oggi, la gente si "intrippa" e nel suo piccolo, rudimentale cervello, non c'è spazio per il pensiero relativo alle conseguenze che certe azioni possono causare. Questa premessa perchè, per quanto la tecnologia sia un validissimo aiuto alla nostra frenetica vita di tutti i giorni e senza la quale ci sentiamo persi, ha pur sempre alcune significative controindicazioni se ne abusiamo. E chi non ne abusa?
WhatsAppitis

E' il caso di una giovane donna che, dopo aver trascorso 6 ore di fila a digitare forsennatamente sul suo smartphone risposte ai messaggi di auguri ricevuti per Natale tramite il servizio WhatsApp, si è svegliata una mattina con un dolore lancinante ai polsi. E sapete quale è stata la diagnosi? "Signora, lei ha la Whatsappite". Al termine dei controlli, il verdetto dei medici è stato univoco: quel dolore bilaterale è ascrivibile a un'inedita patologia, la 'WhatsAppitis'. Il suo caso è finito così sulle pagine della rivista scientifica 'Lancet'. Dopo aver tenuto in mano un cellulare di 130 grammi per almeno 6 ore, si legge nell'articolo, e per tutto quel tempo è stata impegnata in continui movimenti con entrambi i pollici, per digitare e inviare le risposte, la donna che è un medico dell'emergenza, una delle mattine successive al 'tour de force' digitale, al risveglio, ha accusato un forte dolore bilaterale ai polsi. L'esame delle mani ha rivelato un disagio alla palpazione della 'stiloide radiale' e nel momento in cui muoveva i pollici. Poichè in gravidanza non è stata sottoposta a radiografia, ma i medici che l'hanno visitata le hanno diagnosticato una tendinite. Precisamente un'infiammazione dei tendini del pollice. Il suo caso inaugura così il filone delle 'Whatsappiti'. Ovviamente non è certo il primo caso, dato che in passato molti bambini, accaniti giocatori delle consolle Nintendo, hanno sviluppato tendiniti simili. Si è aperta l'era delle malattie da app.

11/03/14

Il risveglio dell'Anonimato Spa! Zuckerberg ed il suo alter ego Durov.

Il risveglio dell'Anonimato Spa!  Zuckerberg ed il suo alter ego Durov.
Pavel Durov a giusta ragione può definirsi l'alter ego di Mark Zuckerberg. Dal momento in cui Facebook ha acquistato Whatsup il suo servizio di instant messagger Telegram è stato assalito totalmente!

Nella rete si era diffuso il timore che l'app, costata la bellezza di 19 miliardi di dollari, avrebbe assunto l'aspetto di una sorta casa di vetro per investitori pubblicitari e inserzionisti sul modello Facebook. Risultato: un black out di qualche ora che avrebbe poi peggiorato la situazione, generando una mini-diaspora di utenti verso l'applicazione del programmatore di 28 anni originario della Russia che non ha perso l'occasione di cavalcare l'onda.

In sole 24 ore sono stati 5 milioni le persone che hanno scaricato Telegram! Per Zuck 5 milioni sono spiccioli ma tuttavia, alla prima uscita pubblica al Gsm di Barcellona ha colto subito l'occasione per ribadire che avrebbe lasciato Whatsup indipendente. Nel mentre Durov su Twitter e sul suo sito ricordava: «Telegram non è pensato per produrre profitti, non venderà mai pubblicità e non accetterà mai investimenti esterni. Non è in vendita. Non stiamo costruendo un database ma un programma di messaggistica per le persone». In realtà di Telegram piace la protezione della privacy. Il servizio consente di effettuare chat segrete tra due persone, usando una crittografia. I messaggi non vengono conservati sul server, ma rimangono sugli smartphone degli utenti. Come chioserebbe Cory Doctorow, finalmente piace l'anonimato.
Anonimato Spa

L'autore di «Little Brother» e militante per i diritti digitali aveva previsto che il Grande Fratello avrebbe generato conseguenze. L'affare Prism, il sistema usato dalla Nsa per raccogliere dati sui cittadini americani e internazionali senza mandato della magistratura, intercettando messaggi di posta elettronica, chat, video, fotografie ha prodotto come prima conseguenza tangibile una nuova generazione di prodotti anti-intercettazioni. Con 49 dollari su internet chiunque può portarsi a casa Safeplug, una scatola che una volta collegata al router, agisce come un proxy e costringe tutto il traffico internet dell'utente a passare sul network Tor.

A Barcellona, uno dei protagonisti è stato Blackphone, battezzato il primo smartphone anti-Nsa. Per 455.00 € circa si ha la possibilità di di navigare online e comunicare in maniera sicura. Per dieci dollari al mese la startup Wireover installa sul tuo computer una app, che permette lo scambio e il trasferimento illimitato di immagini, video, audio, documenti sensibili, e file di grandi dimensioni, da un computer all'altro, senza che nessuno, all'infuori del mittente e destinatario, possano accedere ai contenuti. I venture capital sono certi che a breve l'azienda troverà nuovi investitori.

Un'altra startup fondata da un ex di Google ha un nome che è tutto un programma: Disconnect si inserisce all'interno di un ricco filone di programmi amici della privacy che bloccano le pubblicità, cancellano i cookies e permettono di surfare senza essere rilevati. Ma a differenza degli altri servizi, questo promette di rivelarti in tempo reale chi e come sta prendendo informazione da noi. Non mancano naturalmente gli eccessi. Come ad esempio lo smartphone che si autodistrugge. Un gadget da 007, destinato a un pubblico speciale e specializzato che però ha già un nome: si chiama Boeing Black, ci sta lavorando il colosso aerospaziale Boeing che ha deciso di presentarlo all'Fcc.

Più incline alla paranoia è invece l'Anulador Celular prodotto dalla brasiliana Polar. Tecnicamente è un cooler, cioè un contenitore per tenere in fresco la birra. Al suo interno ha però un dispositivo che blocca le connessioni Gps, Gsm, Wireless 3G e 4G nel raggio di un metro e mezzo. Ufficialmente servirebbe per bloccare la sindrome da distrazione da smartphone quando si è al bar. Ufficiosamente potrebbe essere anche usato per rendersi non tracciabili. Paronia a parte, il proliferare di queste soluzioni dimostra però solo che il business c'è. Quello che sta accadendo più che un sintomo di una maggiore consapevolezza dell'importanza dei propri dati personali è il riflesso dell'ingresso sul mercato di una serie di prodotti che utilizzano la crittografia destinati all'utente medio.

Come aveva previsto Eric Schmidt, presidente di Google: contro la sorveglianza di massa da parte dei Governi, serve che anche la crittografia diventi di massa. Più della Nsa però chi dovrebbe essere preoccupato sono le aziende che su internet e sui nostri dati ci campano. Se in rete smettiamo di essere l'espressione tracciabile delle nostre abitudini di consumo diventiamo meno interessanti per gli sponsor che vogliono vendere prodotti. Se per meglio dire, usciamo dal radar, social network e motori di ricerca saranno meno attraenti per la pubblicità. In realtà questa ondata emotiva post-datagate è ben lungi dall'impensierire i giganti del web. Se è vero che la privacy su internet non può più essere concepita come diritto di stare da soli, è altrettanto certo che il «public by default», il pubblico come nuova norma sociale di Mark Zuckerberg non ha culturalmente vinto.
Come spiega bene Antonio Casilli, professore associato di Digital Humanities presso il Paris Institute of Technology (Paris Tech), nel suo saggio «Against the Hypothesis of the End of Privacy», il diritto alla riservatezza è ormai un bene negoziabile. Una scambio sempre più consapevole tra chi detiene i diritti (gli utenti) e chi possiede le piattaforme online. Cessione di dati contro servizi. Il prezzo lo decide il mercato. Anzi, lo ha deciso una startup.

Datacup con sede a New York City offre 8 dollari al mese (70.00 € annui) per avere pieno accesso ai dati generati dagli utenti sui propri account social e dalle transazioni online. Sono già 1.500 le persone che hanno scelto di renderli trasparenti come concorrenti del Grande Fratello. Il servizio di compra-vendita sarà aperto a tutti. Nessun inserzionista e nessuna azienda però, almeno per il momento, si è fatta avanti. Il prezzo forse non è quello giusto.

18/02/14

Pericolo in vista per gli utenti di WhatsApp | Video virale su Youtube che tra un sorriso e l'altro farà piangere in molti!

Pericolo in vista per gli utenti di WhatsApp. Video virale su Youtube che tra un sorriso e l'altro farà piangere in molti!

Si tratta di un possibile malware che potrebbe disattivare gli account di Whatsapp. Per la precisione il malware sarà un video virale, diffuso dalla mini mad su Youtube che, mascherandosi di ironia ed ilarità, con protagonisti due ragazzi innamorati al ristorante, farà piangere molti utenti.
Il video virale rappresenterà una classica scena di San Valentino, dove però la ragazza diventa gelosa della cameriera e inizia con un semi delirio comico ai danni del partner.

Il video ha iniziato a girare sui vari account di Whatsapp che si sono visti arrivare, però, il messaggio di disattivazione dell'account.
WhatsApp in pericolo malware

«Ci scusiamo per l’inconveniente. Il nostro sistema ha automaticamente bloccato il tuo numero perché in violazione dei nostri termini di Servizio . Dopo ulteriore verifica, abbiamo scoperto che questa azione è stata incorretta e abbiamo sbloccato il tuo numero».
Il contenuto del video non è per nulla offensivo e si pensa che dietro il filmato ci possa essere dunque un malware. Dunque che dire: Occho vivo e mano al coltello!

11/12/13

Novità da Twitter, da oggi si possono inviare foto nei messaggi diretti

 Anche Twitter si evolve, e sembra avvicinarsi sempre più alla creazione di un suo sistema di chat. Ora è possibile "cinguettare" invinado foto in tempo reale, pur limitando il testo ai 140 caratteri.
Infatti da oggi, aggiornando l'applicazione per iPhone e smartphone Android, nei messaggi diretti ai propri follower si possono inviare anche foto. Il microblog pare intenzionato a cavalcare il successo di applicazioni come WhatsApp ma anche Facebook Messenger, Viber o WeChat.
Twitter

Tra l'altro domani, stando a indiscrezioni, Instagram - l'app di Fb per condividere foto - potrebbe lanciare un suo servizio di chat. Non c'è dubbio che l'applicazione mobile ufficiale di Twitter, da sempre criticata, stia nel gradualmente migliorando sia in termini di design e funzionalità, ed ormai è ai livelli delle applicazioni create da terze parti. Nell'ultimo aggiornamento oltre a ridisegnare il sistema dei messaggi diretti (messaggi privati ​​tra gli utenti del social network) hanno aggiunto una nuova funzione davvero interessante, ovvero la possibilità di inviare immagini tramite DM, ora infatti si possono inviare foto nei messaggi diretti , sia nella versione per iOS che per Android . Quindi non solo messaggi di testo (fino a 140 caratteri) ma anche le le immagini potranno essere inviate nei messaggi provati, in modo da poter trasmettere foto che non si vogliono far vedere agli altri. L'invio di immagini via DM è disponibile anche nella versione web di Twitter e Tweetdeck . Un'altra novità inclusa nell'aggiornamento è un nuovo sistema di navigazione tra linee temporali, consentendo con un solo un tocco del  dito, di spostarsi tra la linea temporale, i messaggi diretti e le altre funzioni e menu, in un modo molto più facile per gli utenti di smartphone.
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