Il-Trafiletto
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17/10/14

2000 euro di multa per uno scontrino fiscale non battuto di quattro carote

Tanta sarà la sanzione che dovrà pagare un fruttivendolo per la mancata emissione di uno scontrino fiscale da 70 centesimi per l’acquisto di quattro carote.

 Non si era accorto che fuori del suo negozio di frutta erano appostati gli agenti della guardia di Finanza. Costa caro ad un fruttivendolo la mancata emissione di uno scontrino fiscale ad una signora sua cliente. Per quattro carote non registrate al momento dell’acquisto un fruttivendolo di Rosignano, in provincia di Livorno, dovrà pagare una multa abbastanza salata, tra 250 e 2mila euro.

 A raccontarlo il signor Nazzareno Mancini, il fruttivendolo in questione, titolare di un ortofrutta su via Zeffiro: “Verso le 11,30 del 15 ottobre, è entrata una signora, che ha comprato quattro carote e poi è uscita dal negozio”. Il signor Nazzareno non le ha battuto lo scontrino fiscale, forse per una dimenticanza o forse perché la spesa era abbastanza iniqua o forse ancora perché abituato a non fare scontrini; fatto sta che la signora, appena fuori del negozio, è stata fermata dagli uomini della Guardia di Finanza in borghese ai quali non è stata in grado di presentare lo scontrino fiscale della merce acquistata. A questo punto per il Mancini è scattata la procedura che prevede una sanzione pecuniaria. “Hanno redatto il verbale – continua il fruttivendolo – dicendomi che l’ammontare della sanzione lo stabilirà l’Agenzia delle Entrate secondo determinati calcoli, e che oscillerà trai i 250 e i 2000 euro”. Una cifra esorbitante in confronto ai 70 centesimi della spesa.

Ma a far arrabbiare il fruttivendolo non è tanto la salata multa che dovrà pagare, ma un altro aspetto della vicenda. «Non sono arrabbiato per la multa – continua mestamente – dal momento che sono in torto non avendo fatto lo scontrino. Ma secondo me è assurdo che gli uomini della Guardia di Finanza abbiano tenuto un atteggiamento diverso con un venditore abusivo che era davanti al mio negozio”. Infatti, sempre secondo il racconto del Mancini, sembra che quando gli uomini delle Fiamme gialle gli hanno contestato l’infrazione, lui ha fatto presente che proprio vicino al suo negozio, come loro avevano occasione di vedere, c’era un immigrato che vendeva ombrelli. Il negoziante, visibilmente alterato, ha loro perché non controllavano anche lui. ”Mi hanno risposto - continua il fruttivendolo - che quell’attività in quel momento non era di loro competenza”. C’è da credergli?(immagine presa dal web)

29/09/14

Apple accusata di 'elusione fiscale' | Maximulta da Bruxelles

La commissione europea accusa la Apple di "elusione fiscale" e gli combima una multa di miliardi di euro


Il fatto era già noto da due anni, quando al Congresso di Washington, il chief executive di Apple, Tim Cook, fu messo alla gogna per la gigantesca elusione fiscale. In quell’occasione venne fuori il ruolo-chiave dell’Irlanda e l'accusa d'aver usufruito di aiuti di stato irlandesi.
Luca Maestri direttore finanziario della Apple, in un intervista al Financial Times, respinge tutte le accuse, dichiara che «non c’è mai stato un accordo col governo irlandese che configuri un aiuto di Stato». Ma la smentita si riferisce solo a un’interpretazione molto restrittiva e letterale degli aiuti di Stato.
La vicenda
Il governo irlandese per attirare investimenti esteri, ha offerto dei regimi regimi fiscali agevolati simili a quelli di un paradiso fiscale offshore. Nel caso di Apple, per esempio, il prelievo sugli utili è quasi inesistente, l’aliquota è del 2%, ma in pratica la Apple paga anche meno. Con un trattamento così invitante è chiaro che la Apple ha manovrato e convogliato utili fatti in altre aree del mondo verso le sue filiali in Irlanda, sottraendo in questo modo tasse al fisco americano.

All’epoca dell’audizione al Congresso, la Apple aveva accumulato cash per 150 miliardi di dollari, quasi tutto collocato dentro le sedi estere e quindi praticamente esentasse. Ma l’Irlanda cosa ci guadagnava? Poco, almeno secondo la commissione d’inchiesta del Congresso Usa, la quale dichiarò che molte filiali di Apple in Irlanda sono scatole vuote, contenitori finanziari, che non creano occupazione. E' sottinteso che la decisione della Commissione di Bruxelles condanna anche Dublino.

L'accusa d'aver approfittato degli aiuti di stato si ritorce anche verso chi li ha elargiti, anche se la multa colpisce solo Apple. Di fatto gli aiuti di Stato sono perseguibili nel diritto antitrust dell’Unione europea perché rappresentano una distorsione della concorrenza: le aziende che operano in mercati simili in altri Paesi vengono danneggiate. La multa contro Apple, quando verrà annunciata, segnerà un nuovo capitolo nella guerra tra Bruxelles e la Silicon Valley.

29/06/14

Norma antievasione fiscale: da domani pagamenti oltre i 30 euro obbligatori con il POS.

Doveva entrare in vigore il 31 dicembre scorso, ma soltanto domani 30 giugno, con sei mesi di ritardo,farà la sua comparsa la norma antievasione che prevede per tutte le imprese e i lavoratori autonomi la norma secondo la quale  sono tenuti ad ottenere i pagamenti superiori ai 30 euro anche attraverso il POS, ovvero potranno far ricorso al pagamento elettronico. Molte sono state le proteste dai più svariati tipi di associazioni, proteste secondo loro dovute ai maggiori costi e commissioni per questo genere di pagamento. Si è accertato che il costo medio per un'impresa si aggiri intorno ai 1200 euro l'anno,senza tener conto delle difficoltà logistiche per i lavoratori professionali e artigiani che esercitano il proprio mestiere fuori sede, ognuno di questi deve essere in possesso del terminale POS, quindi con altre spese. Però come si dice, "fatta la legge, scoperto l'inganno"; chi non sarà provvisto di POS non andrà incontro ad alcuna sanzione, perchè “la mancata installazione del terminale Pos non produce un inadempimento sanzionabile”, affermano i consulenti del lavoro, quindi nessun obbligo."Questa norma potrebbe far leva sul rapporto cliente- professionista -spiega Mauro Pagani, responsabile delle Politiche industriali della Cna - il quale professionista potrebbe essere invogliato all'uso del POS per non perdere il cliente". In poche parole l'uso del terminale POS per aziende e professionisti dovrebbe essere un modo per ridurre l’uso del denaro contante e – di conseguenza – anche i pagamenti “in nero”, favorendo la tracciabilità delle transazioni e la lotta all’evasione fiscale.(immagine presa dal web)
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