Il-Trafiletto
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29/06/14

Norma antievasione fiscale: da domani pagamenti oltre i 30 euro obbligatori con il POS.

Doveva entrare in vigore il 31 dicembre scorso, ma soltanto domani 30 giugno, con sei mesi di ritardo,farà la sua comparsa la norma antievasione che prevede per tutte le imprese e i lavoratori autonomi la norma secondo la quale  sono tenuti ad ottenere i pagamenti superiori ai 30 euro anche attraverso il POS, ovvero potranno far ricorso al pagamento elettronico. Molte sono state le proteste dai più svariati tipi di associazioni, proteste secondo loro dovute ai maggiori costi e commissioni per questo genere di pagamento. Si è accertato che il costo medio per un'impresa si aggiri intorno ai 1200 euro l'anno,senza tener conto delle difficoltà logistiche per i lavoratori professionali e artigiani che esercitano il proprio mestiere fuori sede, ognuno di questi deve essere in possesso del terminale POS, quindi con altre spese. Però come si dice, "fatta la legge, scoperto l'inganno"; chi non sarà provvisto di POS non andrà incontro ad alcuna sanzione, perchè “la mancata installazione del terminale Pos non produce un inadempimento sanzionabile”, affermano i consulenti del lavoro, quindi nessun obbligo."Questa norma potrebbe far leva sul rapporto cliente- professionista -spiega Mauro Pagani, responsabile delle Politiche industriali della Cna - il quale professionista potrebbe essere invogliato all'uso del POS per non perdere il cliente". In poche parole l'uso del terminale POS per aziende e professionisti dovrebbe essere un modo per ridurre l’uso del denaro contante e – di conseguenza – anche i pagamenti “in nero”, favorendo la tracciabilità delle transazioni e la lotta all’evasione fiscale.(immagine presa dal web)

05/06/14

LA PAROLA INQUINATA

RICONOSCERE CHI DICE IL FALSO
L'atteggiamento ingannevole:
La menzogna e l'inganno creano un senso di profonda amarezza nelle relazioni umane. La prima reazione è di stupore: «Perché mi ha mentito?». Vorremmo non trovarci in questa situazione ma succede, e allora è importante decodificare l'atteggiamento ingannevole tramite alcuni segnali:
*1. Fidarsi del «fiuto» iniziale; è una sensazione che non si può definire perché è intuitiva, ma qualcosa ci dice che non è vero.
*2. "Il tono della voce, l'espressione del viso e il modo di gesticolare possono essere sottili manifestazioni dell'inganno.
*3. Gli occhi ruotano un istante quasi per cercare qualcosa di nascosto.
*4. In genere chi sta per riportare un fatto non vero ha dei tentennamenti nella voce, esitazioni accompagnate da suoni paraverbali (ehrn, uhm ... ) o dà risposte evasive: «Non lo so», «non mi ricordo».
*5. Occorre fare particolare attenzione quando ci si trova nella trappola: «Domanda esplicita, risposta vaga». Le esitazioni, i giri di parole sono spesso i segni di un rapporto poco autentico. Reagire alla menzogna. Non esiste una ricetta facile. Le circostanze, le dinamiche, le motivazioni e le conseguenze della menzogna sono variabili. Se si tratta di un dipendente che abitualmente ricorre alla menzogna, forse la soluzione migliore è il licenziamento. Direi, però, di non drammatizzare nel caso di bugie non tipiche e non frequenti. Se la menzogna riguarda tuo figlio La situazione è diversa quando con un certa frequenza si ricorre alla menzogna nel rapporto familiare. Un genitore si interroga sul perché il figlio o la figlia mente; sarebbe utile capire a quali domande riceve risposte non autentiche. In questo modo il genitore, che desidera far apprezzare al figlio l'onestà e la sincerità, può rivalutare il proprio atteggiamento, in modo da non indurre il figlio a difendersi con la menzogna. Per concretizzare questo obiettivo propongo:
A Non indagare per sapere quello che è realmente accaduto ma mettere l'accento sulla prossima volta. «Hai fatto i compiti?», «Sì, ma ho lasciato il quadeno a casa di Roberto». «Vorrei vederlo domani. E' importante per me vedere i compiti così posso apprezzare meglio i tuoi progressi».


B. In caso di menzogne ripetute non attaccare il figlio ma mostrare la propria infelicità. Dire: «Sei un bugiardo!» anche se è una verità, è molto umiliante per un bambino. Sarebbe più opportuno condividere le proprie emozioni: «Mi sento deluso e confuso; ho chiesto di vedere i compiti perché desidero aiutarti negli studi. Ma forse nel mio modo di fare é qualcosa che non va?». Si può riprendere e correggere senza squalificare l'altro. Questo è il senso della «comunicazione ecologica».

C. Accompagnare il bambino nello svolgimento dei compiti fino a che non diventi un'abitudine. Dire semplicemente: «Vai a studiare!», è un modo autoritario di risolvere il problema. Il genitore che cerca il dialogo si chiede se ha fatto tutto il possibile affinché il figlio impari a essere competente. Quando c'è una comunicazione aperta, fatta con calore, si ricorre sempre meno alla menzogna.
Prof. Jerome Liss Psichiatra, psicoterapeuta, fondatore della Scuola di Biosistemica

10/12/13

Perchè si dice " essere come la moglie di Cesare"?

Quando si dice le donne. Un punto a nostro favore nella storia della nostra ghettizzazione....
Cesare
Essere come la moglie di Cesare, essere al di sopra di ogni sospetto. Attingiamo ancora una volta da Plutarco, Vita di Giulio Cesare, cap. 10. In occasione di una festa dedicata alla dea Bona (mi permetto di affermare, un nome un programma), cui potevano partecipare soltanto le donne, Pompea, moglie di Cesare, accolse nella sua abitazione, dove si teneva appunto la festa, un suo spasimante, Publio Clodio, travestito da suonatrice. 
 Ma l'inganno venne scoperto e Clodio scacciato via, poi trascinato in tribunale. Cesare, in quella occasione, venne citato come testimone, anche perchè aveva ripudiato Pompea. Alla domanda del pubblico ministero, rispose che non conosceva personalmente Clodio e che non sapeva nulla delle sue malefatte. Il magistrato non sembrò convinto di quella risposta e pregò il dittatore di essere più chiaro. Al che, l'illustre testimone rispose: "La moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto". Ma, in effetti, non voleva pronunciarsi su Clodio per motivi prettamente politici.
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