Il-Trafiletto
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13/10/14

"Non vogliamo il vostro sangue siete gay"| personale medico rifiuta di fare il prelievo

"Abbiamo buttato il vostro sangue in passato. Siete soggetti a rischio, non potete donare il sangue" Due omosessuali, donatori di sangue da tempo, si sono sentiti rispondere a questo modo dal personale paramedico del centro immuno-trasfusionale dell'ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, nel leccese.


Il personale che ha svolto il colloquio pre-prelievo ha invitato i due uomini, donatori da anni, a tornare a casa ritenendo che fossero soggetti a rischio. "Siete omosessuali, non potete donare, andate a casa" Per convincerci un'infermiera ci ha detto che in passato il nostro sangue era stato buttato", spiega Salvatore Antonio Schimera Ceci che ha denunciato i fatti, isieme al compagno Beniamino Sabetta.

La coppia non ha accettato la giustificazione del responsabile del centro, che si è difeso dicendo che non è un caso di pregiudizio, ma aveva applicato solo la legge. I due hanno chiamto i militari e  anche il loro avvocato. L'addetto al prelievo ha ritrattato dicendo che non esiste norma che vieta agli omosessuali di donare il sangue; solo alla fine i due hanno potuto fare il prelievo.

Sulla vicenda è intervenuto anche il direttore generale della Asl Lecce, Valdo Mellone: "Si tratta di un ingiustificato e grossolano errore - si è difeso - che ha i connotati di una discriminazione espressamente vietata anche dalla nostra Costituzione, ma immagino che il medico abbia agito in buona fede". Il manager si è scusato con gli interessati e li ha invitati a tornare in ospedale, tra tre mesi, per donare ancora. Mellone ha avviato accertamenti, anche sulla questione del sangue buttato.

06/08/14

Donare è un dono | Il prezzo della felicità

Donare è un dono
Se quest'ipotesi fosse vera, allora aiutare gli altri dovrebbe rallegrare anche bambini piccolissimi.

Per verificarlo, ci siamo avvalsi della collaborazione della psicologa comportamentale Kiley Hamlin. Abbiamo iniziato distribuendo a piccoli di 1-3 anni dei biscottini: la loro felicità nel riceverli è stata superata solo dalla soddisfazione provata nel poter offrire questo dono a un simpatico pupazzo.

Vi sarà familiare l'immagine di un bambino che si scioglie in lacrime se obbligato a condividere qualcosa di sua proprietà: come può, dunque, quel bambino, e come possiamo noi adulti, provare sempre gioia donando? La nostra ricerca dimostra che quella gioia non è, appunto, automatica. Tendiamo a sperimentare sensazioni positive, infatti, quando possiamo constatare gli effetti prodotti in qualcun altro dalla nostra generosità. Nel caso dei piccoli del nostro esperimento, il pupazzo masticava allegramente, esprimendo apprezzamento, dopo aver ricevuto il biscotto. Gli enti benefici possono mettere a frutto questa informazione, consentendo ai donatori di verificare facilmente come vengono utilizzati i contributi.

Per esempio, l'associazione no profit Spread the Net garantisce, per ogni donazione da 10 dollari, la fornitura di una rete per la prevenzione della malaria pediatrica in Africa: abbiamo scoperto che le persone si sentono più soddisfatte dopo un versamento fatto a Spread the Net piuttosto che all'UNICEF. Anche se l'UNICEF condivide lo stesso obiettivo globale, ossia aiutare i bambini bisognosi, l'impatto delle donazioni a un'organizzazione cosi vasta risulta meno facilmente tracciabile. Il nostro studio indica, inoltre, che è più facile provare sentimenti positivi dopo aver speso soldi a vantaggio di altri se riusciamo a trascorrere del tempo con loro. Dopo aver comprato un pallone per il compleanno del nipotino, dunque, ci sentiremo molto più soddisfatti se ci impegneremo anche a giocare un po' a calcio con lui. La prossima volta che metteremo mano al portafoglio, la domanda da farsi è: sto pagando il prezzo della felicità?(science)


23/06/14

Due giorni di viaggio dal Brasile a Torino per donare un rene alla sorella malata.

Quando ha avuto la certezza che poteva subire un espianto di rene da donare alla sorella malata, Adriana, una donna di 41 anni, non ha avuto la benchè minima esitazione e, preparati armi e bagagli, ha lasciato tutto quello che aveva di più caro ed è partita dalla piccola cittadina di Sao Tomè, al centro dello stato brasiliano di Natal, sobbarcandosi ben due giorni di viaggio, alla volta di Torino, dove l'aspettava sua sorella Andreja, 36 anni, in attesa di un trapianto di rene. Andreja aveva lasciato il Brasile 13 anni fa per seguire il marito in Italia, a Torino. Dal 2006 era in dialisi e dal 2010 in lista d'attesa per un nuovo rene. Dice la donatrice Adriana: "Non ho avuto il minimo dubbio, appena mia sorella mi ha detto che era malata ho deciso che a donarle un rene sarei stata io, spronata anche da mia figlia caterina che mi chiedeva di aiutare la zia.Si sono dovuti superare diversi problemi burocratici, dal momento che Andreja era cittadina extracomunitaria, ma alla fine l'intervento è stato possibile. E' 100simo trapianto di rene da vivente che si effettua a Torino in laparoscopia, un record per l'equipe torinese, se si pensa che in genere i donatori sono persone decedute mentre solo il 5% i donatori sono viventi. Per la cronaca, i 100 donatori viventi sono tutti in buona salute e vengono costantemente monitorati dai rispettivi centri di controllo.

26/01/14

Un merito tutto italiano: al secondo posto in Europa per le donazioni di sangue

Questo non è certo un buon periodo per l'Italia, sia per quanto riguarda la politica che per quanto concerne l'economia. Ma possiamo vantarci di avere un ottimo primato: siamo un popolo di donatori di sangue, tanto da meritarci il secondo posto in Europa. E' scritto nero su bianco sul Libro bianco relativo al sistema trasfusionale realizzato da AVIS in collaborazione con il Cergas Bocconi.
 L'80% della popolazione idonea in Italia dona il sangue periodicamente e con costanza, "consentendo così maggiore sicurezza al paziente che riceverà la trasfusione e favorendo, nel volontario, l'assunzione di un stile di vita sano e consapevole che ottimizza il funzionamento di tutto il sistema di raccolta", afferma Vincenzo Saturni, presidente nazionale dell'Associazione Volontari Sangue.
Sangue amico

 I DATI. Sono più di 256mila le persone donatrici di sangue – definite dalla legge come veri e propri operatori sanitari – e la Lombardia è la regione italiana con il più alto numero di donatori. Ma, in relazione al rapporto tra la popolazione residente e il numero di volontari, il titolo di regione più "generosa" d'Italia spetta alla Basilicata, con il 5,84% di donatori, seguita dall'Umbria (5,44%) e dall'Emilia Romagna (5,43%). In generale, nel 2012, le donazioni sono state poco più di 3 milioni, in crescita dello 0,19% rispetto all'anno precedente e di oltre il 5% rispetto al 2009. La fascia d'età che "più dona" è quella compresa tra i 36 e i 45 anni, che rappresenta il 27% del totale dei donatori, subito seguita dalla fascia 46-55 (23%). Meno attivi i giovani sotto i 25 anni (13%). A donare sono più gli uomini, che rappresentano il 67% del totale e che – a differenza delle donne in età fertile – possono donare fino a quattro volte l'anno (le donne fino a due). I CENTRI DI TRASFUSIONE. Un tassello è però ancora da mettere a posto nella rosea condizione riguardante la donazione del sangue in Italia. Molti dei centri di trasfusione sangue devono ancora accreditarsi rispetto ai parametri chiesti dall'Unione Europea, che prevedono il rispetto di una serie di caratteristiche e requisiti di sicurezza e qualità. Come spiega Giuliano Grazzini, direttore del Centro Nazionale Sangue: "Le regioni del Sud e in particolare quelle in piano di rientro procedono lentamente. L'obiettivo, da raggiungere entro dicembre 2014, vede Lazio e Campania ancora ai blocchi di partenza". I sistemi sanitari differenti da regione a regione non giovano ed è così che in Friuli Venezia Giulia, in Veneto, in Valle d'Aosta e in Liguria tutti i centri sono già accreditati secondo standard europei, presto lo saranno anche quelli di Emilia Romagna e Toscana. Mentre ancora ci vuole del tempo per il resto delle regioni italiane. Chi può donare. Per iniziare a donare sangue bisogna avere almeno 18 anni e massimo 60, bisogna pesare più di 50 kg ed essere in buone condizioni di salute. Per le donazioni di sangue intero occorre non avere superato i 65 anni di età; per le donazioni di plasma e piastrine il limite è di 60 anni di età, salvo diversa indicazione medica. Chi intende diventare donatore di sangue, deve recarsi presso una sede o un centro di raccolta Avis o un Servizio trasfusionale dell'ospedale della propria città.
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