Il-Trafiletto
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27/09/14

Entro il 2015 cannabis terapeutica gratuita | elenco di malattie che se ne avvalgono

Cosa dice la legge sull'utilizzo e la distribuzione gratuita della cannabis terapeutica; elenco delle malattie che prevodono l'utilizzo della cannabis terapeutica sotto prescrizione medica.


Accordo raggiunto: entra il 2015, in Italia si potrà produrre cannabis per scopi terapeutici per i malati di malattie neurodegenerative e che necessitano di terapia del dolore, con la conseguenza della diminuzione del costo di circa il 15 euro al grammo: un bel risparmio, non c'è che dire.
I termini della collaborazione siglata tra Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, e Roberta Pinotti, ministro della Difesa, disciplinano un inizio  progettuale pilota per produrre cannabis allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. I tempi stringono: entro il 31 ottobre sarà costituito infatti un gruppo di lavoro per quantificare il fabbisogno della popolazione, necessario per avviare la produzione nello stabilimento dove coltivare, fabbricare e smistare la sostanza attiva alle farmacie territoriali.

Cosa dice la legge
|“Il decreto Ministeriale rende possibile prescrivere ed utilizzare questi principi attivi, quindi mette nelle disponibilità un ulteriore strumento terapeutico per la cura palliativa del dolore o per altre applicazioni terapeutiche in molte forme di disabilità fisica e mentale a discrezione del medico, dietro presentazione di ricetta medica, da rinnovarsi di volta in volta nel caso di preparazioni magistrali”
E' stato dimostrato che la cannabis è efficace contro dolore, nausea, vomito, anoressia, chachessia, spasticità e disturbi del movimento.
Ecco l'elenco delle  malattie“d’interesse” che si trovano testo normativo:
Cannabis terapeutica
glaucoma,
epilessia,
stress post-traumatico,
depressione,
emicrania,
ictus,
sindrome di Tourette,
sindrome bipolare,
artrite reumatoide,
asma bronchiale.
morbo di Alzheimer
L'elenco include anche l’Aids, “malattia nella quale solo raramente si hanno dolori neuropatici ma spesso si osserva grave deperimento organico ed inappetenza”.

Asupportare la decisione c'è un'ampia letteratura scientifica, che approfondisce le singole proprietà terapeutiche e palliative dei cannabinoidi nelle loro varie forme, e“le esperienze cliniche internazionali dello scorso decennio, che hanno mostrato per i cannabinoidi una apprezzabile efficacia nel trattamento di particolari sintomi, associata a una minore incidenza di effetti collatarali di rilievo rispetto a molti dei farmaci di comune impiego”.

18/09/14

Allarme cannabis: aumento esponenziale del consumo fra i giovani

Nella  “Relazione sulle tossicodipendenze 2014” del Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) emerge un dato allarmante relativo al consumo di cannabis fra i giovani: un ragazzo su quattro fuma marijuana. Il campione preso in esame è molto ampio (31.661 giovani tra i 15 e i 19 anni) e indica chiaramente la progressione dei consumi: nell’ultimo anno, infatti, siamo arrivati al 23,46 per cento, due punti in più rispetto al 2013 e cinque punti in più rispetto a qualche anno fa.

Tra l’altro, il consumo di cannabis è in controtendenza nei confronti di quelli di cocaina, eroina, amfetamine ed ecstasy, tutti stabili o perfino in diminuzione. Così come continua a diminuire in Italia il numero di morti per droga: 344 nel 2013, contro i mille del 1999. «L’analisi corretta dei numeri ci dice che la battaglia contro la droga si può vincere. Purtroppo il terribile errore di oggi, di considerare la cannabis innocua, lo pagheremo domani, quando rivedremo in aumento i consumi di cocaina ed eroina e, temo, anche i morti per droga» commenta sconsolato il professore Giovanni Serpelloni, fino a qualche mese fa responsabile del Dipartimento antidroga e poi licenziato in tronco dal governo Renzi.

Fumatore di cannabis
immagine presa dal web

Dai dati del Dpa è chiaro che in Italia si sta ormai diffondendo un’idea sbagliata e controproducente della cannabis, in base alla quale questo tipo di droga non fa male, non produce dipendenza, e non apre la strada a sostanze ancora più pericolose. Un vero e proprio sdoganamento. Smentito a livello internazionale dalle ultime indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha sottolineato come i consumatori di cannabis diventano apatici, perdono motivazioni di vita e trascurano la scuola. Al contrario, il governo sempre più orientato a condividere, con i suoi provvedimenti, lo sdoganamento diffuso della cannabis: da qui le norme per il ritorno alla fittizia e scivolosa distinzione tra doghe pesanti e leggere e l’autorizzazione della coltivazione e dell’uso della marijuana di Stato per fini terapeutici.

Ricapitolando, i numeri vanno in una direzione, gli avvertimenti delle organizzazioni internazionali sono molto chiari, e il governo, con il consenso del Parlamento, invece marcia in senso opposto in una sorta di autismo politico. Anche l’uso terapeutico della cannabis rischia di trasformarsi in una clamoroso autogol e in ogni caso non ha alcuna giustificazione scientifica. Il professore Silvio Garattini, un’autorità in materia di farmaci e tra l’altro un componente del comitato scientifico del Dpa, ha recentemente documentato il bluff che circonda la liberalizzazione terapeutica di farmaci a base di cannabis. Non esistono ricerche e studi comparati, con dati attendibili, che siano in grado di dimostrarne l’effettiva utilità e innanzitutto la mancanza di controindicazioni.

Al contrario, sul mercato sono già in commercio almeno tre medicinali che possono sostituire la cannabis con ottimi risultati nella terapia contro il dolore. E tra i possibili effetti collaterali di farmaci a base di cannabis non vanno trascurati fenomeni come la perdita di memoria e la psicosi. Con questo scenario, purtroppo, l’Italia rischia di essere uno dei paesi del mondo più all’avanguardia nella tolleranza all’uso della cannabis e nella utilizzazione di farmaci ricavati proprio da quella che viene classificata, per legge, come una “droga leggera”.

 A chi giova questa linea politica così permissiva e tollerante? Certamente non alle famiglie di quei ragazzi diventati fumatori abituali di spinelli, dove il dramma della dipendenza si traduce in una battaglia impari, solitaria e senza sponde. Piuttosto saranno soddisfatte le grandi multinazionali del tabacco, affamate di potenziali alternative alla domanda di sigarette in forte contrazione, e le holding farmaceutiche che stanno investendo montagne di euro per aumentare l’offerta sul mercato di prodotti a base di cannabis e hanno quindi bisogno di un sostegno in termini di politiche sanitarie. Così la marijuana, che per generazioni è stata una bandiera di trasgressione e di ribellione, si sta trasformando nel simbolo di un capitalismo selvaggio, dove il profitto viene prima della salute, e di un politica debole che non riesce a contenerlo.

28/06/14

Ora anche la Mariguana è elettronica

Dopo le sigarette elettroniche, che tanto vanno di moda in questo ultimo periodo, adesso arriva anche la canna elettronica. Adesso cosa manca?

L'idea di creare questo nuovo prodotto è stata di E-njoint che, molto orgogliosa, ha informato in un'intervista di produrre 10.000 unità al giorno e queste poi vengono già distribuite in Europa.

Di questa canna elettronica vediamo che ci sono 3 modelli: uno che non ha ne tabacco ne nicotina e neanche THC, quindi si limiterebbe a riprodurre l'odore e sapore della cannabis; il secondo e il terzo modello, invece, possono essere usati sia con le foglie secche della mariguana o con la cannabis liquida (probabilmente venduta in negozi specifici di sigarette elettroniche).

Una canna elettronica, immagine presa dal web
A quanto pare i maggiori consumatori sono in Olanda. Che vanno gia pazzi per il nuovo prodotto offerto da E-njoint usati molto nei bar, pub e nelle grandi feste e party.

Meno Contant, presidente dell'azienda, ha rilasciato una ontervista alla catena ABC dicendo che:

"L'Olanda è riconosciuta in tutto il mondo per il suo carattere tollerante e liberale verso le droghe leggere, e la presentazione di questo nuovo prodotto fa una dichiarazione chiara: mentre non si disturbi e non si danneggi la salute delle altre persone e si stia dentro i margini legali, va tutto bene" (E-njoint, Engadget) 



11/01/14

E la cannabis "sballa" i mercati | A Wall Street è considerata il nuovo “oro verde”

La legalizzazione della marijuana in Colorado, a Wall Street si sono registrati rialzi da record. Crescite anche del 300%

E a poco più di una settimana dalla legalizzazione in Colorado, anche Minnesota, Ohio e Pennsylvania si preparano ad aprire all’uso terapeutico A Wall Street è considerata il nuovo “oro verde”. Sono già schizzati alle stelle i titoli legati al business della cannabis. Un’attività in piena espansione su cui numerosi investitori hanno deciso di puntare, dopo che in una ventina di Stati ne è stato approvato l’uso medico e in undici anche quello ricreativo. L’iniezione di fiducia nel settore ha portato con sé un piccolo, ma significativo aumento dei prezzi delle “penny stock”, le azioni delle aziende, a bassa capitalizzazione, che si occupano della coltivazione e vendita della canapa, oltre che di strumenti per il suo uso.

 Un fenomeno che gli esperti hanno definito come una “bubble-pot” (dal nome gergale con cui si indica questa droga leggera). E c’è già chi, preso dall’euforia, spera di trovare “la prossima Microsoft” tra queste imprese che hanno registrato rialzi da record. È il caso della Hemp Inc. , che utilizza le fibre di canapa industriale per l’abbigliamento e l’attrezzatura da campeggio, il cui titolo – che ora vale 8 centesimi di dollaro – ha segnato un +205% in meno di 72 ore. L’aumento del valore di GreenGro Technologies è stato addirittura del 1.714%: costa 80 centesimi un’azione dell’azienda che studia tecniche agricole ecosostenibili. Su anche Terra Tech (+29%), produttore di attrezzature per coltivatori, e Advanced Cannabis Solutions Inc. (+144%), che gestisce lo stoccaggio, così come la Medical Marijuana Inc. (+300%), attiva nel campo farmaceutico, e le bevande a base di cannabis di MediSwipe (+70%). Medbox , produttore di macchinari per ospedali e distributori automatici per le farmacie, ha poi annunciato di voler adattare i propri dispenser per vendere marijuana: la pioggia di ordini in arrivo da Colorado, Illinois, Massachusetts, Nevada, Oregon e Washington, ha fatto guadagnare oltre il 65% in più. Secondo gli analisti il comparto ha un margine decisamente ampio ed entro il 2018 potrebbe rendere 10 miliardi di dollari l’anno. Se da una parte i numeri e i progetti in atto dimostrano la serietà di questo nuovo business, ad agosto la Financial Industry Regulatory Authority ha però invitato gli investitori alla cautela di fronte a fornitori potenzialmente fraudolenti, il cui scopo sia quello di creare un rialzo ingiustificato della domanda, attraverso la diffusione di informazioni ottimistiche fuorvianti. Intanto, mentre Minnesota, Ohio e Pennsylvania si preparano ad aprire alla cannabis a scopo terapeutico, in Colorado si spera che la legalizzazione abbia un forte impatto anche sul turismo. I tour operator di Denver sono già al lavoro per proporre ai migliaia di turisti attesi un pacchetto ad hoc che comprenda visite guidate nei centri di produzione e “degustazioni” nei coffee-shop.

04/01/14

Colorado: alla scoperta dell’oro verde!

Si prevedono essere a migliaia di turisti alla scoperta dell'oro verde. Sono decine i tour operator che si stanno occupando di mettere a punto visite guidate e "assaggi" nei canapai. E le principali aziende del settore, quotate in borsa, fanno un balzo in avanti.

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Marijuana
Mancano solo due giorni dall'atteso via libera alla legalizzazione della marijuana ricreativa in Colorado, lo stato si prepara a diventare la Napa Valley californiana per il vino, ovvero sia un'enorme attrazione per migliaia di turisti dagli Stati Uniti e da tutto il mondo.

Per questo motivo decine di imprenditori e nuovi tour operator stanno lavorando senza sosta alfine di specializzarsi sulle proprietà dell’oro verde. Ma c'è anche chi sta puntando sulle azioni di compagnie che operano nel settore della cannabis e che sono quotate in borsa. In base a quanto prevedono i diversi analisti, dalle ricerche che stanno effettuando il comparto avrebbe un ampio margine di crescita ed entro il 2018 potrebbe rendere fino 10 miliardi all'anno.

Per adesso le società i cui titoli sono scambiati sull'over the counter sono piccole, ma dal primo gennaio sono state protagoniste di una poderosa corsa. I nomi da tenere d'occhio sono diversi. Si va da MediSwipe (ticker: MWIPD), gruppo che produce bevande a base di marijuana che venerdì ha chiuso con un +70%; a GreenGro Technologies, che produce tecnologie per la coltivazione di cannabis e ha chiuso a +40%. Poi c'è Medbox (MDBX) - produce macchinari per ospedali e per cure alternative a base di marijuana - che cresce del 16,6% e ancora e GW Pharmaceuticals (GWPRF), anch'essa attiva nel campo farmaceutico, che ha chiuso con un più 2,6%.


Anche il settore turistico continua a la sua corsa senza sosta, attirando sempre più investitori e imprenditori. Tra questi spicca il Colorado Highlife Tours che propone visite ("a portata di portafogli e che garantisce l'anonimato") ai centri di produzione della cannabis, dando ai nuovi visitatori la possibilità di fare tour guidati in bus o in limousine nella nuova Mecca dei fumatori. "Potrete comprare un po' di maria, guardare la crescita delle piante, visitare i luoghi più rappresentativi del Colorado e fare molte fotografie", ha detto a Nbc il proprietario del gruppo, Timothy Vee, "Sarà come un tour del vino nella Napa Valley". Solo a Denver 18 rivenditori hanno ricevuto il via libera per la commercializzazione della marijuana e almeno altri 20 sono in attesa di autorizzazione. Insieme alla capitale dello Stato altre 25 città e paesi hanno iniziato a vendere cannabis ricreativa.
 
Non solo perché ci sono già alcune guide ai tour per le strade della marijuana e le stesse città e lo stanno hanno pubblicato brochure per dare informazione ai nuovi viaggiatori, un po' come succedeva prima per chi si recava in Colorado per sciare, camminare o fare attività culturali. Ma c'è anche qualcuno che frena: "Non ci sono ancora ricerche sui benefici del turismo della marijuana, quindi per il primo anno non ci metteremo a fare marketing su questa cosa", ha detto Rich Grant, portavoce di Visit Denver, l'ufficio della città che si occupa di turismo.Resta una sola piccola delusione per i nuovi turisti. La legge del Colorado prevede che la marijuana possa essere acquistata da persone con più di 21 anni e sia consumata in casa, ma soprattutto che non venga portata all'esterno dei confini dello Stato. Per questo nessuno dei visitatori potrà portarsi a casa un ricordo da offrire a parenti e amici come invece avviene con una buona bottiglia di vino della Napa Valley.

10/12/13

Uruguay pronto a ratificare una legge che regola la produzione e commercializzazione della cannabis

 Uno dei temi più scottanti, che ha scatenato polemiche di ogni genere e tipo.  Ve lo sareste mai aspettato da un paese dell'America Latina un passo tanto audace? Eppure, e questo è un mio personalissimo parere, trovo che il parlamento uruguayano stia dimostrando grande ampiezza di vedute e lungimiranza. Uno scacco ai trafficanti e agli spacciatori, atto a contrastare a microcriminalità e quindi in fieri, i traffici più ampi.
Cannabis


Il parlamento dovrebbe infatti ratificare oggi la norma dopo che il disegno di legge è già stato approvato a fine luglio dalla maggioranza alla Camera. La legge prevede che lo Stato controlli la coltivazione e la vendita a scopi psicotropi e ricreativi. Ancora pochi mesi, poi lo spinello sarà libero.Dalla seconda metà del 2014 il piccolo Paese sudamericano potrebbe cominciare a coltivare e vendere marijuana al prezzo di un dollaro (0,75 euro) per grammo. Senza infrangere la legge. Proprio così: tra poco non sarà più necessario avvicinare, complici e furtivi, il piccolo spacciatore di quartiere per comperare qualche grammo per preparare spinello. Il "porro", così lo si chiama in Uruguay, sarà libero, non più appannaggio del business degli spacciatori di droga. Un'ondata di giubilo. La decisione è stata accolta così. Almeno a guardare dagli utenti dei social network in Uruguay. Il segretario dell'Ufficio nazionale delle droghe (Jnd) di Montevideo, Julio Calzada, ha anticipato al quotidiano locale 'El Pais' che l'Uruguay potrebbe essere il primo Paese al mondo ad autorizzare e applicare le regole per la produzione, distribuzione e vendita di marijuana per i consumatori adulti. Il progetto mira a creare un'industria legale di marijuana gestita dallo Stato; la decisione è già passata alla Camera bassa del Congresso e il presidente José Mujica si aspetta di ricevere presto il via libera dal Senato. L'obiettivo è quello di contrastare il traffico di droga. Un grammo, ha specificato Calzada, sarà sufficiente «per una sigaretta di marijuana o per una o due sigarette più piccole». L'idea, avallata o contrastata da tutti i Paesi nei quali si è aperto questo dibattito, è quella di combattere la microcriminalità e rendere quindi poco profittevole quest'attività commerciale ai venditori illegali. Calzada ha infine dichiarato che lo Stato offrirà un prodotto «di buona qualità, a un prezzo competitivo».
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