Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta biodiversità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta biodiversità. Mostra tutti i post

17/06/14

Mostre & Eventi | Festa Scienza Filosofia | Giornate della biodiversità

Eventi e Mostre
Ancora una volta la città di Foligno ha ospitato dal 10 al 13 Aprile la manifestazione che indaga il mondo scientifico e i collegamenti tra scienza, filosofia, religione e molto altro ancora.

FESTA SCIENZA FILOSOFIA
Anche quest'anno l'evento propone un nutrito elenco di conferenze, alcune delle quali rivolte alle scuole. Tra i tanti incontri, segnaliamo "La fede dei religiosi e l'indipendenza degli scienziati" (Giulio Giorello), "The Evolution of the Universe" (John D. Barrow), "Le nuove frontiere dell'era genomica: oltre i dogmi del passato" (Irene Bozzoni), "Scienza e pseudoscienza: in teoria e in pratica" (Gilberto Corbellini). Sul sito è disponibile il programma completo.

GIORNATE DELLA BIODIVERSITA'
I giorni del 6 Aprile e del 4 Maggio di quest'anno si è potuto sperimentare la ricerca naturalistica sul campo. Durante la prima giornata, nell'Area Naturalistica Gemma, strada Pascolara/strada Soarda, Bassano del Grappa, sono state classificate diverse specie viventi con gli strumenti dei ricercatori. Nella seconda, dal parcheggio della scuola primaria in via Stoppari, a Valle San Floriano di Marostica, si è risalito lungo un torrente per osservare diversi animali e valutare la qualità del corso d'acqua.(science)



29/04/14

Antichi frutti e semi in difesa della biodiversità

Immagine presa dal web

Diventare paladino di antichi frutti in difesa della biodiversità di cereali, legumi, ortaggi e frutta, è stata lanciata in Italia, ormai da qualche anno, una campagna per mettere in piedi una rete di «salvatori di semi», sull'esempio di quanto è già in atto nel resto del mondo occidentale.

 


Ideatrice e sponsor dell'iniziativa è Civiltà Contadina, un'associazione che ha organizzato un gruppo di persone per trasformarle in sentinelle della biodivervità, sempre più minacciata dalle multinazionali del seme. La strategia? Ospitare nel proprio orto piante rare con l'obiettivo di costituire una banca genetica del seme, aperta e pubblica. Il progetto è di creare, in questa prima fase, cento orti conservativi, e in ognuno di essi, un «Seed Savers» di Civiltà Contadina dovrà adottare almeno una varietà destinata all'estinzione. E che non si tratta di un'idea campata in aria sta a dimostrarlo l'esperienza austriaca: dopo otto anni di sensibilizzazione i Seed sono 5.000 e le piante conservate negli orti ben 8.000. Tutti i soci che entrano a far parte della rete dei «SeedSavers» di Civiltà Contadina, pagando una quota di iscrizione, avranno a disposizione semi, conoscenzee strumenti indispensabili a mantenere integro e vivibile il pianeta.
C'è molto amore e poesia nelle storie dei "Seed Savers", i salvatori di semi. Amore per la ricerca di cibi perduti o diventati ormai rarissimi; poesia di sapori unici finora riservati solo alle generazioni passate, al massimo ai nostri padri. Quella di Nardello, pioniere di questa pratica, sono vicende solo apparentemente esclusive, riservate a pochi «fissati», romantici della biodiversità e dell'ecologia. Esse racchiudono in realtà elementi di grande modernità e alcuni preziosi insegnamenti. Tra questi ci sono la forza di volontà, la testardaggine, il lavoro umile ma tenace di chi da una manciata di semi ricava intere colture che si tramandano nei decenni. Colture ricche di... culture ben poco astratte. Dentro quei semi (di pomodori gialli o di aglio violetto) ci sono altre storie da raccontare, queste ancora più secolari. La storia di una popolazione che impara a selezionare quello che le serve, osserva come reagisce il terreno, conosce la specie più resistenti e, senza l'ausilio di armamentari chimici, riesce a resistere alle aggressioni esterne. In quei semi c'è la memoria di quello che poteva essere ma non è stato. È il prezzo del progresso, si dice. Che offre meno qualità, però la garantisce a tutti. Ma i conti non tornano. Perché dopo un secolo di chimica, siamo di nuovo a cercare la panacea dei mali di questo progresso ricorrendo alle promesse della genetica. Ogm o bio?. Potremmo dire a questo punto, sì al bio accompagnato da una maggiore attenzione alla biodiversità. D'altronde proprio la tenacia dei "Seed Savers" ci sprona a tentare di imboccare strade più impegnative che potrebbero portare molto lontano. Perché nella biodiversità è contenuto un altro importante insegnamento: il rispetto della differenza. E una civiltà che si ingegna a mantenerla e a ravvivarla, probabilmente acquisisce una maggiore sensibilità verso più ampie e profonde diversità che coinvolgono donne e uomini di altre culture e religioni.

(fonte Vita e Salute articolo di Ennio Battista)

18/02/14

Vivere due vite parallele | Una naturale l'altra in un ecosistema digitale!

Vivere due vite parallele! Una naturale l'altra in un ecosistema digitale! Sdoppiarsi in due universi paralleli quasi a raffigurare la nostra ambivalenza interiore: una che si realizza in un mondo naturale dove la sostenibilità dei nostri comportamenti è un fattore imprescindibile a cui non ci si può sottrarre per alimentare la biodiversità. L'altra... in un ecosistema digitale dove i comportamenti sono delle sequenze di click.

Per fare fronte alla complessità delle sfide che quotidianamente incontriamo, ci si affida sempre più a strumenti informatici, facendoci "tracimare" nella realtà, quella naturale, sulla quale non agiamo più in maniera diretto, ma tramite un'esperienza mediata dai computer. L'interfaccia utente è il nuovo sentiero della mente, un nonluogo che assume le parvenze di uno strumento primario, attraverso il quale s'illumina la nostra mente alla luce della conoscenza che ci induce ad agire nel lavoro, nel divertimento, nelle relazioni sociali. Nel mondo naturale, l'uso di uno strumento non è sostenibile se danneggia ed estingue le risorse del pianeta, come le fonti di energia, l'aria, l'acqua.

Vite parallele: una naturale, l'altra digitale

Nel mondo digitale, non siamo abituati a parlare di sostenibilità. Per scoprire quali risorse possono essere minacciate dall'uso di interfacce, dobbiamo rivolgere lo sguardo al nostro interno. Una prima risorsa preziosa è l'attenzione, la capacità di focalizzare percezione e pensieri su ciò che è importante per favorirne un'elaborazione sostanziale.

L'inquinamento, la tossicità nell'ambiente digitale prendono le forme del sovraccarico informativo e della distrazione pervasiva. I dispositivi che usiamo sanno sommergerci con una massa di informazioni e stimoli che eccede grandemente la capacità attentiva.

Questa pressione disorienta, causa stress e porta a scelte subottimali o errate. Con risorse cognitive prosciugate, funzioniamo meccanicamente: comportamenti automatici evitano la paralisi al prezzo della qualità decisionale. Ad esempio, ci fissiamo su di un numero molto limitato di informazioni che ci colpiscono, anche se poco utili per affrontare la situazione (fenomeno di "tunnel vision"); crediamo alle prime informazioni ricevute su di un tema e rifiutiamo successivi argomenti che le contraddicono ("confirmation bias"); ricorriamo ad euristiche sociali quali imitare le scelte che fanno i nostri amici. Una capacità attentiva deteriorata influisce negativamente sulla memoria, seconda importante risorsa, con cui l'attenzione è interdipendente. E l'effetto domino si propaga alla risorsa della conoscenza, in quanto i processi di ragionamento che la distillano dalle informazioni richiedono disponibilità di attenzione e memoria.

Proposte per mitigare questi effetti suggeriscono maggior automazione dell'ecosistema digitale: diminuire il sovraccarico facendo filtrare e riassumere dall'interfaccia le informazioni da presentare; affidare livelli decisionali al computer lasciando all'utente la possibilità di indicare obbiettivi, di monitorare la macchina e sostituirsi ad essa in caso di anomalie. Ma in un contesto socio-tecnico complesso, il paradosso è sempre in agguato: affidare alla macchina le decisioni su quali sono le informazioni importanti ed i piani di azione dequalifica gli esseri umani proprio in quelle competenze che sono fondamentali quando il comportamento della macchina è anomalo. L'utente chiamato ad agire in prima persona non è più abituato a farlo, perché le evenienze in cui una buona automazione fallisce sono rare e le abilità umane vanno praticate per rimanere di qualità.

La sostenibilità nell'ambiente digitale richiede quindi una più attenta progettazione delle interfacce che includa la considerazione dei loro effetti sulle risorse cognitive. Ma come nell'ambiente naturale, richiede anche di considerare il proprio stile di vita. L'utente deve valutare quando, quali e quanti dispositivi vuole usare, perché interazioni che considerate singolarmente sono sostenibili, combinate assieme possono di nuovo depauperare le sue limitate risorse.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.