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18/02/14

Vivere due vite parallele | Una naturale l'altra in un ecosistema digitale!

Vivere due vite parallele! Una naturale l'altra in un ecosistema digitale! Sdoppiarsi in due universi paralleli quasi a raffigurare la nostra ambivalenza interiore: una che si realizza in un mondo naturale dove la sostenibilità dei nostri comportamenti è un fattore imprescindibile a cui non ci si può sottrarre per alimentare la biodiversità. L'altra... in un ecosistema digitale dove i comportamenti sono delle sequenze di click.

Per fare fronte alla complessità delle sfide che quotidianamente incontriamo, ci si affida sempre più a strumenti informatici, facendoci "tracimare" nella realtà, quella naturale, sulla quale non agiamo più in maniera diretto, ma tramite un'esperienza mediata dai computer. L'interfaccia utente è il nuovo sentiero della mente, un nonluogo che assume le parvenze di uno strumento primario, attraverso il quale s'illumina la nostra mente alla luce della conoscenza che ci induce ad agire nel lavoro, nel divertimento, nelle relazioni sociali. Nel mondo naturale, l'uso di uno strumento non è sostenibile se danneggia ed estingue le risorse del pianeta, come le fonti di energia, l'aria, l'acqua.

Vite parallele: una naturale, l'altra digitale

Nel mondo digitale, non siamo abituati a parlare di sostenibilità. Per scoprire quali risorse possono essere minacciate dall'uso di interfacce, dobbiamo rivolgere lo sguardo al nostro interno. Una prima risorsa preziosa è l'attenzione, la capacità di focalizzare percezione e pensieri su ciò che è importante per favorirne un'elaborazione sostanziale.

L'inquinamento, la tossicità nell'ambiente digitale prendono le forme del sovraccarico informativo e della distrazione pervasiva. I dispositivi che usiamo sanno sommergerci con una massa di informazioni e stimoli che eccede grandemente la capacità attentiva.

Questa pressione disorienta, causa stress e porta a scelte subottimali o errate. Con risorse cognitive prosciugate, funzioniamo meccanicamente: comportamenti automatici evitano la paralisi al prezzo della qualità decisionale. Ad esempio, ci fissiamo su di un numero molto limitato di informazioni che ci colpiscono, anche se poco utili per affrontare la situazione (fenomeno di "tunnel vision"); crediamo alle prime informazioni ricevute su di un tema e rifiutiamo successivi argomenti che le contraddicono ("confirmation bias"); ricorriamo ad euristiche sociali quali imitare le scelte che fanno i nostri amici. Una capacità attentiva deteriorata influisce negativamente sulla memoria, seconda importante risorsa, con cui l'attenzione è interdipendente. E l'effetto domino si propaga alla risorsa della conoscenza, in quanto i processi di ragionamento che la distillano dalle informazioni richiedono disponibilità di attenzione e memoria.

Proposte per mitigare questi effetti suggeriscono maggior automazione dell'ecosistema digitale: diminuire il sovraccarico facendo filtrare e riassumere dall'interfaccia le informazioni da presentare; affidare livelli decisionali al computer lasciando all'utente la possibilità di indicare obbiettivi, di monitorare la macchina e sostituirsi ad essa in caso di anomalie. Ma in un contesto socio-tecnico complesso, il paradosso è sempre in agguato: affidare alla macchina le decisioni su quali sono le informazioni importanti ed i piani di azione dequalifica gli esseri umani proprio in quelle competenze che sono fondamentali quando il comportamento della macchina è anomalo. L'utente chiamato ad agire in prima persona non è più abituato a farlo, perché le evenienze in cui una buona automazione fallisce sono rare e le abilità umane vanno praticate per rimanere di qualità.

La sostenibilità nell'ambiente digitale richiede quindi una più attenta progettazione delle interfacce che includa la considerazione dei loro effetti sulle risorse cognitive. Ma come nell'ambiente naturale, richiede anche di considerare il proprio stile di vita. L'utente deve valutare quando, quali e quanti dispositivi vuole usare, perché interazioni che considerate singolarmente sono sostenibili, combinate assieme possono di nuovo depauperare le sue limitate risorse.

06/12/13

Nelle previsioni di IDC nel 2014 Android ed iOS si confronteranno a suon di tablet e smartphone!

Secondo quanto emerge dalle previsioni di IDC, nel prossimo anno, il 2014, l'ecosistema Android di Google sfiderà iOS di Apple nel 2014, a suon di tablet e smartphone.
L’aumento degli introiti e il numero di download presso lo store online Google Play per i dispositivi Android andrà crescendo. Le previsioni dicono anche di una diminuzione, di contro, dei ricavi e del numero di download presso l'App Store di Apple nello stesso periodo dell’anno che sta per entrare, in base ai dati raccolti da IDC, con i relativi risultati che saranno pari o poco più alti rispetto a quelli del 2013.
Ecco cosa ha affermato IDC nello specifico:
L'assalto ai dispositivi cellulari continuerà nel 2014 con un fatturato per i tablet in crescita del 18% e per gli smartphone del 12%. La community Android, guidata da Samsung, manterrà il suo vantaggio in termini di volume nel corso del prossimo anno superando Apple, mentre Apple manterrà stabile il suo margine operativo grazie al maggiore prezzo medio di vendita dei suoi prodotti e grazie al suo ecosistema consolidato di applicazioni.
Android vs iOS secondo IDC nel 2014

Ci sarà più spazio per Microsoft, che ha bisogno di raddoppiare rapidamente l'interesse degli sviluppatori nella sua piattaforma mobile Windows.
Gli investimenti cresceranno del 25% nel 2014 per le soluzioni cloud, raggiungendo oltre 100 miliardi di dollari, IDC prevede. "Una battaglia sarà per gli sviluppatori che potranno creare le applicazioni cloud-based e soluzioni che serviranno ad alimentare la crescita del mercato", secondo la società di ricerca.

Secondo IDC, poi, il 2014 sarà un anno in cui vedremo crescere i volumi di vendita di dispositivi mobili fino a 270.5 milioni di unità, per una percentuale di circa il 22% su base annuale. Tuttavia, anche se ci sarà una crescita, questa sarà inferiore rispetto a quanto avvenuto nel 2013 rispetto allo scorso anno. Questo perchè è in crescita il numero di phablet venduti (smartphone dal grande display) e, di conseguenza, si prevede in calo il numero di tablet con display da 7-8 pollici venduti.
E la cattiva notizia? Il mercato dei PC sarà messo ancora di più "sotto stress" con un fatturato a livello mondiale che calerà del 6% su base annua.
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