Il-Trafiletto
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16/04/15

6 modi per usare il Linguaggio del Corpo e sentirs...

Tutto cominciò...: 6 modi per usare il Linguaggio del Corpo e sentirs...: Avete bisogno di un rapido toccasana ?  Ecco sei modi facili per battere la depressione con il li nguaggio del corpo. 1. UNA PASSEGGIATA...

27/08/14

I cani percepiscono la paura?

I cani hanno
la percezione della paura

Si! In almeno due modalità differenti. Prima di tutto sono molto sensibili al linguaggio corporeo. 


Come i loro antenati lupi, anche i cani domestici hanno gli istinti necessari per cacciare in branco e per organizzarsi in una gerarchia. Quindi ogni cane deve conoscere il proprio posto e rispondere al comportamento degli altri. Tutto ciò si vede anche nel modo in cui reagiscono agli esseri umani. Chi ha paura dei cani spesso si irrigidisce e li fissa, e ciò può essere interpretato dal cane come un'aggressione.

Che usino anche l'olfatto non è tuttora dimostrato, ma quando proviamo paura sudiamo di più e secerniamo sostanze diverse. Quindi non è impossibile che i cani possano letteralmente sentire l'odore della paura. (science)


29/04/14

Il linguaggio umano | Quando si è evoluto il nostro linguaggio?

Evoluzione del linguaggio umano
Una domanda non da poco, quella riguardante l'evoluzione del nostro linguaggio! Si teorizza che l'Homo heidelbergensis, vissuto circa 600mila anni fa, facesso uso di una forma primitiva di comunicazione verbale.

Ciò che sappiamo è che sono state necessarie complesse modifiche di petto, gola e bocca perchè i nostri antenati potessero riuscire a parlare, mentre mangiavano e respiravano. Noi umani abbiamo molto più controllo sulla respirazione a differenza di altri primati, il che vuol dire che possiamo variare la lunghezza di ogni respiro mentre parliamo.
Le nostre lingue hanno una forma inusuale che ci consente di emettere i vari suoni vocalici, mentre le nostre labbra possono mutare forma alfine di riprodurre le consonanti. Lo studio di alcuni fossili ha dato la convinzione a molti esperti che mutamenti siano potuti avvenire all'incirca 160mila anni fa, quando gli uomini moderni coesistevano con quelli di Neanderthal. Nonostante ciò, non tutti sono in accordo con tale teoria.

Una ricostruzione delle ossa dell'orecchio di Homo heidelbergensis, vissuto circa 350mila anni fa, ha portato alla luce che il loro udito era simile al nostro, suggerendo che essi sarebbero potuti essere in grado di parlare. L'ipotesi più controversa viene da una ricerca eseguita sul cervello grazie a tecniche avanzate per immagini. Essa ha collegato l'abilità di costruire utensili al linguaggio, ipotizzando che il linguaggio potrebbe avere circa 1,75 milioni di anni.

04/04/14

Fare luce sull'Autismo

Il 2 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale dell'Autismo, indetta dall'Onu nel 2007,con lo scopo di favorire la diffusione di conoscenze e informazioni relative a questa patologia. L'Autismo contempla tutto uno spettro di disturbi autistici che interessano lo sviluppo del sistema nervoso centrale e che si manifestano sin dai primi anni di vita.

Si tratta di una patologia che danneggia le funzioni celebrali, compromettendo la crescita psichica ed emotiva dei bambini e le capacità d'interazione sociale; determinando situazioni di mutismo, isolamento e indifferenza nei confronti del mondo esterno. Secondo le stime questo disturbo, in Italia, riguarda  all'incirca 550 .000 soggetti e nella maggior parte dei casi ad esserne affetti sono soprattutto i maschietti. 
I bambini colpiti da sindrome autistica manifestano comportamenti di isolamento e disinteresse nei confronti di chi li circonda nonché problemi di linguaggio e comunicazione; laddove lo sviluppo delle capacità verbali non è addirittura assente, infatti, manifestano difficoltà nel dialogare o nell'esprimersi in maniera appropriata. 
Uno degli aspetti più gravi dell'autismo è la tendenza all'autolesionismo e all'aggressività e la totale assenza di reazioni affettive ed emotive.  Se da un lato le terapie che fanno ricorso alla musica, all'arte, al disegno, così come lo sport e la pet-terapy, si sono mostrate molto utili proprio perché stimolano l'interazione, la comunicazione e lo sviluppo dell'espressione emotiva; dall'altro lato, fermo restando l'importanza della vaccinazione, non si è individuata nessun tipo di relazione tra la malattia e i vaccini, come dichiarato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin.  Ciò che può fare davvero la differenza nel caso dei disturbi dello spettro autistico, come in altri casi,  è sempre la prevenzione e dunque la diagnosi precoce. E proprio sull'importanza della prevenzione si è basata la campagna di quest'anno e le iniziative promosse. Una di queste è il progetto Otto Passi Avanti, che nasce a Roma per essere diffuso su ampia scala, in tutto il territorio nazionale. Scopo del progetto è informare e formare adeguatamente pediatri, personale di asili nido e genitori sulle caratteristiche della patologia, su come individuarla e gestirla.
"La diagnosi precoce è possibile" spiega Stefano Vicari, responsabile Unità Operativa Neuropsichiatria Infantile dell'Ospedale capitolino Bambin Gesù, ma è necessario che nelle strutture pubbliche e nelle ASL vengano garantiti servizi pediatrici adeguati. Fondamentale anche il sostegno alla ricerca per fare luce su un disturbo molto diffuso ma le cui cause sono ancora poco chiare.


22/02/14

La voce della mamma aumenta le capacità cognitive dei neonati prematuri

E' ormai assodato che durante la gravidanza, la voce della mamma influenza non poco il nascituro, per questo è bene che durante questa delicata fase la futura mamma parli con il proprio bambino, fino al momento del parto. Un recentissimo studio  "Adult Talk in the Nicu (neonatal intensive care unit) with Preterm Infants and Developmental Outcomes" condotto da Betty Vohr, direttore del Women & Infants' Neonatal Follow-Up Program, ha dimostrato che per i neonati prematuri ascoltare la voce della madre sin dalla terapia intensiva influisce significativamente sulle capacita' cognitive e di linguaggio del piccolo gia' dai sette mesi in poi.
Neonato prematuro

I risultati della ricerca rivelano che il quantitativo di parole delle mamme, al quale i bimbi in terapia intensiva sono esposti a partire dalle trentadue-trentasei settimane, costituisce un forte fattore predittivo delle abilita' cognitive e linguistiche del neonato fino a diciotto mesi. In particolare, ogni cento parole per ora in piu' dalle trentadue settimane in poi, e' risultato associato a un aumento di due punti nelle capacita' di linguaggio a un anno e mezzo. Si tratta di una strategia per favorire il normale sviluppo dei neonati prematuri a basso costo da una prospettiva sanitaria e semplice da promuovere. La ricerca e' stata pubblicata sulla rivista 'Pediatrics'.

10/02/14

Scienza | Quando a parlare sono le “sue” immagini!

Scienza: quando a parlare sono le "sue" immagini! International Science and Engineering Visualization Challenge, si chiama cosi il promoter che già da 11 anni mira a promulgare la scienza per immagini.

Possono essere quelle di un video, altrimenti delle semplici foto, oppure un poster o un'infografica, non ha alcuna importanza, ciò che importa è dare modo e possibilità di fare parlare la scienza con le immagini. Promossa ed appoggiata dalla rivista Science e dalla U.S. National Science Foundation (NSF), la gara si è conclusa anche quest'anno, ed i progetti che hanno vinto la loro sfida nelle diverse categorie (qui potete ammirare la galleria fotografica completa), sono stati giudicati per la capacità di veicolare il concetto di cui erano portatori, l'originalità e l'impatto emotivo.

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Scienza: il linguaggio delle immagini
Il primo posto per la sezione illustrazioni va a una sezione stilizzata della corteccia cerebrale, realizzata soffiando i pigmenti sulla tela. Un'opera, ribattezzata Cortex in Metallic Pastels, che ricorda un boschetto di betulle al crepuscolo, cita la didascalia.

Per la categoria Poster e grafici invece a vincere è stata l'infografica che mostra le potenzialità dei tessuti funzionali indossabili, in grado di alimentarsi immaganizzando energia.
 
Per la fotografia a battere i concorrenti è stata l'immagine che immortala i flussi su microscala dei coralli ermatipici, mentre nella sezione Giochi ed Apps ad aggiudicarsi il primo posto è stato EyeWire che permette ai giocatori di mappare la struttura 3D dei neuroni nel cervello.
Infine segnaliamo il vincitore della sezione video: Dynamic Earth, un'animazione che mostra come le particelle e l'energia proveniente dal Sole influenzano clima e tempo sulla Terra.

03/11/13

Programmare il Dna: quale linguaggio usare?

Programmare il Dna: quale linguaggio usare? Un team di ricerca dell'Università di Washington ha realizzato un linguaggio di programmazione che ha l'obbiettivo di dare vita ad un Dna sintetico stabilendo con esattezza come si comporterà con altre molecole all'interno di una provetta oppure di una cellula. Il lavoro è stato pubblicato online sulla rivista Nature Nanotechnology.
 Il Dna del corpo umano

«Cominciamo da una descrizione astratta, matematica di un sistema chimico, e poi usiamo il Dna per costruire le molecole che realizzino la dinamica desiderata», ha spiegato Georg Seelig, uno degli autori del lavoro. «La prospettiva è che prima o poi si possa usare questa tecnologia per costruire strumenti di uso generale».
Ad oggi realizzare un processo molecolare che produca le sostanze desiderate richiede un lavoro alquanto complesso, e difficilmente adattabile per la creazione di processi simili.

 L'idea di Seelig e dei suoi colleghi è quella di creare una cornice che dia agli scienziati maggiore flessibilità, allo stesso modo in cui un computer può svolgere tanti compiti diversi. «Se vuoi che un computer faccia qualcosa di diverso, lo riprogrammi. Il nostro progetto è qualcosa di molto simile: diciamo alla chimica cosa deve fare».

All'interno del corpo umano e di altri organismi esistono già complesse reti molecolari che aiutano a regolare le cellule e il corpo nel suo complesso. Ora si cerca di progettare sistemi sintetici che si comportino come quelli biologici, e che possano svolgere funzioni all'interno del corpo. Le applicazioni mediche sono ancora lontane, ma in futuro si possono immaginare molecole in grado di autoassemblarsi all'interno delle cellule, programmate per individuare le anormalità e reagire di conseguenza, magari producendo medicinali direttamente all'interno della cellula stessa. Seelig e il collega Eric Klavins hanno recentemente ricevuto un finanziamento di due milioni di dollari dalla National Science Foundation, nell'ambito di un'iniziativa per sostenere la ricerca sulla programmazione molecolare.
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