Il-Trafiletto
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25/10/14

Lontani dall'acqua e restare in forma sulle "due ruote" più sane del mondo

Proprio come ha sempre detto il campione di ciclismo Francesco Moser, “Un ciclista deve fare solo una cosa, cioè evitare di prenderla... Soltanto durante la corsa non puoi farne a meno di pedalare sotto l'acqua. Se ancora non si è usciti per allenarsi e fuori piove, meglio restare a casa: certe volte è meglio un giorno di pausa che un allenamento fatto male. 


Se invece siete già per strada e inizia a piovere, sarà il caso di cercare il tragitto più breve per fare ritorno a casa. Questo è quel che facevo pure quando ero in attività agonistica”. Quindi, diamo per certo che la stragrande maggioranza di noi abbia inteso cosa Moser abbia voluto trasmetterci e che, se dovesse piovere o giù di lì, sia meglio lasciare la mitica "due ruote" in camerino (nel caso si dovesse trattare di una sessione d'allenamento) o fare uso dei mezzi pubblici (in caso di necessità nel doversi spostare in città), andiamo ad esaminare come fare fronte alla situazione negli altri casi, ovvero quando ci si trova costretti a doverla affrontare.

Dato per certo che la prudenza assume il ruolo imprescindibile in questi casi di alleato primo per tutte e due le categorie di ciclisti, in quanto un malessere o peggio un incidente possono portare a fare a meno di dare luogo ai vari allenamenti e competizioni, ma pure a giorni di lavoro, queste alcune considerazioni riguardo sia alle condizioni ambientali sia alla bicicletta. Alla pioggia si somma l’acqua sollevata dalla proprie e dalle altre bici, nonché dalle macchine, quindi visibilità peggiora notevolmente, soprattutto a livello periferico, mentre i tempi di reazione si dilatano.

La tenuta di strada viene meno proporzionalmente all'essere in grado di riuscire a valutare lo stato del manto stradale, su cui la presenza di buche e malformazioni è celata dalle pozzanghere. Pure la frenata risulta meno efficace, in quanto che i pattini iniziano a fare grip soltanto quando l’attrito ha reso asciutto il tratto frenante e si deteriorano pure prima, condizioni ancora più evidenti se si fa uso di cerchi in carbonio. In questo caso i freni a disco garantiscono prestazioni che poco si discostano da quelle in condizioni di asciutto. Fatte queste premesse, ecco un decalogo per ridurre al minimo le situazioni di disagio e pericolo in città come fuori. I primi consigli sono espressamente rivolti ai ciclisti urbani, gli altri riguardano più direttamente chi invece veste in jersey e impugna pieghe curve.


  • Lascia l’ombrello e fai uso di una più opportuna mantellina. Protegge molto di più e, cosa fondamentale, ti consente di tenere entrambe le mani sul manubrio
  • "Dialoga" con gli altri utenti della strada, pure la loro guida è inficiata dalla pioggia e tu sei meno appariscente. Fai in modo di segnalare la tua presenza e cosa vuoi fare con anticipo ed evidenza.
  • Buche, malformazioni, rotaie e strisce segnaletiche diventano un problema già quando la strada è asciutta; in caso di pioggia sono una vera insidia. Se le individui con anticipo le scansi o le attraversi con un cambio di traiettoria netto ma, soprattutto, non ci freni sopra! 
  • Attrezzati ad affrontare e a difenderti dalle bordate di acqua sollevate dalle auto e dalle moto, da quelle che ti bagnano solo fino al ginocchio, a quelle che fanno il servizio completo. E evitiamo il discorso dei liquami, che ogni tanto si mischiano all’acqua piovana per rendere più "profumata" la doccia. 
  • Rallenta. Non è così scontato, dato che quando si è sorpresi dalla pioggia si tende a percorrere il tragitto verso casa nel minor tempo possibile. Una volta che sei zuppo, 10 minuti in più di acqua non cambiano la situazione... 
  • Diminuisci la pressione delle gomme. In questo modo aumenta l’impronta a terra del battistrada e migliora il grip. Sì, ma quanto devo sgonfiarle? Vai a sensazione. Fallo un po’ alla volta, magari provando dopo un temporale, approfittando della strada ancora bagnata. 
  • Occhio ai freni. La tenuta di strada è poca e la frenata diventa un momento delicato. Vietato inchiodare! L’azione deve essere su entrambi i freni, graduale (quindi anticipata) e, se proprio vi trovate costretti a rallentare in poco spazio, cercate di ricreare l’effetto ABS, con brevi pinzate decise.
  • Cambia il modo di affrontare le curve. Traiettorie larghe, bici poco inclinata e frenata anticipata sono le regole d’oro, soprattutto in discesa. 
  • Aumenta la distanza tra te e i tuoi compagni, sia per evitare di prendere in faccia l’acqua alzata da chi ti precede, sia per aumentare i tempi di reazione in caso di manovre o frenate improvvise. Stare a ruota quando piove ha un’unica conseguenza: guidare più tesi. 
  • Aiuta chi ti segue a guidare sicuro. Segnala ai tuoi compagni sia i tuoi spostamenti, sia eventuali ostacoli, così da evitare loro di dover fare bruschi cambi di direzione

04/10/14

Treviso | Genitori precoci (12 anni lui, 13 lei) si preparano agli esami di licenza media.

Una storia nata sui banchi di scuola addirittura tre anni fa, quella di Daniele e Francesca, nomi di fantasia, 12 anni lui e 13 lei, e terminata con la nascita del loro figlio che ora ha tre mesi. Ora la neo mamma ha compiuto 14 anni ed ha potuto così riconoscere il figlio. E’ accaduto in Veneto, esattamente in provincia di Treviso. Tutto il periodo della gravidanza della neo mamma è stato molto riservato, protetto da occhi e orecchi indiscreti, sia in ambiente familiare che in ambito scolastico; infatti pochissime persone erano al corrente di quello che stava succedendo ai due neo genitori, i parenti più stretti ed alcuni dirigenti scolastici. Per questo nella zona dove abita Francesca molte persone sono cadute dalle nuvole quando, passando davanti alla sua casa, hanno visto quel fiocco azzurro campeggiare sulla porta d’ingresso, anzi, alcuni avevano creduto che fosse nato un fratellino alla ragazzina. A scuola professori e compagni di classe erano all’oscuro di tutta la vicenda, ma da quando la notizia è diventata di dominio pubblico questi ultimi non fanno altro che girare continuamente in bicicletta davanti alla casa della loro compagna di classe e neo mamma. E Daniele? Il neo papà si è comportato fin da subito come un adulto, assistendo addirittura alla nascita di suo figlio e rimanendo vicino alla sua fidanzatina, ed ora che è iniziata la scuola, terminate le lezioni, salta in sella alla sua bici e corre dai suoi due tesori. La nascita del bambino è stata una gioia oltre che per i neo genitori, anche per i giovanissimi nonni ( più o meno quarantenni), i quali, dopo il momento di choc iniziale, hanno affrontato la situazione come una cosa assolutamente naturale, e si adoperano per aiutare in tutti i modi i giovani genitori che quest’anno si dovranno preoccupare, oltre che del nuovo arrivato, anche degli esami di licenzia media. (immagine presa dal web)

21/07/14

Come scoraggiare i ladri di biciclette

Cerchiamo di essere più sostenibili, e optare per muoversi in bici è un ottimo inizio. Inoltre andare in bicletta fa bene alla salute, aiuta il sistema cardiovascolare, fa sì che si possa accelerare il metabolismo, rafforza muscoli e tendini. Ma è anche vero che questo non ci mette al sicuro da chi invece, è intenzionato a rubarecela. Perciò dobbiamo cercare di proteggerla con qualche trucco che scoraggi i ladri



Prima regola: mai lasciare la bici appoggiata al muro senza legarla, nemmeno per andare a prendere il giornale, è istigazione al furto!

Seconda regola: mai assicurare la catena con lucchetto a.. niente! Legare la ruota posteriore al telaio ma non ad un supporto esterno è inutile: anche un ladro incerto troverà facile caricarsi la bici in spalla e sparire senza dare nell’occhio!

Terza regola: è del tutto inutile legare il catenaccio della bici ad un palo e alla sola ruota anteriore, al manubrio o alla sella, per un ladro sganciare la ruota o smontare la sella per sfilare l’antifurto e portarsi via la bici è un gioco da ragazzi. 

Ladro di bici
immagine presa dal web
Quarta regola: scegliamo con cura il sostegno a cui leghiamo la nostra compagna di pedalate, è importante. I migliori sono ovviamente  i solidi parcheggi per bicicletta ma non sempre sono presenti in tutte le zone della città o come spesso accade sono occupati. Strano ma vero, i migliori sostegni sono i pali della segnaletica o i lampioni, ma poichè molto spesso sono instabili,  è opportuno verificare che il palo sia conficcato stabilmente nel terreno e non sia invece traballante e facilmente sfilabile. Oltre alla stabilità controllate anche l’altezza del supporto che avete scelto, deve essere abbastanza alto in modo da non far sfilare la bicicletta da sopra.

Quinta regola:  anche la scelta dell’antifurto o catenaccio ha la sua importanza, potete risparmiare su tutto ma non su questo, costa sempre meno di una bicicletta nuova! Esiste una classificazione degli antifurto in base al tempo necessario al ladro per scassinarli, e le scale di classificazione sono diverse: alcuni usano una scala numerica da 3 a 15, dove 15 è il prodotto con il massimo grado di protezione, altri hanno una classifica con stellette crescenti, in base alla resistenza al taglio.

Vediamo come complicare la vita ai ladri.

Una bici nuova di zecca dà nell'occhio, quindi sarebbe sempre meglio renderla poco appetibile: dopo averla parcheggiata sarebbe il caso di rimuovete il sellino e portarlo con voi, almeno così impedirete al ladro la fuga sui pedali, almeno per un lungo percorso.
Potete sempre lasciare la bici in un luogo di passaggio, davanti ad un negozio ad esempio, ma non di folla. L'obiettivo è quello di rendere complicato al ladro armeggiare sulla bici. Se non c'è nessuno, o al contrario c'è confusione, il suo lavoro sarà facilitato.

Nel caso in cui la sfortuna vi perseguiti e la bici vi venga rubata potete collegarvi al portale  RuBBici che raccoglie le segnalazioni di furti e avvistamenti di bici in Italia. Potete pubblicare la vostra disavventura, e con la forza della rete sperare che qualcuno la riconosca in giro così da poter iniziare un percorso di recupero. Il sito offre la possibilità di segnalare anche bici sospette oppure potete segnalare dei luoghi della vostra città dove i furti di bici sono più frequenti così da scoraggiare il parcheggio in quelle zone.. e poi sperare nella fortuna!!

13/07/14

I rischi | Sappiamo calcolarli?

Siamo ossessionati dagli attacchi terroristici aerei, dai rapimenti di bambini, dalle emissioni radioattive delle centrali nucleari e da molte altre questioni che riguardano la nostra quotidianità. Ecco i nostri principali errori di valutazione dei rischi. Ce li rivela Robert Matthews.

Non siamo mai stati così longevi, il tasso di mortalità, causata dal cancro o dall'infarto, è diminuito sensibilmente e quello della criminalità ha raggiunto il livello più basso da quando esistono le statistiche. E allora, perché molti di noi vivono nella paura? Secondo gli esperti è soprattutto grazie all'incapacità diffusa di cogliere la natura reale dei rischi. Stando ai sondaggi, la gente ha un'idea bizzarra delle cose che dovrebbero davvero preoccuparla. E non aiuta certo l'enfasi della stampa su eventi certamente terribili, come l'uccisione di bambini per mano estranea, ma comunque rari. Perciò, se pensate di irrobustire i vostri anticorpi contro la prossima notizia allarmistica, cominciate da qui.
Il paradosso della
compensazione del rischio

IL SENSO DI SICUREZZA FA CORRERE PIÙ RISCHI 
Il paradosso della compensazione del rischio. Lo sappiamo bene: in bicicletta è più sicuro indossare il casco. Allora, come mai nei Paesi in cui lo si usa di più è maggiore il tasso di mortalità e di lesioni che si riscontra? Benvenuti nel bizzarro fenomeno della compensazione del rischio, l'atteggiamento mentale secondo il quale proteggerci dai rischi ci fa correre rischi ancora più gravi, vanificando ogni vantaggio. Questo effetto è stato scoperto svolgendo studi sui fenomeni più disparati: dai sistemi frenanti antibloccaggio (ABS) ai giochi amati dai bambini. Ed è risultato che più ci sentiamo sicuri, più diventiamo spericolati.

Uno studio del 2004 di alcuni ricercatori americani ha rivelato che la velocità media degli sciatori con il casco era del 10 per cento superiore a quella dei colleghi che non lo indossavano. Ciò spiega perché il tasso di mortalità è rimasto praticamente invariato rispetto alla metà degli anni Novanta, nonostante il numero di sciatori che ne sono provvisti sia aumentato del 40 per cento. A proposito di casco e di bicicletta, secondo una recente ricerca di lan Walker, specialista di psicologia dei sistemi di trasporto all'Università di Bath, in Gran Bretagna, i guidatori di autoveicoli hanno la tendenza a rasentare i ciclisti che lo indossano, un comportamento che aumenta il rischio di incidenti. Ma c'è il rovescio della medaglia. Ossia, prospettare una situazione più pericolosa ci obbliga a una maggiore prudenza. Lo dimostra uno studio recente, per il quale sono diminuiti del 44 per cento gli incidenti in una trafficata strada di Londra, dove erano stati rimossi i cartelli stradali e le ringhiere di sicurezza per i pedoni.(science)


03/07/14

Cade dalla bici | Si perfora un polmone | Nessun medico se ne accorge | Morto a 12 anni futuro campioncino di calcio.

Lo chiamavano "il maradona dei poveri", Costantino Carbone, 12 anni, residente a Palma Campania (NA), morto sabato scorso a causa di una perforazione ad un polmone non diagnosticata da nessun medico a cui si erano rivolti i suoi genitori. Quale sia stato il motivo che ha causato la perforazione polmonare non è accertato, si presume possa essere attribuito ad una caduta dalla bicicletta fatta circa due mesi fa. Infatti coincidono con quel periodo i malori che il piccolo Costantino manifestava, tali da costringerlo in una occasione ad abbandonare prima del termine una partita di calcio, la sua passione. Da quel momento è iniziato il via vai tra gli ospedali per lui e i suoi genitori, che lo portano prima all'Ospedale "Martiri del Villa Malta" di Sarno (SA), poi all'ospedale di Nola (NA). Per i medici Costantino Carbone aveva un semplice ingrossamento della milza e problemi allo stomaco, e viene subito dimesso. Arriva il 23 giugno e Costantino si trova su un campo di calcio con la sua squadra per un torneo. Accusa dolori allo stomaco e viene immediatamente sostituito dal mister. Il giorno successivo si sente di nuovo male, a quel punto i genitori decidono di portarlo all'ospedale di Nola dove perde conoscenza, da qui viene trasferito al Santobono di Napoli. Qui la tragica scoperta, gli viene diagnosticata la perforazione di un polmone e lesioni intestinali; per i medici è clinicamente morto. I genitori hanno deciso di donare gli organi, ed hanno nominato un legale di fiducia per cercare di venire a capo delle responabilità se ci sono. Costantino era una promessa del calcio, aveva fatto dei provini, superandoli, con Roma e Pescara, ma anche la Fiorentina aveva messo gli occhi su di lui. Un futuro campione stroncato dalla fatalità o dall'ennesimo caso di malasanità? Vedremo.(immagine presa dal web)

13/05/14

Passeggiando in bicicletta: antistress, tutta salute

 Andare in biciletta è un toccasana per la mente e per il corpo: aiuta a combattere lo stress, favorisce il contatto con la natura e riduce drasticamente la possiblità di contrarre alcune importanti malattie


Ci muoviamo poco, l'esercizio fisico in tempi moderni è stato ghettizzato in favore di una vita stanziale, e la vita stanziale ha portato con sè tutta una serie di problematiche di salute che non vanno sottovalutate. A pensarci bene, la vita dei nostri nonni era una vita in cui l'esercizio fisico non mancava e questo, tranne rari casi, ha garantito loro una longevità e un forza che oggi noi possiamo solo sognare. 

Se fossimo un po' più attenti al nostro benessere fisco e mentale, ci renderemmo conto che per superare tanti piccoli problemi di salute basterebbe davvero poco: andare in bici, camminare, fare ginnastica, insomma muoversi, ci aiuterebbero a combattere lo stress e conseguentemente a mantenere il nostro corpo sano e tonico. Fra le tante tipologie di sport fra cui possiamo scegliere, andare in bicicletta ha dei vantaggi particolari e tutti coloro che vanno regolarmente in bici, hanno maggiori possibilità di sembrare più giovani e tonici, rispetto a chi non lo fa.

Andare in bici
immagine presadal web
Quali dunque i vantaggi?  In base ad alcuni studi, il ciclismo è di aiuto per combattere gli stati d'ansia e di depressione, grazie all'induzione del movimento e al contatto con la natura. Pedalare aumenta il consumo di calorie giornalierio, favorisce l'accelerazione del metabolismo, che quando diventa più elevato assicura la perdita naturale di peso. Non solo, minimizza le probabilità di contrarre il diabete.  A scanso di quanto si potrebbe pensare, la bici fa bene alle donne incinte, perchè aumenta drasticamente la salute cardiovascolare,  favorendo un parto più semplice.

Studi fatti da oncologi hanno dimostrato una parziale riduzione di contrarre tumori in coloro che pedalano regolarmente, in particolare il cancro al seno e all'intestino. Andare in bicicletta una volta al giorno dimezza completamente le possibilità di contrarre malattie al cuore. E' dimostrato che vi è una totale riduzione di complicazioni cardiovascolari fatali e non fatali, tra coloro che praticano tale disciplina, e questo perchè il ciclismo coadiuva, se praticato saltuarialmente un miglioramento quasi totale dell'apparato circolatorio, riducendo lo stress sulle coronarie e regolarizza il battito cardiaco.
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