Il-Trafiletto
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13/09/14

Il lato "B" degli sciami

Le piaghe di locuste sono da secoli sinonimo di calamità: la scienza, però, potrebbe trovare presto una soluzione. 



Nella primavera del 2013, uno sciame di locuste ha devastato l'Egitto. Il tempismo era perfetto: si celebrava la Pesach, la festa che rievoca la fuga degli Israeliti dal Faraone, con tanto di piaghe bibliche, tra cui appunto un'invasione di locuste.

Lo sciame consisteva in oltre 30 milioni di insetti, che hanno danneggiato le colture a sud-ovest del Cairo. Nel 2005, una formazione analoga aveva distrutto il 40 per cento dei raccolti del Paese. Per tentare di prevenire la seconda devastazione, è stata frettolosamente messa insieme una flotta di aerei per irrorare i campi di pesticidi, ma ormai, era troppo tardi. Gli scienziati, però, ritengono che, in futuro, gli agronomi saranno in grado di prevenire questi attacchi, grazie a una migliore conoscenza del comportamento delle locuste, che passano da una fase solitaria a una "gregaria", durante la quale agiscono in massa.

Utilizzando computer per mappare la posizione e l'orientamento degli insetti, lain Couzin dell'Università di Princeton ha scoperto che formano sciami quando sono a corto di nutrimento, e che una dieta a basso contenuto proteico li trasforma in cannibali. Lo studioso ha osservato che i singoli insetti balzano in avanti ogni volta che si sentono urtati da un'altra locusta, per proteggersi e non finire divorati. A loro volta, tentano poi di mangiare l'insetto che li precede, assicurando così la spinta propulsiva al gruppo.

Grazie alla comprensione degli "elementi biologici motivanti degli sciami", dice Couzin, sar possibile sfruttare immagini satellitari per calcolare la distribuzione e le qualit nutrizionali della vegetazione, e prevedono la tempistica e la sede di formazione di di locuste, consentendo l'adozione di m preventive più efficaci. La tecnologia idonea non esiste ancore secondo Couzin, è solo questione di tempo.


10/08/14

La Top Ten | Le punture d'insetti più dolorose

L'entomologo Justin Schmidt ha stilato una classifica delle punture più dolorose d'insetti. Ve la propongo augurandovi di non doverne mai constatare di persona la veridicità.

1. Formica proiettile
Indice di dolorosità di Schmidt: 4+
Dove vive: foreste pluviali
dall'America centrale al Paraguay
Lunghezza: 2,25 cm

2. Falco delle tarantole
Indice di dolorosità di Schmidt: 4,0
Dove vive: India, Asia del Sudest,
Australia, Africa, Americhe
Lunghezza: 5 cm

3. Vespa guerriera
Indice di dolorosità di Schmidt: 4,0
Dove vive: Isola indonesiana
di Celebes
Lunghezza: 4 cm

4. Vespa della carta
Indice di dolorosità di Schmidt: 3,0
Dove vive: 1100 specie diverse in
tutto il mondo
Lunghezza: 2,2-2,5 cm

5. Formica rossa raccoglitrice
Indice di dolorosità di Schmidt: 3,0
Dove vive: Stati Uniti del Sudovest
Lunghezza: 0,5-0,7 cm

6. Formica di velluto
Indice di dolorosità di Schmidt: 3,0
Dove vive: 5000 specie ai Tropici
Lunghezza: fino a 1,5 cm

7. Vespa sociale dei tropici 
Indice di dolorosità di Schmidt: 2,5
Dove vive: Brasile, Argentina
Lunghezza: 1-3 cm

8. Ape legnaiola dei tropici 
Indice di dolorosità di Schmidt: 2,5
Dove vive: Asia del Sudest
Lunghezza: 3,5 cm

9. Ape domestica
Indice di dolorosità di Schmidt: 2,0
Dove vive: sette diverse specie
in tutto il mondo
Lunghezza: 1,2-1,6 cm

10. Dolichovespula maculata
Indice di dolorosità di Schmidt: 2,0
Dove vive: Nordamerica
Lunghezza: 1,7 cm(science)




06/08/14

Chi vive in casa nostra? | La cimice dei letti

La cimice dei letti
ovvero sia Cimex lectularius
La cimice dei letti ovvero sia Cimex lectularius appartiene all'ordine degli Emitteri ma, al contrario di molti di questi insetti che utilizzano gli elementi acuminati del loro apparato buccale per procurarsi linfa vegetale, è un ectoparassita. 

Le mandibole e mascelle allungate della cimice, simili a stiletti, vengono utilizzate per perforare la pelle umana e cibarsi di sangue.

Questi insetti hanno corpi schiacciati e hanno perso le ali, adattamenti che consentono loro di vivere indisturbati nei nostri materassi e all'interno dei mobili, e anche di espandere l'addome dopo essersi saziati di sangue. Nel regno animale, le femmine possono esercitare un forte controllo sulle pratiche di accoppiamento, impedendo la copula, dimostrandosi estremamente schizzinose durante il corteggiamento e perfino respingendo il seme di alcuni maschi. Nelle cimici dei letti, ciò ha determinato l'evoluzione dell'inseminazione traumatica: il pene del maschio, a forma di stiletto incurvato viene utilizzato per "pugnalare" il corpo della femmina, aggirando le normali vie riproduttive e annientando così il controllo femminile. Il maschio, dunque, riesce a deporre lo sperma direttamente nell'emocele della femmina, dal quale gli spermatozoi migrano verso le ovaie.(science)


28/07/14

Notiziando in breve | Sistemi ottici copiati dagli insetti

In futuro, potremo essere ripresi da telecamere a lenti multiple ispirate dagli occhi composti tipici degli insetti.

Si tratta di una videocamera a 180 lenti, ciascuna orientata in una diversa direzione, sarebbe perfetta per sistemi di sicurezza, che provvederebbero poi a combinare tutte le immagini in una sola, proprio come fa il cervello degli insetti. La fotocamera, sviluppata da John Rogers dell'Università dell"Illinois a Urbana-Champaign. contiene una griglia di minuscoli diodi di silicio fotosensibili. Ciascun diodo è collegato a fili flessibili a forma di "S", ed è dotato di una mini¬lente. L'insieme è poi modellato a forma di cupola. Questa struttura offre alcuni vantaggi rispetto alle videocamere tradizionali con una sola lente: consente, infatti, una visione chiara su un campo visivo allargato a 180°, ed è sensibile al movimento.(science)


12/07/14

Comunicare con l'elettricità

Bombo
Bombus terrestris
Non ce la fanno proprio a stare "zitte" le piante e le escogitano tutte per comunicare con il mondo che le circonda; e l'elettricità è l'ultima lettera scoperta di un alfabeto già ricchissimo di colori, profumi e forme.

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Bristol ha studiato l'interazione tra il campo elettrico prodotto dalle piante, di cui già si conosceva l'esistenza ma non si capiva la funzione, e quello emesso dai bombi (Bombus terrestris) mentre volano. Inserendo degli elettrodi in una piantina di petunia gli scienziati, che hanno pubblicato la ricerca su Science Express, hanno notato che il potenziale elettrico del vegetale cambiava nel momento in cui si avvicinava un bombo e che perdurava alcuni minuti in modo tale che l'insetto successivo percepiva che il fiore era già stato visitato. Secondo gli scienziati che hanno svolto la ricerca in laboratorio questi campi elettrici, che gli esseri umani non riescono a percepire, agiscono insieme ai segnali chimici e visivi messi in atto dalle piante per aumentare la capacità del fiore di attirare a sè gli insetti impollinatori. Si cercherà ora di capire con quali organi i bombi identifichino l'elettricità delle piante.(science)



Mentono spudoratamente

Arum palaestinum
Le piante sanno sfruttare le debolezze e le paure dei loro nemici per salvarsi le foglie e lo fanno ingannando senza pudore. 

E la patata selvatica, Solanum berthaultii, è una maestra del raggiro. Gli afidi, che colonizzano in gran numero le fronde di questa piantina, sono le prede preferite delle coccinelle; quando i piccoli pidocchi delle piante vengono attaccati da una coccinella emettono un feromone di allarme che fa scappare il resto della colonia.

Ebbene, la patata se viene punta da un afide produce e immette nell'ambiente una copia perfetta di questo messaggero chimico. Risultato? I pidocchi scappano pensando che stia arrivando un'affamata coccinella che magari sta portando fortuna a qualcun altro e non è nemmeno nei paraggi. Un altro bugiardo patentato è Arum palaestinum, chiamato anche calla nera. Hanno scoperto le sue doti da ingannatore i ricercatori del Max Planck Institute for Chemical Ecology, Germania, e pubblicato lo studio su Current Biology nel 2010. Per farsi impollinare dal maggior numero possibile di moscerini della frutta, Drosophila melanogaster, questa pianta erbacea riproduce le molecole odorose emesse dalla frutta in fermentazione di cui questi insetti sono voraci. Inebriati dal profumo, le drosofile si lanciano nel fiore che si chiude su di loro imprigionandole per una notte intera. Al mattino, quando i moscerini sono ben carichi di polline, Arum si riapre lasciando andare i piccoli insetti che andranno a impollinare un altro bugiardo odoroso.(science)




11/07/14

Una parabola | Per chiamare i pipistrelli

Il pipistrello cubano (Monophyllus redman)
si avvicina, in questo fotomontaggio a una
pianta di Marcgravia evenia
Solitamente le piante, per attirare insetti o animali impollinatori, utilizzano i colori sgargianti delle loro corolle. 

Ma se chi deve prendere il loro nettare e trasportarlo altrove non ha la vista di un falco ma quella, un po' annebbiata, di un pipistrello il problema si complica. Marcgravia evenia, raro rampicante che cresce nelle foreste di Cuba, ha però risolto l'inconveniente.

Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori di varie università (tra cui Ralph Simon dell'Università di Ulm, autore della foto a sinistra) che ha poi pubblicato la ricerca sulla rivista Science: questa pianta ha evoluto delle foglie a forma concava, posizionate sopra il fiore, che funzionano come parabole satellitari e permettono ai chirotteri, che scandagliano l'ambiente che li circonda emettendo ultrasuoni, di individuarle più facilmente. Dagli esperimenti condotti in laboratorio gli scienziati hanno visto come l'eco di risposta di Marcgravia evenia permetta ai pipistrelli di individuare il fiore di questa pianta molto più velocemente di quanto riescano a fare con altre specie senza foglie modificate.(science)


08/07/14

Insetti | Il cibo che probabilmente avremo a tavola

Il cibo in arrivo sulle nostre tavole potrebbe avere sei zampe. La domanda di carne è in crescita esponenziale: di che cosa si ciberanno i carnivori del futuro? Frittate di cavallette, locuste caramellate, minestrone di vermi? 

Alcuni scienziati ritengono che l'entomofagia, il consumo alimentare di insetti, giocherà un ruolo significativo come fonte alternativa di proteine. "Dal punto di vista della conversione di mangimi in cibo adatto al consumo umano, gli insetti sono molto più efficienti di altri animali da allevamento", dice Arnold Van Huis, entomologo dell'Università di Wageningen, nei Paesi Bassi. "Sono creature a sangue freddo, e dunque, non sprecano energia per mantenere la temperatura corporea". I grilli, per esempio, producono un chilogrammo di materiale commestibile a partire da appena 2,1 chilogrammi di cibo ingerito.

Per il pollame, la cifra corrispondente è di 4,5 chilogrammi, che arriva a 9,1 chilogrammi per i suini e addirittura a 25 chilogrammi per i bovini. Ci sono, poi, vantaggi ambientali. Il bestiame è responsabile del 18 per cento delle emissioni di gas serra di origine umana: per ogni chilogrammo di carne di manzo che produciamo, vengono rilasciati circa 2850 grammi di metano. I vermi della farina e i grilli ne producono rispettivamente 8 grammi e 2 grammi, secondo una ricerca condotta da van Huis nel 2010.

Sembrano dunque esserci tutti i presupposti per cambiare dieta e passare agli insetti, e per questo, un gruppo di ricerca dell'Università di Wageningen si sta occupando del probabile maggior ostacolo che si frappone tra le bestioline e i nostri piatti: la percezione da parte dei consumatori. I ricercatori organizzano degustazioni per valutare la disponibilità del pubblico al consumo di insetti e per identificare la maniera migliore per servirli (interi, frullati o sotto forma di estratto proteico). "Abbiamo scoperto che nove persone su 10 preferiscono le polpette di insetti a quelle tradizionali", sostiene van Huis.

"È questa la strada da seguire per camuffare le nuove proteine". Anche gli operatori del settore riconoscono che ci sarà molto lavoro da fare per superare la nostra avversione alle creature a sei zampe. "In Occidente, dobbiamo vincere una resistenza psicologica storica", dice Ernest Papadoyianis, presidente di Organic Nutrition Industries. "Penso che la diffusione si avrà quando anche chef famosi cominceranno a promuovere l'insettofagia". La sua società, che ha sede in Florida, sta per avviare la produzione di mille tonnellate annue di stratiomidi (mosche soldato) essiccati e macinati, da utilizzare come mangime per acquicoltura. È realistico aspettarsi, infatti, che gli insetti saranno sì sempre più utilizzati, ma per nutrire altri animali, più apprezzati dall'uomo. Da giugno, poi, è consentito adottarli come mangime per acquicoltura anche nell'Unione Europea. Oltre al problema della percezione da parte dei consumatori, ci sono anche altre complicazioni. Per esempio, alcune delle proteine contenute nelle specie commestibili sono analoghe a quelle degli acari della polvere, e possono provocare crisi di asma. Se, però, avesse ragione Papadoyianis, e l'ingresso in campo delle star dei fornelli potesse aiutare la causa nel mondo occidentale, forse non dovremo aspettare molto prima di vedere nel piatto cibo con antenne e zampette.(science)



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