Alcuni scienziati ritengono che l'entomofagia, il consumo alimentare di insetti, giocherà un ruolo significativo come fonte alternativa di proteine. "Dal punto di vista della conversione di mangimi in cibo adatto al consumo umano, gli insetti sono molto più efficienti di altri animali da allevamento", dice Arnold Van Huis, entomologo dell'Università di Wageningen, nei Paesi Bassi. "Sono creature a sangue freddo, e dunque, non sprecano energia per mantenere la temperatura corporea". I grilli, per esempio, producono un chilogrammo di materiale commestibile a partire da appena 2,1 chilogrammi di cibo ingerito.
Per il pollame, la cifra corrispondente è di 4,5 chilogrammi, che arriva a 9,1 chilogrammi per i suini e addirittura a 25 chilogrammi per i bovini. Ci sono, poi, vantaggi ambientali. Il bestiame è responsabile del 18 per cento delle emissioni di gas serra di origine umana: per ogni chilogrammo di carne di manzo che produciamo, vengono rilasciati circa 2850 grammi di metano. I vermi della farina e i grilli ne producono rispettivamente 8 grammi e 2 grammi, secondo una ricerca condotta da van Huis nel 2010.
Sembrano dunque esserci tutti i presupposti per cambiare dieta e passare agli insetti, e per questo, un gruppo di ricerca dell'Università di Wageningen si sta occupando del probabile maggior ostacolo che si frappone tra le bestioline e i nostri piatti: la percezione da parte dei consumatori. I ricercatori organizzano degustazioni per valutare la disponibilità del pubblico al consumo di insetti e per identificare la maniera migliore per servirli (interi, frullati o sotto forma di estratto proteico). "Abbiamo scoperto che nove persone su 10 preferiscono le polpette di insetti a quelle tradizionali", sostiene van Huis.
"È questa la strada da seguire per camuffare le nuove proteine". Anche gli operatori del settore riconoscono che ci sarà molto lavoro da fare per superare la nostra avversione alle creature a sei zampe. "In Occidente, dobbiamo vincere una resistenza psicologica storica", dice Ernest Papadoyianis, presidente di Organic Nutrition Industries. "Penso che la diffusione si avrà quando anche chef famosi cominceranno a promuovere l'insettofagia". La sua società, che ha sede in Florida, sta per avviare la produzione di mille tonnellate annue di stratiomidi (mosche soldato) essiccati e macinati, da utilizzare come mangime per acquicoltura. È realistico aspettarsi, infatti, che gli insetti saranno sì sempre più utilizzati, ma per nutrire altri animali, più apprezzati dall'uomo. Da giugno, poi, è consentito adottarli come mangime per acquicoltura anche nell'Unione Europea. Oltre al problema della percezione da parte dei consumatori, ci sono anche altre complicazioni. Per esempio, alcune delle proteine contenute nelle specie commestibili sono analoghe a quelle degli acari della polvere, e possono provocare crisi di asma. Se, però, avesse ragione Papadoyianis, e l'ingresso in campo delle star dei fornelli potesse aiutare la causa nel mondo occidentale, forse non dovremo aspettare molto prima di vedere nel piatto cibo con antenne e zampette.(science)