Il-Trafiletto
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24/09/14

The Dark Hedges, un posto da favola

Nelle novelle si favoleggia di posti meravigliosi, di foreste annose, di alberi secolari, di luoghi intrisi di misticismo e magia che stuzzicano la nostra  fantasia e danno spazio al sogno, all'avventura e a quel nostro spirito fanciullesco che spesso giace latente in un angolo recondito della nostra anima. Ma in taluni casi non si tratta solo si luoghi di fantasia, ma di reali angoli di paradiso che possono palesarsi ai nostri occhi.

Vicino al tranquillo villaggio di Armory, nell’Irlanda del nord, c’è una strada di campagna che sembra uscita dalla mente di uno scrittore: il nome con cui è conosciuta è The Dark Hedges (letteralmente “Le siepi scure”), e quello che la rende unica sono i densi filari di faggi che costeggiano la strada.

The Dark Hedges
immagine presa dal web
Gli alberi furono piantati intorno nel 1750 dalla famiglia che al tempo possedeva il terreno, con l’idea di creare un ingresso d’impatto per la loro villa, ed hanno decisamente raggiunto e probabilmente superato l’obiettivo. Nel corso degli anni, gli alberi sono cresciuti e i loro rami, quasi braccia, si incrociano l’uno con l’altro creando un ambientazione che suggestiva, trasportandoci in un mondo quasi irreale, anche grazie ai giochi di luce che si creano tra i rami.

Fino ad una quindicina di anni fa, The Dark Hedges era conosciuta solamente dagli abitanti della zona, ma nel 1998 l’ente per il turismo nord-irlandese ha iniziato a promuovere la località, rendendosi conto delle potenzialità. Oggi The Dark Hedges è anche un classico degli sfondi per il desktop ma anche una location cinematografica importante: lì sono state girate, ad esempio, alcune scene de Il Trono di Spade.

16/09/14

Riciclo creativo: segnalibri fai da te

Leggere fa bene alla mente, induce al ragionamento, apre nuove prospettive per vedere il mondo anche da angolazioni che non si sono prese in considerazione, leggere è il cibo del cervello. E possiamo farlo con creatività, creando dei segnalibri usando ciò che abbiamo in casa, basta un pizzico di fantasia.

I segnalibri fai da te sono anche un'ottima idea regalo, possono riunire le amiche, stimolano i bambini alla manualità, quindi che aspettate? Ecco come realizzano dei segnalibri fai da te personalizzati. Basta qualche ritaglio di stoffa, avanzi di cartoncino colorati e passamaneria per trasformare con fantasia una scatola di cereali in tanti piccoli segnalibri.


Occorrente: 

-Ritagli di stoffa
-Nastri recuperati da bomboniere e regali
-Cartoncini recuperati da scatole di alimenti
-Bottoni Perle e perline colorate
-Forbici
-Colla stick
-Perforatore

Procedimento:
Tagliare un cartoncino della grandezza desiderata, incollare un pezzo di tessuto usando la colla stick e far aderire bene la stoffa sul cartoncino premendo con le mani.
Tagliare l’eccesso di stoffa e smussare gli angoli del cartoncino usando le forbici. Forare un’estremità del cartoncino rivestito. Incollare una passamaneria o un nastro per coprire il punto in cui avete unito la stoffa, poi far passare un nastrino nel foro creando un fiocco. Usando fantasia e creatività potete realizzare innumerevoli tipi di decorazioni e personalizzare così i segnalibri: sono una bella idea regalo da fare ad amici e parenti in diverse occasioni e ricorrenze.

03/06/14

Padroni dell'immaginazione| troppa fantasia può creare problemi

HARRY POTTER La fantasia può creare problemi

Harry Potter e la sua magia ha stimolato la fantasia dei ragazzi diventando un fenomeno mondiale. E come tutte le mode tende a trarre validità dal fatto stesso che è popolare e ampiamente diffuso. Ma vale la pena di approfondire. La magia offre una via di fuga quando la realtà sembra sopraffarci, ma non è esente da controindicazioni. Faremmo bene a ricordare che tutto ciò che entra nella nostra mente, ed è associato a emozioni forti, rimane fortemente impresso e attivo, anche a livello inconscio. Il desiderio di controllare il nostro mondo con una bacchetta magica è sempre presente, e particolarmente durante la fase della pre-adolescenza in cui la fantasia è al massimo e la voglia di avventura la rinforza.

La personalità ha cominciato a svilupparsi fin dalla nascita, o dovremmo dire fin dal concepimento, visto che sappiamo che alcuni tratti sono di derivazione genetica. Uno di questi tratti è la ricerca delle sensazioni forti o «novelty seeking». Diverse persone si sentono spinte ad affrontare la vita con curiosità e gusto della novità, e molti ragazzi hanno in sé un po' di tutti questi aspetti. Non c'è nulla di male nel fantasticare un mondo magico se rimane sotto la supervisione della ragione e della logica. E' importante chei genitori abbiano chiara la distinzione tra fantasia e immaginazione. Erroneamente questi termini vengono considerati dei sinonimi, ma non lo sono.

immagine presa dal web
La fantasia non ha né direzione né limiti. È il risultato di associazioni dell'area inconscia del nostro cervello ed è «sbrigliata», non riconoscendo freni inibitori. È un po' come nei sogni: tutto sembra lecito e possibile. L'immaginazione invece ha una direzione che le viene dalle facoltà cognitive. Cioè noi decidiamo che cosa immaginare e orientiamo la mente in quella direzione. Pensiamo per esempio alle vacanze, dove e come vogliamo trascorrerle. Una volta identificate le nostre preferenze, lasciamo libera l'immaginazione che creerà scenari appropriati all'interno dell'orientamento di fondo che abbiamo scelto. Proviamo a spiegare questo ai nostri figli, incoraggiandoli a esercitare tutte le capacità del cervello, in modo armonioso. È importante il dosaggio e un dialogo aperto e frequente con loro.

Fantasticare: istruzioni per tuso
I nostri figli vivono in un contesto molto attraente ma confuso, come un luna park che può divertire ma anche disorientare e spaventare. Ecco alcune linee guida per i genitori.
*Spieghiamo ai nostri figli che il cervello ha bisogno di equilibrio e armonia per funzionare bene, secondo le leggi naturali; esistono due emisferi, in breve, quello analitico-razionale e quello affettivo intuitivo che devono essere usati insieme, in sinergia .
* Spieghiamo la differenza tra fantasia e immaginazione, come abbozzato sopra.
*Troviamo dei piccoli progetti personali che i nostri figli possano accettare e perseguire in tempi brevi ma non brevissimi. Impareranno l'impegno, l'autodisciplina e la perseveranza.
*Dedichiamo loro parte del nostro tempo, dimostrando di saperci divertire con la fantasia, di saper usare l'immaginazione e di saper esercitare il ragionamento logico; aiutiamoli a vedere quando e dove ognuna di queste capacità va utilizzata, e soprattutto in quale misura. Anche una cosa buona in eccesso produce danno.

12/05/14

Mamma faceva la fatina

Inventatevi una storia da raccontare prima di dormire Abbiamo perso l'abitudine di raccontare le storie ai nostri bambini. 

Oggi, al posto degli adulti, a intrattenere i nostri figli ci sono i video che sono stati trasformati in baby sitter. È sempre più assente la mediazione dell'adulto che interpreta i personaggi che si avvicendano nel racconto (la voce del lupo cattivo, del principe o della fata). Le favole raccontate invece possono avere una funzione catartica che il bambino può elaborare nel tempo facendosi raccontare più volte la stessa storia. Sovente ci si trova a raccontare una favola, sempre la stessa,tutti i giorni per un mese: il bambino giocando elabora le sue ansie e paure, la stessa cosa accade di fronte a una favola ma questa volta con l'intervento della figura adulta.
Una storia porta al livello del bambino i temi della vita, spostandoli su un piano immaginario. Un bambino che sa giocare, e utilizza tutte queste risorse, è una persona che gode di buona salute psichica.
immagine presa dal web
Qual è il momento migliore per raccontare una storia? Sicuramente alla sera, prima di addorrnentarli. Interessante, per esempio, poter rivivere quello che è successo durante il giorno o anticipare quello che succederà domani con personaggi di fantasia che ricalcano parte delle gesta del bambino creando così un livello di identificazione senza essere lui stesso il soggetto del racconto. In questa maniera si potranno far notare anche alcune marachelle che il bambino avrà commesso facendogliele però rivivere attraverso il personaggio inventato: è un modo per fare loro rielaborare le vicende quotidiane prendendone maggiormente coscienza.
La lettura, invece, permette di vivere le avventure delle favole potendo intervenire quando ci sono momenti troppo coinvolgenti decidendo di interrompere la lettura, gestendo quindi la propria emotività e il momento più opportuno per apprendere.
C'è un pericolo che il bambino in qualche modo si perda in queste fantasie se viene lasciato solo con se stesso. Il problema nasce soprattutto se il bambino è lasciato solo davanti alle immagini forti della storia. Questo non dovrebbe mai accadere perché per lui il confine tra realtà e fantasia è molto labile, e la sua identificazione con le immagini è molto forte.

16/01/14

Perchè si dice "mettere il sale sulla coda"?

Quando siamo bambini per fortuna la fantasia ci fa compagnia e ci fa pensare che non vi siano cose impossibili. Per esempio chi come me era totalmente affascinato dagli animali selvatici, aveva in mente prima o poi di catturarne uno o di riuscire ad avvicinarsi tanto da poterlo toccare. Ci fu un periodo in cui mi ero fissata di prendermi una volpe tutta per me. Così quando andavo dai nonni e mi accingevo a girellare nei boschi, mi ingegnavo a pensare a possibili metodi per catturarne una.
Il sale sulla coda
Un giorno, mentre saltellavo lungo un sentierino, palesai a mio nonno questa mia intenzione. Sorridendomi lui mi disse che non era certo impresa facile avvicinare una volpe, ma che avrei potuto tentare di metterle il sale sulla coda e quindi, catturarla.
Mettere il sale sulla coda, quando una persona o un animale e' inafferrabile, è un modo di dire che si usava per prendere in giro i bambini che volevano catturare gli uccellini... ovviamente se fossero stati in grado di mettere del sale sulla coda di un uccellino,  avrebbe significato l'avvenuta cattura. Una curiosità sull'argomento... Giuseppe Gioacchino Belli fa uso di questa espressione in un suo sonetto del 1832, La Santissima Ternità, parlando della colomba dello Spirito Santo che vola via: "E allora sti dottori de la bbroda currino appresso a mmetteje cor guanto un pizzico de sale in zu la coda". 
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