Quando siamo bambini per fortuna la
fantasia ci fa compagnia e ci fa pensare che non vi siano cose impossibili. Per esempio chi come me era totalmente affascinato dagli animali selvatici, aveva in mente prima o poi di catturarne uno o di riuscire ad avvicinarsi tanto da poterlo toccare. Ci fu un periodo in cui mi ero fissata di prendermi una volpe tutta per me. Così quando andavo dai nonni e mi accingevo a girellare nei boschi, mi ingegnavo a pensare a possibili metodi per catturarne una.
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Il sale sulla coda |
Un giorno, mentre saltellavo lungo un sentierino, palesai a mio nonno questa mia intenzione. Sorridendomi lui mi disse che non era certo impresa facile avvicinare una volpe, ma che avrei potuto tentare di metterle il
sale sulla
coda e quindi, catturarla.
Mettere il sale sulla coda, quando una persona o un animale e' inafferrabile, è un modo di dire che si usava per prendere in giro i
bambini che volevano catturare gli uccellini... ovviamente se fossero stati in grado di mettere del sale sulla coda di un uccellino, avrebbe significato l'avvenuta cattura. Una curiosità sull'argomento... Giuseppe Gioacchino
Belli fa uso di questa espressione in un suo
sonetto del 1832, La Santissima Ternità, parlando della colomba dello Spirito Santo che vola via:
"E allora sti dottori de la bbroda
currino appresso a mmetteje cor guanto
un pizzico de sale in zu la coda".