Il-Trafiletto
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11/10/14

Denti | sorriso smagliante se si eliminano le cattive abitudini.

A chi non farebbe piacere mostrare un sorriso a trentadue denti bianchi che, a dirla con uno slogan pubblicitario, più bianchi non si può? Sappiamo benissimo che la funzione principale dei nostri denti è la masticazione, ma è anche vero che le due arcate dentarie fanno parte del nostro look.

Per mantenere sana e bella a vedere la nostra dentatura dovremo assolutamente mettere in atto accorgimenti di vario genere, da quelli abitudinari a quelli alimentari passando attraverso quelli igienici. Ci sono azioni che eseguiamo di routine, magari tutti i giorni e senza farci caso troppa attenzione, come ad esempio mordersi le unghie oppure il cappuccio della penna o ancora prendere i denti in “prestito” per aiutarci nel nostro lavoro quotidiano ( gli elettricisti che spellano i fili elettrici).

Sono tutte abitudini che mettono in pericolo i nostri denti, togliendo loro lo smalto protettivo. Alcune semplici avvertenze possono evitare questo antipatico rischio e continuare a mantenere una sana dentatura. Vediamone alcuni. Come già detto evitare di usare i denti come strumento di lavoro, come pure lasciar perdere le vostre unghie, le penne o le aste dei vostri occhiali. Evitare Il bruxismo , cioè il digrignamento dei denti, che facilita la corrosione dentale e rende lo smalto più sensibile all’azione degli acidi.

Anche mangiare di notte sarebbe assolutamente da evitare dal momento che la salivazione è minima e la nostra bocca sarebbe un terreno fertile per la produzione dei batteri. Abolire le bevande gassate e piene di zuccheri, come bibite, bevande alcoliche, che possono abbassare le difese del dente; se proprio non potete farne a meno, per bere usate delle cannucce così da poter diminuire al massimo il contatto della bevanda con i denti. Sarebbe opportuno usare uno spazzolino da denti con setole non troppo dure e soprattutto lavare i denti con la bocca semiaperta e non unendo i denti superiori con quelli inferiori. Ultimo ma non per importanza evitare la moda del momento: il piercing sulla lingua, causa di ripetuti traumi ai denti. (immagine presa dal web)

13/08/14

Capelli ed unghie | Al Sole crescono di più | La carne al barbecue fa male?

Capelli ed unghie
al sole crescono di più
Perché quando c'è molto Sole capelli e unghie crescono di più? 

Probabilmente accade perché la luce del Sole aumenta la quantità di vitamina D prodotta dalla nostra pelle e ciò incoraggia la crescita di unghie e capelli.

Gli studi sulla velocità a cui crescono le unghie delle mani e dei piedi nel corso degli ultimi 70 anni hanno mostrato che nel 1938 l'unghia del pollice cresceva a una media di circa 3 millimetri al mese, mentre ora è arrivata a 3,55 millimetri al mese, probabilmente come effetto di una dieta migliore. Quindi le vitamine - tra cui la vitamina D che otteniamo grazie alla luce del Sole - potrebbero fare davvero la differenza. D'altronde uno studio su cellule di capelli umani fatte crescere in laboratorio ha mostrato che l'esposizione alla luce ultravioletta le danneggia e le può anche uccidere. Quindi, come per molte cose, il meglio è la moderazione.

La carne al barbecue fa male? 

La carne contiene creatina, un acido . organico che aiuta a fornire energia alle cellule dei muscoli. Quando si cuoce la carne, una reazione chimica trasforma la creatina in un gruppo di composti detto ammine eterocicliche (HCA) e ci sono risultati che fanno pensare che in alte concentrazioni questi composti provochino il cancro.
La carne al barbecue fa male?

Le HCA si formano anche friggendo la carne o cuocendola alla griglia, ma i barbecue tendono a essere molto più caldi, e la preoccupazione per la carne cruda spinge a cuocere tutto finché è quasi carbonizzato: quindi i livelli di HCA sono molto più alti. Inoltre, in un barbecue il caldo viene dal basso e il grasso brucia quando gocciola sulla brace, il fumo sale e si deposita sulla carne. Questo fumo contiene molti idrocarburi policiclici aromatici (PAH) del grasso parzialmente bruciato. 1 PAH sono un altro gruppo di sostanze chimiche di cui è noto che provocano il cancro. Ma finora la maggior parte degli studi che collegano gli HCA e i PAH al cancro sono stati condotti in laboratorio, usando ratti e dosaggi molto elevati. In genere non mangiamo carne al barbecue abbastanza spesso perché i rischi per la salute siano apprezzabili. Persino se passate tutti i sabati pomeriggio al sole bevendo birra e mangiando hamburger, l'alcol e il colesterolo probabilmente saranno molto più nocivi degli HCA e dei PAH.

Ma se la cosa vi preoccupa, uno studio pubblicato da Harvard Health Letter suggerisce di ridurre il livello di queste sostanze cancerogene del 90 per cento pre-cuocendo la carne nel forno per due minuti e poi scottandola rapidamente sul barbecue per darle sapore.(science) 


04/08/14

Terza parte | Rumori | I più fastidiosi

Rumori: i più fastidiosi
Il dottor Harry Witchel si infila i "tappi nelle orecchie" e condivide con noi l'elenco dei suoni più irritanti secondo la scienza... 

URLO DI DONNA
Il grido di una donna inquieta ancora più del pianto di un bambino. Evolutivamente, questo tipo di allarme dovrebbe evidenziare un pericolo per la tribù e così attirare aiuto o indurre alla fuga. In diversi esperimenti si evidenziava però che alcuni partecipanti sorridessero alla donna urlante perché richiamava alla mente i film horror. Probabilmente perché le associazioni culturali invertono gli effetti allarmanti di un urlo lancinante.

LAMA CHE SCORRE SUL VETRO
In uno studio sui rumori lancinanti di Sukhbinder Kumar e dei colleghi della Newcastle University's Medicai School, il rumore di un coltello strisciante su una bottiglia di vetro era valutato ancora più irritante delle unghie sulla lavagna. Altri rumori acuti e ruvidi valutati fra i più insopportabili era i freni dei treni, gli ingranaggi cigolanti e un rastrello di metallo su una lastra di ardesia.

UNGHIE SULLA LAVAGNA
È un rumore stridente nella gamma di frequenza associata ai suoni acuti. Tuttavia, la sola acutezza non basta a rendere atroce questo rumore: è anche molto ruvido. L'effetto delle unghie su una lavagna è molto difficile da riprodurre con un registratore. E dunque, nonostante molti studi di laboratorio che utilizzano suoni registrati riscontrino che questo rumore è meno irritante di altri, i soggetti riferiscono che è uno dei più odiati. L'avversione di molte persone per il raschio della lavagna è stata ricondotta alla sua somiglianza con il grido d'allarme dei nostri antenati. È la teoria di uno studio insolito che valse a Lynn Halpern e Randolph Blake della Northwestern University il premio Ig Nobel 2006 per l'acustica. La ricerca mise alla luce che a rendere sgradevole questo rumore era la media frequenza, e non la più alta come inizialmente supposto. Gli studiosi ipotizzarono che l'avversione a questa esperienza acustica fosse un riflesso vestigiale dovuto al ricordo della predazione da cui dovevano guardarsi gli ominidi. Ricerche successive ne hanno però messo in discussione i risultati.(science)

Per chi fosse interessato alla prima parte clicca QUI    Seconda parte QUI

29/07/14

Salute | Cosa ci dicono le nostre unghie? Controlliamone colore e forma.

Quando si parla della cura delle mani, si fa riferimento alla loro bellezza in genere, siano esse di uomo o di donna. Molti non sanno però che le mani, ed in particolare le unghie, oltre al fattore estetico rivestono una particolare importanza nel rivelarci lo stato di salute della nostra persona. Eventuali anomalie presenti nelle unghie come la consistenza, la forma ed anche il loro colore possono fornirci utili informazioni su eventuali abitudini alimentari scorrette, su malattie dermatologiche ed altri problemi riguardanti il nostro organismo. Le unghie sane hanno sempre un bel colore rosa, un cambiamento di colore, come ad esempio il viola, denota un probabile sintomo di alterazione della circolazione sanguigna, mentre delle unghie con macchie rosse possono essere il sintomo di un’affezione cardiaca, polmonare, renale.. Nelle unghie possono fare la comparsa anche delle macchioline bianche, sintomo questo di carenza di ferro, zinco, rame o di eccesso di acidi urici, e se queste macchioline interessano la maggior parte delle unghie possono indicare psoriasi, dermatite, eczema. La presenza nelle unghie di strisce longitudinali suggeriscono che l’intentino non compie il proprio dovere. Da tenere d’occhio anche le macchie scure,che potrebbero essere dovute a piccole emorragie da trauma, destinate quindi a scomparire in breve tempo, e se ciò non avviene potrebbero essere un neo, ma anche un melanoma. Ed è quindi opportuno sottoporsi a una visita dermatologica. Da non dimenticare però che i problemi di unghie possono derivare anche da manicure troppo aggressive o dall’applicazione di smalti di scarsa qualità. In questi casi l’autodiagnosi che stiamo facendo non è attendibile.(immagine presa dal web)

31/01/14

Ritorno al primordiale | I Neanderthal stanno per tornare…anzi sono già “dentro” di noi!

Ritorno al primordiale: ritornano i Neanderthal...anzi sono già "dentro" di noi! Proprio cosi, studi recenti hanno evidenziato la stretta interconnessione con i "Neanderthal", attraverso varianti di geni, strettamente connessi con alcune caratteristiche nostre, come i capelli, unghie e pelle, potrebbero averci dato un bel vantaggio a sopravvivere in un ambiente freddo. Ma la connessione con loro non si limita a quanto detto fin'ora, infatti sono emerse anche varianti correlate al diabete di tipo 2, alla malattia di Crohn, alla cirrosi biliare ed al lupus.

Sarebbe dunque questa l'eredità dei Neanderthal che noi Homo Sapiens ci portiamo dentro a nostra insaputa da almeno 40.000 anni. Sia chiaro, non proprio tutti alla stessa maniera, ma chi più e chi meno il ceppo è lo stesso per tutti: tra i “più” evidenti ci sono le popolazioni europee e dell'Asia orientale; mentre tra i “meno” quelle africane, i cui antenati non hanno avuto occasione di entrare in contatto con gli antichi cugini (che vivevano, per l'appunto, in Europa e in Asia). Si presume che, in media, tra l'1 e il 3% del genoma di ogni essere umano moderno arrivi dai Neanderthal, ma si parla di un 20%, forse di un 30%, se invece si considera complessivamente tutto il materiale genetico che potrebbero averci tramandato.

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I Neanderthal dentro noi
Non si tratta di vere e proprie novità, quanto di conferme. A fare il punto sulla questione scientifica del se e del quanto i Neanderthal sopravvivano ancora in noi sono due studi pubblicati in contemporanea su Nature e Science. Il primo, condotto dal laboratorio di David Reich dell'Harvard Medical School di Boston (e in cui compare anche la nota firma di Svante Pääbo, direttore del dipartimento di genetica del Plank Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, a capo del Neandertal Genome Project), è andato a guardare dove, all'interno del genoma umano, si sono conservate le sequenze genetiche che con un'alta probabilità derivano dagli incroci, avvenuti tra gli 80.000 e i 40.000 anni fa, tra Neanderthal e sapiens.

In uno studio precedente, Reich aveva già mostrato che nel Dna delle attuali popolazioni non africane vi sono tracce di geni neandertaliani, in una quantità che si aggira intorno al 2%. Da allora altri team hanno individuato alcune varianti genetiche. La nuova ricerca fa ora un passo avanti, andando a indagare il significato adattativo di questa eredità. Come? I ricercatori hanno cercato le varianti neandertaliane nei genomi di 1004 persone (846 non africane e 176 sub-sahariane) sequenziati grazie al 1000 Genome Project, e li hanno poi comparati con quello di un Homo neanderthalensis di 50.000 anni, sequenziato (e pubblicato) nel 2013.

Sono stati così individuati dei tratti del genoma ricchi di queste varianti e altre zone “deserte”. Queste ultime – espresse in particolare nei testicoli e concentrate nel cromosoma sessuale X – sono molto interessanti perché, ipotizzano gli autori dello studio, potrebbero riguardare geni inizialmente ereditati e successivamente rimossi attraverso la selezione naturale: geni magari non vantaggiosi o risultati pericolosi per i sapiens, forse a causa della parziale incompatibilità riproduttiva tra le due specie.
In oltre il 60% dei 1004 genomi analizzati i ricercatori hanno inoltre trovato la variante di un gene che regola le funzioni della cheratina, la proteina che aiuta la pelle, i capelli e le unghie a resistere meglio al freddo.

L'ipotesi degli autori è che la variante sia risultata vantaggiosa per chi viveva in un ambiente nordico. Probabilmente arrivano dai Neanderthal altre 9 varianti genetiche note per essere associate a funzioni del sistema immunitario o che sembrano in grado di influenzare alcuni comportamenti (per esempio la facilità con cui si smette di fumare).Veniamo allo studio pubblicato su Science a firma di due genetisti dell'Università di Washington, Joshua M. Akey e Benjamin Vernot. Qui i ricercatori hanno messo a punto un nuovo metodo per andare alla ricerca delle sequenze neandertaliane nel genoma di 600 persone, sempre provenienti dall'Europa e dall'Asia dell'Est.

Le conclusioni a cui giungono sono in linea con quelle dello studio su Nature, e confermano quanto emerso nelle ricerche precedenti, condotte su un numero inferiore di persone: le varianti in comune sembrano riguardare principalmente le caratteristiche della pelle. E i conti tornano anche sulla “quantità di genoma” tramandato, che si conferma tra l'1 e il 3% in media per essere umano. Secondo i ricercatori però, se si sommano tutte le varianti individuate, la percentuale di genoma neandertaliano sopravvissuto fino ai giorni nostri potrebbe arrivare al 20% se non al 30%. Chissà che le prossime ricerche non mandino definitivamente in pensione certi vecchi stereotipi.



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