Il-Trafiletto
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12/07/14

Berlusconi "tradisce" Apicella: al suo posto un duo per allietare una serata di Forza iItalia.

Come tutte le cose, prima o poi, sono destinate a finire, anche il lungo idillio professionale, goliardico, compagnone che sia stato, tra l'ex premier Silvio Berlusconi e il cantante  Mariano Apicella sembra arrivato alla conclusione. E' proprio il cantante napoletano a dichiararlo, dopo essere venuto a conoscenza che alcune sere fa, per allietare una serata a Casina di Macchia Madama, location romana dell’iniziativa di autofinanziamento della nuova Forza Italia, l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è affidato ad un duo romano, Mazatolf band, che riprende canzoni classiche italiane in stile swing. "È finita un’epoca - ha detto il cantante al Corriere della Sera - se uno non è gradito, meglio che stia a casa. Insomma, meglio che ognuno pensi a sé". Dagli organizzatori si è saputo che è stato chiamato il nuovo gruppo musicale in quanto amici di un ospite della serata. "Ha problemi - continua lo chansonnier napoletano - Berlusconi non fa più quello che faceva tempo fa. I problemi ce li ha: giudiziari, politici. Voglio credere che abbia altro da fare che mettersi a cantare...". L'ultima volta che i due si sono incontrati è stato a Capodanno scorso, in una cenetta semplice condita con qualche canzoncina. A chi gli chiede se questo cambiamento sia dovuto alla nuova fidanzata del Presidente Francesca Pascale, Apicella risponde negativamente, dicendo che l'ex premier non è il tipo che si lascia influenzare, ma probabilmente perchè lui stesso voglia una vita più tranquilla. "Però una cosa posso dirla - conclude - non abbiamo mai litigato, mai un battibecco. E io resto sempre a disposizione". Per gli amanti del gossip, oltre a Mariano Apicella, erano assenti alla serata Denis Verdini e Daniela Santanchè, ma soprattutto non ci sono state le famose "pennette tricolori", per molti anni un classico della gastronomia Forzista. Presenti invece Gli onorevoli Tajani, Gasparri e Polverini.(immagine presa dal web)

27/04/14

Politica | Attaccamento alla poltrona: Ciriaco De Mita (86 anni) si presenta candidato sindaco nel paese natale.

“la storia sono io, non il vecchio, né il nuovo. Io sono la storia” . Così parlò Ciriaco De Mita annunciando al Corriere del Mezzogiorno la sua candidatura a sindaco del paese. 86 anni, De Mita si presenta candidato sindaco del suo paese natale, Nusco, 4800 abitanti situato a oltre 900 metri di altezza in provincia di Avellino. Il “nuovo che avanza”. Una delle ultime figure viventi che ancora incarna il politico di mestiere, avvezzo all'attaccamento alla poltrona. Nella sua lunga carriera di politico ( ha passato circa quarantacinque anni tra i banchi di Montecitorio ), De Mita fu segretario della Democrazia Cristiana, ministro più volte, primo ministro nel 1988, infine parlamentare europeo. Ora ritenta la scalata alla poltrona più ambita di quello che è il suo regno, probabilmente per una freudiana voglia di rivincita. Già, perché gli storici del suo paese ricordano che già nel 1956 l’allora giovane De Mita provò a diventare sindaco, ma perse contro la lista della “Spiga di grano” di Luigi Lanzetta. Ora dovrà vedersela con Rosanna Secchiano, giovane ingegnere anche lei candidata a sindaco e sostenuta dalla sinistra. Cercherà di prendere il posto di quello che è stato sindaco fino a ieri, un altro De Mita, quel Giuseppe nipote ribelle che negli anni Ottanta convocò in Irpinia Marco Pannella per attaccare l’illustre zio e tutta la family. Anni dopo chiese perdono al potente zio Ciriaco il quale glielo negò. Ma chi è De Mita? Alla fine degli anni Ottanta, con lui presidente del Consiglio, a Roma sbarcò il clan degli avellinesi. Salverino De Vito da Bisaccia, ministro del Mezzogiorno, il fido Nicola Mancino, vicepresidente del Senato, l’indisciplinato Gerardo Bianco alla Camera, l’ex portaborse e raccomandato Rai Clemente Mastella della vicina Ceppaloni a occuparsi di giornali. E poi Biagione Agnes alla Rai, suo fratello Mario direttore dell’Osservatore romano, Elveno Pastorelli al vertice prima dei vigili del fuoco poi ai miliardi del dopo terremoto. E non dimentichiamo Marzullo, Gigi, il re della notte televisiva, figlio di un altro capo elettore di sua maestà Ciriaco: “De Mita mi ha segnalato, ma poi ho fatto tutto da solo”, ammise in un’intervista nel 2001. De Mita si presenterà candidato nella lista UdC.

28/03/14

"Gocce" di notizie: Obama approva Renzi

 Barack Obama approva la linea tracciata dal presidente del Consiglio, pur sottolineandone le difficoltà. "Credo che il primo ministro, Matteo Renzi, debba prendere delle scelte difficili. 

Questa e' la natura dei leader politici e io sono fiducioso". Un colloquio, quello tra i due, che chiude la parte politica della visita a Roma del Presidente degli Stati Uniti. Obama apre la giornata con l'intenso colloquio con il Papa; segue un faccia a faccia con Giorgio Napolitano (definito ancora ieri "una roccia di stabilita'" dall'ambasciata di Via Veneto) e infine, appunto, Matteo Renzi. Il quale ne approfitta per insistere su alcuni temi caldi della politica interna italiana. "Dobbiamo avere il coraggio di semplificare i mercato del lavoro, dobbiamo rendere l'Italia un Paese bellissimo in cui fare nascere idee e business", dice, "Gli Stati Uniti possono essere un modello perche' in questi anni hanno scelto percorsi ambiziosi per ricostruire l'economia del proprio Paese".

 Obama  Renzi
I temi bilaterali, pero', sono altri. Innanzitutto, avverte Obama, "Non possiamo avere una situazione in cui gli Usa spendono piu' del 3% del Pil per l'utodifesa, e l'Europa l'1%". Ancora piu' chiaramente: "Tutti facciano la loro parte, non soltanto per il nostro beneficio, ma perche' anche l'Europa ha le sue necessita' di autodifesa". Un commento difficilmente equivocabile a quanto detto prima dal padrone di casa italiano, e cioe' che "nel rispetto della collaborazione con i nostri partner, verificheremo i nostri budget per poter intervenire in tutto il mondo e al contempo evitare gli sprechi". "Decisioni molti difficili", insiste Obama, attendono Renzi anche sulla questione ucraina. "Noi possiamo affrontare anche un'eventuale crisi energetica, abbiamo le risorse per farlo", replica il presidente del Consiglio, che rilanca chiedendo un "ulteriore appoggio affinche' la questione dei Maro' in India sia affrontata sul contesto internazionale". E, alla fine, l'immancabile riferimento personalistico: "Tutti sanno che per noi il presidente Obama non e' solo il presidente degli Stati Uniti, ma e' fonte di ispirazione e un modello da emulare".                                                            fpnte(AGI) .

06/03/14

"Gocce" di notizie: "Non ci sembra sia nell'aria una nuova manovra"

Nessuna manovra correttiva: all'indomani dell'avvertimento della Commissione europea, che ha rilevato "eccessivi squilibri" nella situazione economica italiana, fonti di governo riferiscono che Matteo Renzi starebbe puntando tutto su misure economiche che permetterebbero di evitare una sanzione europea ad aprile. Le misure in questione sono quelle al quale l'esecutivo lavora da settimane e che il presidente del Consiglio presentera' mercoledi'. Si parte dalla riforma del mercato del lavoro, passando per il piano di edilizia scolastica fino ad arrivare allo sblocco dei debiti della Pubblica Amministrazione. "Non ci sembra sia nell'aria una nuova manovra", hanno inoltre confermato fonti del Pd. Intanto il presidente del Consiglio e' atteso in mattinata a Bruxelles per il vertice dei capi di Stato e di governo sulla crisi Ucraina. Si tratta del primo 'vero' appuntamento internazionale di Matteo Renzi, che dovra' affrontare un dossier di politica estera di estrema importanza. Una occasione anche per conoscere e confrontarsi con gli altri leader europei.                                                         fonte(AGI)

05/03/14

"Gocce" di notizie: Legge elettorale intesa raggiunta tra Pd e Forza Italia e Ncd.

Svolta sulla riforma della legge elettorale con l'intesa raggiunta tra Pd e Forza Italia, e il placet anche da parte Ncd. L'accordo politico prevede questa maggioranza larga e, soprattutto, che la riforma valga solo per la Camera. La mediazione pare dunque riuscita e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, da Tunisi, si dice soddisfatto "per un passo in avanti importante" nel segno dell'accordo sottoscritto con Silvio Berlusconi, mostrandosi ottimista sul fatto che il testo della riforma possa essere approvato entro venerdi'. Il via libera del Cavaliere arriva in mattinata: nonostante il suo "disappunto" per le difficolta' incontrate dal premier e, in particolar modo, per il fatto che tali difficolta' provenissero proprio dall'interno del Partito Democratico. La cosa importante, per Renzi, e' che il nuovo sistema di voto "garantisca di avere un vincitore certo" un minuto dopo la chiusura delle urne e che non si perda d'occhio il percorso delle riforme istituzionali: "Spero che il Parlamento non dilazioni ancora e che dopo vent'anni si chiuda definitivamente la pagina delle riforme". Intanto vengono ritirati gli emendamenti, addirittura in blocco da parte del Pd, salvo quelli sulla parita' di genere, e di rinvio in rinvio per il calendario dell'approdo in Aula a Montecitorio, sembra davvero a portata di mano la data limite di venerdi' indicata oggi dall'inquilino di palazzo Chigi. font(AGI)

01/03/14

Varato il "salva Roma" | Toto avrebbe chiosato" Ma mi faccia il piacere..!"

Matteo Renzi lo aveva annunciato, ieri il consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sugli Enti locai che recepisce il cosiddetto 'Salva Roma'. Ieri il premier aveva risposto a tono al primo cittadino della capitale, Ignazio Marino, che aveva minacciato di bloccare la citta': "Dobbiamo anche noi abituarci ad avere un linguaggio diverso. Le preoccupazioni che ha esposto il sindaco Marino sono comprensibili, i toni che ha usato no". 


Rimossa web tax, aumento Tasi fino a 0,8 per mille (leggi) Marino aveva lanciato qualche ora prima una provocazione choc: "Da domenica blocco la citta', le persone dovranno attrezzarsi perche' Roma si ferma". Parole in reazione al ritiro, ieri, da parte dell'esecutivo del decreto Salva Roma che doveva destinare fondi importanti alla capitale. In serata la questione e' comunque rientrata, il sindaco si e' detto "molto soddisfatto" delle parole scambiate oggi con Renzi e del lavoro "svolto con grande serieta' che in queste ore verra' completato".

Marino ha detto di aver parlato anche con il sottosegretario Delrio e con altri ministri, "credo si stia lavorando nella direzione auspicata da tutti, ovvero che Roma abbia le risorse per svolgere il suo ruolo di capitale d'Italia". I tecnici del Campidoglio - ha riferito il sindaco - si sono recati ancora una volta a palazzo Chigi per completare la revisione del testo che il presidente del Consiglio domani portera' in Cdm - ha aggiunto Marino augurandosi che "ci siano quei contenuti che possano permettere di scrivere al piu' presto il bilancio della citta', perche' voglio che Roma torni ad essere una citta' normale dove i bilanci non si scrivono con un anno di ritardo, ma di anticipo". Anzi, per Marino il decreto in arrivo "non si deve chiamare Salva Roma ma 'Onora Roma'". La reazione del primo cittadino era stata netta: "Il governo mi deve dare gli strumenti legislativi per poter risanare la citta' una volta per tutte, restituendo quei soldi che sono dei nostri cittadini". Per poi aggiungere: "Non ha senso chiedermi se me ne vado o no, se questi soldi non dovessero essere ridati: io sono arrabbiato e lo sono anche i romani. Dovrebbero inseguire la politica con i forconi. E' giunto il momento dei fatti. Io voglio governare responsabilmente Roma, dopo che per 50 anni sono stati dissipati dei denari. Io il mese prossimo non posso non pagare gli stipendi a migliaia di dipendenti comunali, non posso vendere Acea...". Parole cui e' seguita una telefonata di Renzi a Marino. E alle voci di una forte irritazione del premier per le sue parole, Marino ha replicato dicendo che "lui e il sottosegretario Delrio, che sono stati sindaci, hanno capito molto bene le ragioni della mia lamentela". Per poi spiegare "Io non sono il mago Zurli' e non posso cambiare la citta' in cinque mesi. Posso farlo, pero', in cinque anni".
Nella vicenda e' intervenuto anche l'ex primo cittadino Gianni Alemanno, secondo cui invece "un sindaco ha il dovere di cercare di risolvere i problemi e non certo dare ultimatum che ricadono inevitabilmente sulla vita dei cittadini, unici eroi di questa citta'. Roma rischia di entrare in una paralisi e in un dissesto finanziario senza precedenti. E' veramente tempo che l'amministrazione Marino e il governo Renzi la smettano con questi vergognosi scaricabarili e si assumano le proprie responsabilita' di membri del partito di maggioranza relativa. Altrimenti e' meglio che il sindaco Marino si dimetta e ci mandi a votare il piu' presto possibile".                                           fonte(AGI) .

16/01/14

Fare la legge elettorale a colpi di maggioranza non piace a Renzi

Il segretario Pd sta tirando le somme sulla legge elettorale. " Entro 48/72 ore un testo su cui cominciare a lavorare in commissione. Nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Enrico Letta.


Il segretario del Pd Matteo Renzi stringe sulla legge elettorale e twitta: "Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato". In un'intervista al Tg5, poi, il segretario del Pd ha spiegato che "non è giusto che la legge elettorale se la scriva la maggioranza". Quanto a un possibile incontro con Silvio Berlusconi, il sindaco di Firenze ha puntualizzato: "Se deve essere semplicemente per prendere un caffè, ognuno resta a casa sua. Se ci vediamo è per provare a chiudere". "Io non voglio fare il governo con Berlusconi - ha detto Renzi - io dico: ‘Forza Italia che è il secondo partito italiano lo lasciamo da parte? Non lo consideriamo per la legge elettorale?". "Credo che Forza Italia non si debba limitare a dire sì a una delle leggi elettorali di cui stiamo discutendo - ha proseguito ancora Renzi - ma per esempio accetti la nostra proposta di superare il Senato, cioè di non avere più un Senato con 315 senatori, pagati, eletti. Andiamo a semplificare, così come diciamo di superare le province, superiamo anche il Senato com’è adesso e vedrete che la politica costerà meno, ci sarà un taglio dei parlamentari, ma anche una maggiore semplicità, che è quello che chiedono gli italiani che vanno a lavorare e si svegliano la mattina presto. Fate veloce - ha concluso Renzi - e fate le cose che servono".

Il segretari Pd
TANTI INCONTRI - Nei giorni scorsi Renzi ha visto Mario Monti e Denis Verdini, oggi è stata la volta di Nichi Vendola e nel tardo pomeriggio ha incontrato anche Angelino Alfano. Il segretario del Pd sta cercando di tirare le somme sulla legge elettorale per arrivare "entro 48-72 ore", dicono i suoi, ad un testo su cui cominciare a lavorare in commissione Affari costituzionali alla Camera. Il segretario Pd, spiegano, sta cercando la convergenza più larga possibile su un modello che combini doppio turno e Mattarellum, capace di raccogliere i consensi della maggioranza ma anche quelli di Sel e Fi. Prima della direzione Pd di domani il leader democratico avrà anche un nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Enrico Letta, mentre nel corso della giornata incontrerà Meloni, Crosetto e La Russa di FdI. Ma intanto anche il gruppo alla Camera del Nuovo centrodestra avvia una serie di incontri con i gruppi della maggioranza sulla legge elettorale. Il capogruppo Enrico Costa ha avuto oggi un primo confronto con la delegazione di Per l’Italia, guidata dal capogruppo Lorenzo Dellai. Per domani è in programma un incontro con Scelta civica. L’intento, viene spiegato, è creare un terreno per un accordo sul sistema di voto innanzitutto all’interno della coalizione di governo. Praticamente tutti i partiti sono in fibrillazione sulla necessità di sostituire il Porcellum: sul blog di Grillo è partito il referendum dei 5 stelle, la sinistra del Pd prepara l'offensiva ribadendo la preferenza per il doppio turno, Alfano spiega che bisogna lavorare per una legge elettorale che tiene in piedi il bipolarismo", Forza Italia insiste per il modello spagnolo.

SINISTRA PD ALL'ATTACCO - Intanto i cuperliani affilano le armi interne e incalzano Renzi bocciando l’accordo col Cav ma anche sul rapporto con il governo. "Il governo - ragiona un esponente bersaniano - non può essere sostenuto dalla minoranza Pd. O Renzi si riconosce nel governo o non va avanti". Alfredo D’Attorre, si spinge fino a dire: "Ho sentito dire di incontri con Berlusconi a Largo del Nazareno. Immagino che non si farà, perché non si può fare un incontro con un pregiudicato nella sede del Pd". Nel merito della legge, la sinistra Pd avverte di non fare passi indietro con accordi con Berlusconi per sistemi, come lo spagnolo, che mettono tutto nelle mani del segretario che può ‘scegliersi’ i parlamentari.

FORZA ITALIA: NOI PER IL MODELLO SPAGNOLO - "Forza Italia vuole il sistema spagnolo, Renzi si regoli. Del resto, un partito di massa come il nostro non ha paura di andare al voto anche con la legge scritta dalla Corte", scrive in una nota, Gianfranco Rotondi di Fi-Pdl. E Gasparri incalza: "È ormai evidente che il governo è morto, travolto dalla sua incapacità, dalla confusione con cui le tasse sulla casa volano verso la cifra record e intollerabile di 40 miliardi di euro, ma anche dai distinguo che avevamo facilmente previsto. Renzi schiaffeggia quotidianamente il Ncd e Alfano. Del resto anche le campagne in corso basate sul nulla contro i ministri Alfano e De Girolamo, ai quali esprimo piena solidarieta’, dimostrano chiaramente le intenzioni del nuovo segretario del Pd. Ora, anche esponenti del Ncd cominciano a polemizzare con Renzi".

CASALEGGIO BOCCIA TUTTO - "Le tre proposte di Renzi sulla legge elettorale sono astratte ed evidentemente incostituzionali", ha intanto detto Gianroberto Casaleggio, il ‘guru’ del Movimento 5 stelle, parlando a Montecitorio con i parlamentari della commissione Affari costituzionali di Camera e Senato. Nel corso dell’incontro Casaleggio, sempre secondo quanto riferito, ha messo in evidenza che i 5 stelle "sono gli unici ad avere presentato una proposta di legge innovativa e fatta bene". Il guru dei 5 stelle non sembra condividere con Renzi la fretta di arrivare a una nuova legge: "La nostra proposta sarà disponibile a fine febbraio", ma se si dovesse andare a elezioni anticipate "andremo con la legge elettorale uscita dalla Consulta", il Porcellum corretto. Così ha risposto ai giornalisti Gianroberto Casaleggio lasciando Montecitorio al termine di una serie di incontri con i parlamentari 5 stelle.

27/12/13

Mille proroghe dopo il brutto pasticcio del "salva Roma"| La solita italia?

I "dietrofront" del governo motivati dalla necessità di fare decreti con il massimo del rigore.
Cadranno le norme che non hanno urgenza e si varerà ciò che va davvero prorogato.
Un milleproroghe all'insegna della leggerezza, dentro ci sarà  ciò che va davvero prorogato. Accantonati i meno urgenti, come il salva-Venezia e la sanatoria edilizia sulle spiagge.

 Il colloquio chiarificatore dell’altro giorno tra Napolitano e Letta ha convinto il governo a non occuparsi delle norme eterogenee. Tanto più che a palazzo Chigi si resta indispettiti di fronte agli assalti dei parlamentari. Si cita il caso della legge di Stabilità: presentata in forma aperta al contributo parlamentare perché si voleva disegnare al meglio il taglio del cuneo fiscale, di tasse sul lavoro non s’è più parlato, bensì di qualsiasi altra esigenza localistica. Fabrizio Cicchitto, Ncd, usa parole colorite: «Una lezione per tutti: il governo deve fare i suoi decreti con grande rigore, rimanendo coerente con il tema fondamentale che li determina, perché ogni qual volta che se ne distacca su qualche punto ciò dà il destro alla Commissione Bilancio del Senato e a quella della Camera di aggiungere una serie di altre questioni che vanno da esigenze territoriali anche legittime, a richieste di lobby, ad autentiche marchette».
Gianni Letta

E allora ci sarà di sicuro la norma correttiva sugli affitti d’oro dei palazzi locati dalle istituzioni, per facilitare la revoca di contratti, così come il governo si è impegnato in Parlamento. Indispensabile decisione per svelenire i rapporti con il M5S. Ci saranno poi le norme non rinviabili dell’ex «Salva Roma», tra cui quella che ha permesso al Comune di Roma di redigere il bilancio. Il sindaco Ignazio Marino sta sulle spine: «Sono assolutamente rispettoso - dice - della saggezza del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, che hanno ritenuto che il decreto fosse stato trasformato in un documento diverso da quello originario. Ma sono preoccupato per il bilancio...».

Nel Milleproroghe ci sarà quindi l’annunciata norma sul conflitto di interessi che proroga il divieto di incroci societari tra stampa e televisione. Il premier si era impegnato nel corso della conferenza stampa di fine anno a non essere disattento su questo tema, che dovrebbe essere ripreso alla grande nell’agenda di governo già a gennaio. In conclusione, il divieto di incroci proprietari nato con la legge Gasparri nel 2004, e che sarebbe decaduto il 31 dicembre 2013, resterà in vita.

Nel Milleproroghe non ci sarà, invece, la correzione della tassa rifiuti Tasi 2014: il governo ha deciso che l’intera partita dei tributi locali, per omogeneità di materia, finirà nel decreto Imu 2013 che è in corso di conversione e scade a fine gennaio. E ancora. Nel decreto ci sarà un capitolo che possiamo definire «Salva Venezia».

Oppure la proroga dei pagamenti fiscali per le zone alluvionate della Sardegna lo scorso 18 novembre. O ancora, tra le misure che sicuramente ci saranno, una riguarda il trasporto pubblico locale in Campania: senza un intervento in extremis, si rischia il blocco dei mezzi pubblici a Napoli e dintorni. Si moltiplicano gli appelli a «salvare» tante altre norme, però. Roberto Moraassut, Pd, chiede che sia confermato per un altro anno il blocco degli sfratti, «una delle vere e proprie proroghe urgenti, motivate e coerenti». Federico Fornaro, Pd anche lui, chiede di recuperare «altre norme importanti riguardanti i Comuni in dissesto, in primis Alessandria, tra cui l’allungamento a 3 anni del termine per il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio».

Un’altra proroga in ballo riguarda i pagamenti per le imprese terremotate dell’Emilia, Lombardia e Veneto, in scadenza con il 31 dicembre. E poi ci sono gli inviti mirati a non salvare alcune norme contestate. Ermete Realacci, Pd, chiede di far morire definitivamente l’ipotesi di una sanatoria per le costruzioni in legno, non autorizzate, sulle spiagge demaniali. Enrico Zanetti, Scelta Civica, è contrarissimo a nuovi aumenti dell’addizionale Irpef a Roma: «Se il Governo proverà a rimetterla nel Milleproroghe, gliela bocceremo di nuovo in Aula».                                                      fonte

29/11/13

Nuova maggioranza di governo: serve una verifica in parlamento.

Dopo gli ultimi eventi che hanno monopolizzato la vita della politica interna degli ultimi mesi, si è di fronte ad un dato di fatto: c'è stato un'importante cambio di maggioranza, quindi serve una ulteriore verifica in parlamento. Durante l'incontro svoltosi ieri sera tra la delegazione parlamentare del redivivo partito di Forza Italia il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha fatto chiarezza riguardo al fatto che ci sarà senza alcun dubbio un passaggio parlamentare che segni la discontinuità politica tra il governo delle larghe intese e il governo che ha ottenuto la fiducia sulle legge di stabilità
Le modalità con cui avverrà e i tempi di tale passaggio saranno motivo di una consultazione tra il presidente della Repubblica con il presidente del Consiglio Enrico Letta. Tutto ciò si apprende dall'ufficio stampa del Quirinale. Forza Italia a Napolitano: la fiducia non basta, aprire crisi di governo.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

La delegazione di Forza Italia che è stata ricevuta al Quirinale da Napolitano ha ribadito che l'uscita di Forza Italia dalla maggioranza che aveva portato alla nascita del governo Letta comporta «la necessità di un'apertura formale della crisi di governo, con le dimissioni di Enrico Letta, per affrontare in Parlamento la nuova situazione».

Il capo dello Stato a Forza Italia: collaborazione sulle riforme.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha lanciato un messaggio preciso ai capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta: il capo dello Stato, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, avrebbe chiesto agli esponenti di Forza Italia di essere collaborativo su due temi: le riforme istituzionali, appunto, a cominciare da quella elettorale, e l'emergenza carceri.

Letta lunedì pomeriggio al Quirinale.
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, sarà ricevuto, si apprende dall'Ufficio stampa del Quirinale, lunedì pomeriggio dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo il premier il passaggio parlamentare costituirà un'occasione per rafforzare ulteriormente il governo e la sua legittimità, peraltro ponendosi in linea con il voto, ampio, di fiducia sulla legge di stabilità. È quanto trapela da palazzo Chigi, dopo la nota del Colle.
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