Il-Trafiletto
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17/09/17

Arrestato giovane assassino padre violento per difendere madre

Fonte - Corriere della Sera - Ha accoltellato mortalmente il padre per difendere la madre dall’ennesimo pestaggio. 


Ad essere arrestato, questa mattina, è stato Daniele Leggiero, 28 anni, ora agli arresti domiciliari con l’accusa di aver ucciso il padre Giuseppe, 50 anni, imprenditore caseario.

L’uomo era morto in ospedale, dove era stato portato proprio dalla moglie e dal figlio, che in un primo momento avevano parlato di un incidente sul lavoro.
Di fronte a evidenti falle in questa ricostruzione, i carabinieri avevano iniziato a indagare e, nel corso degli interrogatori, la moglie dell’imprenditore aveva confessato di aver colpito il marito nel corso di una lite.
La donna aveva raccontato che i motivi del delitto erano da ricondurre al carattere violento e alle continue aggressioni fisiche e minacce verbali di cui era stata vittima negli anni da parte del marito, per le quali non ha mai sporto denuncia.
Dal racconto della donna sono però emerse delle incongruenze: così, alle 2.30 di questa mattina, gli inquirenti hanno arrestato il figlio della coppia che ha a quel punto confessato l’omicidio del padre.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri il ragazzo avrebbe tentato di allontanare il padre, intento ad aggredire fisicamente la madre, spingendolo verso il fondo dello stabile e, gettandogli contro tutti gli oggetti che aveva nella disponibilità, nel tentativo di bloccarlo, lo ha colpito con un coltello al torace.
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14/10/14

Da dove iniziano i diritti dei padri e dove finiscono?

Fino a dove iniziano i diritti dei padri e dove finiscono, costretto dal Tribunale a vedere il padre che lui rifiuta perchè violento e picchia la madre

Il padre ha sulle spalle un lungo elenco di denuncie per maltrattamenti e violenze verso la ex moglie. L'ultima condanna ha preso 6 mesi per aver rotto due costole alla donna. Sparito dalla vita del figlio per 4 anni, ritorna deciso a voler fare il padre: "Farò di tutto per togliertelo, lo preferisco in un orfanotrofio che con te" senza aver mai pagato un euro per il figlio minaccia la moglie di portaglielo via, condannato tre volte ma il tribunale e i servizi sociali decidono che il figlio, che ora ha 9 anni deve vedere il padre.


Il ragazzino rifiuta di vedere il padre, piangee si dispera perchè non vuole vedere quell'uomo che ha sempre picchiato la madre, anche se da un anno e mezzo viene costretto tutte le settimane a farlo. Li chiamano "incontri protetti" quegli incontri di due ore a settimana davanti ad un assistente sociale. Il copione si ripete identico ogni sabato pomeriggio: lui che scappa, la madre che cerca di convincerlo a restare, il padre che resta immobile dall’altro lato del cancello, incapace di fare un passo verso di lui. Il ragazzino ha provato anche di  fuggire in strada implorando di essere lasciato in pace rimproverando anche la madre per tanta insistenza.

«Ogni volta è una violenza insopportabile — racconta Cinzia, la madre — è successo anche che l’abbiano trascinato dentro di peso, contro la sua volontà». Lo psicologo che segue il bambino dice che i rapporti padre-figlio sono influenzati dalla madre, è come se il bambino avesse paura di darle un dispiacere. «Riversano su di me le responsabilità di questo rifiuto — spiega Cinzia — e siccome mi sento ripetere continuamente che se mio figlio non accetta di vedere il padre il rischio è che me lo portino via, io ovviamente faccio il possibile per convincerlo. Ma è tutto inutile. E più il tempo passa più la situazione peggiora». L’avvocato Ignazio Virgilio, che assiste la madre, adesso ha presentato un ricorso al tribunale per spiegare che il bambino è traumatizzato dagli incontri. «I servizi sociali — scrive il legale — sono incapaci di attuare il fondamentale diritto del minore sancito dall’articolo 337 ter del codice civile che stabilisce che il figlio minore “ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione e assistenza morale da entrambi”». Per questo chiede quantomeno «la sostituzione degli assistenti sociali che finiscono sempre con l’attribuire ogni responsabilità alla madre».


IL PASSATO
Cinzia e suo figlio vivono alla periferia di Firenze in una casa popolare e vanno avanti solo con una pensione di invalidità. Dopo la separazione l’ex marito è sparito dalla circolazione e non ha quasi mai pagato i 600 euro di alimenti stabiliti dal giudice. Il bambino per anni ha festeggiato compleanni, Natale e Pasqua solo con la madre. Una volta i carabinieri sono dovuti andare a cercare il padre perché serviva il consenso per un intervento chirurgico del bambino. Oggi il padre risulta nullatenente e per l’anagrafe è irreperibile. Dice di essere senza lavoro, anche se da Facebook risulta titolare di una società che organizza eventi. Quello stesso profilo Facebook che aveva aperto con tanto di foto, nome e cognome del figlio, chiuso poi dopo l’ennesima denuncia della madre. «Vivo nel terrore di quell’uomo — racconta Cinzia — Ogni volta che mi vede minaccia di uccidermi, di tagliarmi la gola o di portarmi via l’unica ragione della mia vita, mio figlio. Pensare che quando mi sono sposata, nel 2000 ero molto innamorata ma con il passare del tempo lui è diventato sempre più violento». Si sono separati pochi mesi dopo la nascita di Fabio. Quando lui la picchiava e lei andava a farsi medicare al pronto soccorso raccontava sempre che era caduta dalle scale: «Ero convinta che sarebbe cambiato — ha detto in tribunale — poi non volevo sporcare la sua figura, non volevo che la gente giudicasse mio marito una persona cattiva». Quando Cinzia nell’agosto 2008 finisce all’ospedale con due costole rotte, lui si difende sostenendo che la frattura è vecchia di sette anni, che se l’è fatta da sola cadendo in bagno. I giudici non gli credono e anzi, sottolineano la crudeltà dell’imputato «nel coprire l’episodio con la pazzia dell’ex moglie, ora mostrando il volto di povero perseguitato, ora accusando la moglie». «Dopo tutti questi anni di guerra sono davvero stanca — dice Cinzia — vorrei che quell’uomo ci lasciasse in pace. E vorrei che mio figlio non riversasse la sua rabbia su di me il sabato pomeriggio, dopo quegli incontri a cui viene costretto».

13/10/14

Nella tomba reale di Anfipoli ritrovato lo scheletro di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno

E' arrivata la conferma ufficiale da parte degli archeologi: nella tomba monumentale di Anfipoli i resti ritrovati sono del re Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno. Ne avevamo parlato qualche tempo fa, proprio durante gli scavi, che appunto descrivevano una tomba certo di un membro della famiglia reale o comunque di grande importanza.


La tomba reale a due camere si trova precisamente a Vergina, una città a circa 100 chilometri di distanza dal misterioso tumulo funerario di Anfipoli, e qui riposa il re  macedone re Filippo II, padre di Alessandro Magno. Da qualche settimana i media davano notizie sul ritrovamento di un'importante tomba di un personaggio macedone contemporaneo al famosissimo Alessandro Magno.

L'ingresso della tomba
immagine presa dal web
 I ricchi particolari della tomba e la sua stessa struttura faceva intendere come fosse stata costruita per un'importante personaggio del governo macedone. Adesso finalmente è arrivata la conferma ufficiale. Si tratta della tomba del padre di Alessandro Magno. Insieme con i resti cremati di Filippo II, la sepoltura, più nota come Tomba II, son state ritrovate anche le ossa di una donna guerriera, forse la figlia del re Skythian Athea

Particolari della tomba
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06/02/14

California | Bimba di tre anni violentata, uccisa e nascosta in freezer dalla madre e dal suo compagno.

Orrore in California. Sara Krueger, 23 anni, e il suo compagno Ryan Scott Warner, 26 anni si sono macchiati di un orribile delitto, violentando e poi uccidendo la figlioletta di lei di soli 3 anni, Kayleigh Slusher. I due hanno poi nascosto il corpicino nel congelatore e hanno tentato di fuggire. Sono stati bloccati e arrestati mentre erano in una stazione ferroviaria situata a circa 50 chilometri dalla loro casa di Napa. La coppia è accusata di aver picchiato e ucciso la bambina: sul suo corpo ci sarebbero anche segni di violenze sessuali, e rischia la pena di morte dal momento che hanno confessato. Saranno processati il prossimo 25 febbraio. La bambina, Kayleigh Slusher, era tenuta sotto controllo dai servizi sociali dopo la denuncia da parte di vicini di possibili violenze. Il suo padre biologico, come riporta il San Francisco Chronicle, è in prigione ed ha saputo dell’uccisione della figlioletta dalla televisione. Sul social sono tantissime le foto che ritraggono Sara e la sua piccola, sempre sorridente e piena di vita. E crescono di minuto in minuto i commenti, durissimi, scritti dagli utenti subito dopo la diffusione della notizia della morte della piccola Kayleigh.

18/11/13

I bambini vanno protetti

E' sempre sconvolgente leggere notizie di omicidi, ma quando si tratta di infanticidi e perpetrati da quelle persone che dovrebbero proteggerli da tutti i mali del mondo e dei quali i bambini dovrebbero avere massima fiducia, è sconvolgente. Un bambino non può pensare di doversi difendere da un padre o una madre, con la paura che di notte entri nella sua stanza un'ombra e lo uccida. Queste notizie andrebbero filtrare, e le orecchie dei bambini protette da queste atrocità. Oggi il telegiornale ha dato notizia di 5 bambini uccisi dai genitori, in Francia, e credo che il telegiornale non dovrebbe dare queste notizie che ti arrivano all'improvviso mentre sei a tavola con i figli piccoli che ascoltano. Queste sono notizie da leggere non da scoltare. I bambini vanno protetti.
Polizia Francese

PARIGI – I corpi di due fratellini, un neonato di sei mesi e un bambino di 5 anni, sono stati ritrovati in un frigorifero, accanto al quale era anche il cadavere insanguinato della madre. La macabra scoperta è avvenuta nel dipartimento dell’Isere, in Francia meridionale. Il procuratore locale ha confermato che tutti e tre sono stati uccisi. Il procuratore Matthieu Bourrette ha confermato che la donna e le due figlie sono state uccise e che il corpo di una delle due piccole era nascosto in un sacchetto nell’immondizia. Le autopsie per stabilire la causa esatta del decesso che, per le bimbe non è ancora chiara, verranno eseguite venerdì. Secondo gli inquirenti gli omicidi risalirebbero ad alcuni giorni fa. La scena del delitto ha rivelato invece maggiori dettagli sulla madre. Le numerose tracce di sangue e le escoriazioni sul corpo mostrano che la donna ha lottato prima di morire di una morte violenta. Secondo la stampa francese il padre di una delle due bimbe, coetaneo della madre, sospettato delle tre uccisioni, sarebbe conosciuto dai servizi sociali. In passato era stato condannato per violenze sulla madre e sulla figlioletta. L’informazione non è, tuttavia, stata confermata dal pm che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio volontario aggravato.

-Francia- Tre fratellini sono stati trovati morti oggi nella loro casa di Saone-et-Loire, in Francia. Secondo gli inquirenti i piccoli, due gemelli di 18 mesi e il loro fratello di 6 anni, potrebbero essere stati uccisi dalla madre, ma le condizioni della donna, probabilmente sotto effetto di droghe, non hanno permesso per il momento alla polizia di interrogarla. Lo riporta l'edizione on line de "Le Monde". A lanciare l'allarme è stato un parente che dopo aver tentato di contattare inutilmente la madre dei bambini è andato a cercarla a casa. Quando sono arrivati i soccorsi per i bimbi non c'era più nulla da fare, i piccoli erano già morti da diverse ore. Secondo gli inquirenti la donna potrebbe averli soffocati. "La madre sembrava chiaramente sotto l'effetto di droghe", ha spiegato il procuratore Christopher Rode, secondo quanto riporta l'edizione on line de "Le Parisien" - Non poteva essere interrogata o posta in custodia". Secondo la polizia i tre bambini non sono stati uccisi con delle armi, ma accanto a loro sono stati trovati dei farmaci. "Non sappiamo cosa sia realmente accaduto in quella casa", ha detto Rode. La donna si era trasferita da poco, da circa tre o quattro mesi nella piccola cittadina di Gergy, 2.500 anime, a circa 10 km da Chalon-sur-Saone. Nella nuova casa, situata in una via tranquilla, la donna viveva da sola con i suoi tre piccoli dopo la separazione dal marito
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