Il-Trafiletto
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13/10/14

Nella tomba reale di Anfipoli ritrovato lo scheletro di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno

E' arrivata la conferma ufficiale da parte degli archeologi: nella tomba monumentale di Anfipoli i resti ritrovati sono del re Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno. Ne avevamo parlato qualche tempo fa, proprio durante gli scavi, che appunto descrivevano una tomba certo di un membro della famiglia reale o comunque di grande importanza.


La tomba reale a due camere si trova precisamente a Vergina, una città a circa 100 chilometri di distanza dal misterioso tumulo funerario di Anfipoli, e qui riposa il re  macedone re Filippo II, padre di Alessandro Magno. Da qualche settimana i media davano notizie sul ritrovamento di un'importante tomba di un personaggio macedone contemporaneo al famosissimo Alessandro Magno.

L'ingresso della tomba
immagine presa dal web
 I ricchi particolari della tomba e la sua stessa struttura faceva intendere come fosse stata costruita per un'importante personaggio del governo macedone. Adesso finalmente è arrivata la conferma ufficiale. Si tratta della tomba del padre di Alessandro Magno. Insieme con i resti cremati di Filippo II, la sepoltura, più nota come Tomba II, son state ritrovate anche le ossa di una donna guerriera, forse la figlia del re Skythian Athea

Particolari della tomba
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11/10/14

Antica India | Storia della Matematica

Matematica dell'antica India (900 a.C. - 200)

La scrittura riapparve nell'Asia Meridionale soltanto verso il 1000 - 600 a.C., dopo la crisi che portò alla sparizione della civiltà della valle dell'Indo, in cui si sviluppò la scrittura Brahmi.
Alcuni esperti ritengono che in quel periodo Pitagora abbia visitato l'India, mentre secondo altri sia stata influenzata dal contatto con la civiltà greca dopo l'invasione di Alessandro Magno.
Più probabilmente le due teorie matematiche si svilupparono indipendentemente.

Verso il 900 a.C nacque l'era vedica che sviluppò teorie matematiche.

La Yajur-Veda, comparsa nel 900 a.C., affronta per prima il concetto di infinità numerica.

Yajnavalkya (900-800 a.C. circa) calcolò il valore di π con 2 cifre decimali.

  Iscrizioni Brahmi
Le Sulba Sutras (800 a.C.-200 D.C.) sono testi di geometria che usano numeri irrazionali, numeri primi, la regola del tre e radici cubiche, approssimando la quadratura del cerchio, risolvendo equazioni lineari ed equazioni quadratiche, determinando algebricamente terne pitagoriche ed enunciando una dimostrazione numerica del teorema di Pitagora.

Viene espresso anche un algoritmo infinito per il calcolo di radice di 2 con cui vengono calcolate le prime 5 cifre decimali.

Pingala (IV secolo a.C.-III secolo a.C.) inventò non solo un sistema binario (che verrà poi ripreso nell'epoca moderna per lo sviluppo dell'Information Technology) ma  studiò anche quelli che in seguito sono stati definiti come la "sequenza di Fibonacci" , "il triangolo di Pascal" e formulò la definizione di matrice.

Fra il IV secolo a.C. ed il III secolo d.C. i matematici indiani furono i primi a sviluppare ricerche sulla teoria degli insiemi, dei logaritmi, delle equazioni di terzo e di quarto grado, serie e successioni, permutazioni, combinazioni, estrazione di radici quadrate, potenze finite e infinite.

Nel manoscritto Bakshali, composto tra il III secolo a.C. ed il III secolo d.C., si trovano soluzioni di equazioni lineari con più di cinque incognite, la soluzione di equazioni quadratiche, geometriche, sistemi di equazioni, l'uso del numero zero, i numeri negativi e anche puntigliosi algoritmi per il calcolo di numeri irrazionali.


20/09/14

Monumentale tomba scoperta ad Anfipoli

Per chi è appassionato di archeologia e storia antica, questa notizia stuuzzicherà sicuramente la fantasia. Nel nord della Grecia infatti, un gruppo di archeologi sta riportando alla luce una monumentale tomba. Un struttura a dir poco monumentale che risale al tempo della morte di Alessandro Magno avvenuta nel 325 a. C. E' la tomba più grande mai rinvenuta nella Grecia settentrionale, e la sua mestosità fa supporre che possa essere quella di un re.
Il sito si trova vicino all'antico porto di Anfipoli, usato come base per la flotta comandata da Alessandro Magno nella grande spedizione in Asia.

Tomba di Anfipoli, Cariatide
immagine presa dal web
Oggi, dopo quasi due anni di scavi intorno al sito, conosciuto come tumulo di Kasta, gli archeologi hanno iniziato a esplorare le camere interne. Nei giorni scorsi, gli studiosi, guidati dall'archeologa Katerina Peristeri, hanno annunciato la scoperta di una coppia di cariatidi, ossia di due grandi statue-colonna che raffigurano donne con le braccia aperte, come a voler impedire l'ingresso agli intrusi. "Non ho mai visto niente di simile", afferma Philip Freeman, professore di archeologia classica al Luther College di Decorah, in Iowa. Le cariatidi, comunque, sono solo una parte degli incredibili arredi della tomba. A guardia della porta principale, come delle sentinelle, ci sono due sfingi, le creature mitologiche dal corpo di leone e testa umana.

 Una volta entrati nell'anticamera, gli archeologi hanno scoperto un ricco pavimento in mosaico di marmo bianco e intarsi rossi e sulle pareti dei resti di un affresco. La pavimentazione, così finemente lavorata, "è un chiaro segno di ricchezza", spiega Ian Worthington, docente di studi classici presso l'Università del Missouri e autore di due libri su Alessandro Magno. "Come quella del palazzo di Pella, dove nacque Alessandro Magno, e dove hanno scoperto una serie di mosaici, tutti molto preziosi ". Ma la vera domanda è: chi è sepolto nella camera interna? Peristeri non ha ancora rotto il sigillo posto sopra l'ingresso, e quindi al momento gli archeologi possono solo fare delle ipotesi. Per lo più concordano sul fatto che è improbabile che vi siano conservati i resti di Alessandro Magno, il grande condottiero macedone che sconfisse l'esercito persiano, invase l'Asia e l'Egitto, e creò uno dei più grandi imperi del mondo antico.

Tomba di Anfipoli, Sfingi
immagine presa dal web
 Secondo ciò che la storia ci dice, Alessandro Magno morì a Babilonia nel 323 a.C., sembra in seguito a un attacco di malaria o di febbre tifoide. Il corpo sarebbe stato poi conservato nel miele e posto su un carro funebre destinato, secondo alcuni resoconti, verso la Macedonia, la sua terra natale. Ma durante il viaggio, racconta Worthington, Tolomeo, uno dei generali preferiti da Alessandro, "rapì il cadavere del re per seppellirlo da qualche parte in Egitto. Scommetto che Alessandro Magno non è nella tomba di Anfipoli!" Altri archeologi ritengono invece che la tomba conservi i resti di un membro della famiglia del re: forse della madre Olimpia, della moglie Rossane o del figlio bambino che portava il nome del padre. Infatti alla morte di Alessandro Magno, i suoi generali si spartirono l'Impero, ma uno di loro, Cassandro, per assicurarsi il trono di Macedonia fece assassinare gli eredi diretti del re, compreso il figlio illegittimo Eracle. Ma è possibile che i ricchi seguaci di Alessandro avessero fatto costruire il maestoso tumulo funerario per almeno uno di loro. "Si tratta di una tomba enorme, e si presume che sia stata costruita per una persona ricca e prestigiosa", commenta Hector Williams, archeologo della University of British Columbia di Vancouver. Perciò, se la tomba risultasse del tutto intatta e inviolata, e ci fossero chiari indizi sull'identità del proprietario, alcuni appassionati di storia potrebbero presto riscuotere le vincite delle loro scommesse.

23/11/13

Perchè si dice "sciogliere un nodo gordiano"?

Alessandro Magno, figlio di Filippo il Macedone, allievo di Aristotele, è stato il personaggio storico che più mi ha affascinato. Il più grande conquistatore della storia antica, e non solo un guerriero, ma un grande stratega, due qualità che lo hanno reso immortale nel tempo.
A lui è legato questo adagio, ad un episodio occorsogli durante il suo lungo viaggio di conquista.
Sciogliere un nodo gordiano, risolvere a proprio vantaggio una situazione difficile, ricorrendo a metodi decisi.  
Alessandro Magno
 Plutarco, nella Vita di Alessandro Magno, riferisce un episodio occorso al grande conquistatore macedone all'epoca in cui Alessandro aveva intrapreso la conquista dell'Asia. Alessandro era arrivato, con il suo esercito, nei pressi della città di Gordio, situata nei pressi dell'odierno villaggio di Pebi, considerata un po' come la porta dell'Asia. In un tempio dedicato a Zeus, c'era un carro a cui era assicurato un aratro, mediante un nodo solidissimo, impossibile da sciogliere. L'oracolo prometteva il dominio dell'Asia a chi fosse riuscito a scioglierlo. Alessandro non perse tempo e con un poderoso colpo di spada tagliò in due il nodo, sgnificando così che l'Asia lui poteva conquistarla con il ferro e non con l'intervento degli dei. E avrebbe portato a termine l'impresa se non fosse morto alla giovane età di 33 anni. Analogamente si dice anche: Tagliare la testa al toro.
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