Il-Trafiletto
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23/11/13

Perchè si dice "sciogliere un nodo gordiano"?

Alessandro Magno, figlio di Filippo il Macedone, allievo di Aristotele, è stato il personaggio storico che più mi ha affascinato. Il più grande conquistatore della storia antica, e non solo un guerriero, ma un grande stratega, due qualità che lo hanno reso immortale nel tempo.
A lui è legato questo adagio, ad un episodio occorsogli durante il suo lungo viaggio di conquista.
Sciogliere un nodo gordiano, risolvere a proprio vantaggio una situazione difficile, ricorrendo a metodi decisi.  
Alessandro Magno
 Plutarco, nella Vita di Alessandro Magno, riferisce un episodio occorso al grande conquistatore macedone all'epoca in cui Alessandro aveva intrapreso la conquista dell'Asia. Alessandro era arrivato, con il suo esercito, nei pressi della città di Gordio, situata nei pressi dell'odierno villaggio di Pebi, considerata un po' come la porta dell'Asia. In un tempio dedicato a Zeus, c'era un carro a cui era assicurato un aratro, mediante un nodo solidissimo, impossibile da sciogliere. L'oracolo prometteva il dominio dell'Asia a chi fosse riuscito a scioglierlo. Alessandro non perse tempo e con un poderoso colpo di spada tagliò in due il nodo, sgnificando così che l'Asia lui poteva conquistarla con il ferro e non con l'intervento degli dei. E avrebbe portato a termine l'impresa se non fosse morto alla giovane età di 33 anni. Analogamente si dice anche: Tagliare la testa al toro.

11/11/13

Perchè si dice "il busillis"?

busillis
Busillis
Stamani prima che Zeus pluvio rovesciasse la sua ira sopra la mia testa, sono uscita a fare la mia solita camminata lungomare. Il cielo era già minaccioso, e l'aria odorava di pioggia. Perciò mi sono data una mossa, dato che anche Eolo pareva essersi indispettito non poco. Al mio ritorno a casa, i miei stavano questionando: se mettere la pancetta nel sugo o no. Così mi sono ricordata (come al solito, direte voi) di un adagio che ben si adattava alla situazione.

Il busillis o anche ecco il busillis, qui sta il busillis, questo è il busillis, si dice per indicare il nodo di una questione, la difficoltà, l'inciampo.

Si racconta che uno scolaro (o forse fu un chierico, o un prete, o non lo so), doveva tradurre il principio d'un brano del Vangelo, e arrivando alla fine d'un rigo, divise così le parole in diebus illis (in quei giorni): in die-busillis. Quando poi tradusse, rese senza esitare: nel giorno del busillis. Da allora il termine busillis restò a indicare un ostacolo non facilmente superabile.
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