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12/11/14

Seconda parte parte- Era greco-ellenistica | Storia della matematica

Con la fondazione ad Alessandria della Biblioteca e del Museo, che raccoglievano le più grandi menti dell'epoca, la città egizia divenne il centro culturale più importante dell'età ellenistica. In questo periodo si trovano studi di Apollonio di Perga (262-190 a.C. ca.), di Euclide (367-283 a.C. ca.) e di Archimede di Siracusa (284-218 a.C. ca.).

Il primo è noto soprattutto per l'imponente opera Le Coniche nella quale definiva e studiava le sezioni coniche: ellisse, parabola e iperbolee che ebbe grande importanza nel mondo europeo.

Gli Elementi in cui raccoglie teoremi elementari di Aritmetica ma soprattutto di Geometria, per esempio i principali teoremi di geometria piana e solida come il Teorema di Pitagora e la costruzione dei solidi regolari o una dimostrazione dell'infinità dei numeri primi, diventa l'opera più importante di Euclide.

Gli Elementi è stato considerato il più attendibile manuale di matematica per secoli  e secoli.
L'importanza di questo capolavoro è fondato su pochi princìpi fondamentali (in particolare su cinque che riguardano la geometria) tutta la matematica elementare e dimostra un uso esemplare della logica matematica.

L'accettazione del trattato era tale che questo era conosciuto da tutte le persone colte dell'Occidente fino al XX secolo. Si dice che Isaac Newton abbia riso una sola volta, quando gli domandarono se valesse la pena studiare gli Elementi.

Archimee è da molti accreditato come il più grande matematico del periodo greco ellenistico e il padre della fisica matematica.

Ha lasciato molte opere nelle quali dimostra una grande inventiva. Riuscì ad approssimare circoscrivendolo tra due numeri limite, a scoprire la formula per calcolare il volume e la superficie della sfera e l'area del cerchio.

Tracciò la costruzione dei solidi semiregolari o archimedei e anticipò in molti testi il calcolo infinitesimale, come nell'opera Sulle spirali, in cui si trova la tangente e la lunghezza di un arco di spirale archimedea o nella Quadratura della parabola dove in appendice calcola addirittura il risultato di una serie geometrica.

Fu anche un abile ingegnere e costruendo opere meccaniche che secondo la leggenda avrebbe costruito e per mezzo di queste macchine avrebbe difeso la città di Siracusa dall'assedio romano.

Una volta conquistata la città, nonostante il console Marcello avesse ordinato di non ucciderlo, sarebbe stato assassinato da un soldato entrato in casa mentre era intento nei suoi calcoli.

In realtà lo stesso Plutarco ha trasmesso ben tre versioni della morte di Archimede nell'assedio di Siracusa.
Ipparco di Nicea redisse la prima tavola trigonometrica con l'aiuto della quale poteva risolvere qualsiasi triangolo. Il suo lavoro fu riesaminato da Claudio Tolomeo che ottenne le formule di addizione e sottrazione del seno e del coseno. Entrambi furono anche eccellenti astronomi.
Dopo questi sviluppi la matematica ellenistica entrò in crisi.

I romani non ebbero alcun interesse verso la matematica sempre più emarginata e assimilata all'astrologia, salvando soltanto le nozioni che servivano per l'ingegneria, Anche l'inadeguatezza dell'algebra geometrica greca può aver contribuito al tramonto della matematica greco-ellenistica.

Gli ultimi matematici di riguardevole importanza sono stati Diofanto di Alessandria che nella sua Aritmetica gettò le basi per la teoria delle equazioni diofantee e lo studioso di Geometria Pappo di Alessandria che dimostrò importanti teoremi come il Teorema dell'esagono e il teorema di Pappo Guldino.

Anche i cristiani e le popolazioni barbariche manifestarono poco interesse per la matematica, anche se in teoria aritmetica e geometria facevano parte del Quadrivio. Le nozioni studiate erano ridottissime. La scuola alessandrina, che si occupava di matematica e filosofia, subì un colpo mortale quando Ipazia, la sua più rappresentante, venne trucidata dai "parabolani", fanatici cristiani sorretti dal vescovo Cirillo.

23/10/14

Era greco-ellenistica (Prima parte) | Storia della matematica

Matematica greco-ellenistica (circa 550 a.C. — 400 d.C.)
L'era matematica greca è suddivisa in due epoche.

Nella prima epoca, quella economicamente e politicamente più importante delle città greche e delle loro colonie, si trova la matematica sviluppata dai matematici di queste città.

Nel secondo periodo ellenistico (che inizia all'incirca intorno al 323 a.C. per concludersi verso il V secolo d.C.) si trovano gli scritti di tutti gli autori che operarono nel mondo ellenistico e che si unirono all'uso della lingua greca.

Molte delle più grandi menti appartenenti a questa epoca (Archimede, Apollonio e altri) non vissero nell'area geografica che corrisponde all'attuale Grecia, anche se furono protagonisti della cultura ellenistica di lingua greca diffusasi in molte zone del Mediterraneo. Per quanto i più antichi testi di matematica trovati in greco siano stati scritti dopo il periodo ellenistico, molti di essi vengono ritenuti copie di opere scritte durante e anche prima di questo periodo.

Non per questo, l'assegnazione della data della matematica greca è più attendibile rispetto a quella degli scritti matematici più antichi. Infatti esistono numerose cronologie che riportano gli avvenimenti anno per anno fino ai nostri giorni.

Matematica greca arcaica (600 - 300 a.C.)
La matematica greca è molto più moderna di quella sviluppata dalle precedenti culture quali egiziana e babilonese, poiché queste culture utilizzavano il ragionamento empirico che usavano le osservazioni ripetute per il fondamento delle regole della matematica.

Al contrario, la matematica greca antica si basa sulla deduzione, che partendo da princìpi più o meno scontati usa rigorosi ragionamenti per dimostrare teoremi.
Su questa idea si basa attualmente tutta la matematica moderna. I Greci si occuparono quasi esclusivamente di Geometria e, secondo le loro regole, si potevano usare solo due strumenti per la costruzione e lo studio di figure geometriche: la riga (non taccata) e il compasso (che si chiudeva non appena sollevato dal foglio e quindi non poteva servire per riportare una misura).

Potevano essere fatti anche ragionamenti che interessavano qualche volta altri strumenti, ma che venivano considerati non rigorosi.
Si pensa che la matematica greca sia iniziata con certo Talete di Mileto (624 - 546 a.C. ca.) e Pitagora di Samo (582 — 507 a.C. ca.), influenzati molto probabilmente dalle idee della matematica egiziana e babilonese anche se riuscirono quasi certamente a rielaborare in modo originale le conoscenze di questi popoli.

Talete si occupò di geometria, scoprendo per esempio il teorema secondo il quale un triangolo inscritto in una semicirconferenza è sempre rettangolo e molte proposizioni riguardanti i triangoli simili.
Secondo la leggenda, riuscì a determinare l'altezza della piramide di Cheope misurando la sua ombra.
Pitagora fondò la Scuola pitagorica, una setta i cui membri si dedicavano alla ricerca matematica.

La scuola pitagorica presentava anche contenuti filosofici e mistici, come per esempio si seguivano ideali di perfezione nel numero cinque (e quindi al pentagono e al dodecaedro) e nella sfera.
Tutta la filosofia della setta si fondava sui numeri naturali e sui loro quozienti, i numeri razionali. Inoltre i pitagorici credevano nella metempsicosi (credenza propria di alcune dottrine religiose, secondo cui dopo la morte del corpo l’anima trasmigra da questo a un altro, fino a che non si sia resa del tutto indipendente e libera dalla materia) ed erano vegetariani.

Questa comunità contribuì all'importanza alla geometria, come la dimostrazione del Teorema di Pitagora (sembra già trovato razionalmente da egiziani e babilonesi) e alla teoria dei numeri o come la classificazione e lo studio dei numeri figurati e dei numeri perfetti, la scoperta delle terne pitagoriche e del crivello di Eratostene.

Per assurdo, la scoperta più importante della comunità fu forse la dimostrazione che il rapporto tra il lato e la diagonale di un quadrato (ossia radice di 2) non è esprimibile come rapporto di due interi. Questa scoperta, che prova l'esistenza dei numeri irrazionali, si scontrava con tutta la filosofia della setta. Secondo la tradizione riportata da alcuni autori successivi, il pitagorico Ippaso di Metaponto fece questa scoperta durante un viaggio in nave ed ebbe l'infelice idea di comunicarla immediatamente agli altri adepti della setta, che comprendendone le conseguenze gettarono lo stesso Ippaso in mare.

Altri autori menzionano semplicemente il fatto che Ippaso morì in un naufragio.
Ci fu pure anche un tentativo dei pitagorici di tenere nascosta la scoperta, che non riuscì.
Euclide
Oggi si ritiene più probabile che la dimostrazione dell'irrazionalità di sia stata fatta più avanti e che i pitagorici abbiano osservato l'irrazionalità della diagonale del pentagono di lato unitario (ossia sezione aurea).

Con il passare del tempo, la matematica greca si diffuse e nacquero per esempio i tre problemi classici: la quadratura del cerchio, la duplicazione del cubo e la trisezione dell'angolo, che si risolvevano usando solo riga e compasso. L'impossibilità di risolvere questi problemi è stata provata solo nell'epoca moderna. Nell'antichità furono trovate soluzioni che però coinvolgevano altri strumenti oltre ai due "canonici". Nello studio di questi problemi si distinsero matematici come Archita di Taranto, Ippia di Elide e Ippocrate di Chio.

Quest'ultimo riuscì nella quadratura delle lunule circolari ossia parti di piano racchiuse da due circonferenze passanti per due punti dati. Eudosso di Cnido fu invece il primo a cercare di approssimare un cerchio tramite poligoni regolari (metodo di esaustione). Importante in quel periodo fu anche l'opera logica di Aristotele che, nell'Organon, sviluppò il concetto di sillogismo.

11/10/14

Antica India | Storia della Matematica

Matematica dell'antica India (900 a.C. - 200)

La scrittura riapparve nell'Asia Meridionale soltanto verso il 1000 - 600 a.C., dopo la crisi che portò alla sparizione della civiltà della valle dell'Indo, in cui si sviluppò la scrittura Brahmi.
Alcuni esperti ritengono che in quel periodo Pitagora abbia visitato l'India, mentre secondo altri sia stata influenzata dal contatto con la civiltà greca dopo l'invasione di Alessandro Magno.
Più probabilmente le due teorie matematiche si svilupparono indipendentemente.

Verso il 900 a.C nacque l'era vedica che sviluppò teorie matematiche.

La Yajur-Veda, comparsa nel 900 a.C., affronta per prima il concetto di infinità numerica.

Yajnavalkya (900-800 a.C. circa) calcolò il valore di π con 2 cifre decimali.

  Iscrizioni Brahmi
Le Sulba Sutras (800 a.C.-200 D.C.) sono testi di geometria che usano numeri irrazionali, numeri primi, la regola del tre e radici cubiche, approssimando la quadratura del cerchio, risolvendo equazioni lineari ed equazioni quadratiche, determinando algebricamente terne pitagoriche ed enunciando una dimostrazione numerica del teorema di Pitagora.

Viene espresso anche un algoritmo infinito per il calcolo di radice di 2 con cui vengono calcolate le prime 5 cifre decimali.

Pingala (IV secolo a.C.-III secolo a.C.) inventò non solo un sistema binario (che verrà poi ripreso nell'epoca moderna per lo sviluppo dell'Information Technology) ma  studiò anche quelli che in seguito sono stati definiti come la "sequenza di Fibonacci" , "il triangolo di Pascal" e formulò la definizione di matrice.

Fra il IV secolo a.C. ed il III secolo d.C. i matematici indiani furono i primi a sviluppare ricerche sulla teoria degli insiemi, dei logaritmi, delle equazioni di terzo e di quarto grado, serie e successioni, permutazioni, combinazioni, estrazione di radici quadrate, potenze finite e infinite.

Nel manoscritto Bakshali, composto tra il III secolo a.C. ed il III secolo d.C., si trovano soluzioni di equazioni lineari con più di cinque incognite, la soluzione di equazioni quadratiche, geometriche, sistemi di equazioni, l'uso del numero zero, i numeri negativi e anche puntigliosi algoritmi per il calcolo di numeri irrazionali.


01/10/14

I testi matematici antichi | matematica dalla preistoria all'era digitale

Civiltà antiche

E' dall'antico Egitto che provengono i testi matematici più antichi che la nostra civiltà possa possedere, e nel periodo del Regno di mezzo, (2000-1800 a.C. ca., papiro di Mosca), dalla Mesopotamia, (1900-1700 a.C. ca, tavoletta Plimpton 322) e dall'India, (intorno all'800 a.C.-200 D.C., Sulba Sutras).

Tutti questi testi toccano il cosiddetto teorema di Pitagora, che sembra essere il più antico e diffuso risultato matematico che va oltre l'aritmetica e la geometria elementari.

Matematica dell'Antico Egitto (2000 a.C. - 600 a.C.) 

Il più antico testo egizio finora scoperto è il papiro di Mosca, datato fra il 2000 a.C. e il 1800 a.C.
Come molti testi matematici antichi si presenta come un problema basato su una storia, apparentemente scritto a scopi ricreativi.
La parte ritenuta più interessante è quella nella quale si espone un metodo corretto per trovare il volume di un tronco di piramide: il solido viene scomposto in parallelepipedi e prismi; sommando poi i volumi si ottiene il volume cercato.
Un altro testo importante è il papiro di Rhind (datato intorno al 1650 a.C.), un manuale di istruzione di aritmetica e geometria.
Oltre a fornire formule per aree e procedimenti di moltiplicazione, divisione e operazioni con frazioni a numeratore unitario, contiene l'evidenza di altre nozioni matematiche come numero primo, media aritmetica, media geometrica, media armonica e numeri perfetti. Vi si trova .anche una spiegazione primitiva del crivello di Eratostene e il metodo per la soluzione di un'equazione lineare del primo ordine.
Inoltre gli Egizi preferivano esprimere i numeri razionali come somma di frazioni con numeratore unitario oppure della frazione 2/3: per esempio 2/15 viene espressa come 1/10 + 1/30.
Ancora oggi ci si riferesce a questa tecnica come frazione egiziana.
parte del papiro
di Rhind

Il papiro di Rhind contiene anche nozioni di geometria non banali come un metodo per ottenere un'approssimazione di \pi con un'imprecisione inferiore all'1%, un primo tentativo di effettuare la quadratura del cerchio e il primo uso conosciuto di un tipo di cotangente. Nel periodo ellenistico gli studiosi dell'Egitto per i loro scritti abbandonarono l'antica lingua e adottarono la greca. Da quel momento la matematica degli egizi si fuse con quella greca dando vita alla grande matematica ellenistica.




25/09/14

Nascita della matematica | dalla preistoria all'era digitale -

Nascita della matematica

Come nasce la matematica?

Fin dalla sua apparizione sulla Terra, l’uomo prima di comunicare con la parola ha comunicato con i numeri. Infatti si sono ritrovati dei disegni con conoscenze matematiche e della misurazione del tempo basata sull'osservazione delle stelle.

 

Altri reperti preistorici scoperti in Africa e in Francia, datati tra il 35.000 a.C. e il 20.000 a.C., indicano i primi tentativi di calcolo. I paleontologi pensano che i primi conteggi coinvolgessero donne che registravano i loro cicli mensili o le fasi lunari.

Insieme ai disegni si sviluppò il concetto di numero. Si pensa che le prime considerazioni riguardassero i branchi di animali e la distinzione tra i concetti di uno due e molto, come ancor oggi fanno gli “zulu”, i “pigmei” africani, i nativi delle Isole Murray, i “kamilarai” australiani e i “botocudo"brasiliani.
Si è verificato che altre popolazioni erano in grado di aumentare la capacità di conteggio visivo guardando, secondo un preciso ordine, alcune parti del proprio corpo, contando fino a 17, 33, 41 a seconda dei riferimenti utilizzati.
Sembra però, senza il bisogno di contare, che la capacità visiva di elementi percepita sia di quattro.
E' da notare che alcune lingue riportano la declinazione delle forme al singolare, duale, triale, quattriale e plurale. Anche in latino solo i primi quattro numeri (unus, duo, tres, quatuor) sono declinabili.

In seguito questi concetti si manifestarono con tacche e incisioni, sviluppando così le prime semplici nozioni geometriche. I paleontologi hanno scoperto rocce di ocra in una caverna del Sudafrica adornate di configurazioni geometriche che risalgono al 70.000 a.C.
L'osso d'Ishango, ritrovato nell'area delle sorgenti del Nilo (nord est del Congo), presenta delle incisioni che potrebbero indicare una primitiva conoscenza della sequenza dei numeri primi.
Osso d'Ishango-perone di babuino  
(Real Museo di Scienze naturali di Bruxelles)


Monumenti megalitici che in Egitto risalgono fino al V millennio a.C. e in Inghilterra e Scozia a partire dal III millennio a.C., con il loro disegno concretizzano idee geometriche come quelle di cerchio, ellisse e terna pitagorica e una possibile comprensione della misurazione del tempo basata sui movimenti delle stelle. Intorno al 2600 a.C. le tecniche per le grandi costruzioni mostrano la padronanza della geodesia di precisione.

Le prime nozioni matematiche che ci sono giunte dall'antica India risalgono fra il 3000 a.C. e il 2600 a.C., prevalentemente nell'India settentrionale e nel Pakistan. 
Furono sviluppati un sistema di pesi e misure uniformi che si serviva di frazioni decimali, una tecnologia dei mattoni sorprendentemente avanzata che utilizzava i rapporti di strade disposte secondo perfetti angoli retti e di un'enorme varietà di forme e figure geometriche (parallelepipedo rettangolo, botte, cono, cilindro e figure di cerchi e triangoli concentrici ed intersecati).

Tra gli strumenti matematici scoperti vi sono un'accurata riga con suddivisioni decimali precise e ravvicinate, uno strumento a conchiglia che serviva da compasso per misurare angoli sulle superfici piane secondo multipli di 40 – 360 gradi e uno strumento per la misura delle posizioni delle stelle per la navigazione.

La scrittura dell'Indo non è ancora stata decifrata; pertanto si conosce molto poco delle forme scritte della Matematica indiana.

L'evidenza archeologica ha condotto alcuni storici a credere che questa civiltà usasse un sistema di numerazione in base 8 e possedesse la nozione del rapporto fra lunghezza della circonferenza di un cerchio e del suo diametro, cioè un valore di π.

09/09/14

Matematica - dalla preistoria all'era digitale - INTRO

Matematica - dalla preistoria all'era digitale

Introduzione
Prima di iniziare, desidero esprimere il mio "GRAZIE" più sentito e sincero a tutti gli amministratori di questo blog per l'opportunità che mi hanno concesso, sperando che ne sia all'altezza.  Per capire bene l'era informatica e quindi digitale, parto dalla nascita della matematica, passando dal "non c'era una volta" all'era del pallottoliere, ai primi tentativi di generare calcolatrici meccaniche fino all'era del computer e suoi simili.
Cercherò, nel limite del possibile, di spiegare come funziona il computer, la sua logica, i suoi componenti spiegandone, di volta in volta, i vari termini e le loro funzioni.
Il termine matematica deriva dalla parola greca "mathema" che ha vari significati:
    • scienza
    • coscienza
    • apprendimento
      La parola "mathematikos" significa incline ad apprendere, all'apprendimento.
      E' la regina delle scienze, dove ogni disciplina scientifica o tecnica (fisica, astrofisica, ingegneria, economia, informatica) fa largo uso di strumenti di analisi e di calcolo.
      Negli ultimi anni si stanno sviluppando anche altri rami della matematica, o per meglio dire, dell'informatica:
        • robotica, per lo studio e sviluppo di robot con caratteristiche umane
        • domotica, dove si può controllare tutta la casa tramite pc, tablet o smartphone quando si è fuori
          L'uomo ha usato, ma soprattutto abusato questa scienza per costruire e inventare macchinari, farmaci salvavita, andare alla conquista dello spazio e nello stesso tempo distruggendo la natura deviando e inquinando i corsi dei fiumi, laghi, mari, costruendo armi belliche sempre più potenti. In nome del profitto e del dio denaro.
          Matematica
          Dalla preistoria all'era digitale

          Nonostante tutto questo, ha continuato a studiare questa scienza contribuendo, anche grazie alle nuove tecnologie che nel corso dei secoli si sono sempre più evolute, a creare apparecchiature elettroniche utili ad alleviare il suo lavoro fisico e mentale, a rendere più sicure le nostre auto, la nostra vita e, perché no, anche per i nostri svaghi.


            

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