Il-Trafiletto
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04/08/14

Odori in coppia

Odori in coppia
Un episodio illustra in modo significativo il rapporto tra odori e scelte sentimentali. 

Una donna racconta di un appuntamento con un uomo conosciuto su Internet: in teoria, il partner sembrava l'uomo dei suoi sogni.

Ma quando si sono incontrati di persona, non è riuscita a superare il fatto che avesse "un odore strano: sapeva vagamente di latte". Anche se in maniera meno plateale, l'odore di un potenziale partner ha sempre effetti importanti: infatti, è un indicatore della nostra compatibilità reciproca. Dal punto di vista riproduttivo, è preferibile non avere le stesse malattie del partner e non trasmettere tratti patologici recessivi. Per questo, tendiamo ad accoppiarci con chi ha un sistema immunitario diverso dal nostro. La codifica del sistema immunitario è opera di un gruppo di geni noto come complesso maggiore di istocompatibilità, che influenza l'odore corporeo.

In questo modo, possiamo riconoscere un buon compagno annusandolo. È stato dimostrato sperimentalmente che le donne trovano più sexy l'odore di magliette indossate da uomini con un sistema immunitario molto diverso rispetto al loro. La società svizzera Basisnote ha fatto tesoro del principio secondo il quale gli opposti si attraggono: grazie a un test della saliva, ha sviluppato un metodo per assegnare a ciascun individuo un codice olfattivo personale ("tipo olfattivo"), inseriti nei profili Internet dei vari utenti. Secondo il sito web dell'azienda, grazie a questa indicazione potremo scovare "a naso" il nostro partner ideale.(science)


03/08/14

Anatomia dell'olfatto

Come funziona esattamente il nostro odorato?

Se gli occhi sono una finestra aperta sul mondo, potremmo dire che il naso è una porta aperta sui nostri ricordi. È lo stretto legame tra le strutture coinvolte dall'olfatto (il sistema olfattivo e quello limbico, deputato a "gestire" emozioni e ricordi) a rendere questo senso tanto interessante.
Anatomia dell'olfatto

Questione di naso | Legame profondo tra odori ed emozioni

Perché alcuni profumi riescono a evocare i nostri ricordi di infanzia? Dallas Campbell ci dice tutto sul percorso privilegiato che dagli odori porta alle emozioni.

Alzi la mano chi non è mai stato travolto da un profumo particolare e proiettato magicamente in un altro luogo e in un altro tempo, distantissimo dalla situazione che sta vivendo. Una fragranza può diventare, infatti, un ponte incredibile verso il passato. Come può avvenire tutto ciò?

ISTINTI ANIMALI
Va detto che la nostra sensibilità olfattiva non è neppure lontanamente paragonabile a quella di altri mammiferi. "Un naso umano medio ha circa cinque milioni di recettori olfattivi per narice", dice Tìm Jacob dell'Università di Cardiff, in Gran Bretagna. "Non pochi, ma un'inezia rispetto ai cani: i segugi 'vincono' con quasi 250 milioni di queste cellule sensoriali". Nel mondo animale, l'odorato è essenziale per procurarsi il cibo, difendersi dai pericoli e riprodursi (in altre parole, "Dove trovo il pranzo?", "Sto per diventare il pranzo di qualcuno?", "Posso invitarti a pranzo?"). Particolarmente interessante, però, per noi e soprattutto per chi agisce spinto da motivazioni commerciali, è la capacità del nostro apparato olfattivo di teletrasportarci nel tempo con profondi effetti sulla nostra sfera psicologica. Tutti abbiamo vissuto un'esperienza simile: un sentore appena accennato, ma molto specifico, ci ha improvvisamente ricordato un periodo, una persona, un luogo, un evento.
Legame tra odore e emozioni

Che succede in tal caso? Prima di tutto, il bulbo olfattivo (la parte del cervello incaricata di elaborare gli odori) è direttamente collegato al sistema limbico, l'area cerebrale "primitiva" che comanda stati d'animo, emozioni e soprattutto, i nostri ricordi involontari, quelli cioè che emergono spontaneamente senza doverli attivamente richiamare. Il legame tra odori e emozioni è molto profondo. "Dal punto di vista evolutivo, l'area cerebrale che è oggi suddivisa nelle varie componenti del sistema limbico era, un tempo, tutta corteccia olfattiva", dice Rachel Herz, che ha condotto ampie ricerche sull'impatto psicologico degli odori presso la Brown University, negli USA. "Con l'evoluzione, si sono poi differenziate le varie strutture. Quindi, potremmo non essere in grado di sperimentare le emozioni se non avessimo il senso dell'odorato. Le informazioni trasmesse dai profumi e dalle emozioni sono fondamentalmente le stesse: entrambe ci spingono ad avvicinare oppure a evitare qualcosa".

MESSAGGI OLFATTIVI
Esistono, dunque, legami tra odori specifici e le nostre emozioni. Ma si tratta di processi innati, oppure acquisiti? "Assolutamente acquisiti", conferma Herz, autrice di The Scent of Desire. "Non esistono effetti psicotropi innati riferibili agli odori: è tutto frutto del nostro vissuto o del nostro retroterra culturale". Questo porta ad alcuni effetti interessanti. "La fragranza di Gaultheria è poco apprezzata in Europa settentrionale e amatissima negli Stati Uniti", racconta Herz. "Negli USA, infatti, è impiegata per aromatizzare mentine o gomme da masticare, mentre in Europa del Nord oggi viene utilizzata per profumare un detergente per W.C. e, in passato, era un medicamento e un analgesico. Ciò che ricolleghiamo a un odore determina la nostra risposta nei suoi confronti". Queste associazioni mentali non sempre sono individuali: a volte, formiamo collegamenti collettivi. "In Nord America e nell'Europa occidentale, la lavanda ha connotazioni altamente evocative di uno stato di rilassamento", dice ancora Herz.

"Tali messaggi determinano il contesto di interpretazione di questo odore ogni volta che lo incontriamo. Se, però, qualcuno ha avuto un'esperienza negativa la prima volta che ha annusato la lavanda, quella persona non la giudicherà una fragranza rilassante". Una volta stabilita un'associazione con un odore, gli effetti possono essere ad ampio raggio. Il Gottfried Laboratory della Northwestern University, negli USA, studia l'impatto olfattivo sulla nostra mente. In uno studio, in particolare, un gruppo di volontari è stato esposto a un odore piacevole e un altro gruppo a uno spiacevole (entrambi gli odori erano proposti in concentrazioni talmente basse da risultare scarsamente percepibili); poi, è stato chiesto ai partecipanti di assegnare punteggi a volti umani visualizzati su uno schermo. "Dopo l'esposizione a un odore subliminale piacevole, i volti sono stati più spesso giudicati simpatici, e viceversa", dice Jay Gottfried.

"Gli effetti, dunque, possono andare oltre la sfera cosciente". Il legame tra odori ed emozioni funziona anche nella direzione opposta: presso lo stesso laboratorio Gottfried, alcuni volontari sono stati esposti a una leggera scossa elettrica, durante la quale hanno percepito un determinato odore. In seguito, sono riusciti a cogliere la differenza tra quel profumo e un altro, mentre in precedenza, li avevano giudicati indistinguibili. Le nostre conoscenze relative alle implicazioni psicologiche degli odori risultano sempre più sfruttabili a livello commerciale.(science)


15/07/14

COME GLI ODORI CI CONDIZIONANO LA VITA

Ci aiutano a ricordare il passato. Contribuiscono alla scelta del partner. Sono utilizzati per spingerei all'acquisto. Sveliamo i meccanismi di un fenomeno misterioso. Solo in apparenza

A cosa servono, davvero, gli odori? E una domanda che ci poniamo quando il nostro naso entra in contatto con qualche olezzo poco piacevole. Quando invece le nostre narici sono solleticate dal profumo di un fiore, del pane appena sfornato o del borotalco sul collo dei nostri bambini, la risposta arriva da sola: il profumo è piacevole, stimola il nostro appetito facendoci venire 1'acquolina in bocca, sembra perfino in grado - anche se non sappiamo perché - di regalarci emozioni tenere e affettuose. In realtà, le cose sono un po' più complicate di così.
UN RUOLO CHIAVE 
Gli odori hanno un loro ruolo: basti pensare che è soprattutto il naso a farci apprezzare ciò che mangiamo: ce ne rendiamo conto ogni volta che un raffreddore ci toglie la possibilità di gustare un buon pranzo, rendendo tutti uguali i sapori delle vivande. «Il gusto vero e proprio, che ha sede nelle papille gustative, riconosce solo i quattro sapori fondamentali - amaro, dolce, acido, salato - mentre è l'olfatto a regalarci le sfumature». E oggi sappiamo anche che quanti sono costretti a vivere per nascita o in seguito a un trauma senza questa facoltà apparentemente superflua, pagano questa privazione (ossia 1'anosmia, definizione scientifica della perdita completa dell' olfatto) con una «perdita di intensità emozionale» quando non con veri e propri disturbi dell'umore.

Noi - figli di una civiltà soprattutto visiva e uditiva - tendiamo a dimenticarci degli odori; e così la scienza, che per anni ha ignorato olfatto e profumi. Solo scrittori e poeti hanno continuato a ricordarci - come faceva Proust con le sue Madeleinettes - il valore di un profumo che ci riporta indietro nel tempo. Ma oggi la cenerentola dei sensi si sta prendendo la sua rivincita: i ricercatori americani hanno ribattezzato addirittura «effetto Proust» il fenomeno per cui un odore significativo può richiamare immagini e volti che credevamo dimenticati. E questa è solo una delle bizzarrie della memoria olfattiva. Sappiamo per esempio che è difficile «etichettare» un odore, anche se lo abbiamo sentito mille volte, se ci fanno annusare, per esempio, della lozione solare ci può succedere di non capire di cosa si tratti, anche se la percepiamo come un odore noto e familiare. La memoria olfattiva è governata da leggi proprie, diverse da quelle che regolano gli altri sensi.

Intanto, bisogna intendersi sui termini: possiamo riuscire a riconoscere o identificare un odore, ma rievocarlo è difficile, forse impossibile anche per i nasi più fini: «immaginiamo la tazzina di caffè fumante, sentiamo il rumore familiare della caffettiera che borbotta. Ma siamo davvero in grado di rappresentarci 1'odore del caffè, di sentirlo internamente? Di solito, no. In compenso, i ricordi relativi agli odori resistono indenni al passare del tempo, sepolti nella zona più antica del nostro cervello, e quindi immuni alle «distrazioni » che ci fanno dimenticare nomi e facce. Non abbiamo rappresentazioni mentali consapevoli degli odori. Per questo sono difficili da ricordare, ma anche da dimenticare , lo sa bene chi ha sviluppato, magari in seguito a un malessere, un' avversione per l'odore di un determinato alimento.
EPPURE NEI MODI DI DIRE... 
Esperienze personali a parte, in fatto di odori abbiamo più o meno tutti gli stessi gusti. Siamo d'accordo, insomma, che le violette hanno un odore più gradevole delle uova marce, o almeno, questo vale per gli adulti, precisa lo psicologo, sotto i cinque anni, potremmo trovare gradevoli anche l'idrogeno solforato - che odora appunto di uova marce - o altri olezzi che farebbero storcere il naso a una persona più grande. Eppure anche se le nostre capacità olfattive sono inferiori a quelle di altri animali, l'olfatto ha nella nostra vita un peso maggiore di quello di cui ci rendiamo conto. Esperimenti classici dimostrano che una persona su tre è in grado di riconoscere un indumento indossato dal partner . Ma ad avere naso sono soprattutto le mamme, in grado di identificare dall'odore gli indumenti dei loro figli, mentre una ricerca realizzata al Monell Chemical Sciences Center di Philadelphia (Usa) mostra che molte donne sono in grado di distinguere l'odore del sudore di persone che hanno guardato un film divertente o un film da brivido.

La saggezza popolare lo sapeva già: non ci riferiamo forse all'importanza dell'olfatto, quando diciamo che una situazione «ci puzza », o che «a naso» una certa cosa non ci convince? Non c'è da stupirsi, dunque, che le imprese stiano cercando di sfruttare gli odori per i loro fini. Per esempio, cercando di produrre un profumo a base di feromoni, le sostanze chimiche emesse dal nostro corpo, non percepibili a livello cosciente, ma in grado di stimolare l'attrazione sessuale. Negli anni Settanta, in un esperimento rimasto famoso, Martha McClintock dell'università di Harward dimostrò che proprio grazie ai feromoni le ragazze che vivono insieme nei college sincronizzano involontariamente il proprio ciclo mestruale. Ma gli esperimenti che puntavano a sfruttare queste sostanze per aumentare le attrattive di un determinato soggetto non hanno dato risultati soddisfacenti. I trucchi del marketing il profumo ai feromoni quindi resta un falso, ma questo non significa che le industrie non siano in grado di «prenderci per il naso». «Qualche anno fa, un noto supermercato inglese diffuse attraverso l'impianto di aria condizionata un aroma di pane appena sformato, con l'obiettivo di attrarre i consumatori », spiega Neil Martin, neuropsicologo della Middlesex University (Inghilterra). Da quando lo psichiatra americano Alan Hirsch dopo aver osservato che i clienti di un grande casino di Las Vegas spendevano di più se 1'aria che respiravano profumava di fiori - ha inventato il marketing olfattivo, industrie e commercianti si sono adeguati: i venditori di auto spruzzano profumi che odorano di cuoio sui sedili delle auto, e alcune banche americane hanno distribuito banconote e libretti di assegni profumati alla rosa o alla violetta.

«Ma la domanda più interessante è un' altra», prosegue lo psicologo inglese. «Un odore può servire a trattenere più a lungo i consumatori in un negozio, metterli di buon umore e indurli a spendere di più? Ricerche sperimentali dimostrano che un negozio che ha un buon odore viene percepito dai consumatori come più gradevole e moderno, e che le merci appaiono più attraenti». Hanno ragione, dunque, i negozi che diffondono profumi tra i banchi, come ha fatto Woolworth che ha scelto il vin brùlé come profumo di ambiente per il periodo natalizio. Qualunque cosa può essere profumata per renderla più gradevole: «ma attenzione», avverte Martin, «in questo caso l'aroma deve essere "coerente" con l'immagine del prodotto: è stato verificato sperimentalmente che un detersivo per piatti al limone è giudicato più efficace di uno profumato al cocco, mentre una lozione solare che sa di cocco è considerata migliore di quella al limone».

Resta il fatto che gli odori sono la nuova frontiera della pubblicità. E c'è anche chi - per ora, solo negli Usa - sta pensando a campagne elettorali aromatizzate in cui il volto del candidato sia associato a un profumo che ne diventa in qualche modo il «segno distintivo». Ma per fortuna 1'olfatto può essere sfruttato anche per fini più nobili: come fanno quelle compagnie aeree che utilizzano il profumo di vaniglia per calmare i passeggeri più ansiosi. O come ha fatto la Lega del Filo d'Oro, l'associazione che si occupa del recupero di bambini sordociechi e che ha utilizzato, nella propria sede di Osimo, percorsi «olfattivi» per guidare i piccoli ospiti lungo i vialetti del giardino.

29/03/14

Salbutamolo, un broncodilatatore per i sintomi delle allergie primaverili.

E' arrivata la primavera ( almeno sul calendario ) e porta con se la maggiorazione dei sintomi legati alle allergie, come gli attacchi di asma. L’asma è una patologia in aumento e molto frequente, soprattutto nella popolazione pediatrica. Sapere cosa fare in caso di un attacco di asma è importante per tutti, non solo per il bambino che ne soffre. Un attacco d’asma è causato da un brusco restringimento dei bronchi che portano l’ossigeno agli alveoli polmonari dove passa nel sangue. Questo vuol dire quindi una quantità ridotta di ossigeno che passa nel sangue, una difficoltà a respirare e spesso il classico fischio che in alcuni casi si può ascoltare ad orecchie nude. I fattori che possono scatenare un attacco d’asma sono molteplici: si va dagli abbondanti allergeni inalati (graminacee per esempio)alle infezioni virali, da uno sforzo fisico al fumo di sigaretta. In genere si avvertono dei segnali che anticipano di alcune ore la comparsa dei sintomi allergici, specialmente quelli respiratori. Questi segnali variano da paziente a paziente e possono essere diversi di volta in volta anche nello stesso soggetto. Imparare a riconoscere i segnali di avvertimento da parte del paziente significa agire prontamente su di essi, in questo modo si potrà evitare complicazioni molto gravi. I principali segni di avvertimenti che anticipano la comparsa degli attacchi d’asma nel bambino sono: naso che cola, starnuti ripetuti e tosse secca insistente, soprattutto notturna. La tensione emotiva peggiora gli attacchi d’asma, per cui è fondamentale che i genitori rimangano calmi ed assicurino altrettanta tranquillità al bambino. I farmaci da utilizzare in caso di attacco d’asma sono i broncodilatatori che servono a riaprire i bronchi che si sono chiusi velocemente. Il salbutamolo è un broncodilatatore in gocce per aerosol che va diluito con soluzione fisiologica, oppure spray da utilizzare sempre con un adeguato distanziatore. somministrato secondo il seguente schema: Aerosol: adeguato numero di gocce di salbutamolo in base al peso del bambino diluite in almeno 3 ml di soluzione fisiologica 3 volte al giorno per 4 giorni, 2 volte al giorno per 3 giorni, 1 volta al giorno per 2 giorni, oppure spray con distanziatore 3 – 4 puffs al giorno per 4 giorni, 2 – 3 puffs al giorno per 3 giorni, 1 – 2 puffs al giorno per 2 giorni Se vengono utilizzati gli spray e non si ottiene una risposta immediata alla prima somministrazione si possono ripetere i puffs fino a quattro somministrazioni nella prima mezzora. L’areosol può essere ripetuto dopo venti minuti se non vi è stato alcun miglioramento dei sintomi. In assenza di miglioramento è opportuno avere a portata di mano un cortisonico da somministrare per bocca e portare il bambino al più vicino pronto soccorso possibilmente pediatrico. Se si ha intenzione di allontanarsi da casa per un periodo di tempo superiore ai due giorni è meglio fare una scorta adeguata delle medicine necessarie.

26/03/14

Perchè si dice "avere la puzza sotto il naso"?

Vi sono dei modi di dire, facenti parte del nostro lessico quotidiano, che usiamo con grande facilità e in svariate occasioni. Ci sono persone con cui abbiamo a che fare che ci guardano dall'alto a lbasso dandoci l'impressione di mettere fra noi e loro una barriera sociale, che nei nostri confronti sono scostanti,  come se avessero disgusto. Siamo portati a dire che "hanno la puzza sotto il naso".
Ma da dove deriva questo modo di dire?
Naso

Avere la puzza sotto il naso, essere altezzosi, schizzinosi, sembra avere origini molto antiche, addirittura bibliche. Noè, compunto e lindo si apprestava a fare salire sull'Arca gli ultimi animali. Alcuni di questi, molto piccoli, si infilavano tra le zampe di quelli più grossi; degli elefanti persino, dei leoni, delle giraffe, riuscendo anche a impaurirli. Di più: prima del loro passare, quegli altri si ritraevano quasi, con le orbite rivolte al tetto dell'Arca, quasi a passarci attraverso, pure di evitare il contratto tra questi incroci tra gatti forse e scoiattoli: erano le puzzole. -"Ma Signoriddio" esclamò Noè, con una pezza attorno al naso, "come puoi costringere noi e loro a vivere sotto lo stesso tetto, per tutto questo tempo, e nell'impossibilità di aprire persino uno spiraglio, a causa di questo diluvio senza precedenti che ci stai mandando? ". "Che problema c'è..." chiese l'Iddio. " Signore, Signore ma avete visto: noi e loro, loro e noi insieme a respirare la stessa aria... La loro aria!". "Allora?". "Ma la ...puzza, Domineddio! La puzza!!". "E vabbè, quante storie.... ...Si abitueranno...'ste piccole creature del Signore".
Un'altra teoria invece, riporta al Medioevo,  alla scoperta dell' America, quando iniziò la schiavitù.  Gli schiavi non potevano usufruire dei servizi pubblici, quindi il loro odore era quasi insopportabile,e le loro condizioni igieniche altrettanto. I nobili quindi per scappare da questo odore dovevano allontanare il loro naso in qualche modo senza far capire a nessuno di farlo, e quindi lo facevano come se fosse un segno di superiorità, alzando la testa con presunzione e arroganza e torcendo il naso in segno di insoddisfazione e odio.

29/10/13

Sei raffreddato? Hai continuamente le mani al naso? Ecco i rimedi naturali

 Non so voi, ma il raffreddore è quel malanno di stagione che odio di più. Il naso si chiude, la testa diventa pesante, siamo tormentati dagli starnuti, dipendiamo dal fazzoletto, la pelle del naso diventa rossa, arrica anche la raucedine tutti ingredienti per dare fondo al repertorio completo di parolacce che conosciamo.
Raffreddore
Il raffreddore colpisce tutti (se tu che stai leggendo non prendi il raffraddore, contattami, vuol dire che sei un mutante) e, diciamocelo, le medicine in questo caso fanno e non fanno (agiscono sui sintomi, manon risolvono il problema). Il raffreddore deve fare il suo decorso e noi dobbiamo solo aspettare.
Inoltre antidolorifici e antipiretici possono darci sollievo momentaneo, ma ricordiamoci che mettere a tacere il dolore non risolve il problema, anzi, nasconde i segnali che il nostro corpo ci sta inviando per farci capire che qualcosa non va.
Ciò non vuol dire che dobbiamo stare con le mani in mano, vediamo come possiamo cavarcela.
In particolare, ecco tre trucchi naturali ma soprattutto di immediato sollievo ed efficacia. Lo zenzero, pianta erbacea dell'estremo oriente, si compone di fusto, foglie, fiore e frutto. E' dal fusto che vengono estratti gli oli essenziali e principi attivi che fanno al caso nostro. Al supermercato, lo zenzero ( o Ginger ) si trova sotto forma di polvere, capsule, oppure potete acquistare la radice intera, che è proprio quella che ci serve.
Per preparare un infuso contro il mal di gola, basta tagliare pochi cubetti di radice, spellarla, metterla a bollire in acqua per 5 minuti e aggiungere qualche goccia di limone, oppure, per renderlo un po' più appetitoso, una bustina del nostro te preferito a seconda del gusto.
Spesso corriamo a comprare  spray vaso dilatatori per avere un sollievo immediato. Questi a lungo andare creano assuefazione e il nostro naso avrà bisogno di molto più tempo per riprendersi del tutto. Un rimedio naturale, e molto piacevole per l'olfatto, consiste in poche gocce di oli essenziali come eucalipto o menta da diluire in una ciotola di acqua bollente. Come insegnava la nonna, fazzoletto sulla testa e giù con la faccia a respirare gli effluvi. Vie respiratorie libere e aroma boschivo per tutta la casa. Fateli prima di andare a letto!
Perché ricorrere a pastiglie e integratori quando la natura ci offre le sue vitamine in confezione eco e sicuramente più gustosa con i suoi frutti e le sue verdure? Al mattino una bella spremuta di due arance e mezzo limone, a metà mattina una mela, digeribile e ricca di sali minerali e vitamine che aiutano a superare la sensazione di stanchezza e inappetenza. Per il resto della giornata mangiare leggeri . E ovviamente, una sana dose si riposo, la sera, con un buon libro e una tisana.


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