Il-Trafiletto
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06/06/14

Salerno | Offerte e donazioni fruttano a Monsignor Scarano una ricchezza di 6 milioni di euro.

Ricco. Molto ricco. La Procura salernitana ha quantificato il patrimonio in possesso di Monsignor Nunzio Scarano: sei milioni e mezzo di euro, secondo quanto scrive il Mattino. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha stabilito che il considerevole patrimonio finanziario accumulato dal prelato è alquanto eccessivo e spropositato se paragonato al suo reddito ecclesiastico. Il monsignore è stato rinviato a giudizio dallo stesso procuratore insieme ad altre cinquanta persone e dovrà comparire il prossimo 16 giugno davanti al gup Renata Sessa presso il tribunale di Salerno per l'udienza preliminare del processo per riciclaggio e falso in atto pubblico. Monsignor Scarano venne arrestato nei mesi scorsi ( una prima volta fu arrestato nel giugno dello scorso anno) dalla guardia di Finanza e gli era stato notificato un ordinanza di custodia cautelare dove venne definito dal gip “persona inquietante”, frequentatore della vita mondana e perciò confinato agli arresti domiciliari. Sono state scoperte finte donazioni a favore di anziani e case di riposo, in realtà passate attraverso i suoi conti correnti e utilizzate per beni personali ed estinzioni di mutui. E’ risultato anche l’acquisto di un appartamento lussuoso a Salerno e quadri di valore, che a tutto servono tranne che al bene e a sollievo degli anziani nella case di cura.

26/02/14

40enne madre di due bambini viene curata al seno destro quando il tumore è presente in quello sinistro. Malasanità a Rimini.

Il caso di malasanità è datato 2011, ma in questi giorni è ritornato sulle colonne della carta stampata dal momento che lo scorso 16 dicembre si è tenuta l’udienza preliminare davanti al gip del tribunale di Rimini. Una donna di 41 anni, mamma di due bimbi e malata di tumore al seno sinistro è stata prima operata al seno giusto ma è stata poi sottoposta ad un trattamento di chemioterapia e a diverse sedute di radioterapia al seno sbagliato, ben ventidue. Nonostante la visibile cicatrice dell’operazione sul seno sinistro, la cura di radioterapia è stata effettuata sul seno destro, ovvero quello sano. Senza contare che ora il tumore rischia di tornare. E’ così scattata la presentazione della denuncia per lesioni e la battaglia legale”. La Procura, dopo aver sequestrato le cartelle cliniche della donna e in forza di una perizia medico legale affidata a due esperti di Milano, ha chiesto l’archiviazione. Secondo la perizia della Procura infatti non vi sarebbero lesioni penalmente rilevanti. Il legale della donna, l’avvocato Roberto Urbinati, però si è opposto, presentando una serie di perizie oncologiche e psicologiche di parte in cui emerge il danno per colpa medica e per negligenza. Un danno che i periti quantificano in “una riduzione delle possibilità di sopravvivenza della paziente non inferiore al 20%”. Il gip non ha ancora sciolto la riserva. E' tuttora in fase di stallo anche la causa civile che la signora riminese ha intentato contro l’Ausl romagnola. Assistita dagli avvocati Roberto Urbinati e Alessandro Pagliarani, ha prima tentato la via della conciliazione dove però l’azienda sanitaria non si è presentata. Poi l’udienza civile per danni (si chiede un risarcimento di 800 mila euro) fissata per lo scorso 18 febbraio, è slittata a causa di un errore nell’assegnazione al giudice non competente. “E’ il primo caso in Italia di un tale errore – dice l’avvocato Urbinati -. Nel mondo, solo negli Stati Uniti, in Pennsylvania, uno analogo a quello commesso all’ospedale di Rimini”

31/10/13

Processo Penati: La segretaria del suo grande accusatore parla dal banco dei testimoni

"Preparavo io le buste per i politici, secondo le indicazioni di Di Caterina"- "A Penati sono stati dati almeno 3 milioni di euro"
Filippo Penati
Muova udienza del processo Penati, davanti al tribunale di Monza, a parlare dal banco degli imputati, è Maria Giulia Limonta, stretta collaboratrice dell’imprenditore Piero Di Caterina, grande accusatore dell’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati e con lui imputato nel medesimo procedimento penale che li vede accusati a vario titolo, insieme ad altre otto persone, per corruzione, concussione e finanziamento illecito. "Facevo quello che mi diceva Di Caterina, preparavo le buste su cui venivano indicati nomi di battesimo o indicativi della persona. Le ho preparate per Penati, per il sindaco di Segrate Alessandrini, per il geometra Sostaro", ha detto in aula Limonta. "In qualche caso ero presente alla consegna di denaro a Penati, al quale"- secondo la Limonta,- "in circa tredici anni sono stati dati almeno tre milioni di euro".
Filippo Penati dichiara all'ANSA:"La signora Limonta oggi in udienza non ha mai dichiarato che Di Caterina mi abbia mai versato tangenti, ma ha sempre parlato di prestiti"
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