Il-Trafiletto
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03/10/14

Botta e risposta tra FLCIGL e Renzi | Nessun raggiro su stipendi e destino terza fascia

Botta e risposta tra FLCIGL ed il Governo Renzi, riguardo il documento "La Buona scuola" con il proprio "Cantiere scuola". 


Il piano della riforma della scuola previsto dal Governo Renzi, consiste in un documento che provvede ad analizzare e commentare, introducendo idee alternative. Per potere avere accesso alle prossime abilitazioni in previsione di valorizzare l'esperienza lavorativa.

La carriera e le remunerazioni
Le maggiori critiche, quelle più accese, si possono evincere nella parte riguardo al "merito" e agli scatti remunerativi, legati alla raccolta di crediti e non più all'anzianità di servizio, proposta dal Governo Renzi come una innovazione rivoluzionaria. Ma riflettendoci un pò, in un certo senso, lo è, dal momento che, dichiara la FLCGIL, raggira del tutto quanto sottoscritto nella contrattazione per il rinnovo del contratto.

"Il nuovo metodo di avanzamento di carriera - dichiarano dal Sindacato - proposta nel Piano è prevista tutta fuori dal contratto (ivi incluso il compenso), è fatta senza alcuna spesa con lo spostamento di poste contrattuali. Anzi, vi è di più: il passaggio dagli scatti di anzianità agli scatti di competenza sarà preceduto da tre anni di vuoto. Ciò vuol dire che dal 1 settembre 2015 al 31 dicembre 2018 il sistema degli scatti verrà congelato per tutti ad eccezione di coloro che si trovano al 33° anno di servizio. Per questi ultimi rimarrà in vigore l’attuale sistema."

Perciò, non soltanto una proposta senza spese, ma con alcuni tagli mascherati da "merito", come è stato più volte denunciato già dai primi spunti del documento come redazione. Una stranezza, avvertono dal sindacato, dato che in base ai dati OCSE l’anzianità ha comunque un peso nei percorsi di carriera dei docenti in tutti i paesi. La FLCGIL si dice d'accordo a rivedere i carichi di lavoro, orario, organizzazione, ma il tutto deve avvenire tramite una contrattazione e non per legge, "rilegificando" lo stato giuridico.


17/09/14

Stipendi bloccati: i nostri insegnanti guadagnano la metà di quelli tedeschi


Bloccare gli stipendi degli insegnanti! Pare essere una delle maggiori priorità del governo, ma sembrerebbe che i nostri insegnanti guadagnino metà di quello che guadagnano i loro corrispettivi colleghi tedeschi!


Ad affermare quanto sopra, una tabella di confronto (Fig.1) stilata per l'occasione dalla struttura sindacale del ANIEF che ho come scopo quello di fare suonare come un campanello l'allarme a quanto deciso dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che vorrebbe bloccare le remunerazioni addirittura fino al 2018.

Gli insegnanti italiani ad oggi ricevono il 30% di stipendio in meno a differenza alla media Ocde e a differenza dei rispettivi colleghi tedeschi siamo quasi al 50% in meno. L'informazione resa nota dall'ANIEF, riecheggia come un'atto d'accusa nei confronti dell'attuale Governo che vorrebbe protrarre il blocco degli stipendi fino al 2018, proponendo l'abolizione degli scatti remunerativi automatici, in cambio di quelli regolamentati con un nuovo sistema meritocratico soltanto per il 66% degli insegnanti. 
Fig.1

"Oggi il Governo - cosi si esprime Pacifico - vuole completare l'opera di proletarizzazione della categoria. Invece di tornare a rispettarla e a remunerarla come merita per il prezioso lavoro che svolge".


23/03/14

"Gocce" di notizie: Epifani consiglia a Moretti di riflettere e nondare soddisfazione a chi non lo vuole più

"Consiglio a Moretti, che peraltro fa sempre di testa sua, di riflettere e non dare soddisfazione ai tanti che non lo vogliono piu' ai vertici delle Ferrovie. Io credo invece che debba e possa continuare" nel suo ruolo di amministratore delegato di Fs "ma abbassando lo stipendio". Cosi' l'ex segretariod el Pd, Guglielmo Epifani, ospite di In mezz'ora, sul 'caso' Moretti. "Il problema del tetto degli stipendi non e' un problema di oggi, giustamente Renzi spinge in questa direzione ma bisogna fare le cose con un po' di criterio perche' se solo due manager rispettano il tetto e tutti gi altri non si capisce che c'e' qualcosa che non va - osserva Epifani - Moretti rispetto a chi c'era prima di lui disse che guadagnava
Epifani
troppo, quindi deve riflettere non sul suo valore che non e' in discussione, deve farlo perche' c'e' una domanda nel paese di sobrieta' cui anche chi ha responsabilita' manageriali deve sottostare", conclude Epifani.                                 fonte(AGI) .

21/03/14

Se ne vendono 100 vecchie e se ne comprano 1300 nuove: la bufala delle auto blu

Se ne vendono 100 vecchie e se ne comprano 1300 nuove. Il taglio delle auto blu proclamato da Matteo Renzi si rivela, come ampiamente prevedibile, una bufala. E' vero che le cento auto saranno su eBay dal 26 marzo al 16 aprile, con previsioni d’incasso alquanto incerte,dal momento che non si sa quante se ne venderanno e a quale prezzo, ma è altrettanto vero che lo Stato si prepara a comprare dai concessionari 210 vetture pubbliche nuove, tutte blindate, con una possibilità di spesa fino 25 milioni di euro in due anni.

 E non è tutto. E’ addirittura in corso, pienamente operativa da tempo, un’altra convenzione per l’acquisto centralizzato di 1100 tra berline e utilitarie. Valore della convenzione, 15 milioni di euro. Il tutto per la modica spesa di 40 milioni di euro. Soldi a cui ovviamente vanno aggiunti quelli per gli stipendi degli autisti. E non si tratta certo di 1.200 euro al mese, ma molto di più, anche il triplo di un normale stipendio della Pubblica Amministrazione. se poi non è abbastanza ce n'è dell'altro. Un'altra convenzione per l'acquisto di veicoli green, autovetture elettriche e ibride, valida fino al 2016, oltre agli acquisti operati dai vari enti locali, come ad esempio la Regione Sicilia che ha pubblicato un bando per il noleggio di sette auto blu blindate. Altro che tagli, insomma. La casta non arretra di un solo centimetro. E con Renzi sembra più intoccabile che mai. A vendere bufale, il premier, si sta rivelando bravissimo.

28/01/14

Stipendi tagliati per la svedese Electrolux. Il Ministro Zanonato dà ragione all’Azienda.

Il gruppo svedese Electrolux, azienda di elettrodomestici, minaccia di tagliare gli investimenti e chiudere gli stabilimenti nella Penisola. Gli stipendi italiani sono troppo alti. O si adeguano a quelli dei paesi dell'Est Europa o si tagliano i posti di lavoro. E' la minaccia non tanto velata che pende sulle sorti degli stabilimenti della Electrolux che, nell'incontro di oggi a Mestre, avrebbe proposto un drastico taglio di salari, premi e permessi, sei ore lavorative, stop agli scatti di anzianita’ e al pagamento delle festivita’, riduzione delle pause. Il traguardo e’ abbassare i costi di produzione, specialmente quelli sul lavoro, con tagli sulla retribuzione, che dovrebbero scendere da un massimo attuale di circa 1400 euro a cifre comprese fra i 700 e i 900 euro circa. Per far sopravvivere le sedi produttive di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, il gruppo prevede ora di ridurre di 3-5 euro gli attuali 24 euro dell'attuale costo medio orario del lavoro, in modo da ridurre il divario con i salari in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l'ora.
Secondo fonti sindacali, il gruppo ha lasciato intendere che se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo avrebbe intenzione di fare in Italia. Sempre secondo i sindacati il piano presentato è "irricevibile" e "impedisce alla parte sindacale di proseguire il confronto con l'azienda". Lo ha detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, << Per quanto ci riguarda - ha aggiunto Palombella - questo è il tempo della lotta dura e ad oltranza. Il governo, se c'è, almeno si faccia sentire. Abbiamo atteso invano un confronto con il ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato che non c'è mai stato, ora andiamo direttamente da Letta perché Electrolux per sbarcare in Italia ha usato soldi degli italiani ed ora per guardare ad Est utilizza fondi Ue che in parte sono sempre nostri". Dal canto suo il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato comprende le ragioni dell'azienda e dice: << Gli elettrodomestici italiani sono di ottima qualita’, ma risentono di costi produttivi superiori ai nostri concorrenti” e bisogna quindi ridurli. Fra i punti critici - ha aggiunto, - c’è il problema del costo del lavoro >>. Più tardi, l'ufficio stampa del Ministero Sviluppo ha precisato che, come ripetuto nei giorni scorsi, "aldilà delle polemiche" la prima preoccupazione del ministro sono i lavoratori. E comunque dal Ministero arrivano voci di una convocazione per mercoledì.
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