Il-Trafiletto
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21/02/18

Come essere felici? Auto ironia

Come essere felici? L'auto ironia cioè saper ridere dei propri difetti.


Uno studio dell'Università di Granada colloca i permalosi fra le persone infelici. Pubblicato in Spagna sulla rivista Personality and Individual Differences asserisce che chi fa battute autoironiche  ha un'alta autostima, e non sono inclini alla depressione.Come disse Tommaso Moro: "Beati coloro che sanno ridere di se stessi, non finiranno mai di divertirsi".

Lo studio ha analizzato un totale di 1068 adulti di età compresa tra 18 e 65 anni, che hanno preso parte a diversi test: tra questi alcuni tesi a rilevare il tipo di umorismo e a metterlo in relazione con benessere e personalità e con la gestione della rabbia. La ricerca ha preso in esame quattro tipi di umorismo (ad esempio affiliativo, cioè per fare 'gruppo' o aggressivo). Tra questi anche l'auto-ironia. L'analisi dei dati porta gli studiosi, guidati da Jorge Torres Marín, a evidenziare "ridere di noi stessi non solo aiuta a sopprimere la rabbia, ma aiuta in modo significativo il benessere psicologico". In chi è autoironico migliora anche l'inserimento sociale. http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/stili_di_vita/2018/02/19/il-segreto-della-felicita-saper-ridere-di-se-stessi_8fafacb0-8ee7-4d16-b8a3-40528295d638.html

05/08/14

Il CV delle esperienze | Il prezzo della felicità

Il CV delle esperienze
Alcuni perseguono attività estreme, memorabili, o addirittura spiacevoli, solo per rimpolpare ciò che i ricercatori chiamano "il CV delle esperienze". 

In Kenya, Nicole e Dean soggiornavano presso un hotel particolarissimo chiamato "The Ark", dove è consuetudine far alzare gli ospiti in piena notte. Un brusco risveglio non è certo auspicabile in vacanza, ma Nicole e Dean ne sono stati entusiasti volevano vedere i Big Pive, i cinque animali più ambiti (elefante, rinoceronte, bufalo africano, leopardo e leone) ed erano dunque prontissimi a rinunciare al sonno per aggiungere un nuovo esemplare alla loro "collezione".

Un cartello sulla parete dell'hotel informava che un avvisatore acustico avrebbe suonato una volta per un elefante, due per un rinoceronte, tre per un leopardo, e quattro per un "avvistarne insolito". Alle 3 del mattino, sentendo quattro richiami, Nicole e Dean si sono precipitati fuori per vedere quell'animale fuori dal comune. Che cos'era? "Era", ride Nicole, "un istrice!". Ecco un'altra caratteristica delle esperienze, che le superiori ai prodotti: spesso riusciamo a vederne il lato positivo, o perlomeno sorriderne, anche quando tradiscono nostre aspettative. Ripensando al viaggio fatto, Nicole dice di non avere rimpianti.

Una recente ricerca condotta presso la Cornell University mostra che le persone tendono a rimpiangere l'acquisto di esperienze molto più raramente rispetto all'acquisto di oggetti. I ricercatori hanno chiesto agli studenti di ripensare ad alcune spese decise in passato e di parlare del loro più grosso pentimento. In tema di beni materiali, la maggior parte dei partecipanti ha descritto qualcosa che avrebbe preferito non acquistare, ma in tema di acquisto di esperienze, oltre l'80 per cento degli studenti ha invece raccontato un'esperienza mancata e che invece avrebbero voluto concedersi. Le esperienze sembrano talmente uniche e irripetibili da suscitare maggiori rimpianti quando non le viviamo. Nicole è felice di aver partecipato a un safari, anche se l'appartamento, a distanza di anni, è ancora da ristrutturare. Lei, però, commenta così: "Per nulla al mondo rinuncerei ai ricordi di quel viaggio. Né per un bagno, né per un'intera casa nuova".

Oltre a consentirci di partire per emozionanti avventure, il denaro ci aiuta a trasformare la nostra quotidianità, affidando ad altri l'esecuzione di compiti particolarmente odiati. Un nostro collega, Mike, riferisce di provare "terrore esistenziale" ogni volta che lava i piatti. Se non tutti provano un sentimento così forte di fronte al lavello pieno di schiuma, uno studio di caratterizzazione di una giornata tipo effettuato dallo psicologo Daniel Kahneman ha dimostrato che, prevedibilmente, i lavori di casa figurano tra le attività meno piacevoli. Le ultime ricerche condotte dallo stesso Kahneman suggeriscono anche che il nostro umore dipende, più che dalle circostanze generali della nostra esistenza, da come e con chi trascorriamo il tempo che abbiamo a disposizione. Invece di acquistare auto sempre più lussuose e case sempre più grandi, dunque, dovremmo spendere il nostro denaro per tenere lontano tutto ciò che interferisce con la nostra felicità quotidiana.(science)


19/06/14

L'energia del sorriso

Il malumore è un nemico della salute. Coltivare sentimenti positivi, farsi una bella risata facilitano invece la prevenzione di numerosi disturbi e il buon esito di una cura non c'è nessuna emozione umana, a parte l'amore, che sia così potente e universale come il riso.

Eppure, per la scienza, esso è misterioso come un buco nero». Un mistero che nel tempo sta però rivelando tutta la sua potente carica terapeutica. Sì, perché nel riso, in uno stato d'animo sereno e felice si costruisce una delle basi del nostro benessere. E non si tratta di stimolare artificialmente un' euforia con preparati chimici come la fantomatica «pillola della felicità », o di simulare forzatamente un atteggiamento positivo: il cervello e il corpo non possono ingannarsi, mentre un'emozione autentica, come il ridere, può produrre onde cerebrali diverse da quelle di un sorriso simulato.

Antidolorifici naturali Ridere è il sintomo di un benessere psicofisico e può rivelarsi uno strumento efficace nel processo di guarigione da una malattia: proprio da queste considerazioni è nata la comicoterapia. Ricordate il medico americano Patch Adams che andava in giro per le corsie di ospedale mascherato da clown e di cui l'attore Robin Williams ha dato una magnifica interpretazione? La comicoterapia parte dal principio che la risata ha un effetto positivo sul sistema immunitario perché, oltre a ridurre il livello di ansia, innesca nell' organismo una serie di processi chimici scientificamente dimostrati.

Fra questi, una maggiore secrezione di analgesici naturali quali le betaendorfine e le catecolamine, incremento di anticorpi e linfociti, l'aumento di ossigenazione nel sangue e la riduzione dell'aria residua nei polmoni. In più si arresta la produzione di adrenalina e cortisolo, gli ormoni legati allo stress, calano i battiti del cuore e la pressione sanguigna. La medicina ufficiale, negli anni Ottanta, ha riscoperto gli effetti delle emozioni sul sistema immunitario, studiati dalla nuova branca di psiconeuroimmunologia.

Quest'ultima ha dato il via ad alcune ricerche fino ad allora sconosciute: la gelotologia (ghelos in greco significa risata) che studia il potere terapeutico del ridere. In quegli anni, la comunità scientifica americana si interrogò molto sul caso di un noto giornalista, Norman Cousins, gravemente ammalato (fu colpito da spondilite anchilosante, una malattia che porta alla paralisi delle articolazioni fino alla morte), che riuscì a guarire inspiegabilmente grazie a una cura a base di risate e di vitamina C. Cousins si affidò a una terapia rivoluzionaria: tre-quattro ore al giorno di film comici e 25 grammi al giorno di vitamina C.

La guarigione avvenne dopo circa un anno e qualche tempo dopo arrivò pure il riconoscimento di una validità scientifica e Cousins fu investito della laurea honoris causa.
Dalla ricerca alla sperimentazione sul campo il passo è stato breve. Negli ospedali pediatrici si è affacciata la figura del clowndottore, inaugurata da Hunter Patch Adams. Barzellette, musica, gag comiche e un' attenzione par-ticolare ai desideri espressi dai malati sono gli strumenti della terapia messa a punto da Patch Adams. Se Patch Adams è un vero medico, non lo sono invece i clown-dottori che operano nelle corsie di molti ospedali europei secondo il modello collaudato da Michael Christensen, fondatore della Clown Care Unit (Unità sanitaria di clown) di New York.

Sono cioè attori, artisti di strada o pagliacci, appositamente addestrati, che supportano il lavoro dei medici risvegliando nei pazienti il buon umore per accelerare la loro guarigione. E i risultati sembrano dare ragione allavalidità della clowterapia: alcune ricerche condotte dal New York Presbiterian Hospital hanno rilevato una diminuzione della degenza ospedaliera del 50 per cento e una riduzione dell'uso di anestetici di circa il 20 per cento. Il ridere ferma la produzione di adrenalina e cortisolo, gli onnoni legati allo stress.

15/05/14

E fatti una risata

La psicologia positiva insegna a evocare autostima, altruismo, senso dell'humour Il buon umore, le risate e più semplicemente le emozioni positive sono in grado di assicurare la perfetta forma psicofisica riescono ad abbassare la produzione degli ormoni dello stress, come il cortisolo e a stimolare la produzione di Beta endorfine, analgesici naturali dell' organismo. 

Durante le esperienze piacevoli s'innalza la quantità di un anticorpo, l'immunoglobulina A (SIgA) che preserva dalle infezioni delle vie respiratorie. Per non parlare di tutti gli ormai noti guai che procura lo stress. Insomma, chi è ottimista è capace di garantirsi spazi da dedicare al proprio personale piacere e si ammala di meno: affronta meglio le prove cui lo pone di fronte la vita. Da questi semplici assunti, grazie alle ricerche condotte per più di 20 anni dallo psicologo americano Martin E.P. Seligman, nasce la psicologia positiva: non sterile ottimismo ma darsi da fare perché nella propria esistenza le cose vadano sempre al meglio.

E in effetti la psicologia positiva insegna a evocare autostima, altruismo, estroversione, sublimazione, autoanalisi, senso dell'humour. Vedete tutto nero? Non sopportate l'humour del vostro vicino? Beh, allora avete bisogno di cambiare rotta: coltivare il lato meno piacevole della vita oltre a rendere introversi e antipatici fa anche ammalare. Vediamo come uscirne. Diminuire l'insicurezza. È indispensabile sentire meno pressanti i problemi e cominciare a valutare con obiettività le proprie capacità. Esercitarsi a pensare positivo.

Cancellare dal vocabolario espressioni come «ho paura»: il pericolo è quello di evocare un disagio che peggiora la situazione negativa che si sta attraversando. Andare a cercare il lato positivo in ogni situazione negativa. Il «non essere capace di realizzare un bel niente» si trasforma in «se lo voglio sono in grado di fare qualsiasi cosa».

immagine presa dal web
Riavvicinarsi al gioco, alle piccole gioie di ogni giorno. In definitiva è sufficiente far riaffiorare la parte ludica della vita, di vederla sotto un' ottica diversa: accordare più spazio agli hobby, favorire l'irruzione delle attività che più ci piacciono. Amarsi per star bene con se stessi e con gli altri. Avere fiducia nelle proprie potenzialità, tenere lontani i sensi di colpa, avere una buona immagine di sé. Èevidente che occorre praticare ciò con equilibrio, evitando di sconfinare nel narcisismo, nel senso di onnipotenza.

Riappropriarsi delle proprie emozioni. Ridere o piangere quando è necessario. Cercare ogni occasione per evocare il riso: è una sferzata di salute e di energia (ci si può aiutare con libri comici, film, barzellette, ecc.) L'ideale è scoppiare in una fragorosa risata senza una ragione apparente. Una risata innesca un ciclo di eccitazione e rilassamento che dirada le tensioni e le nuvole nere. E il pianto? È altrettanto benefico: rappresenta un'incredibile valvola di sfogo per emozioni e sentimenti che se lasciati inespressi a lungo aprono la strada ad angoscia e depressione.

Aromaterapia. Ci sono molti oli essenziali che se inalati o effusi in un' ambiente attraverso un apposito diffusore stimolano sensazioni positive e buon umore (bergamotto, arancio, limone, rosmarino, eucalipto, gelsomino, salvia, sandalo, cannella). Lavoro sul corpo. Comprende un insieme di tecniche tipo Trager, Rolfing, Metodo Feldenkrais che sono incentrate sul controllo della postura e degli squilibri muscolari, sul controllo della respirazione e sui massaggi. Gli effetti? Aiutano a rilassarsi, a ottenere una migliore visione di sé, a dissipare le tensioni psicocorporee. Scrittura creativa. Buttare giù poesie, racconti, idee, un diario - senza pretese da grande narratore - permette di stimolare la pace interiore, di mettere ordine nei pensieri, di conoscersi più a fondo.
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