Il-Trafiletto
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04/09/14

Proponiamo di intitolare la strada che porta alla discarica a Giuseppe Coluzzi

Andrebbe dedicata a lui la strada che porta alla discarica di rifiuti: Giuseppe Coluzzi, eletto per Forza Italia come consigliere comunale nel comune di Latina, che voleva ereggere una statuta di Hitler.


Una "provocazione", si giustifica il consigliere comunale di Latina che voleva ereggere una statua di Adolf Hitler da sistemare in città. "Per non dimenticare", dice lui agli attoniti consiglieri che nel corso di un dibattito piuttosto acceso per discutere dell'intitolazione di una strada della citta a Giorgio Almirante ha detto: "Fosse per me, realizzerei anche una statua per Hitler".
Coluzzi ha affermato "la mia era solo una provocozione". Non tarda però a scoppiare la polemica sulla statua di Hitler e il consigliere comunale di Latina chiede scusa pubblicamente per la frase detta in consiglio comunale.

"Se ho potuto ferire qualcuno con la frase utilizzata in consiglio comunale, contenente il riferimento ad Hitler - afferma -, ci tengo francamente a scusarmi. Non sono razzista, ne' nazista ne' tantomeno ho mai avuto, in quanto proveniente da una storia liberale che il mio trascorso di vita e politico testimoniano, alcun apprezzamento umano nei confronti di chi ha scritto la piu' brutta pagina della nostra storia. Si trattava di una provocazione. Volevo semplicemente sottolineare - ha aggiunto - che trovo inutile una discussione di ore per la semplice intitolazione di una strada. La nostra storia e' stata scritta da chi ha fatto del bene e da chi ha fatto del male. Io so distinguere tra quanti hanno combattuto per la liberta' e quanti l'hanno negata. Distinguiamo tra il diritto all'oblio e il dovere della memoria solo in questo modo impediremo che gli errori e gli orrori del passato possano ripetersi".

Ma l'idea non è stata gradita al sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi che ha reagito con una "ferma presa di distanza" dalle dichiarazioni del consigliere di Forza Italia: "In merito alle dichiarazioni rilasciate oggi dal consigliere comunale Giuseppe Coluzzi, per le quali peraltro l'interessato si è prontamente scusato - dichiara Di Giorgi - ritengo che le stesse siano assolutamente inconcepibili e irricevibili, e meritino, in ogni caso, una ferma presa di distanza da parte mia e dell'intera città".

08/01/14

La Storia è un optional. "L'Eredità" insegna.

Fino ad oggi il simbolo dell’ignoranza nel piccolo schermo, visti gli esiti delle prove di cultura generale, era stato affibbiato ai personaggi del popolare reality show “Grande Fratello”. A malincuore dobbiamo ricrederci. La Storia è una materia che sicuramente non piace a tutti, ma si presume che coloro che vengono scelti come concorrenti per un quiz a premi da mandare in onda nei canali della TV di Stato abbiano almeno una minima conoscenza di quelle che dovrebbero essere le nozioni base. Purtroppo non è così. Ne sa qualcosa il popolare Carlo Conti, presentatore del quiz televisivo “L’Eredità”, in puntata andata in onda alcuni giorni fa.
l'eredità

Arrivati al penultimo gioco prima della ghigliottina, i 4 partecipanti si sono trovati davanti questa domanda: “Adolf Hitler viene nominato cancelliere nel” da accoppiare a una delle 4 alternative: “1933, 1948, 1964, 1979”. Naturalmente la risposta è 1933, visto che il dittatore tedesco è morto nel 1945. Scioccanti le risposte dei concorrenti: 1948, 1964, 1979!!! La quarta concorrente per esclusione ha indovinato. Stupore sulla faccia di Carlo Conti. in che anno Mussolini ha incontrato il poeta americano Ezra Pound. Le date erano le stesse, e la risposta, essendo Mussolini morto anche lui come Hitler nel 1945, non poteva essere che la stessa, 1933, eppure una concorrente ha pensato bene di dire nel 1964. A questo punto Conti ha tuonato: “E’ proprio il caso di fare un bel ripassino di storia”. Chissà se questa puntata è stata vista dal Ministro della Pubblica Istruzione e, se sì, cosa ne pensa.

02/01/14

La bomba atomica secondo…Hitler!

Lo scrittore Rainer Karlsch, è convinto che la Germania nazista di Hitler, durante la seconda guerra mondiale, riuscì a produrre la bomba atomica. Lo scrittore afferma che furono perfino realizzati due test che ne confermerebbero la veridicità di quanto afferma!

atomica-nazi
Bomba atomica
Sappiamo tutti, purtroppo, quanta morte e distruzione causò l’esercito tedesco sotto il comando di Hitler durante la seconda guerra mondiale. La Germania era molto all’avanguardia per quel che riguarda la tecnologia bellica, come di fatti avevano realizzato bombe volanti e missili radiocomandati. Ma in base a quanto afferma lo scrittore, sarebbe potuta andare molto peggio. Sembra infatti che la Germania nazista avesse sperimentato e realizzato la bomba atomica, ancor prima degli americani.

In base alla teoria di Rainer Karlsch, esposta nel suo saggio “Hitler Bombe” nel 2005, la Germania avrebbe sviluppato a quell’epoca la cosiddetta “bomba nazista”. Come sappiamo, le voci riguardanti diverse armi segrete sviluppate dai nazisti durante la guerra sono moltissime. Siamo a conoscenza anche del programma nucleare tedesco, ovvero una serie di esperimenti svolti con lo scopo di realizzare armi nucleari, ma nonostante ciò non esistono prove concrete che attestino l’effettiva esistenza di quest’arma.

Secondo Karlsch, un gruppo estraneo dal programma nucleare tedesco, diretto dal fisico Kart Diebner, studiò in una base in Turingia, nella Germania centrale, una bomba nucleare, anche se dalle dimensioni minori di quella che gli americani lanciarono su Hiroshima. Gran parte del lavoro svolto da Diebner e dal suo team durante la guerra è ancora sconosciuto. Tuttavia nel suo libro Karlsch sostiene che vennero effettuati due test. Uno venne svolto sull’isola di Ruegen e l’altro presso la base militare di Ohrdruf in Turingia. Egli sostiene che durante questi due test, alcune centinaia di prigionieri russi vennero usati come cavie e persero la vita.

27/12/13

Conigli geneticamente modificati! Il piano segreto di Hitler

In mezzo all’atroce mente di Hitler, diabolicamente piena di progetti inspiegabili e senza ritegno, lo sapevate che, vi era un piano che consisteva nell’allevare una razza di conigli geneticamente modificati, alfine di poterne fare…delle pellicce! L’idea, meglio conosciuta con il nome di Munchkin, prevedeva che in ogni campo vi fosse un allevamento di grossi conigli, la cui pelle provvedeva a fornire pellicce per i soldati. Molti, anzi tutto il mondo conosce ciò che Hitler avesse in serbo riguardo il destino degli Ebrei, destinati, secondo la sua malata mente, allo sterminio totale di tutta la razza ebraica per avere a disposizione fondi e soldi necessari alla sua guerra.  
E’ risaputo, infatti, che nella Germania pre-bellica gli Ebrei rappresentavano il ceto benestante, mentre la maggior parte della popolazione viveva nella miseria e povertà.

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Gigante pezzato
Ma ben pochi sanno che Hitler aveva altri interessi, oltre alla conquista del mondo e l’annientamento di un’intera razza. Uno di questi consisteva proprio nell’allevare conigli geneticamente modificati per farne delle pellicce per i suoi soldati. Un’idea alquanto folle e singolare, che comunque se paragonata a quella che prevedeva lo sterminio degli ebrei, poteva essere addirittura considerata…utile.  

L’operazione Munchkin, così era stato ribattezzato il piano, consisteva nell’allevamento di enormi conigli nei campi di concertamento, da usare per produrre pellicce e indumenti intimi per i soldati della Luftwaffe, la squadra aerea d’assalto del terzo Reich.

Tale “programma”, iniziato per la prima volta nel 1941, prevedeva che i conigli fossero appunto allevati nei campi, forniti di cibo e calore per tutta la durata della loro crescita e poi, all’apice del loro sviluppo, uccisi. La loro pelle doveva poi essere mandata in apposite fabbriche per essere lavorata a dovere; quindi, una volta ottenuti gli indumenti, rispediti alle varie compagnie di soldati. Hitler aveva progettato di espandere il suo progetto a tutti gli Stati Europei, creando nuovi allevamenti in tutto il mondo. Ma la sua idea è morta con lui, senza che nessuno ad oggi l’abbia voluta adottare.

03/11/13

Sensazionale: Il tesoro del terzo Reich ritrovato.| Oltre millecinquecento quadri e opere d'arti.

Picasso, Matisse, Renoir e Chagall, questi i pittori di cui si sono trovati le opere d'arte in un polveroso appartamento a Monaco. Il tesoro di Hitler: 1500 opere d'arte che si credevano distrutte, ritrovato nell'appartamento decrepito del figlio di un collezionista: fu suo padre ad acquistare il tesoro che i nazisti saccheggiarono negli anni Trenta e Quaranta. Ne da la notizia il settimanale tedesco Focus.


Hitler
Le opere ritrovate furono sequestrate dai nazisti a famiglie ebree o ai musei dei paesi europei occupati dalla Wehrmacht e dalle WaffenSS. Lo racconta il settimanale Focus, in un sensazionale servizio. Gli investigatori, afferma la rivista dell'editoriale Burda, dopo lunghi anni d'indagini sono riusciti a trovare una pista calda. Hanno fatto irruzione nel polveroso, mal ridotto appartamento di un ottantenne. Dove, dimenticati tra armadi, sgabuzzini e stanze ripostiglio, erano appunto i millecinquecento capolavori.

Da dopo la 'notte dei cristallì  -  il primo grande e brutalissimo pogrom contro gli ebrei tedeschi, ordinato da Hitler e dai suoi complici, un crimine di cui il 9 ricorre il settantacinquesimo anniversario  -  poi con l'inizio degli espropri e delle deportazioni, poi con l'invasione di Polonia, Olanda, Belgio, Francia e tanti altri paesi dove vivevano vitali, numerose comunità ebraiche, spesso punta di lancia della borghesia colta locale, i nazisti si scatenarono negli espropri.

Proprio oggi su Der Spiegel sono pubblicati i diari dei diplomatici stranieri in servizio a Berlino durante e dopo la 'Reichskristallnacht'. Diplomatici polacchi e nipponici, finlandesi e ungheresi trasmisero alle loro capitali rapporti agghiaccianti: "arrivano di notte, violenti, rubano tutto, tentano di violentare le donne, poi si portano via valori, preziosi, opere d'arte, assegni e liquido per migliaia e migliaia di marchi, e la plebaglia antisemita segue i militari nazisti".

Lo stesso saccheggio sistematico, un crimine senza precedenti nella storia dei rapporti tra arte e guerra, fu compiuto nei musei polacchi, francesi, olandesi, belgi, di ogni paese occupato. Goering e Goebbels si fecero stimare le opere rubate, pare che ne rinchiusero alcune, quelle che piacevano loro di più, nelle compiacenti casseforti di banche svizzere. Ma molte di queste opere furono portate a Berlino. Non poche finirono distrutte durante i bombardamenti dei Lancaster, delle Fortezze volanti e dei Liberators inglesi e americani, e nei furiosi combattimenti degli ultimi nazisti contro l'armata del maresciallo Zhukov.

Le opere ora ritrovate, scrive Focus, hanno un valore di oltre un miliardo di euro. Gli investigatori sono arrivati a cogliere la pista calda nel 2011, dopo un'indagine sull'inquilino dell'appartamento, colto in flagrante dalla dogana in treno mentre tentava di portare denaro contante in Svizzera. Il padre del proprietario dell'appartamento a sua volta era un mercante d'arte e avrebbe acquistato il 'tesoro saccheggiato nazista' negli anni Trenta e Quaranta. Resta ora da vedere se discendenti delle vittime si faranno vivi per reclamare una giusta restituzione delle opere d'arte.
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